Scrutatio

Giovedi, 15 maggio 2025 - Sant'Isidoro agricoltore ( Letture di oggi)

Iob 14


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BIBBIA VOLGAREVULGATA
1 L'uomo nato della femina, vivente breve tempo, è ripieno di molte miserie.1 Homo natus de muliere, brevi vivens tempore,
repletur multis miseriis.
2 Il quale come fiore viene, e conculcato è; fugge sì come ombra, e non rimane mai in uno medesimo stato.2 Qui quasi flos egreditur et conteritur,
et fugit velut umbra, et numquam in eodem statu permanet.
3 E pensi esser cosa degna di aprire sopra cotal cosa gli occhii tuoi, e menarlo teco nel giudicio?3 Et dignum ducis super hujuscemodi aperire oculos tuos,
et adducere eum tecum in judicium ?
4 Chi puote fare la cosa monda, concetta del non mondo seme? Or non sei tu quello solo?4 Quis potest facere mundum de immundo conceptum semine ?
nonne tu qui solus es ?
5 Brevi sono li di dell' uomo; lo numero delli mesi suoi è appresso te; e ordinasti li termini suoi, li quali non si poteranno trapassare.5 Breves dies hominis sunt :
numerus mensium ejus apud te est :
constituisti terminos ejus, qui præteriri non poterunt.
6 Pàrtiti uno poco da lui, acciò ch' elli istia in riposo, insino che venghi il dì desiderato, e sì come del mercenaio siano li dì suoi.6 Recede paululum ab eo, ut quiescat,
donec optata veniat, sicut mercenarii, dies ejus.
7 Lo legno ha speranza; se tagliato e' sarà, da capo si fa verde, e li rami suoi mettono li rampolli.7 Lignum habet spem :
si præcisum fuerit, rursum virescit,
et rami ejus pullulant.
8 Se invecchierà nella terra la sua radice, e nella polvere morto sarà lo suo broccone,8 Si senuerit in terra radix ejus,
et in pulvere emortuus fuerit truncus illius,
9 all' odore dell' acque germinerae, e farae la moltitudine de' rami, quasi come di prima piantato era.9 ad odorem aquæ germinabit,
et faciet comam, quasi cum primum plantatum est.
10 Ma l' uomo, quando è morto, e sarae spogliato e consumato, domandatene, vi priego: dove lui è?10 Homo vero cum mortuus fuerit, et nudatus,
atque consumptus, ubi, quæso, est ?
11 E come se si partissono l'acque del mare, e lo fiume fatto vôto si secca,11 Quomodo si recedant aquæ de mari,
et fluvius vacuefactus arescat :
12 così l'uomo, quando morrà, non risusciterà; insino che il cielo sia attrito, non si sveglierae, nè non si leverae dal suo sonno.12 sic homo, cum dormierit, non resurget :
donec atteratur cælum, non evigilabit,
nec consurget de somno suo.
13 Chi mi darà questo, che in inferno tu mi difendi e nascondimi, infino che trapassi lo tuo furore, e òrdinimi il tempo nel quale tu ti ricordi di me?13 Quis mihi hoc tribuat, ut in inferno protegas me,
et abscondas me donec pertranseat furor tuus,
et constituas mihi tempus in quo recorderis mei ?
14 E pensi tu, che morto l'uomo, un' altra volta viva? tutti i dì, ne' quali io ora cavalco, aspetto insino a tanto che venga la mia immutazione.14 Putasne mortuus homo rursum vivat ?
cunctis diebus quibus nunc milito, expecto
donec veniat immutatio mea.
15 Chiamerae me, e io risponderò a te; allo lavorio delle tue mani porgerai la tua mano diritta.15 Vocabis me, et ego respondebo tibi :
operi manuum tuarum porriges dexteram.
16 In veritade li andamenti miei annumerasti, ma perdona alli peccati miei.16 Tu quidem gressus meos dinumerasti :
sed parce peccatis meis.
17 Segnasti quasi come nel sacculo li peccati miei, ma curasti la mia iniquitade.17 Signasti quasi in sacculo delicta mea,
sed curasti iniquitatem meam.
18 Lo monte cadente scorrerà, e lo sasso sarà trasportato del suo luogo.18 Mons cadens defluit,
et saxum transfertur de loco suo :
19 Le acque cavano le pietre, e per la innondanza dell' acque a poco a poco la terra è consumata; e adunque li uomini similmente perderai.19 lapides excavant aquæ,
et alluvione paulatim terra consumitur :
et hominem ergo similiter perdes.
20 Fortificastilo uno poco, acciò che in perpetuo trapassasse; e immuterai la faccia sua, e manderai lui.20 Roborasti eum paululum, ut in perpetuum transiret :
immutabis faciem ejus, et emittes eum.
21 Ovvero se saranno nobili i suoi figliuoli, ovvero non nobili, non intenderà.21 Sive nobiles fuerint filii ejus,
sive ignobiles, non intelliget.
22 Ma pure la carne sua, insino che viverà, sì dorrà; e l'anima sua sopra sè medesimo piangerà (sempre).22 Attamen caro ejus, dum vivet, dolebit,
et anima illius super semetipso lugebit.