Scrutatio

Venerdi, 17 maggio 2024 - San Pasquale Baylon ( Letture di oggi)

Qoelet 10


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BIBBIA RICCIOTTIVULGATA
1 - Le mosche morte corrompono l'aroma dell'unguento:[così] più che la sapienza e la gloria ha peso un po' di follia.1 Muscæ morientes perdunt suavitatem unguenti.
Pretiosior est sapientia et gloria,
parva et ad tempus stultitia.
2 Il cuor del savio è alla sua destrae il cuor dello stolto alla sua sinistra.2 Cor sapientis in dextera ejus,
et cor stulti in sinistra illius.
3 E quando lo stolto cammina per via, essendo egli uno sciocco, tutti reputa stolti.3 Sed et in via stultus ambulans,
cum ipse insipiens sit,
omnes stultos æstimat.
4 Se l'animo del potente si leva contro di te, non abbandonare il tuo posto; giacchè il rimedio [della calma] fa cessare le più grandi colpe.4 Si spiritus potestatem habentis ascenderit super te,
locum tuum ne demiseris,
quia curatio faciet cessare peccata maxima.
5 C'è un male, ch'io vidi sotto il sole, derivante, qual errore, da chi governa:5 Est malum quod vidi sub sole,
quasi per errorem egrediens a facie principis :
6 lo stolto [cioè] posto nella dignità più altae i nobili confinati in basso.6 positum stultum in dignitate sublimi,
et divites sedere deorsum.
7 Vidi schiavi a cavallo, e principi andare a piedi come schiavi.7 Vidi servos in equis,
et principes ambulantes super terram quasi servos.
8 Chi scava una fossa, ci cadrà dentro, e chi abbatte una siepe, lo morderà una serpe.8 Qui fodit foveam incidet in eam,
et qui dissipat sepem mordebit eum coluber.
9 Chi smuove sassi ne sarà colpito, e chi spacca le legna, corre rischio d'esserne ferito.9 Qui transfert lapides affligetur in eis,
et qui scindit ligna vulnerabitur ab eis.
10 Se spuntato è il ferro, e non è più come prima, ma ha perduto il taglio, molta fatica ci vuole ad affilarlo;[così] frutto d'industre lavoro è la sapienza.10 Si retusum fuerit ferrum,
et hoc non ut prius, sed hebetatum fuerit,
multo labore exacuetur,
et post industriam sequetur sapientia.
11 Se il serpe morde in silenzio, non è da meno di esso chi sparla in segreto.11 Si mordeat serpens in silentio,
nihil eo minus habet qui occulte detrahit.
12 Le parole della bocca del savio son [piene di] grazia; le labbra dello stolto lo mandano in rovina:12 Verba oris sapientis gratia,
et labia insipientis præcipitabunt eum ;
13 il principio delle sue parole è stoltezza, e la fine del suo parlare, perniciosa follia.13 initium verborum ejus stultitia,
et novissimum oris illius error pessimus.
14 Lo stolto moltiplica le parole, mentre l'uomo ignora quel che fu prima di lui, e chi mai potrebbe indicargli ciò che avverrà dopo?14 Stultus verba multiplicat.
Ignorat homo quid ante se fuerit ;
et quid post se futurum sit, quis ei poterit indicare ?
15 Il travagliarsi degli stolti gli stanca [vanamente], giacchè non sanno [neppure] andare in città!15 Labor stultorum affliget eos,
qui nesciunt in urbem pergere.
16 Guai a te, o paese, che hai per re un fanciullo, e i cui principi si rimpinzano [sin] dal mattino.16 Væ tibi, terra, cujus rex puer est,
et cujus principes mane comedunt.
17 Beato il paese, il cui re è nobile, e i cui principi mangiano a tempo debito, per ristorar le forze e non per gozzoviglia.17 Beata terra cujus rex nobilis est,
et cujus principes vescuntur in tempore suo,
ad reficiendum, et non ad luxuriam.
18 Per via della pigrizia precipiterà il soffitto, e per l'inerzia delle mani farà acqua la casa.18 In pigritiis humiliabitur contignatio,
et in infirmitate manuum perstillabit domus.
19 A sollazzo banchettan [gli stolti], e del vino [abusano] per crapulare in vita: tutto obbedisce al danaro.19 In risum faciunt panem et vinum
ut epulentur viventes ;
et pecuniæ obediunt omnia.
20 [Neppur] col pensiero non sparlare del re, e [neppur] nel segreto di tua stanza non dir male del ricco: perchè gli ucccelli del cielo trasporteran la tua voce, e i volatili riferiran le tue parole.20 In cogitatione tua regi ne detrahas,
et in secreto cubiculi tui ne maledixeris diviti :
quia et aves cæli portabunt vocem tuam,
et qui habet pennas annuntiabit sententiam.