Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Proverbi 17


font
NOVA VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Melior est buccella sicca cum pace
quam domus plena victimis cum iurgio.
1 (E perciò dice Salomone, che) meglio vale poco di pane con gioia (e pace di cuore), che non fa grande vivanda tra male genti e malvagia compagnia.
2 Servus sapiens dominabitur filiis inhonestis
et inter fratres hereditatem dividet.
2 Il savio sergente sarà signore intra li folli eredi; e tra' fratelli terrà l'ereditaggio.
3 Sicut igne probatur argentum et aurum camino,
ita corda probat Dominus.
3 Tutto simigliantemente come il savio aurifice prova l'oro e l'argento nella fornace, così nostro Signore prova il cuore delle genti.
4 Malus oboedit labio iniquo,
et fallax obtemperat linguae mendaci.
4 Il malvagio uomo fa volentieri ciò che il malvagio signore gli comanda; il falso uomo confessa ciò che il malvagio e disleale uomo vole dire.
5 Qui despicit pauperem, exprobrat Factori eius;
et, qui in ruina laetatur alterius, non erit impunitus.
5 Colui che dispregia il povero uomo, e' falli a suo potere onta a colui che il fece; e spesse volte vede uomo venire, che misavviene a colui ch' è lieto d'altrui disavventura (e che ne fa gioia).
6 Corona senum filii filiorum,
et gloria filiorum patres eorum.
6 Molto sono lieti i prodi uomini, quando hanno bella famiglia; i fanciulli sono in grande gioia quando il loro padre è di buona condizione (e sono stati della vita e buono affare).
7 Non decent stultum verba composita,
nec principem labium mentiens.
7 E' non è già bella cosa, quando il malvagio uomo dice bella parola; (chè uomo di malvagia vita non deve essere amato); e molto è grande villania, quando principe (o altro uomo) mente volentieri.
8 Gemma gratissima munus in oculis domini eius;
quocumque se verterit, prospere aget.
8 Colui che veramente attende (e si sente senza peccato) è altresì come la pietra preziosa ( ch' è in sua virtude); e che li advegna, non lascia già la buona vita, anzi si mantiene saviamente in buone avventure.
9 Qui celat delictum, quaerit amicitias;
qui sermone repetit, separat foederatos.
9 Quello che copre i segreti del savio uomo, gli mostra amore; ma quello che rapporta parola (altrimenti intra le genti che sono state dotte), e' mette genti in discordia. (Tali genti deve odiare Iddio e l' uomo).
10 Plus proficit correptio apud prudentem
quam centum plagae apud stultum.
10 Meglio si castiga uno savio uomo d'una semplice parola, che non fanno i folli di cento battiture.
11 Semper iurgia quaerit malus;
angelus autem crudelis mittetur contra eum.
11 Il disleale uomo va cercando tuttavia questioni e discordie; contra lui manda Dio tribulazioni e pene; (già se non s' ammenda, e' non gli fallirà disavventura infino alla morte).
12 Expedit magis ursae occurrere, raptis fetibus,
quam fatuo confidenti in stultitia sua.
12 (Meglio vale ad altrui di disputare con uno saracino, che con uno sodomito che ha fidanza in sua malizia; e) meglio vale avere compagnia con uno adiroso, che non fa con uno folle, che uomo non puote mettere in diritta via: (chè il folle uomo vuole che l'uomo gli creda ciò ch' ello gli dice; a niuno castigamento non s' accorda).
13 Qui reddit mala pro bonis,
non recedet malum de domo eius.
13 A colui che rende male per bene (che fa male a colui che bene gli ha fatto, renderà Iddio ciò che gli servirà, e suo merito secondo che sarà, nè) già di lui nè di sua famiglia non si partirae misavventura.
14 Aquarum proruptio initium est iurgiorum;
et, antequam exacerbetur contentio, desere.
14 Quello che favella a volontà, e non ha cura che si dica, si muove molte genti ad ira e a questione, (e quello che la sua lingua non attempera a bene dire, diparte spesso amore e concordia); e inanzi che venga a castigamento, lascia tutta sua dirittura.
15 Qui iustificat impium et qui condemnat iustum,
abominabilis est uterque apud Dominum.
15 Quello che difende uomo disleale (in piato e in giudicamento) e che grava il prode uomo, Iddio li porta odio, (e non può dirittamente mantenere le sue genti; chè giustizia deve essere tale, che il giudice non deve niuno conoscere, nè il povero gravare nè il ricco diportare, e chi altrimenti fa pecca gravemente nell' anima sua).
16 Ad quid pretium in manu stulti?
Ad emendam sapientiam, cum careat corde?
16 Che può valere (nè crucciare) al folle (acciò ch' egli ha) grande patrimonio e grande ricchezza, onde non puote comparare dottrina nè sapienza? Quelli che fa la sua casa più alta che diritto non è, spesso addiviene ch' ello ne manca; chè l'alta cade più tosto che la bassa; e quello che non vuole il senno intendere verrae a male. (Quello che si forza più che suo potere, nolli durerà; e' non è già savio, e spesso addiviene che ritorna a più basso stato, che non è stato dinanzi).
17 Omni tempore diligit, qui amicus est,
et frater ad angustiam natus est.
17 In tutto tempo ama il suo amico, quello che è verace amico; ma niuno non puote sì bene conoscere il suo amico, come è al bisogno.
18 Stultus homo iungit manus,
cum spoponderit pro amico suo.
18 Quello è folle, che sopra si piglia la cura altrui (e non la sa governare, e quando è mestiere non lo consiglia a suo potere; chè poi che l'uomo riceve altrui in sua guardia, gli deve portare sì grande fede come a sè medesimo).
19 Qui diligit delictum, diligit rixas;
et, qui exaltat ostium, quaerit effracturam.
19 Ispesse volte colui che tiene il suo cuore in fellonia (e in discordia) averà questione; e quello che più favella che non si conviene, non gli sta bene.
20 Qui perversi cordis est, non inveniet bonum;
et, qui vertit linguam, incidet in malum.
20 Colui che ha il suo cuore nutrito in malizia (e in dolore, e colui che ha sua intenzione drieto al male per bene) a grande male e tormento verrà; (colui che ha buono cuore e semplice coraggio sarà lungo tempo in buono stato, e colui che male pensa e procaccia di fare altrui a suo potere, e mena mala vita, il mostra alcuna volta di fuori; e più tosto viene a sua fine il folle che il buono); e chi troppo mena la lingua, male a suo uopo.
21 Qui generat stultum, maerorem generat sibi,
sed nec pater in fatuo laetabitur.
21 Il folle è in grande confusione in sè medesimo; (a suo potere non farà già gioia); e in figliuolo scipido non si rallegra il padre.
22 Animus gaudens aetatem floridam facit,
spiritus tristis exsiccat ossa.
22 Animo allegro fa stare altrui fresco e giovane; ma quando l'animo è tristo, doventa altri secco e magro.
23 Munera de sinu impius accipit,
ut pervertat semitas iudicii.
23 Il disleale giudice prende prezzo di coloro che averanno a fare con lui; per che gli adiviene che non può diritto giudicare; (ma colui che fa ciò giudicare crudelmente, Iddio il punirà sanza pietade).
24 In facie prudentis lucet sapientia,
oculi stultorum in finibus terrae.
24 La prudenza dell' uomo si vede nel volto suo; ma gli occhi degli stolti alloccano di qua e ?i là.
25 Ira patris filius stultus
et dolor matris, quae genuit eum.
25 (Molto si cruccia il nostro Signore del peccatore che sua vita non vuole emendare, e tutta Santa Chiesa deve fare duolo, tutto simigliantemente come) il mal figliuolo fa al suo padre confusione, e fa dolore alla sua madre. (Il savio uomo non desidera già cose terrene, donde onta nè danno gliene possa avvenire, nè donde debba perdere la gioia perdurabile; il folle non ha sua intenzione se non alle cose del mondo, e non ha cura donde ch' egli abbia; e più spesso ne viene al male che al bene).
26 Non est bonum multam inferre iusto
nec percutere principem contra rectitudinem.
26 Molto fa male chi a prode uomo fa danno; e gravemente pecca quello che fa male a giudice per diritto giudicamento.
27 Qui moderatur sermones suos, novit scientiam,
et lenis spiritu est vir prudens.
27 Quello che è misurevole in parole (e in ciò che fa) sarà tenuto savio; e mette buona misura e discrezione in sua vita, in che stato ello si sia.
28 Stultus quoque, si tacuerit, sapiens reputabitur
et, si compresserit labia sua, intellegens.
28 (E tutto così è; come l' uomo che troppo favella, alcuna volta è tenuto folle, tutto simigliantemente) il folle che favella poco e tacerae, sarà tenuto savio.