Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Siracide 20


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DIODATIBIBBIA VOLGARE
1 Meglio è morbidamente riprendere, che con ira, e non divietare colui che si confessa nella orazione.
2 La concupiscenza del castrato isverginoe la giovinezza;
3 così colui che per forza giudica.
4 Come è buona cosa, che colui che è corretto il manifesti per penitenza! Fuggirai così il volontario peccato.
5 Ed è uno che tace, il quale è trovato savio; ed è da odiare colui ch' è disposto al molto favellare.
6 Ed è un altro che tace, però che non ha sentimento della parlatura; ed è tacente colui che sa il tempo acconcio a parlare.
7 L'uomo savio tacerae infino al tempo; e lo sciocco e il semplice non guarderanno tempo.
8 Colui che usa molte parole, offende l'anima sua; e colui che si toglie signoria ingiustamente, sarà odiato.
9 L'uomo non ammaestrato procede ne' mali, e in lui è trovamento di danno.
10 Egli è uno dono che non è utile; ed è uno, il cui merito è doppio.
11 Ed è una remunerazione per avere fama; ed è chi per umilitade leva il capo.
12 Ed è chi molte cose ricompera per piccolo prezzo, ed è chi restituisce in sette doppi.
13 Il savio nelle parole fa sè medesimo amabile; ma le grazie de' matti si gittano.
14 Lo dono dello insipido non sarà utile a te; però che gli occhi di colui sono settiplicati.
15 Picciole cose darà, e molte cose rimpropererae; e l'aprimento della bocca sua partorisce molti mali.
16 Alcuno presta oggi, e domane più domanda; odioso è cotale uomo.
17 E non avere per amico il pazzo (non sarà amico); non sarà grazia nelli beni di colui.
18 Coloro che mangiano il pane dello stolto sono di falsa lingua. Oh quanti e quante volte lo scherniranno!
19 Nè ancora quello che era da avere, darae con diritto senno; distribuiscene similmente e quello che non era d'avere.
20 Il cadere di falsa lingua è sì come il cadere in suso lo smalto; così lo cadimento de' rei verrà tostamente.
21 L'uomo sgrazioso è sì come favola; nella bocca delli non ammaestrati sarae continua.
22 Il proverbio ch' esce della bocca del pazzo, sarà biasimato; però che non lo dice nello suo tempo.
23 Elli è alcuno che non puote peccare per povertade; e nel suo riposo fia stimolato.
24 Ed è chi perde l'anima per timidezza, e chi per isciocchezza perde quella; per autorità d' alcuna persona perde sè.
25 Ed è alcuno che per vergogna promette all'amico; e sì se l'ha guadagnato per nimico.
26 Sozzo vituperio è nella bocca dell' uomo la bugia; e quella fia spesso nella bocca de' non savi.
27 Migliore è il ladro, che la continuanza dell' uomo bugiardo; e l'uno e l'altro erediteranno perdizione.
28 Li costumi delli uomini sono bugie sanza onore; e la confusione di coloro sì è con loro sanza intervallo.
29 Il savio nelle parole farà grande sè medesimo, e l'uomo prudente adumilierà li potenti.
30 Chi lavora la terra sua inalza il monte delle biade, e chi opera giustizia sarà esaltato; colui che piace alli gloriosi, schiferà iniquità.
31 Li presenti e li doni accecano li occhi dei giudici, e sì come al muto nella bocca loro isvolgeranno li castigamenti di coloro.
32 Sapienza ascosa e tesoro non veduto, che utilità è nell' uno e nell' altro?
33 Migliore è colui che cela la sciocchezza sua, che l'uomo che nasconde la sapienza sua.