Scrutatio

Martedi, 20 maggio 2025 - San Bernardino da Siena ( Letture di oggi)

Epistola di Santo Paulo alli Romani 1


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1 Paulo, servo di Cristo, chiamato apostolo, segregato per (predicare) l' evangelio di Dio,1 - Paolo, servo di Cristo Gesù, chiamato apostolo, e messo a parte per [annunziare] il Vangelo di Dio,
2 il quale egli inanzi aveva promesso per li suoi profeti nelle sante scritture,2 ch'egli aveva innanzi promesso a mezzo dei suoi profeti nelle sante Scritture,
3 (che parlano) del suo figliuolo, il qual è fatto a lui del seme di David secondo la carne;3 relativamente a suo Figlio, - nato dal seme di David secondo la carne,
4 egli fu predestinato Figliuolo di Dio nella virtù secondo il spirito di santificazione, della risurrezione de' morti, di Iesù Cristo nostro Signore;4 ma dichiarato in modo potente Figlio di Dio, secondo lo spirito di santità, mediante la risurrezione dei morti, - Gesù Cristo il nostro Signore,
5 per il qual noi ricevemmo grazia e apostolato, a obbedire alla fede in tutte le genti per il suo nome;5 per opera del quale noi abbiamo ricevuto la grazia e la missione di indurre, nel nome di Lui, all'obbedienza della fede tutti i Gentili,
6 tra i quali voi siete chiamati di Iesù Cristo (nostro Signore);6 fra i quali ci siete anche voi, chiamati ad essere di Gesù Cristo,
7 (e questo dico) a tutti voi, che siete a Roma, amici di Dio, e chiamati santi; a voi sia grazia e pace da Dio padre, e dal Signor nostro Iesù Cristo.7 a tutti quanti siete in Roma, amati da Dio, chiamati santi, grazia a voi e pace, da Dio nostro padre e dal Signore Gesù Cristo.
8 Ma certo in prima referisco grazie a Dio per tutti voi, imperò che la vostra fede sia annunciata per tutto il mondo.8 Prima di tutto ringrazio il mio Dio a mezzo di Gesù Cristo a motivo di voi tutti, poichè la vostra fede si annunzia in tutto il mondo.
9 E Dio ne sia mio testimonio, al qual io servo nel mio spirito nell' evangelio del suo Figliuolo, che io sempre faccio memoria di voi9 Mi è testimone Iddio, a cui io rendo culto nel mio spirito propagando la buona novella relativa al Figlio di Lui, che non tralascio mai di far memoria di voi,
10 nelle mie orazioni, pregando che se per niuna guisa io alla fine potessi avere dritto viaggio, a venire a voi nella volontà di Dio.10 chiedendo nelle mie preghiere se mai una buona volta, io possa, nella volontà di Dio, trovare l'occasione di venir da voi.
11 Certo desidero di vedervi, per partecipare a voi alcuna cosa della grazia spirituale per confermarvi;11 Giacchè vivamente bramo di vedervi, per comunicarvi un po' di grazia spirituale, sì da esserne fortificati,
12 cioè ch' io con voi insieme mi possa consolare per quella fede, ch' è tra voi, insieme mia. e vostra.12 o meglio, per essere, in mezzo a voi, insieme confortati per la reciproca fede vostra e mia.
13 E voglio che voi sappiate, fratelli, che spesse volte mi ho proposto di venire a voi; e fummi vietato insino a qui; per avere alcuno frutto in voi secondo che nelle altre genti.13 E non voglio ignoriate, o fratelli, che molte volte mi ero proposto di venir da voi, (e ne sono stato finora impedito), per raccogliere qualche frutto anche tra voi, come ho fatto tra gli altri Gentili.
14 Imperò che alli greci e barbari, ai savii e alli insipienti, son (fatto) debitore.14 A Greci come a Barbari, a sapienti come ad ignoranti, io sono debitore;
15 E così [a] voi, che sete a Roma, prontamente desidero annunziarvi la parola di Dio.15 tanto è vivo il desiderio, (quanto a me) di annunziare il Vangelo anche a voi in Roma.
16 Chè io non ho vergogna di predicare l' evangelio, per la virtù di Dio, e con salute, a ognuno che crede, al iudeo in prima e al greco.16 Giacchè io non mi vergogno del Vangelo; chè esso è il potere di Dio per dar la salute a chi crede, al Giudeo prima poi al Greco;
17 E per quello certamente è manifesta la giustizia di Dio di fede in fede, secondo ch' è scritto; ma il giusto vive per la fede.17 giacchè vi si rivela la giustizia di Dio proveniente dalla fede e che conduce alla fede, conforme sta scritto: «Il giusto vive di fede».
18 Certo l' ira di Dio manifestasi dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia delli uomini di coloro che tengono la verità di Dio nella ingiustizia.18 Poichè l'ira di Dio si manifesta dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini, che soffocano la verità nell'ingiustizia;
19 Imperò che quel ch' è cognoscibile di Dio, è manifesto in loro. Perchè Dio a quelli ha manifestato.19 infatti quel che si può conoscere di Dio è in essi manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato;
20 Perchè le cose invisibili di Dio si cognoscono esser intese per quelle che son fatte nella creatura del mondo; etiam la virtù e la divinità sempiterna di Dio è sì manifesta, che non si possono escusare.20 poichè le perfezioni invisibili di Lui fin dalla creazione del mondo, comprendendosi dalle cose fatte, si rendono visibili, quali la sua eterna potenza e la sua divinità; laonde essi sono inescusabili,
21 Chè (gli antichi vostri pagani) conciosia che eglino (non) cognoscero Dio, nollo glorificarono secondo che Dio, e non gli rendetteno grazie; anzi andarono vanamente secondo li loro pensieri, e il lor cuore diventò matto e oscuro.21 perchè avendo conosciuto Iddio non l'hanno glorificato come Dio, nè l'hanno ringraziato; ma s'invanirono nei loro ragionamenti, e fu avvolto di tenebre il loro stolto cuore.
22 E dicendo d'essere savii, sì diventarono pazzi.22 Dicendo di esser sapienti divennero stolti,
23 E mutarono la gloria dell' incorruttibile Dio nella similitudine e imagine dell' uomo corruttibile, e (simiglianza) d' uccelli e di bestie e di serpenti.23 e scambiarono la gloria dell'incorruttibile Iddio nella riproduzione di un'immagine di corruttibile uomo, e di volatili e di quadrupedi e di rettili.
24 Per la qual cosa dètteli Dio ne' desiderii de' lor cuori e nella sozzura, acciò che con vituperii in sè stessi sì tormentino li lor corpi.24 Perciò li abbandonò Dio, nelle concupiscenze dei loro cuori, alla sconcezza del disonorare tra loro i loro corpi,
25 Li quali mutarono la verità di Dio in bugia; e maggiormente venerarono e servettero alla creatura, che non fecero al creatore, il quale è (Dio) benedetto IN SECULA, AMEN.25 essi che scambiarono la verità di Dio con la menzogna, e venerarono e resero culto alla creatura invece che al Creatore, il quale è benedetto ne' secoli, così sia!
26 Per la qual cosa Dio li lasciò cadere ne' desiderii della vergogna; onde le loro femine mutarono i naturale uso in quello uso ch' è contra natura.26 Per questo li abbandonò Iddio a passioni d'infamia, poichè le loro femmine scambiarono l'uso naturale in quello contro natura:
27 Simigliantemente e li loro maschi, abbandonato il naturale uso della femina, andarono nei loro desiderii, maschi con maschi insieme, operando la sozzura; e ricevettero in sè medesimi la mercede del suo errore.27 e similmente i maschi, lasciato l'uso naturale della donna, si accesero nel desiderio gli uni degli altri, atti turpi operando maschi con maschi, e ricevendo in se stessi la mercede che si conveniva della loro aberrazione.
28 E secondo ch' egli non provarono d' avere Dio in conoscimento, Dio li lasciò cadere in senso malvagio, acciò facciano quelle cose che non si convengono.28 E poichè non si diedero cura di conoscere Dio, li abbandonò Iddio ai reprobi sentimenti: far ciò che non si deve,
29 I quali son pieni d'ogni iniquità, di malizia e di fornicazione, d'avarizia e di iniquità; sono pieni d' invidia e di omicidio, di contenzione e d'inganno e di malizia; sono ancora mormoratori,29 ripieni d'ogni ingiustizia, malvagità, fornicazione, avidità, malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di contesa, d'inganno, di malignità; sussurroni,
30 (portatori di parole) detrattori; sono da Dio odiati, invidiosi, pieni d'altezza; son trovatori di mali, e non sono obbedienti al padre e alla madre.30 maldicenti, in odio a Dio, violenti, superbi, millantatori, inventori di male azioni, disobbedienti ai genitori,
31 Son senza senno, uomini sconci, senza amore, senza patto, senza misericordia.31 insensati, disamorati, sleali, incapaci di sentir compassione;
32 I quali, conciosia che conoscessero la giustizia [di Dio], non intesero che quelli che fanno queste cotali cose, son degni di morte; e non solamente coloro che le fanno, ma etiam coloro che vi consentono.32 i quali, pur avendo conosciuto la giusta sentenza di Dio, che chi fa tali cose è degno di morte, non solo le fanno, ma approvano chi le fa.