Scrutatio

Sabato, 20 aprile 2024 - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi)

Geremia 32


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Mentre Gerusalemme era assediata da Nabuchodonosor, Geremia compra per ordine del Signore da un suo parente un podere in Anathoth, e ordina, che sia conservato lo strumento di compera. Gerusalemme col suo popolo sarà data in potere del re di Babilonia; ma i Giudei torneranno a Gerusalemme e con essi farà il Signore una nuova alleanza.

1Parola detta a Geremia dal Signore l'anno decimo di Sedecia re di Giuda, che è l'anno diciottesimo di Nabuchodonosor.2L'esercito del re di Babilonia assediava allora Gerusalemme; e Geremia profeta era rinchiuso nel cortile della prigione, la quale era nella casa del re di Giuda;3Imperocché ve l'avea fatto rinchiudere Sedecia re di Giuda, dicendo: Perchè profetizzi tu, e dici: Queste cose ha dette il Signore: ecco, che io darò questa città in potere del re di Babilonia, ed ei la espugnerà?4E Sedecia re di Giuda non fuggirà dalle mani de' Caldei; ma sarà dato in potere del re di Babilonia, e parlerà con lui testa a testa, e gli occhi di lui vedran gli occhi dell'altro:5E quegli condurrà Sedecia a Babilonia; ed ivi egli starà sino a tanto, che io lo visiti, dice il Signore: che se voi combatterete contro i Caldei, non avrete nissun prospero successo.6E Geremia disse: Il Signore mi ha parlato, dicendo:7Ecco, che verrà a te Hanameel figliuolo di Sellum tuo cugino da canto di padre, a dirti: Comperati il mio campo, che è in Anathoth: imperocché a te si compete il comprarlo come a parente dello stesso sangue.8E venne a me Hanameel figliuolo del mio zio paterno, secondo la Parola del Signore nel cortile della prigione, e mi disse: Fa acquisto del mio campo, che è in Anathoth nella terra di Beniamin: perocché tu hai diritto alla eredità, e tu se' parente, e dei farne acquisto. Or io compresi, che questa Parola veniva dal Signore,9E comperai da Hanameel figliuolo di mio zio paterno il campo, che è in Anathoth: e gli pesai il denaro, sette stateri, e dieci stateri d'argento.10È scrissi il contratto, e lo sigillai presenti i testimonj: e pesai il denaro sulla bilancia.11E presi il contratto di compra segnato con le sue stipulazioni, e formalità, e co' sigilli al di fuori,12E diedi questo contratto di compra a Baruch figliuolo di Neri, figliuolo di Maasia, in presenza di Hanameele mio cugino, in presenza de' testimonj, che erano scritti nel contratto di compra, e in presenza di tutti i Giudei, che stavano a seder nel cortile della prigione.13E diedi ordine in presenza di questi a Baruch, dicendo:14Queste cose dice il Signor degli eserciti, il Dio d'Israele: Prendi questi contratti, questo contratto di compra sigillato, e questo, che è aperto, e mettili in un vaso di terra cotta, affinchè possano conservarsi per lungo tempo;15Imperocché queste cose dice il Signor degli eserciti, il Dio d'Israele: Si compereranno tuttavia e case, e campi, e vigne in questa terra.16E feci orazione al Signore, dopo che ebbi dato il contratto di compra a Baruch, dicendo:17Ahi, ahi, ahi, Signore Dio: ecco, che tu creasti il cielo, e la terra colla tua possanza grande, e coll'alto tuo braccio; nulla sarà difficile a te:18Tu se' quegli, che fai misericordia per mille generazioni, e l'iniquità de' padri punisci dopo di essi sopra i lor figli: tu fortissimo, grande, e possente, il tuo nome, è il Dio degli eserciti.19Grande ne' tuoi consigli, incomprensibile ne' tuoi disegni: gli occhi del quale sono aperti sopra tutti gli andamenti de' figliuoli di Adamo, affin di rendere a ognuno secondo le opere sue, e secondo il frutto de' lor pensamenti.20Il quale fino a questo di facesti segni, e prodigi nella terra d'Egitto, e in Israele, e tra tutti gli uomini, e facesti a te un nome, quale tu hai in oggi.21E traesti il tuo popolo dalla terra d'Egitto per mezzo di segni, e prodigi, con man robusta, e con braccio disteso, e con grandi terrori.22E desti lor questa terra', come a' padri loro promessa avevi con giuramento di darla ad essi, terra, che scorre latte, e miele.23Ed entrarono in essa, e la hanno posseduta: e non ubbidirono alla tua voce, e non camminarono nella tua legge: e non fecero tutto quello, che tu lor comandasti di fare, onde son cadute sopra di essi tutte queste sciagure.24Ecco, che le macchine da guerra sono alzate contro la città, per espugnarla: ed ella è data in poter de' Caldei, che la combattono colla spada, colla fame, e colla peste: e tutto quello, che tu hai predetto è accaduto, come vedi tu stesso.25E tu mi dici, o Signore Dio: Compera col denaro un campo, presenti i testimoni, quando la citta è abbandonata al poter de' Caldei?26E il Signore parlò a Geremia, dicendo:27Ecco, che io sono il Signore Dio di tutti gli uomini: vi sarà egli cosa alcuna difficile a me?28Per questo cosi parla il Signore: Ecco, che io darò questa città nelle mani de Caldei, e in potere del re di Babilonia, e la prenderanno.29E verranno i Caldei a battaglia contro questa città, e le appiccheranno il fuoco, e la incendieranno insieme colle case, sui tetti delle quali sagrificavano a Baal, e facean libagioni agli dei stranieri per muovermi ad ira;30Imperocché eran usi i figliuoli d'Israele, e i figliuoli di Giuda a sempre mal fare sugli occhi miei, fin dalla loro adolescenza: i figliuoli d'Israele, i quali sino a questo punto mi esacerbano colle opere delle mani loro, dice il Signore:31Imperocché oggetto del mio furore, e della mia indegnazione è per me questa città dal dì, nel quale la edificarono, fino a questo giorno, in cui mi sarà tolta davanti agli occhi,32Per le malvagità de' figliuoli di Israele, e de' figliuoli di Giuda, commesse da essi, quando mi provocavano ad ira, eglino, e i loro regi, e i loro principi, e i lor sacerdoti, e i loro profeti, gli uomini di Giuda, e gli abitatori di Gerusalemme.33E volsero a me le spalle, e non e la faccia, quando di buon ora io gl'istruiva, e gli avvisava; ed ei non volevano udire, né ammettere disciplina.34E posero i loro idoli nella casa, che porta il mio nome, affin di contaminarla.35E alzarono a Baal gli altari, che son nella valle del figliuolo di Ennom, per consacrarvi a Mojoch i figli suoi, e le figlie: cosa, che io non comandai loro giammai, né mi cadde in pensiero, ch'ei facessero simile abbominazione, e Giuda precipitassero nel peccato.36E adesso dopo queste cose, così parla il Signore, il Dio d'Israele a questa citta, la qual voi dite, che sarà data in potere del re di Babilonia, a forza di spada, di fame, e di peste:37Ecco, che io li raunerò da tutti i paesi, pe' quali io gli avrò dispersi nel mio furore, nell'ira, e nell'indegnazione mia grande: e li ricondurrò in questo luogo, e farò, che lo abitino senza timori.38E saranno mio popolo, ed io sarò loro Dio.39E darò loro un cuor solo, e un solo culto, affinchè temano me per tutti i lor giorni, e felici sian essi, e i loro figli dopo di loro.40E farò con essi un'alleanza eterna, e non cesserò mai di beneficargli; e il mio timore porrò nel cuor loro, affinchè non si allontanino da me.41E sarà mio gaudio il far loro de' benefici, e gli stabilirò in questa terra veracemente, di tutto cuore, e con tutto il mio spirito.42Imperocché queste cose dice il Signore: Siccome io ho mandato sopra questo popolo tutto questo gran male, così manderò sopra di essi tutto il bene, che lor prometto.43E torneranno a possedersi i campi in questa terra, della quale voi dite, ch'ella è deserta per non esservi rimaso uomo, né giumento, e per essere stata data in poter de' Caldei.44Si compreranno con denaro i campi, e se ne faranno i contratti, e questi saran sigillati alla presenza di testimoni, nella terra di Beniamin, e nel territorio di Gerusalemme, e nelle città di Giuda, e nelle città di montagna, e nelle città campestri, e nelle città, che sono a mezzogiorno; perocché porrò fine alla loro schiavitudine, dice il Signore.

Note:

32,1-2:L'anno decimo di Sedecia ec. Era già quasi un anno, che Gerusalemme era assediata da' Caldei, e Geremia fin dal principio dell'assedio avendo predetto, che la città sarebbe presa e che Sedecia sarebbe condotto a Babilonia, il re sdegnato perciò lo aveva fatto mettere nel cortile della prigione, che era nel palazzo reale. Alcuni in vece di tradurre nel cortile della prigione, vorrebbono che si dicesse: nella prigione del cortile, o sia atrio; ma veramente apparisce dal capo XXXVII. 15. 20., e dal capo XXXVIII. 6., che debbe distinguersi una doppia prigionia del nostro Profeta, che ora fu messo nella stessa prigione, ora nel cortile della prigione, e, come diremmo noi, alla larga.

32,4:E gli occhi di lui vedran gli occhi dell'altro. Supplizio crudele per un re disgraziato il comparire dinanzi al suo vincitore, cui egli sa di avere offeso. Vedi s. Girolamo.

32,5:Sino a tanto, che io lo visiti. Fino a tanto, che io colla morte lo tolga alla dolorosa e infelice sua vita. La parola visitare è equivoca, e si prende in bene e in male.

32,7:Verrà a te Hanameel figliuolo di Sellum, tuo cugino ec. Questo fatto è degnissimo di considerazione. La città di Gerusalemme era assediata dal Caldeo e desolata dalla fame e dalla peste, secondo le predizioni di Geremia: questi era rinchiuso, come si è detto, e non cessava di annunziare la rovina della città, la cattività del re e del popolo, la desolazione della Giudea. E contuttociò Dio avendo messo in cuore a questo suo cugino di indirizzarsi a Geremia, come parente prossimo, pervenderli un campo, che egli avea in Anathoth, Geremia per ordine del Signore lo compra, lo paga, ne fa lo strumento solenne di acquisto, ed ha gran premura, che si conservi questo strumento di un acquisto, del quale non poteva egli godere, avendo già predetto, che la cattività durerebbe settanta anni, e in questo tempo la Giudea sarebbe in totale abbandonamento. Ma egli avea altresì predetto il ritorno dello stesso popolo al suo paese, e voleva mostrare la fede, che tutti doveano prestare alle promesse di Dio, volea mostrare, come quella terra ridotta in solitudine pe' peccati de' suoi abitatori, era ancor cara al Signore, il quale dovea quivi adempiere un giorno i disegni grandi di sua misericordia a favore e degli Ebrei e di tutte le genti per mezzo del Cristo; e per tutti questi motivi non rifiuta di comperare quel piccolo campo da questo suo cugino, il quale trovandosi in Gerusalemme potè essere costretto a far questa vendita per campare. Ecco adunque un fatto profetico, in cui si fa manifestamente conoscere con qual fermezza di animo e di credenza parlassero i nostri profeti intorno alle cose, che Dio rivelava ad essi, e per mezzo di essi a tutto il popolo. Notisi, che i sacerdoti e i Leviti, i quali non ebbero parte veruna nella distribuzione della terra promessa, non potevan vendere i pezzi di prato o di campo, che avean presso alle città, che ad essi erano state assegnate, non potean vendergli, se non a' parenti prossimi, come notò s. Girolamo.

32,9:Gli pesai il danaro, ec. Non era ancora in uso la moneta coniata. Lo statere è la stessa cosa che il siclo, e il siclo era mezz'oncia d'argento; sette stateri, e dieci stateri d'argento, sono diciassette sicli d'argento.

32,11-14:E' presi il contratto di compra ec. Si facevano in ogni contratto due scritture, una che era come l'originale segnato e sigillato che serviva a far fede in giudizio; l'altra era una copia da tenersi a mano per riscontrarla ad ogni occasione. Geremia diede l'una e l'altra scrittura a Baruch, perchè le mettesse in un vaso di terra, dove si conservassero sicure. L'uso di mettere le scritture in simili vasi era assai comune; onde di Origene si racconta, che trovò a Gerico una traduzione delle Scritture in simil vaso.

32,31:Dal di, nel quale la edificarono, ec. Il verbo edificare si usa in molti luoghi per ristorare, ingrandire, ornare, onde queste parole possono aver questo senso: odio questa città dal tempo, in cui ella fu ingrandita e ornata da Salomone e dagli altri re, tra' quali pochi furono quelli, che non imitassero gli esempi cattivi dati negli ultimi anni suoi da Salomone; ed anche sotto que' pochi buoni re, Ezechia, Josia, Josaphat, si è veduto, che era grande la corruzione del popolo di Gerusalemme.

32,35:Cosa, che io non comandai loro giammai, nè mi cadde in pensiero, ec. Si è veduta altre volte simil maniera di parlare, con cui dicesi il meno, e s'intende il più. Ben lungi, che Dio potesse aver comandato o pensato a comandare simile abominazione, egli l'avea proibita severamente nella legge. Vedi cap. VIII. 31. XIX, 5.

32,36-37:E adesso dopo queste cose ....Ecco, che io li raunerò ec. Dopo tali e tante prevaricazioni di questo popolo, per le quali io adesso lo gastigo, voi avreste gran motivo di temere, che io nol rigettassi per sempre. Ma no. Io conserverò questo popolo, lo libererò dalla sua cattività, nè solo dalla cattività di Babilonia, ma dalla assai peggiore schiavitùdine del demonio e del peccato lo salverò per mezzo di Cristo. Ognuno vedrà come quello, che dal Profeta si dice intorno alla felicità temporale degli Ebrei, che torneranno da Babilonia, è un velo, sotto del quale egli vuol indicare la spirituale felicissima sorte del nuovo popolo composto e di Ebrei e di Gentili, del quale solo potrà dirsi, che avrà un cuor solo, e un solo culto, e che Dio con essi farà sempiterna alleanza, affinchè siano sempre popolo del Signore, e questi sempre sia loro Dio: promesse, che non si avverano pienamente, se non riguardo alla Chiesa cristiana, la quale non sarà mai se parata da Dio nè dal suo Cristo.