Scrutatio

Domenica, 2 giugno 2024 - Santi Marcellino e Pietro ( Letture di oggi)

Proverbi 26


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BIBBIA CEI 2008BIBBIA VOLGARE
1 Come neve d’estate e pioggia alla mietitura,
così l’onore non conviene allo stolto.
1 (Non è già conveniente cosa quando l' uomo folle è in dignitade e in signoria; chè molte volte addiviene male a coloro sopra i quali egli ha potere. E perciò dice la Scrittura :) tutto così come non è cosa convenevole, quando nevica d'estate e piove troppo d'inverno, tutto così è laida cosa e disordinata, quando il folle è in signoria.
2 Come passero che svolazza, come rondine che volteggia,
così una maledizione immotivata non ha effetto.
2 (Se ciascuno è tenuto rendere ragione al dì del giudicio delle parole oziose, che ragione potranno elli rendere chiunque non ebbe buona lingua, ma sempre temperata a maledire, e di dire ignoranti parole, dond' elli vorrebbono che altri andasse di male in peggio? ma bene siano loro securi, che lo maladetto e la mala ventura sarà tutta in loro). Così vanno le male parole dette contra altrui, come vanno le passere trasvolando di qua e di là, e ogni uccello che vola in alto.
3 La frusta per il cavallo, la cavezza per l’asino
e il bastone per la schiena degli stolti.
3 Tutto così come si conviene il flagello al cavallo (per far che tema) e il freno all' asinello (per governarlo), così bisogna la correzione a' folli uomini e imprudenti; (ed è molto grande noia ad avere il folle in sua compagnia).
4 Non rispondere allo stolto secondo la sua stoltezza,
per non divenire anche tu simile a lui.
4 Non rispondere tuttavia al folle secondo sua follia, chè tu ne averesti alcuna volta di peggio.
5 Rispondi allo stolto secondo la sua stoltezza,
perché egli non si creda saggio.
5 Ma non è sì folle, che non si convegna alcuna volta riprendere di sua follia; però che non s' amen-. derebbe di niente, e crederebbe che tutto ciò che facesse fosse ben fatto, (e che niuno avesse ardire di riprenderlo di sua follia).
6 Si taglia i piedi e beve amarezze
chi invia messaggi per mezzo di uno stolto.
6 (Il folle messaggio può bene gravare il suo signore; e s'è colui che insciente manda per lui il folle uomo a corte, non è già maraviglia se n'ha danno. Quando il folle uomo dice alcuna sapienza o alcuno bene, elli male viene, e non è già volentieri udito nè inteso). Quegli che manda a dire ambasciata per mal messo, è come lo sciancato de' piedi, e come chi bee la retade.
7 Come pendono le gambe da uno zoppo,
così una massima sulla bocca dello stolto.
7 Ed è così come lo sfiancato che hae belle gambe, il quale però non lascia l'andare isfiancato; così discorda la vita del folle al bene, s' egli il dice.
8 Come chi lega una pietra alla fionda,
così chi attribuisce onori a uno stolto.
8 Niuno non deve al malvagio uomo portare onore; e quello che il fa, non fa già bene niente.
9 Come ramo spinoso in mano a un ubriaco,
così una massima sulla bocca dello stolto.
9 (Più avvenente cosa è la sapienza nella bocca del folle, e maggiormente quand' elli non intende cosa che dica, che ciò che lo ebrio dice quando egli è in sua ebrietà; e non quanto quelli, che abbeverato del diletto del secolo, sente spesso retenzione in sua coscienza della malvagia vita ch' egli ha menata). Cotale il proverbio nella bocca dello stolto, come lo stecco pugnente nella mano dell' ebrio.
10 È come un arciere che colpisce a caso
chi paga lo stolto o stipendia il primo che passa.
10 Quello che dirittamente giudica ciò che l'uomo gli mostra, determina le cose dell' uno e dell' altro dirittamente, e tosto; quelli ch' è folle, fae tenere niente a pace tutti quelli che sono intorno di lui. (Quello che sua carne nutrisce in troppo grande diletto, ello abbatte spesso in peccato; chè non lo farebbe già, se si tenesse misurevolmente).
11 Come il cane torna al suo vomito,
così lo stolto ripete le sue stoltezze.
11 Quello che è stato lungo tempo in folle vita, e ha fatta penitenza del suo peccato, se poi vi ricade, somiglia al cane che ripiglia quello che rigetta.
12 Hai visto un uomo che è saggio ai suoi occhi?
C’è più da sperare da uno stolto che da lui.
12 E un' altra volta riprende l' uomo che crede essere più savio, che tutti coloro dintorno ove elli abita (per folle natura); e meglio vale di lui quello uomo che si tiene imprudente. (Quello che non ha cura di bene fare, trova tuttavia cagione; ma Iddio vede sanza copertura tuttavia la cagione di ciascuno dove sia. Quando alcuno vede il provvedimento e la dottrina del prode uomo, sì pensa ch' egli lascerà il suo peccato, e comincerà a fare bene e penitenza).
13 Il pigro dice: «C’è una belva per la strada,
un leone si aggira per le piazze».
13 (E appresso viene a tali che sì pensano, che non sanno cominciare a fare bene, però che non pare loro che il possano mantenere; e tale gente chiama la Scrittura pigri, che non sanno uscire della lordura del peccato per paura della penitenza). Dice il pigro: la leonessa è nella via, e lo leone nel cammino.
14 La porta gira sui cardini,
così il pigro sul suo letto.
14 E però non vuole uscire a ben fare fuori, anzi si rivolge per lo letto, come l'uscio nel limitare. (Ma chi è savio, perciò non lascerà; chè ciò che a loro dispiace al cominciamento, piacerebbe loro molto, se l'avessono bene impreso; il buono e sanza peccato piace a Dio e al mondo, e coloro che sono in peccato fanno allora male di non lodare coloro che veggono fare bene).
15 Il pigro immerge la mano nel piatto,
ma dura fatica a riportarla alla bocca.
15 (Quando la vita dell' uomo e la dottrina che egli insegna s' accordano, piace molto a Dio e al mondo, massimamente quando elli fa ciò ch' elli insegna altrui. Osserva a lui il folle medesimo, che sia più savio che tutti coloro ch' egli incontra; ma di dottrina sa niente il folle). Anche si mette la mano sotto 'l ditello, e pargli gran fatica di pòrrelasi a bocca.
16 Il pigro si crede più saggio
di sette persone che rispondono con senno.
16 E savio si reputa più che gli sette uomini, li quali fur posti per dare le sentenzie. (Quelli che biàsimano coloro che bene fanno, e che dicono che l'uomo non tiene già i comandamenti della legge, tali folli non sono già ascoltati, nè non sono da intendere, però che possono troppo gravare).
17 È simile a chi prende un cane per le orecchie
un passante che si intromette nella lite di un altro.
17 E molto è folle chi s' intramette de' fatti d'altrui (e che volentieri fa questione col suo vicino, chè alcuna volta vorrebbe volentieri non essere mai intramesso); così fa, s' egli è mal sofferente, come fa chi piglia il cane per le orecchie.
18 Come un pazzo che scaglia
tizzoni e frecce di morte,
18 Quello è disleale uomo, e malvagio traditore, che fae bello sembiante al suo prossimo, e nelli fatti lo percuote.
19 così è colui che inganna il suo prossimo
e poi dice: «Ma sì, è stato uno scherzo!».
19 E bene mostra ch' egli il tradisce, chè egli il graverebbe volentieri se potesse; e quando uomo s'avvede della tradigione e della malizia, dice, io mi faceva per beffe. (E perciò farai bene di schivare e di fuggire uomo di tali maniere; e quello che è savio se ne puote avvedere).
20 Per mancanza di legna il fuoco si spegne;
se non c’è il calunniatore, il litigio si calma.
20 Tutto così come il fuoco si spegne (e vae a niente) se l'uomo non vi mette delle legne (o altre cose che lo sostengano, che possa ardere; tutto così come anco rimangono i prodi uomini e savi sanza rimutarsi e sanza stropiccio, quando il malvagio uomo si parte dalla sua compagnia; molto è aperta cosa che uno folle dice volentieri male d'altrui, e chi porta malvagia lingua mette molto spesso assai genti in discordia e mala pace); così si spengono le zuffe e gli odii da che le male lingue non vi sono, che sèminano odio.
21 Mantice per il carbone e legna per il fuoco,
tale è l’attaccabrighe per attizzare le liti.
21 E anco come il carbone imbracia il fuoco, e le buone legne il fanno ardere, tutto così l'uomo che è troppo adiroso si muove molte genti, che starebbono in pace s'e' non vi fusse.
22 Le parole del calunniatore sono come ghiotti bocconi,
che scendono fin nell’intimo.
22 Quando l' uomo ode favellare dislealmente e per inganno, osserva che la parola sua dolce molto sia di buona aire; ma la sua malvagia parola grava molto assai genti infino al cuore (chi riporta parole alcune volte, donde coloro che sono stati in pace alcune volte e in amore, sono in discordia e in odio).
23 Come patina d’argento su un coccio di creta
sono le labbra lusinghiere con un cuore maligno.
23 (Quando lo uomo, arigoglioso di cuore, dice male con la lingua, molto ne vale di peggio; chè ciò sono due cose insieme, donde molte genti sono gravate; chè tale uomo non puote sofferire in pace veruno dintorno a lui). Chi vuole il reissimo cuore ricoprire per bocca enfiata di superbia, è come colui lo qual vuole rabbellire i vaselli della terra con esso l'ariento fangoso.
24 Chi odia si maschera con le labbra,
ma nel suo intimo cova inganni;
24 Il savio uomo e l'avveduto può bene conoscere al favellare il suo nimico; chè male puote l'uomo disleale celare il suo malvagio cuore, che non mostri alcuna cosa donde l' uomo possa intendere quasi la sua voluntade.
25 anche se usa espressioni melliflue, non credergli,
perché nel cuore egli ha sette obbrobri.
25 A tale uomo non credere cosa che ti dica, (ancora che ti mostri sembiante d'amore); chè egli ha pieno il cuore di tradigione.
26 Chi odia si nasconde con astuzia,
ma la sua malizia apparirà pubblicamente.
26 Quello che ricorda tra buone genti cosa, che odio trapassato sia rinnovellato (e che n' esca pace, e rimetta in guerra), sua malizia e' suoi peccati saranno discoperti al dì del giudicio (a Dio e al mondo).
27 Chi scava una fossa vi cadrà dentro
e chi rotola una pietra, gli ricadrà addosso.
27 Spesso avviene che colui che altrui danno. procaccia, e altrui malaventura, non li viene fatto; e tutto inanzi e peggio assai gli avviene, che non procaccia per lo suo prossimo; (e ciò molto bene è diritto, secondo la legge che niuno doverebbe fare quello altrui, il quale non volesse che fusse fatto a lui).
28 Una lingua bugiarda fa molti danni,
una bocca adulatrice produce rovina.
28 La lingua del disleale non avrà già bene nè verità; e la mala bocca mette il suo signore in odio e in confusione.