Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Iob 31


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1Feci io patto cogli occhi miei, acciò ch' io in verità non pensassi della vergine.2Adunque che parte avrebbe Iddio di sopra a me, e la ereditade all' Onnipotente di cose eccelse?3Or non è perdizione al malvagio, e alienazione a coloro che òperano la ingiustizia?4Or non considera elli le mie vie, e tutti li andamenti miei annumera?5Se io andai nella vanitade, e affrettossi lo piede mio in inganno;6pona me nella giusta statera, e sappia Iddio la mia simplicitade.7Se si partì l'andamento mio della via, se seguitò l'occhio mio il cuore, e nelle mie mani s'appiccò macchia;8seminarò, e uno altro mangerà; e la mia schiatta sarà deradicata.9Se ingannato è lo cuore mio sopra la femina, e se io assediai l'uscio dell' amico mio;10meretrice sia di un altro la moglie mia, e sopra quella si distendano gli. altri.11Certo questo è fellonia, e massima iniquitade.12Fuoco è, devorante insino alla perdizione, e deradicante ogni generazione (mia).13Se disprezzai di sottoporre me allo giudicio col servo mio e l' ancilla mia, quando contendevano contro a me;14che adunque faroe, quando si leverae Iddio a giudicare? e quando addomanderae, che responderò a lui?15Or non fece me nel ventre, il quale e quello fece, e formò me uno nella vulva?16Se io negai alli poveri quello che vole ano, e feci aspettare l'occhio della vedova;17se io mangiai la mia fetta solo, e non mangioe lo pupillo di quella;18perciò che dalla mia fanciullezza crescè meco la miserazione, e del ventre della madre mia venne meco;19se disprezzai colui che passava, per ch' elli non avea il vestire, e lo povero sanza coprimento;20se non benedissero me li lati suoi, e della lana delle pecore mie s'è riscaldato;21s' io levai sopra lo pupillo la mia mano, eziandio quando vedeva[mi] superiore nella porta;22l'omero mio delle sue giunture caggia, e lo mio braccio colle sue ossa sieno contrite.23Certo sempre, sì come onde di mare gonfiate sopra me, temetti Iddio, e lo suo carico non potei portare.24S' io pensai che l'oro fosse mia fortezza, e all' oro ottimo e risplendente dissi: tu sei la fidanza mia;25s' io mi rallegrai sopra le molte mie ricchezze, e perciò che più cose trovò la mia mano;26s' io vidi lo sole quando risplendea, e la luna andante chiaramente;27e rallegrato è in ascoso lo mio cuore, e basciai la mia mano colla mia bocca;28la quale è massima iniquitade, e negazione contro a Dio altissimo;29S' io mi rallegrai della rovina di colui che mi odiava, e rallegra'mi di colui, che li fosse venuto male;30in veritade io non diedi al peccare la mia gola, acciò ch' io addomandassi maledicente l' anima sua;31se non dissero gli uomini del mio tabernacolo chi ci darae della carne sua acciò che noi ci saziamo?32di fuori non stette lo peregrino; l'uscio mio si manifestò allo viandante;33s'io nascosi, quasi come uomo, lo mio peccato, e celai nello seno mio la mia iniquitade;34se io mi spaventai alla troppo moltitudine, e lo disprezzo delli più prossimi spaurì me; e non maggiormente tacetti, e non uscii fuori dell' uscio;35chi darà a me auditore, acciò che l' Onnipotente oda il mio desiderio; e lo libro scriva colui che giudica;36acciò che collo mio omero lo porti, e poni intorno a quello, sì come corona a me?37Per tutti li miei gradi pronunzierò quello, e sì come a principe io offerirò lui.38Se contro a me la mia terra grida, e con lei gli solchi suoi piangono;39se li frutti suoi mangiai sanza pecunia, l'anima delli lavoratori tormentai;40per lo grano naschi a me lo tribolo, e per l'orzo la spina.