Scrutatio

Domenica, 2 giugno 2024 - Santi Marcellino e Pietro ( Letture di oggi)

Siracide 38


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BIBBIA MARTINIBIBBIA VOLGARE
1 Rendi onore al medico per ragione della necessità, perché egli è stato fatto dall'Altissimo;1 Onora il medico per la necessitade; certo Iddio il creoe.
2 Perocché tutta la medicina viene da Dio, e sarà rimunerata dal re.2 Ogni medicina è da Dio, e dal re riceverà dono.
3 La scienza del medico lo innarzerà agli onori, ed ei sarà celebrato dinanzi ai grandi.3 La disciplina del medico, esaltoe il capo del medico, e nel cospetto de' grandi uomini fia laudato.
4 Egli è l'Altissimo, che creò dalla terra i medicamenti, e l'uomo prudente non gli avrà a schifo.4 L' Altissimo creoe le medicine di terra, e il savio uomo non averà quelle medicine in orrore.
5 Un legno non raddolcì egli le acque amare?5 Or non è l'acqua amara fatta dolce dal legno?
6 La virtù di questi appartiene alla cognizione degli uomini, e il Signore ne ha data ad essi la scienza, affin di essere onorato per le sue meraviglie.6 E fu data al conoscimento delli uomini la virtude delle medicine (di quelle cose s' appartiene); e l' Altissimo diede la scienza alli uomini, per essere onorato nelle sue maraviglie.
7 Con questi egli cura, e mitiga i dolori, e lo speziale ne fa composizioni grate, e manipola unguenti salutari, e i suoi lavori non avran fine;7 Con queste cose il medico mitiga la doglia, e l' unguentario farà (d' esse) unguenti di soavitade, e comporranne unzioni di sanitade; e non si finiranno l' opere sue.
8 Perocché la benedizione di Dio tutta empie la terra.8 La pace di Dio sopra la faccia della terra.
9 Figliuolo, quando se' malato, non disprezzare te stesso, ma prega, il Signore, ed egli ti guarirà.9 Figliuolo, nella tua infermitade non dispregiare te medesimo; ma adora Iddio, acciò ch' egli ti guarisca.
10 Allontanati dal peccato, e raddirizza le tue azioni, e monda il cuor tuo da ogni colpa.10 Partiti dal peccato, e dirizza le tue mani, e monda il cuore tuo da ogni peccato.
11 Offerisci odor soave, e il fior di farina per memoria, e sia perfetta la tua obblazione; e poi da luogo al me dico;11 Dà soavitade e memoria di oblazione, e ingrassa l'offerta, e dà luogo al medico;
12 Perché Dio lo ha istituito; ed egli non si parta da te, perché l'assistenza di lui è necessaria.12 però che Iddio il creoe; e non si parta da te, però che le opere sue sono necessarie.
13 Conciossiachè havvi un tempo, in cui dei cadere nelle mani d'alcuni di essi:13 Egli è tempo, che tu corri nelle mani loro.
14 Ed eglino pregheranno il Signore, che secondi i loro lenitivi, e dia la sanità, alla quale è diretta la lor professione.14 E loro pregheranno Iddio, che ti dirizzi il riposo loro, e la sanitade (tua) per la loro conversazione (teco).
15 Colui, che pecca sotto degli occhi di lui, che lo creò, caderà nelle mani del medico.15 Chi pecca nel cospetto di colui che il fece, caderae nelle mani del medico.
16 Figliuolo, spargi lagrime sopra il morto, e come per duro avvenimento comincia a sospirare, e secondo il rito ricuopri il suo corpo, e non trascurare la sua sepoltura.16 Figliuolo, produci lacrime verso il morto, e sì come tu avessi infermitade comincia a piangere; e secondo la condizione cuopri il corpo di colui, e non disprezzare la sua sepoltura.
17 E per non essere calunniato, fa amaro duolo per lui per un giorno, dipoi racconsolati per fuggir la tristezza:17 Per lo suo partimento amaramente porta il dolore di colui uno die, e consòlati per la tristizia.
18 E fa il duolo secondo il merito della persona per un di, o due, per evitare le maldicenze;18 E fa pianto, secondo il merito suo, uno die o due, per rimuover la mormorazione.
19 Perocché dalla tristezza vien presto la morte, e la malinconia del cuore deprime le forse, e curva il collo.19 Dalla tristizia viene tosto la morte, (e impedisce) e cuopre la virtù (vitale); e la tristizia del cuore ripiega la testa dell' uomo.
20 Collo star ritirato si mantien la tristezza, ed è la vita del povero, qual è il suo cuore.20 La tristizia dimora nel ricusamento della consolazione; e la sostanza del povero sì è secondo il cuore suo.
21 Non abbandonare il tuo cuore alla tristezza, ma cacciala da te, e ricordati del fine.21 Non darai in tristizia il cuore tuo; ma cacciala da te, e stiati a mente del fine.
22 Non te ne scordare; perocché di colà non si torna; e non gioverai niente ad altri, e farai male a te stesso.22 E non lo ti dimenticare; però che non deve ritornare chi muore; e a costui non gioveresti niente, e te medesimo peggioreresti.
23 Ricordati di quel, che o stato di me; perocché lo stesso sarà di te: oggi a me, domani a te.23 Ricorditi della sentenza mia; però che così sarà di te; a me fu jeri, e a te fia oggi.
24 La requie del defunto renda per te tranquilla la memoria di lui, e tu il consola, mentre si parte da lui il suo spirito.24 (Al fine) fa riposare la memoria del morto nel riposo suo; e consola lui nello suscitamento della sua anima.
25 La sapienza si acquista dallo scriba nel tempo di libertà dagli affari, e chi ha poco da agire, acquisterà la sapienza. Di qual sapienza si empierà25 Nota la sapienza nel tempo che tu starai in ozio; e chi scema nell' operare apprenderae la sapienza: però ch' elli si riempierae di sapienza
26 Colui, che mena l'aratro, e fa sua gloria di stimolare col pungolo i bovi, ed è tutto nei loro lavori, e non di scorre d'altro, che della progenie dei tori.26 chi tiene l'aratro, e chi si gloria nello lanciotto, col pungitoio tocca i buoi, e conversa nell'opera di quelli, e il suo parlare è ne' figliuoli de' buoi.
27 Il suo cuore è rivolto a tirare i solchi, e le sue vigilie a ingrassare le vacche.27 Il cuore suo darae a volgere gli solchi, il suo vegliare nello ingrassare delle vacche.
28 Cosi il legnaiuolo, e l'architetto lavorano la notte come il giorno: colui, che incide gli emblemi degli anelli, e coll'assiduo pensare ne diversifica la scultura: applica il suo cuore a imitar la pittura, e colle sue vigilie perfeziona il suo lavoro.28 Così ogni maestro di legname e artefice, il quale lavora la notte come il die; colui che intaglia figure rilevate, e la sua sollecitudine è in variare dipinture; darae il cuore suo nella similitudine della pittura, e nella sua vigilia compie l'opera.
29 Cosi il fabbro sedendo presso all'incudine intento al ferro, ch'ei mette in opera, il vapore del fuoco gli asciuga le carni, ed ei combatte cogli ardori della fornace:29 Così è il fabbro, tenendosi presso all' incudine, e considerando il lavoro del ferro; il vapore del fuoco arderae le carni sue, e nel calore della fornace combatte.
30 Egli ha intronate le orecchie dal suon de' martelli, e gli occhi fisi al modello dell'opra sua:30 La voce del martello innuova li suoi orecchi, e l'occhio suo (intende e) cerca la somiglianza del vasello.
31 Il suo cuore è inteso a finire i lavori, e colle sue vigilie gli orna, e gli perfeziona.31 Il cuore suo darae nel compimento dell' opera, e la vigilia sua adornerae il difetto.
32 Così colui, che fa i vasi di terra assiso al suo lavoro gira co' piedi la ruota, ed è sempre in sollecitudine per quel, che ha per le mani, e conta il numero di tutte le opere sue.32 Così è il pentolaio, sedendo all' opera sua, volgendo co' piedi suoi la ruota; il quale sta sempre in luogo solitario per l'opera sua, e sanza numero è ogni sua operazione.
33 Colle sue braccia impasta la creta, e si incurva colla sua forza davanti a' suoi piedi.33 Col braccio suo formerae il luto, e dinanzi a' piedi suoi chinerae la forza sua.
34 Il cuor di lui sarà inteso alla in verniciatura, e veglierà alla nettezza della fornace.34 Il cuore suo darà per comperare le limature, e la sua vigilia monderae la fornace.
35 Il forte di tutti costoro è nelle lor mani, e ognuno è sapiente nel suo mestiero:35 Tutti questi sperano nelle loro mani, e ciascuno è savio nell'arte sua.
36 Senza di loro non si fabbrica una città.36 Sanza tutti questi non si edificherae la cittade.
37 Eglino però non abiteranno dappresso, e non anderanno girando, e non entreranno nelle adunanze.37 E non persevereranno, e non anderanno dentro, e non translateranno nella chiesa.
38 Non saranno assisi trai giudici, e non intenderanno le leggi giudiciali, e non insegneranno le regole della vita, e della giustizia, e non si metteranno ad esporre le parabole:38 Non sederanno sopra la sedia del giudice, e non intenderanno il testamento del giudicio; manifestamente [non] faranno disciplina e giudicio, e non saranno trovati nelli proverbii.
39 Ma essi ristorano le cose del mondo, e i loro voti sono per l'esercizio dell'arte loro, applicando l'anima propria a intendere la legge dell'Altissimo.39 Ma confermeranno la creatura del mondo; il priego di quelli si è nella operazione dell' arte, i quali prestano l'anima sua, agguadagnando nella legge dello Altissimo.