Scrutatio

Venerdi, 29 marzo 2024 - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi)

Geremia 14


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Siccità, e fame nella Giudea, e pregando Geremia il Signore, che faccia misericordia, Dio gli ordina di non pregare, e non accetta i digiuni, ne le vittime del popolo. I Profeti, che promettono pace, periranno anch' essi. Il Profeta di nuovo prega istantemente il Signore pel suo popolo.

1Parola detta dal Signore a Geremia in proposito della siccità.2La Giudea è in pianto, e le porte di Gerusalemme desolate, e abbrunate sono per terra, e si alzano le strida di lei.3I magnati mandano i loro inferiori all'acqua: questi vanno ad attignerne e non trovano acqua; riportano vuoti i loro vasi: riinangon confusi, ed afflitti, e s'imbacuccano la testa.4Per la desolazione della terra priva di pioggia, confusi i contadini s'imbacuccano la testa.5Imperocché la cerva ancora figliò nel campo, e abbandonò il parto; perchè manca l'erba.6E gli asini salvatichi si posano su' massi, sorbiscono l'aria, come i dragoni: hanno perduto il lume degli occhi per la mancanza dell'erba.7Se le iniquità nostre ci accusano, tu Signore, abbi pietà per amore del nome tuo; perocché le ribellioni nostre son molte: contro di te abbiam peccato.8O espettazione d'Israele, Salvatore di lui nel tempo della tribolazione, perchè sarai tu in questa terra come uno straniero, e come un viaggiatore, che qua si volge per albergare?9Perchè sarai tu come un uomo in costante, come un campione, che non può dar salute? Ma tu, o Signore, tu abiti tra di noi e noi portiamo il tuo nome; non ci abbandonare.10Queste cose dice il Signore a questo popolo, che ha amato di tenere in moto i suoi piedi, e non si è dato posa, e non è accetto al Signore: questi ricorderassi ora delle loro iniquità, e punirà i loro peccati.11E il Signore mi disse: Non pregare pel bene di questo popolo.12Quand'ei faranno digiuni, io non esaudirò le loro orazioni, e se offeriranno olocausti, e vittime, io non le accetterò: perocché io li consumerò colla spada, colla fame, e colla peste.13E io dissi: Ah, ah, ah, Signore Dio, i profeti dicon loro: Voi non vedrete spada, e non verrà la fame tra voi, ma vera pace darà egli a voi in questo luogo.14E il Signore disse a me: Falsamente questi profeti profetizzano nel nome mio: io non gli ho mandati, e non ho dato loro alcun ordine, e non ho ad essi parlato. Danno a voi per profezie le visioni false, e indovinelli, e imposture, e le illusioni del loro cuore.15Per questo cosi parla il Signore riguardo ai profeti, che profetizzano nel nome mio, non mandati da me, e dicono: Non verrà sopra questa terra, né spada, né fame: di spada, e di fame periranno que' profeti.16E i popoli, a' quali costoro profetano, saran gettati pelle vie di Gerusalemme morti di fame, e di spada, egli no, e le loro mogli, e i figliuoli, e le figlie loro, e non sarà chi dia lor sepoltura; e sopra costoro verserò il male loro.17E tu dirai loro questa parola: Spandano lagrime gli occhi miei la notte, e il giorno, e non abbian riposo: imperocché da afflizione grande è straziata la vergine figlia del popol mio, di piaga sommamente maligna.18Se io esco in campagna, ecco i morti di spada; e se io entro nella città, eccoli smunti dalla fame. I profeti stessi, e i sacerdoti sono condotti in un paese, che non conoscevano.19Hai tu rigettato totalmente il popol di Giuda? Od è ella Sionne in abbominio all'anima tua? Perchè adunque ci hai tu in tal guisa percossi, che nulla ci resti di sano? Aspettammo la pace, e nulla abbiamo di bene; il tempo di ristorarci, ed eccoci tutti sconvolti.20Noi riconosciamo, o Signore, le nostre empietà, e le iniquità de' padri nostri: noi abbiam peccato contro di te.21Per amore del nome tuo non voler tu farci cader nell'obbrobrio, e non far patire a noi contumelie, che offendono il trono della tua gloria. Ricorditi, non annullare l'alleanza fatta da te con noi.22V'ha egli tra gli scolpiti dei delle genti, chi dia la pioggia? O posson eglino i cieli mandar dell'acqua? Non se' tu quegli, che fai ciò, o Signore Dio nostro, cui noi aspettiamo? Imperocché tutte queste cose le hai fatte tu.

Note:

14,1:In proposito della siccità. Non convengono gl' Interpreti intorno al tempo di questa siccità: alcuni vogliono, che avvenisse nel tempo dell'assedio di Gerusalemme; altri prima dell'assedio, sotto Sedecia, lo che sembra più verisimile; e non manca ancora chi la riporti ai tempi di Giosia.

14,2:Le porte di Gerusalemme desolate e abbrunate sono per terra, ec. Tutto spira lutto e orrore alle porte di Gerusalemme, che erano gia inondate dalla turba del popolo, e le strida della città si alzano fino al cielo.

14,3:S'imbacuccano la testa. Era uno de' segni di mestizia e di duolo, come si è veduto già altre volte.

14,5:E abbandonò il parto, ec. La cerva ama molto i suoi parti, ed è segno di terribil necessità, che sopraffa la natura, il vedere che ella gli abbandoni; ma non essendovi erba per nudrire la madre, non può ella allattare i suoi figli.

14,6:Sorbiscono l'aria come i dragoni: ec. Volgendosi dalla parte onde soffia qualche fresc' aura, cercano refrigerio alla loro sete.
Perduto il lume degli occhi. Effetto della fame e della sete. vedi 1. Reg. XIV. 17. L'asino salvatico ha ottima vista.

14,8:Perchè sarai tu in questa terra come uno straniero, ec. Questa terra, che è tua, e cui tu riguardasti finora come tua eredità, per qual motivo la consideri adesso in quella maniera, che un forestiero e un viaggiatore considera un paese, per cui egli passa, e dove vuol albergare non più d'una notte? Così tu pare, che la Giudea consideri adesso come cosa, che a te nulla appartiene, e del bene e del male di lei non ti prendi pensiero.

14,9:Come un campione, che non può dar salute? Come un campione, da cui talora molto si spera e si ottiene poco sorso.
Ma tu, o Signore, tu abiti ec. Ma no, o Signore, non è straniera a te questa terra, nè forestiero se' tu in Israelle: tu abiti ancora tra noi, dove hai il tuo tempio, tra noi, che portiamo il nome glorioso di popol tuo: tu adunque non ci abbandonare nella tribolazione. Queste belle parole si applicano molto meglio al popolo Cristiano, che ha ne' suoi templi risedente il suo Dio e il suo Salvatore nel Sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo, al popolo che ha nome dal medesimo Salvatore e Dio suo; onde elle sono ogni di nella bocca della Chiesa, recitan dosi e ripetendosi questa tenerissima orazione sulla fine dell'ufficio divino.

14,10:Che ha amato di tener in moto i suoi piedi. Ha amato non di star fermo nella verità e nel culto del vero Dio, ma di andar vagando or verso uno, or verso un altro de' suoi idoli.

14,11:Non pregare pel bene di questo popolo. L'Apostolo s. Giovanni dice: Havvi un peccato, che mena a morte, non dico che alcuno per esso preghi. 1. Jo. V. 6. Questo peccato, dice s. Girolamo, è la impenitenza finale. È stoltezza il credere, che rimanendo noi nel peccato, co' voti o co' sacrifizi possiam riscattarci, e verremmo a far Dio ingiusto pensando cosi: si in sceleribus permanentes pu taverimus votis atque sacrificiis redimere nos, vehemen ter erramus, iniquum arbitrantes Deum.

14,16:Sopra costoro verserò il male loro. Il male e la pena, che hanno meritata.

14,18:Se io esco in campagna, ec. Prima di metter l'assedio a Gerusalemme, Nabuchodonosor devastò le campagne e vi commesse grandissime crudeltà, e i vicini popoli, nemici giurati degli Ebrei, fecero anch'essi la parte loro. Sono condotti in un paese, che non conoscevano. Nella Caldea, paese da essi non mai veduto.

14,21:E non far patire a noi contumelie, che offendono ec. Non far patire a noi le contumelie, di cui ci confessiam meritevoli, le quali però ridonderebbon quasi in disdoro del tempio, che tu hai tra noi, del tempio dove la tua gloria risiede sopra i cherubini e sopra i propiziatori. Non a noi, non a noi, o Signore, ma al nome tuo da' tu gloria, affinchè per disgrazia non dicasi tralle nazioni: Il Dio loro dopo è? Psal. 113. 9. 10. Abbiam voluto ritenere nella versione la interpunzione della nostra Volgata, benchè s. Girolamo unisse il verbo recordare colle parole, che lo pre cedono in tal guisa: solii gloriae tuae recordare; lo che dà un senso più chiaro.

14,22:V'ha egli tra gli scolpiti dei delle genti chi dia la pioggia? Signore, non da' falsi dei, non da' morti simulacri noi aspettiamo soccorso in questa siccità, ma da te, da te solo, che i cieli hai fatti e la pioggia.