Scrutatio

Domenica, 26 maggio 2024 - San Filippo Neri ( Letture di oggi)

Prima lettera ai Corinzi 11


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BIBBIA MARTINIDIODATI
1 Siate miei imitatori, come io pur di Cristo.1 Siate miei imitatori, siccome io ancora lo son di Cristo.
2 Vi do lode però, o fratelli, perchè in ogni cosa vi ricordate di me: e quali ve gli ho dati, ritenete i miei documenti.2 OR io vi lodo, fratelli, di ciò che vi ricordate di me in ogni cosa; e che ritenete gli ordinamenti, secondo che io ve li ho dati.
3 Or voglio, che voi sappiate, come capo di ogni uomo è Cristo: capo poi della donna è l'uomo: e capo di Cristo è Dio.3 Ma io voglio che sappiate, che il capo d’ogni uomo è Cristo, e che il capo della donna è l’uomo, e che il capo di Cristo è Iddio.
4 Ogni uomo, che ora, o profeta col capo coperto, fa disonore al suo capo.4 Ogni uomo, orando, o profetizzando, col capo coperto, fa vergogna al suo capo.
5 E qualunque donna, che ori, o profetizzi a capo scoperto, fa disonore al suo capo: imperocché è lo stesso, che se fosse rasa.5 Ma ogni donna, orando, o profetizzando, col capo scoperto, fa vergogna al suo capo; perciocchè egli è una medesima cosa che se fosse rasa.
6 Conciossiachè se la donna non porta il velo, si tosi eziandio. Che se è indecente per la donna l'esser tosata, o rasa, veli la sua testa.6 Imperocchè, se la donna non si vela, si tagli anche i capelli! Ora se è cosa disonesta per la donna il tagliarsi i capelli, o il radersi il capo, si veli.
7 L'uomo poi non dee velar la sua testa: perché è immagine, e gloria di Dio, ma la donna è gloria dell'uomo.7 Poichè, quant’è all’uomo, egli non deve velarsi il capo, essendo l’immagine, e la gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell’uomo.
8 Imperocché non è dalla donna l'uomo, ma dall'uomo la donna.8 Perciocchè l’uomo non è dalla donna, ma la donna dall’uomo.
9 Conciossiachè non è stato creato l'uomo per la donna, ma la donna per l'uomo.9 Imperocchè ancora l’uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l’uomo.
10 Per questo dee la donna avere sopra il capo la potestà per riguardo degli Angeli.10 Perciò, la donna deve, per cagion degli angeli, aver sul capo un segno della podestà da cui dipende.
11 Per altro nè l'uomo senza la Donna, nè la donna senza l'uomo, secondo il Signore.11 Nondimeno, nè l’uomo è senza la donna, nè la donna senza l’uomo, nel Signore.
12 Imperocché siccome la donna dall'uomo, cosi l'uomo per mezzo della donna: tutto poi da Dio.12 Perciocchè, siccome la donna è dall’uomo, così ancora l’uomo è per la donna; ed ogni cosa è da Dio.
13 Siate giudici voi medesimi: è egli decente che la donna faccia orazione a Dio senza velo?13 Giudicate fra voi stessi: è egli convenevole che la donna faccia orazione a Dio, senza esser velata?
14 E non v' insegna la stessa natura, che è disonorevol per l'uomo il nudrire la chioma?14 La natura stessa non v’insegna ella ch’egli è disonore all’uomo se egli porta chioma?
15 Per la donna poi è onore il nudrire la chioma: imperocché i capelli le sono stati dati per velo?15 Ma, se la donna porta chioma, che ciò le è onore? poichè la chioma le è data per velo.
16 Che se taluno mostra di amar le contese: noi non abbiamo tale uso, né la Chiesa di Dio.16 Ora, se alcuno vuol parer contenzioso, noi, nè le chiese di Dio, non abbiamo una tale usanza
17 Di questo poi vi avverto: non per lodarvi, che vi radunate non con profitto, ma con iscapito.17 OR io non vi lodo in questo, ch’io vi dichiaro, cioè, che voi vi raunate non in meglio, ma in peggio.
18 Primamente adunque adunandovi voi nella Chiesa, sento esservi scissure tra di voi, e in parte lo credo.18 Perciocchè prima, intendo che quando vi raunate nella chiesa, vi son fra voi delle divisioni; e ne credo qualche parte.
19 Imperocché fa di mestieri, che sianvi anche delle eresie, affinchè si palesino que', che tra voi sono di buona lega.19 Poichè bisogna che vi sieno eziandio delle sette fra voi, acciocchè coloro che sono accettevoli, sien manifestati fra voi.
20 Quando adunque vi radunate insieme, non è già un mangiare la cena del Signore.20 Quando adunque voi vi raunate insieme, ciò che fate non è mangiar la Cena del Signore.
21 Imperocché ciascheduno anticipamente prende a mangiar la sua cena. E uno patisce la fame, un altro poi è ubbriaco.21 Perciocchè, nel mangiare, ciascuno prende innanzi la sua propria cena; e l’uno ha fame, e l’altro è ebbro.
22 Ma e non avete voi case per mangiare, e bere? Ovvero dispregiate la Chiesa di Dio, e fate arrossire quegli, che non han nulla? Che dirovvi? Vi loderò? In questo io non vi lodo.22 Perciocchè, non avete voi delle case per mangiare, e per bere? ovvero, sprezzate voi la chiesa di Dio, e fate vergogna a quelli che non hanno? che dirovvi? loderovvi in ciò? io non vi lodo
23 Imperocché io ho appreso dal Signore quello, che ho anche insegnato a voi, che il Signore Gesù in quella notte, in cui era tradito, prese il pane,23 Poichè io ho dal Signore ricevuto ciò che ancora ho dato a voi, cioè: che il Signore Gesù, nella notte ch’egli fu tradito, prese del pane;
24 E rendute le grazie, lo spezzò, e disse: prendete, e mangiate: questo è il corpo mio, il quale sarà dato (a morte) per voi: fate questo in memoria di me.24 e dopo aver rese grazie, lo ruppe, e disse: Pigliate, mangiate; quest’è il mio corpo, il qual per voi è rotto; fate questo in rammemorazione di me.
25 Similmente anche il calice, dopo di aver cenato, dicendo: questo calice è il nuovo testamento nel sangue mio: fate questo tutte le volte, che lo berete, in memoria di me.25 Parimente ancora prese il calice, dopo aver cenato, dicendo: Questo calice è il nuovo patto nel sangue mio; fate questo, ogni volta che voi ne berrete, in rammemorazione di me.
26 Imperocché ogni volta, che mangerete questo pane, e berete questo calice: annuncerete la morte del Signore per fino a tanto che egli venga.26 Perciocchè, ogni volta che voi avrete mangiato di questo pane, o bevuto di questo calice, voi annunzierete la morte del Signore, finchè egli venga.
27 Per la qual cosa chiunque mangerà questo pane, o berà il calice del Signore indegnamente: sarà reo del corpo, e del sangue del Signore.27 Perciò, chiunque avrà mangiato questo pane, o bevuto il calice del Signore, indegnamente, sarà colpevole del corpo, e del sangue del Signore.
28 Provi perciò l'uomo se stesso: e cosi mangi di quel pane, e beva di quel calice.28 Or provi l’uomo sè stesso, e così mangi di questo pane, e beva di questo calice.
29 Imperocché chi mangia, e beve indegnamente, si mangia, e beve la condannazione: non distinguendo il corpo del Signore.29 Poichè chi ne mangia, e beve indegnamente, mangia e beve giudicio a sè stesso, non discernendo il corpo del Signore.
30 Per questo molti tra voi sono infermi, e senza forze, e molti dormono.30 Perciò fra voi vi son molti infermi, e malati; e molti dormono.
31 Imperocché se ci giudicassimo da noi stessi, non saremmo certamente giudicati.31 Perciocchè, se esaminassimo noi stessi, non saremmo giudicati.
32 Ma quando siam giudicati, siamo gastigati dal Signore, affinché non siamo condannati con questo mondo.32 Ora, essendo giudicati, siamo dal Signore corretti, acciocchè non siamo condannati col mondo.
33 Per la qual cosa, fratelli miei, allorché vi radunate per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri.33 Per tanto, fratelli miei, raunandovi per mangiare, aspettatevi gli uni gli altri.
34 Se uno ha fame, mangi a casa: onde non vi raduniate per essere condannati. Alle altre cose poi, tenuto che io sia, darò ordine.34 E se alcuno ha fame, mangi in casa; acciocchè non vi rauniate in giudicio. Or quant’è alle altre cose, io ne disporrò, quando sarà venuto