Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Geremia 4


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NOVA VULGATABIBBIA VOLGARE
1 “ Si converteris, Israel,
ait Dominus,
ad me convertere;
si abstuleris abominationes tuas a facie mea,
non effugies.
1 Israel, se tu tornerai a me, or ti converti; se tu removerai quello che tu hai offeso contro a me, non sarai commosso.
2 Et iurabis: “Vivit Dominus!”
in veritate et in iudicio et in iustitia,
et benedicentur in ipso gentes
et in ipso gloriabuntur.
2 E giurerai: vive Iddio in veritade e in giudicio e in giustizia; e le genti lo benediranno, e darannoli lode.
3 Haec enim dicit Dominus
viro Iudae et Ierusalem:
Novate vobis novale
et nolite serere super spinas.
3 Questo dice Iddio all' uomo di Giuda, e a chiunque abita in Ierusalem: rinnovatevi cosa nuova, e non seminate sopra la spina.
4 Circumcidimini Domino
et auferte praeputia cordium vestrorum,
viri Iudae et habitatores Ierusalem,
ne forte egrediatur ut ignis indignatio mea
et succendatur, et non sit qui exstinguat,
propter malitiam operum vestrorum.
4 Circoncidetevi a Dio, e togliete le nature dei vostri cuori, uomini di Giuda e abitatori di Ierusalem, acciò che forse la mia indignazione non esca fuori come fuoco, e sia accesa, e non sia chi la spenga per la malizia delle vostre cogitazioni.
5 Annuntiate in Iuda
et in Ierusalem auditum facite;
et loquimini et canite tuba in terra,
clamate fortiter et dicite:
“Congregamini, et ingrediamur civitates munitas”.
5 Annunciatelo in Giuda, e in Ierusalem fatelo udire; parlate e cantate colla tromba in terra; gridate forte e dite: raduniamci, ed entriamo nelle città armate.
6 Levate signum in Sion,
fugite, nolite stare,
quia malum ego adduco ab aquilone
et contritionem magnam.
6 Levate lo segno in Sion; confortatevi, e non istate; però ch' io adduco lo male d' aquilone, e grande contrizione.
7 Ascendit leo de cubili suo,
et praedo gentium se levavit;
egressus est de loco suo,
ut ponat terram tuam in solitudinem:
civitates tuae vastabuntur,
remanentes absque habitatore.
7 Lo leone è asceso dello suo letto, e lo predatore delle genti si levò; egli è uscito del suo luogo, acciò che ponga la tua terra in desolazione; le tue cittadi saranno guastate, rimanendo sanza abitatore.
8 Super hoc accingite vos ciliciis,
plangite et ululate,
quia non est aversa ira furoris Domini a nobis.
8 Sopra queste cose accignetevi de' cilicii e piangete e urlate; però che non è rivolto il furore e l'ira del Signore da noi.
9 Et erit in die illa,
dicit Dominus,
peribit cor regis
et cor principum,
et obstupescent sacerdotes,
et prophetae consternabuntur ”.
9 E in quello di sarà, dice Iddio; perirà lo cuore dello re, e li cuori delli prìncipi; e (in quello dì) saranno li sacerdoti stupefatti, e li profeti saranno ispaventati.
10 Et dixi: “ Heu, Domine Deus!
Ergo decepisti populum istum et Ierusalem
dicens: “Pax erit vobis”;
et ecce pervenit gladius usque ad animam ”.
10 E io dissi: guai, guai, guai, Signore Iddio, adunque hai tu ingannato questo populo e Ierusalem, e dicevi: la pace sarà con voi; ed ecco che ci è venuto lo coltello insino all' anima?
11 In tempore illo dicetur populo huic et Ierusalem:
“ Ventus urens collium, qui sunt in deserto,
invadit filiam populi mei
non ad ventilandum et ad purgandum.
11 In quel tempo sarà detto a questo popolo e a Ierusalem: lo vento ardente (divampante) nelle vie le quali sono nel deserto, le vie delle figliuole del mio populo, non è a ventolare e a purgare.
12 Ventus plenior his veniet mihi,
nunc et ego loquar iudicia mea cum eis ”.
12 Lo spirito pieno di queste cose verrà a me; e ora io parlerò li miei giudicii con loro.
13 Ecce quasi nubes ascendet,
et quasi tempestas currus eius;
velociores aquilis equi illius.
Vae nobis, quoniam vastati sumus!
13 E ascenderae come lo nuvolo, e lo suo carro quasi come tempesta; li suoi cavalli più veloci che l'aquile; guai a noi, per che siamo guasti.
14 Lava a malitia cor tuum,
Ierusalem, ut salva fias;
usquequo morabuntur in te
cogitationes iniquae?
14 Leva lo tuo cuore dalla malizia, o Ierusalem, acciò che tu sia salva; insino a quando dimoreranno in te le cogitazioni nocevoli?
15 Vox enim annuntiantis a Dan
et notam facientis calamitatem de monte Ephraim.
15 La voce dello annunciante da Dan, e facente manifesto l'idolo del monte di Efraim.
16 Nuntiate gentibus. Ecce adsunt!
Auditum facite hoc super Ierusalem:
“ Custodes venerunt de terra longinqua
et dederunt super civitates Iudae vocem suam;
16 Commovete le genti: ecco egli è udito in Ierusalem venire le guardie di terra lontana, e dare sopra le cittadi di Giuda la loro voce.
17 quasi custodes agrorum facti sunt super eam in gyro,
quia adversus me contumax erat ”,
dicit Dominus.
17 Sono fatte come guardie di campo sopra quella nel circuito, però che m'ha provocato a iracondia, dice Iddio.
18 Via tua et opera tua
fecerunt haec tibi;
ista malitia tua, quia amara,
quia tetigit cor tuum.
18 Le tue vie e le tue cogitazioni hanno fatto a te queste cose; la tua malizia, però ch' è amara, però che hae toccato lo tuo cuore.
19 Viscera mea, viscera mea! Doleo.
Parietes cordis mei!
Turbatur in me cor meum:
non tacebo,
quoniam vocem bucinae audivit anima mea,
clamorem proelii.
19 Lo mio ventre mi duole, e li sensi del mio cuore sono turbati in me; non tacerò, però che l'anima mia ha udita la voce della buccina, (che pare) romore di battaglia.
20 Contritio super contritionem vocata est,
quoniam vastata est omnis terra,
repente vastata sunt tabernacula mea,
subito tentoria mea.
20 La contrizione è chiamata sopra la contrizione, e (subitamente) è guastata tutta la terra; e sùbito guastati sono tutti i miei tabernacoli, subitamente le mie pelli.
21 Usquequo videbo vexillum,
audiam vocem bucinae?
21 Insino a quando vederò io la gente fuggendo, e udirò la voce della buccina?
22 “ Quia stultus populus meus:
me non cognoverunt;
filii insipientes sunt et vecordes:
sapientes sunt, ut faciant mala,
bene autem facere nesciunt ”.
22 Però [che] lo stolto popolo mio non m' ha conosciuto; e sono figliuoli sciocchi e pazzi; e sono savi acciò che facciano male, ma bene fare non hanno saputo che si sia.
23 Aspexi terram, et ecce vacua erat et deserta;
et caelos, et non erat lux in eis.
23 Io riguardai la terra, ed ecco che era vuota, e non ci era nulla; e riguardai lo cielo, e non ci era luce.
24 Aspexi montes, et ecce movebantur,
et omnes colles conturbati sunt.
24 Vidi li monti, ed ecco si movevano; tutti li colli sono conturbati.
25 Aspexi, et ecce non erat homo,
et omne volatile caeli recesserat.
25 Ed io guardai, e non ci era uomo; e ogni uccello del cielo se n' era andato.
26 Aspexi, et ecce hortus desertus,
et omnes urbes eius destructae sunt
a facie Domini et a facie irae furoris eius.
26 Riguardai (la terra, e io vidi), ed ecco Carmelo deserto: (Carmelo si è uno monte, che si chiama così, dove stette Elia profeta); e tutte le sue cittadi sono distrutte dalla faccia di Dio, e dalla faccia dell' ira del furore suo.
27 Haec enim dicit Dominus:
“ Deserta erit omnis terra,
sed tamen consummationem non faciam.
27 ... ma io pure non farò la consumazione.
28 Super hoc lugebit terra,
et maerebunt caeli desuper,
eo quod locutus sum,
statui et non paenitet me
nec avertar ab eo ”.
28 Piagnerà la terra, e dorrannosi li cieli di sopra, però che io ho parlato; ho pensato, e non mi sono pentuto, nè rivolto da quello proposito.
29 A voce equitis et mittentis sagittam
fugit omnis civitas;
ingressi sunt silvas condensas
et ascenderunt rupes;
universae urbes derelictae sunt,
et non habitat in eis homo.
29 Dalla voce del cavaliere e del mandante la saetta fuggio tutta la cittade; ed entrati sono nelli luoghi stretti, e salirono le rupi; tutte le cittadi sono abbandonate, e niuno uomo abita in quelle.
30 Tu autem, vastata, quid facies?
Cum vestieris te coccino,
cum ornata fueris monili aureo,
et pinxeris stibio oculos tuos,
frustra componeris;
contempserunt te amatores tui,
animam tuam quaerent.
30 E tu, guastata, che farai? Conciosia cosa che tu sia vestita di coccino (cioè d' uno colore rosso), e sia adornata d'ornamento d' oro, e abbi dipinti li tuoi occhi con (ungento chiamato) stibio, invano componendo, li tuoi amadori ? hanno disprezzata; richiederanno la tua anima.
31 Vocem enim quasi parturientis audivi,
angustias ut puerperae;
vox filiae Sion
intermorientis expandentisque manus suas:
“ Vae mihi, quia defecit anima mea
propter interfectores! ”.
31 La voce udii come di quella che parturisce, e le angustie come di quella ch' è nel parto; la voce della figliuola di Sion, come la voce delli angusti grandemente, espandente le sue mani; guai a me, però che l' anima mia sì è venuta in difetto. per li morti (di mala morte).