Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Geremia 35


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Ubbidienza de' Recobiti alle regole del padre loro. Disubbidienza de' Giudei ai comandamenti del Signore; onde a guati Dio minaccia sciagure, a quelli promette favor.

1Parola detta dal Signore a Geremia a tempo di Joachim figliuolo di Giosia, re di Giuda, quando gli disse:2Va alla casa dei Recabiti, e parla con essi, e conducili nella casa del Signore in una delle camere del tesoro, e presenta loro da bere del vino.3Ed io presi Jezonia figliuolo di Geremia, figliuolo di Habsania, e i suoi fratelli, e tutti i loro figliuoli, e tutta la famiglia de' Recabiti;4E li condussi nella casa del Signore, nella camera del tesoro, dove stavano i figliuoli di Hanan figliuolo di Jegedelia uomo di Dio, la qual camera era presso al tesoro de' principi, di là dalla tesoreria, di Maasia figliuolo di Sellimi, che era custode del vestibolo.5E misi dinanzi a' figliuoli della casa de' Recabiti de' bicchieri, e delle tazze piene di vino, e dissi loro: Bevete del vino.6Ma quegli risposero: Noi non berem vino, perchè Jonadab figliuolo di Rechab padre nostro ci diede quest'ordine: Non berete vino voi, e i vostri figliuoli in eterno:7E non fabbricherete case, e non seminerete biade, e non pianterete, nò avrete vigne; ma abiterete sotto le tende per tutti i vostri giorni, affinchè viviate lungamente sopra la terra in cui siete di pellegrinaggio.8Abbiam dunque ubbidito alla voce di Jonadab figliuolo di Rechab padre nostro in tutto quello, che egli ci ha comandato, e perciò non beviam vino in tutta la nostra vita noi, e le nostre donne, e i figliuoli, e le figlie:9E non fabbrichiamo case per abitarvi, e non abbiamo né vigna, ne campo da seminare:10Ma abitiamo sotto le tende, e siamo stati ubbidienti a tutti i comandamenti dati a noi da Jonadab padre nostro.11Ma essendo giunto Nabucodonosor re di Babilonia nella nostra terra, noi abbiam detto: Venite, entriamo in Gerusalemme per ischivare l'esercito de' Caldei, e l'esercito della Siria: e ci siam fermati in Gerusalemme.12E il Signore parlò a Geremia, dicendo:13Queste cose dice il Signor degli eserciti, il Dio d'Israele: Va, e di agli uomini di Giuda, e agli abitatori di Gerusalemme: Non vi emenderete voi, ubbidendo alle mie parole, dice il Signore?14Sono state in piena osservanza le parole di Jonadab figliuolo di Rechab, colle quali ordinò a' suoi figliuoli di non ber vino, ed ei non ne hanno bevuto sino a quest'oggi, eseguendo il comando del padre loro: ma io parlai a voi di buon ora, e senza intermissione, e non mi avete ubbidito.15E mandai a voi i servi miei i profeti, di buon'ora li mandai, dicendo: Convertitevi ognun di voi dalla sua pessima vita, e rettificate i vostri affetti, e non andate dietro agli dei stranieri, e non gli onorate: e abiterete nella terra, ch'io diedi a voi, e a' padri vostri. Ma voi non mi porgeste orecchio, né mi ascoltaste.16I figli adunque di Jonadab han ritenuto costantemente il comandamento dato ad essi dal padre loro: ma questo popolo non ha ubbidito a me.17Per questo così parla il Signore degli eserciti, il Dio a Israele: Ecco che io farò cader sopra Giuda, e sopra tutti gli abitatori di Gerusalemme tutti i disastri, che io ho lor minacciati, perchè ho parlato ad essi, e non mi hanno ascoltato; gli ho chiamati, e non mi hanno risposto.18Ma Geremia disse alla famiglia de' Recabiti: Queste cose dice il Signor degli eserciti, il Dio d'Israele: Perchè voi avete ubbidito al comando di Jonadab padre vostro, e avete osservati tutti i suoi insegnamenti, e avete eseguito tutto quello, ch'egli v'impose:19Per questo cosi dice il Signor degli eserciti, il Dio di Israele: Non mancherà della stirpe di Jonadab figliuolo di Rechab chi stia dinanzi a me per tutti i tempi.

Note:

35,1:Parola detta dal Signore a Geremia a tempo di Joachim ec. Quello, che qui si racconta, avvenne molto tempo avanti alle cose lette di sopra. Nabuchodonosor assediò Gerusalemme l'anno quarto del regno di Joachim, e dipoi tre o quattro anni dopo regnando lo stesso re. In uno di questi due assedi i Recabiti, abbandonate le loro tende e i loro pascoli, si erano ritirati nella città per non cadere nelle mani de' Caldei. Questi Recabiti erano una famiglia di Cinei, i quali Cinei discesi da Jethro suocero di Mosè, e da Hobab suo cognato, erano stati incorporati al popolo del Signore. Vedi I. Paral. I. 55. Jud. I. 16. I Recabiti viveano alla campagna sotto le tende menando vita pastorale e vivendo del frutto de' loro greggi,e si occupavano molto nello studio e nella meditazione della divina parola, e nel cantare le lodi di Dio, e si vede, che da Jonadab figliuolo, ovver discendente di Rechab, questa gran famiglia di Recabiti avea avuto delle particolari regole, le quali erano con molta esattezza osservate. Per la qual cosa s. Girolamo Ep. 13. ad Paulin. dice, che questi Recabiti insieme con Elia, Eliseo e i figliuoli de' profeti, furono il modello dei monaci della Chiesa di Cristo.

35,2:In una delle camere del tesoro. Si è veduto altre volte come gli Ebrei col nome di tesoro intendevano le provvisioni di ogni maniera, come di vino, di grano, di olio ec. Qui probabilmente si parla di una gran dispensa, o cantina, dove tenevasi il vino per le libagioni, che si facevano continuamente nel Tempio.

35,4:Di Jegedelia uomo di Dio. Si crede, che questo Jegedelia fosse un profeta, perchè questo titolo di uomo di Dio è dato ordinariamente ai profeti.
Presso al tesoro de' principi. Forse era il luogo, dove si custodivano i doni fatti da' principi alla casa del Signore.

35,7:Affinchè viviate lungamente sopra la terra, in cui ec. Dio avea promesso la ricompensa di vita lunga a quelli, che onorano i genitori; ma tutta la risposta de' Recabiti fa conoscere, che, a imitazione de' santi Patriarchi, essi si consideravano come pellegrini in questo mondo (Heb. XI. 9.), perche ad una patria migliore aspiravano.

35,19:Non mancherà della stirpe ec. Questi Recabiti furono menati prigionieri a Babilonia, donde tornarono con gli Ebrei, e si vede, che dopo la cattività dovettero essere impiegati a servire al Tempio, e probabilmente ebbero ufficio di cantori e di portinai. Vedi I. Paral. II. 55. Per esercitare certi uffici nel Tempio non era necessario di essere della tribù di Levi. La frase: star dinanzi al Signore, dinota ufficio o ministero, che si esercitava nel Tempio.