Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Lettera ai Romani 7


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DIODATIBIBBIA VOLGARE
1 IGNORATE voi, fratelli perciocchè io parlo a persone che hanno conoscenza della legge, che la legge signoreggia l’uomo per tutto il tempo ch’egli è in vita?1 E non sapete voi, fratelli; a coloro che sanno la legge favello; che la legge ha signoria nell' uomo quanto tempo egli vive?
2 Poichè la donna maritata è, per la legge, obbligata al marito, mentre egli vive; ma, se il marito muore, ella è sciolta dalla legge del marito.2 Chè certo la femina tanto è sotto alla signoria del marito, quanto tempo il marito vive; e morto il marito, sì è sciolta la femina dalla legge del marito.
3 Perciò, mentre vive il marito, ella sarà chiamata adultera, se divien moglie di un altro marito; ma, quando il marito è morto, ella è liberata da quella legge; talchè non è adultera, se divien moglie di un altro marito.3 Adunque insino a tanto che il marito è vivo, se ella averà fallito con altro uomo, sì sarà chiamata adultera; ma se sarà morto il marito, sì sarà liberata dalla legge del marito; e non sarà chiamata adultera, s' ella sarà con altro uomo.
4 Così adunque, fratelli miei, ancora voi siete divenuti morti alla legge, per lo corpo di Cristo, per essere ad un altro, che è risuscitato da’ morti, acciocchè noi fruttifichiamo a Dio.4 E così, fratelli miei, voi siete liberati dalla legge (vecchia) per il corpo di Cristo, chè siate d'altro marito (in Gesù Cristo), che suscitò da morte, perchè facciate frutto a Dio.
5 Perciocchè, mentre eravam nella carne, le passioni de’ peccati, le quali erano mosse per la legge, operavano nelle nostre membra, per fruttificare alla morte.5 Chè quando noi eravamo nell' opere della carne, le passioni delli peccati, li quali erano per la legge, sì erano operate nelle membra nostre, che facessono frutto alla morte.
6 Ma ora siamo sciolti della legge, essendo morti a quello, nel quale eravam ritenuti; talchè serviamo in novità di spirito, e non in vecchiezza di lettera6 Ma ora siamo soluti della legge della morte, nella quale noi eravamo tenuti, perciò che serviamo in novità di spirito, e non in vecchiezza di lettera.
7 Che diremo adunque? che la legge sia peccato? Così non sia; anzi, io non avrei conosciuto il peccato, se non per la legge; perciocchè io non avrei conosciuta la concupiscenza, se la legge non dicesse: Non concupire.7 Adunque che diremo? È peccato la legge? Non piaceia a Dio. Ma il peccato non conosco, se non per la legge; chè io non cognoscea, la concupiscenza, se la legge non mi dicesse: non avere concupiscenza.
8 Ma il peccato, presa occasione per questo comandamento, ha operata in me ogni concupiscenza.8 Ma ricevuta cagione, il peccato per lo comandamento della legge, adoperò in me tutta cupidezza. Però che sanza la legge il peccato era morto.
9 Perciocchè, senza la legge, il peccato è morto. E tempo fu, che io, senza la legge, era vivente; ma, essendo venuto il comandamento, il peccato rivisse, ed io morii.9 Ma io vivea tallotta sanza legge. Ma conciossia cosa che venisse il comandamento (della legge), il peccato resuscitò.
10 Ed io trovai che il comandamento, che è a vita, esso mi tornava a morte.10 E io sono morto: ed è trovata in me bugia; e quella cosa ch' era a vita, sì fu trovata in me a morte.
11 Perciocchè il peccato, presa occasione per lo comandamento, m’ingannò, e per quello mi uccise.11 Chè il peccato pigliò cagione per il comandamento (della legge), e ingannommi, e con quello comandamento mi uccise.
12 Talchè, ben è la legge santa, e il comandamento santo, e giusto, e buono.12 Adunque certo è che la legge è santa; e il suo comandamento sì è santo e giusto e buono.
13 Mi è dunque ciò che è buono divenuto morte? Così non sia; anzi il peccato mi è divenuto morte, acciocchè apparisse esser peccato, operandomi la morte per quello che è buono; affinchè, per lo comandamento, il peccato sia reso estremamente peccante13 Adunque quella cosa, ch' è buona, ha fatta a me morte? Non piaccia a Dio. Ma il peccato, perchè si conosca esser peccato, per il bene sì mi ha data la morte; chè il peccato, che si fa per lo comandamento della legge e contra alla legge, sì è peccato sopra misura.
14 Perciocchè noi sappiamo che la legge è spirituale; ma io son carnale, venduto ad esser sottoposto al peccato.14 Sapemo che la legge sì è spirituale; e io son carnale, sottomesso al peccato.
15 Poichè io non riconosco ciò che io opero; perciocchè, non ciò che io voglio quello fo, ma, ciò che io odio quello fo.15 E quello che io faccio non cognosco; chè io non fo quel bene che io voglio; ma quello male che io abbo in odio, quello faccio.
16 Ora, se ciò che io non voglio, quello pur fo, io acconsento alla legge ch’ella è buona.16 E se io faccio quello che io non voglio, consento alla legge, però ch' è buona.
17 Ed ora non più io opero quello, anzi l’opera il peccato che abita in me.17 Ma ora già nol faccio io, ma il peccato il quale abita in me.
18 Perciocchè io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poichè ben è in me il volere, ma di compiere il bene, io non ne trovo il modo.18 Ciò è per il fermo, che in me, cioè nella mia carne, non dimora alcuno bene; chè il volere abbo buono, ma il compimento buono non trovo in me.
19 Perciocchè, il bene che io voglio, io nol fo; ma il male che io non voglio, quello fo.19 [Chè io non fo quel bene che io voglio; ma quello male che io non voglio, quello faccio].
20 Ora, se ciò che io non voglio quello fo, non più io opero quello, anzi l’opera il peccato che abita in me.20 Che se faccio quello che io non voglio, quello non adopero io, ma fallo il peccato che dimora in me.
21 Io mi trovo adunque sotto questa legge: che volendo fare il bene, il male è presso a me.21 Adunque io si trovo legge a me, vogliendo far bene, chè il male sì mi sovrasta (e piacemi).
22 Perciocchè io mi diletto nella legge di Dio, secondo l’uomo di dentro.22 E io sì mi diletto nella legge di Dio, secondo l'anima ch' è dentro.
23 Ma io veggo un’altra legge nelle mie membra, che combatte contro alla legge della mia mente, e mi trae in cattività sotto alla legge del peccato, che è nelle mie membra.23 Ma veggio un' altra legge nelle mie membra, la qual legge sì combatte colla legge della mia mente (dentro), e tienmi legato nella legge del peccato, la quale è nelle mie membra.
24 Misero me uomo! chi mi trarrà di questo corpo di morte?24 Ora sciagurato me! (uomo malvagio) chi mi scamparà del corpo di questa morte?
25 Io rendo grazie a Dio, per Gesù Cristo, nostro Signore. Io stesso adunque, con la mente, servo alla legge di Dio; ma, con la carne, alla legge del peccato25 Certo la grazia di Dio per il nostro Signore Iesù Cristo. Adunque io medesimo con la mente sì servo alla legge di Dio; e colla carne, alla legge del peccato.