Scrutatio

Lunedi, 13 maggio 2024 - Beata Vergine Maria di Fatima ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 17


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DIODATIBIBBIA MARTINI
1 ED essendo passati per Anfipoli, e per Apollonia, vennero in Tessalonica, dove era la sinagoga de’ Giudei;1 Passando per Amfipoli, e per Apollonia, arrivarono a Tessalonica, dove era la Sinagoga de' Giudei.
2 e Paolo, secondo la sua usanza, entrò da loro; e per tre sabati tenne loro ragionamenti tratti dalle scritture,2 E Paolo secondo il suo solito andò da loro, e per tre sabati disputò con essi sopra le scritture,
3 dichiarando, e proponendo loro, ch’era convenuto che il Cristo sofferisse, e risuscitasse da’ morti; e ch’esso il quale, disse egli, io vi annunzio era Gesù il Cristo.3 Facendo aperto, e dimostrando, come il Cristo dovea patire, e risuscitare da morte: e come questo è Gesù Cristo, cui (diceva) io annunzio a voi.
4 Ed alcuni di loro credettero, e si aggiunsero con Paolo e Sila; come anche gran numero di Greci religiosi, e delle donne principali non poche.4 E alcuni di essi credettero, e si unirono con Paolo, e Sila, come pure una gran moltitudine di proseliti, e di Gentili, e non poche matrone primarie.
5 Ma i Giudei, ch’erano increduli, mossi d’invidia, preser con loro certi uomini malvagi della gente di piazza; e, raccolta una turba, commossero a tumulto la città; ed avendo assalita la casa di Giasone, cercavano di trarli fuori al popolo.5 Ma i Giudei, mossi da zelo, prendendo seco alcuni cattivi uomini del volgo, e fatta gente, misero la città in tumulto: e attorniata la casa di Giasone cercavano di tirarli davanti al popolo.
6 Ma, non avendoli trovati, trassero Giasone, ed alcuni de’ fratelli, a’ rettori della città, gridando: Costoro che hanno messo sottosopra il mondo sono eziandio venuti qua.6 E non avendoli trovali, strascinaron Giasone, e alcuni fratelli ai capi della città, gridando: Que' che mettono sottosopra la terra, sono venuti anche qua,
7 E Giasone li ha raccolti; ed essi tutti fanno contro agli statuti di Cesare, dicendo esservi un altro re, cioè Gesù.7 A' quali ha dato, ricetto Giasone. E tutti costoro fanno contro gli editti di Cesare, dicendo esservi un altro Re, Gesù.
8 E commossero il popolo, e i rettori della città, che udivano queste cose.8 E commosser la moltitudine, e i magistrati, che udivano tali cose.
9 Ma pure essi, ricevuta cauzione da Giasone e dagli altri, li lasciarono andare9 Ma fatto dare mallevadore a Giasone, e agli altri gli rimandarono.
10 E i fratelli subito di notte mandarono via Paolo e Sila, in Berrea; ed essi, essendovi giunti, andarono nella sinagoga de’ Giudei.10 I fratelli però immediatamente la notte avviarono Paolo, e Sila a Berea. I quali subito arrivati andarono alla sinagoga de' Giudei.
11 Or costoro furon più generosi che gli altri ch’erano in Tessalonica; e con ogni prontezza ricevettero la parola, esaminando tuttodì le scritture, per vedere se queste cose stavano così.11 Questi erano più generosi di quelli, che erano in Tessalonica, e ricevettero la parola con tutta avidità, esaminando ogni dì nelle scritture, se le cose stesser cosi.
12 Molti adunque di loro credettero, e non piccol numero di donne Greche onorate, e d’uomini.12 E molti di loro credettero, e delle nobili donne Gentili, e degli uomini non pochi.
13 Ma, quando i Giudei di Tessalonica ebbero inteso che la parola di Dio era da Paolo stata annunziata eziandio in Berrea, vennero anche là, commovendo le turbe.13 Ma come ebber inteso i Giudei in Tessalonica, che anche in Berea era stata predicata da Paolo la parola di Dio, vi si portarono a incitare, e muovere a tumulto la moltitudine.
14 Ma allora i fratelli mandarono prontamente fuori Paolo, acciocchè se ne andasse, facendo vista di andare al mare; e Sila, e Timoteo rimasero quivi.14 E subito allora i fratelli mandaron via Paolo, perché andasse fino al mare: e si restaron ivi Sila, e Timoteo.
15 E COLORO che aveano la cura di por Paolo in salvo, lo condussero sino in Atene; e, ricevuta da lui commission di dire a Sila, ed a Timoteo, che quanto prima venissero a lui, si partirono15 Quelli poi, che accompagnavano Paolo, lo condusser fino ad Atene, e avuto ordine da lui per Sila, e Timoteo che speditamente andasser a lui, si partirono.
16 Ora, mentre Paolo li aspettava in Atene, lo spirito suo s’inacerbiva in lui, veggendo la città piena d’idoli.16 E mentre Paolo gli attendeva in Atene, si affliggeva in lui il suo spirito, veggendo quella città abbandonata all'idolatria.
17 Egli adunque ragionava nella sinagoga coi Giudei, e con le persone religiose, ed ogni dì in su la piazza con coloro che si scontravano.17 Disputava egli pertanto nella Sinagoga con i Giudei, e co' proseliti, e nel foro ogni giorno con chi vi si incontrava.
18 Ed alcuni de’ filosofi Epicurei, e Stoici, conferivan con lui. Ed alcuni dicevano: Che vuol dire questo cianciatore? E gli altri: Egli pare essere annunziatore di dii stranieri; perciocchè egli evangelizzava loro Gesù, e la risurrezione.18 E alcuni filosofi Epicurei, e Stoici lo attaccavano, e alcuni dicevano: Che vuoi egli dire questo chiacchierone? Altri poi: E' pare, che sia annunziatore di nuovi dei: perché annunziava loro Gesù, e la risurrezione.
19 E lo presero, e lo menarono nell’Areopago, dicendo: Potrem noi sapere qual sia questa nuova dottrina, la qual tu proponi?19 E presolo lo condussero all'Areopago dicendo: Possiam noi sapere quel, che siasi questa nuova dottrina, di cui tu parli?
20 Perciocchè tu ci rechi agli orecchi cose strane; noi vogliamo dunque sapere che cosa si vogliano coteste cose.20 Imperocché tu ci suoni alle orecchi; certe nuove cose: vorremmo adunque sapere quel, che ciò abbia da essere.
21 Or tutti gli Ateniesi, e i forestieri che dimoravano in quella città, non passavano il tempo ad altro, che a dire, o ad udire alcuna cosa di nuovo21 (Or gli Ateniesi tutti, e i forestieri ospiti a niun altra cosa badavano, che a dire, o ascoltare qualche cosa di nuovo.)
22 E Paolo, stando in piè in mezzo dell’Areopago, disse: Uomini Ateniesi, io vi veggo quasi troppo religiosi in ogni cosa.22 E Paolo stando in piedi in mezza dell'Areopago, disse: Uomini Ateniesi, io vi veggo in tutte le cose quasi più che religiosi,
23 Perciocchè, passando, e considerando le vostre deità, ho trovato eziandio un altare, sopra il quale era scritto: ALL’IDDIO SCONOSCIUTO. Quello adunque il qual voi servite, senza conoscerlo, io ve l’annunzio.23 Imperocché passando io, e considerando i vostri simulacri, ho trovato anche un'ara, sopra la quale era scritto: Al Dio ignoto. Quello adunque, cui voi adorate senza conoscerlo, io annunzio a voi.
24 L’Iddio che ha fatto il mondo, e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in tempii fatti d’opera di mani.24 Dio, il quale fece il mondo, e le cose tutte, che in esso sono, essendo egli il Signore del cielo, e della terra, non abita in templi manofatti,
25 E non è servito per mani d’uomini, come avendo bisogno d’alcuna cosa; egli che dà a tutti e la vita, e il fiato, ed ogni cosa.25 Né è servito per le mani degli uomini, quasi di alcuna cosa abbisogni egli, che da a tutti la vita, il respiro, e tutte le cose.
26 Ed ha fatto d’un medesimo sangue tutta la generazion degli uomini, per abitar sopra tutta la faccia della terra, avendo determinati i tempi prefissi, ed i confini della loro abitazione;26 E fece da un solo la progenie tutta degli uomini, che abitasse tutta quanta, la estensione della terra, fissati avendone i determinati tempi, e i confini della loro abitazione,
27 acciocchè cerchino il Signore, se pur talora potessero, come a tastone, trovarlo: benchè egli non sia lungi da ciascun di noi.27 Perché cercassero Dio, se a sorte tasteggiando lo rinvenissero, quantunque ei non sia lungi da ciascheduno di noi.
28 Poichè in lui viviamo, e ci moviamo, e siamo; siccome ancora alcuni de’ vostri poeti hanno detto: Perciocchè noi siamo eziandio sua progenie.28 Imperocché in lui viviamo, e ci muoviamo, e siamo: come anche taluni, de' vostri poeti han detto: imperocché di lui eziandio siamo progenie.
29 Essendo noi adunque progenie di Dio, non dobbiamo stimar che la Deità sia simigliante ad oro, o ad argento, od a pietra; a scoltura d’arte, e d’invenzione umana.29 Essendo adunque noi progenie di Dio, non dobbiamo stimare, che l'esser divino sia simile all'oro, o all'argento, o alla pietra scolpita dall'arte, e dall'invenzione dell'uomo.
30 Avendo Iddio adunque dissimulati i tempi dell’ignoranza, al presente dinunzia per tutto a tutti gli uomini che si ravveggano.30 Ma sopra i tempi di una tal ignoranza avendo Dio chiusi gli occhi, intima adesso agli uomini, che tutti in ogni luogo facciano penitenza.
31 Perciocchè egli ha ordinato un giorno, nel quale egli giudicherà il mondo in giustizia, per quell’uomo, il quale egli ha stabilito; di che ha fatta fede a tutti, avendolo suscitato da’ morti31 Conciossiachè ha fissato un giorno, in cui giudicherà con giustizia il mondo per mezzo di un uomo stabilito da lui, come ne ha fatto fede a tutti con risuscitarlo da morte.
32 Quando udirono mentovar la risurrezion de’ morti, altri se ne facevano beffe, altri dicevano: Noi ti udiremo un’altra volta intorno a ciò.32 Sentita nominare la resurrezione de' morti, alcuni ne fecer beffe, altri poi dissero: Ti ascolteremo sopra di ciò un'altra volta.
33 E così Paolo uscì del mezzo di loro.33 Così Paolo si parti da loro.
34 Ed alcuni si aggiunsero con lui, e credettero; fra i quali fu anche Dionigio l’Areopagita, ed una donna chiamata per nome Damaris, ed altri con loro34 Alcuni però insinuatisi con lui credettero: tra' quali e Dionigi Areopagita, e una donna per nome Damaride, e altri con questi.