Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 15


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BIBBIA TINTORIBIBBIA VOLGARE
1 Intanto Nicànore, avendo saputo che Giuda era nella regione della Samaria, decise di attaccarlo con tutte le forze in giorno di sabato.1 Sapendo Nicanore essere Giuda nè luoghi di Samaria, imaginossi di moverli guerra con grande impeto nel dì del sabbato.
2 Ai Giudei che per necessità lo seguivano e dicevano: « Non fare una cosa così feroce e barbara, ma onora il giorno santo, e rispetta Colui che tutto vede »2 Oude dicendoli li Giudei, li quali come sforzati il seguitavano, ch' egli non dovesse fare così feroce e barbaramente, ma dovesse dare l'onore al dì della santificazione, e onorare quello che risguarda tutte cose;
3 quell'infelice domandava se vi fosse in cielo un potente che avesse comandato di celebrare il giorno di sabato?3 (ma) egli infelice addimandè, s' egli è in cielo alcuno potente, che comandi esser osservato il dì del sabbato.
4 Ed avendo essi risposto: « E' il Signore, lo stesso Vivente, il Potente nel cielo, Colui che ordinò di celebrare il settimo giorno ».4 Ma quelli rispondendo, ch' egli è il Signore vivente, egli è potente in cielo ha comandato solennizzare il dì del sabbato.
5 Egli riprese: «E io sono potente sopra la terra, e quindi ordino di prendere le armi e di fare il servizio del re ». Ma non riuscì a compire i suoi disegni.5 Alli quali quello disse: e io sono potente sopra la terra, il quale comando sia tolte l'arme, e adempiuto le faccende del re. Niente di meno non conseguitò ad (adempiere e) perficere il consiglio.
6 Or Nicànore, trasportato in alto dalla sua somma superbia, pensava di innalzare un comune trofeo di Giuda (e dei suoi).6 Onde Nicanore, elevato di somma superbia, avea imaginato di ordinare uno comune spettacolo di Giuda.
7 Invece Maccabeo, con piena speranza, confidava sempre che gli sarebbe venuto l'aiuto da Dio,7 Ma confidavasi Maccabeo con ogni speranza, sempre esserli presente l'aiuto di Dio.
8 ed esortava i suoi a non temere gli assalti delle nazioni, ma, ricordando gli aiuti avuti dal cielo, a sperare che l'Onnipotente avrebbe donata ad essi anche allora la vittoria.8 E confortava li suoi, che non si spaventasseno per il venire delle nazioni, ma che loro avessero nella mente li aiuti fatti a loro dal cielo, e al presente sperassero conseguire la vittoria dall' Onnipotente.
9 E parlando loro della legge e dei profeti, rammentando pure le imprese da loro fatte nel passato, li riempì di ardore.9 E parloli della legge e de' profeti; movendo etiam li esèrciti, li quali prima avea fatti, feceli più pronti.
10 Così reso alto il loro coraggio, mostrò loro nel medesimo tempo la perfidia delle nazioni e la loro violazione dei giuramenti.10 Di che raddrizzati i loro animi, mostravali insieme le fallacie delle genti, e la prevaricazione de' giuramenti.
11 Dopo avere armato ciascuno di loro, non con scudi e lance, ma con ottimi discorsi d'esortazione, raccontò un sogno degno di fede, col quale riempì tutti d'allegrezza.11 Ed egli armò ciascuno di quelli, non con forza di scuto e di lancia, ma con ottimi parlari e conforti, esponendoli il sogno degno di fede, per la cui narrazione rallegrò tutti.
12 Ecco in che consisteva tale visione. Aveva visto Onia, che era stato sommo sacerdote, uomo buono, benigno, verecondo nel viso, modesto nei costumi e ornato nel parlare, esercitato nelle virtù sin da fanciullo, (l'aveva visto) pregare, colle mani stese, per tutto il popolo dei Giudei.12 Ora il sogno era a tal modo: parevali vedere (per insogno, uno chiamato) Onia, il quale era stato sommo sacerdote, uomo buono e benigno, nel viso verecondo, modesto ne' costumi, ne' parlari ordinato, il quale esercitato da puerizia nelle virtù, raddrizzante le mani al cielo, e che egli orava per tutto il popolo de' Giudei.
13 Era poi comparso un altro uomo, venerando per l'età e per la dignità, che aveva intorno i caratteri della gran dignità.13 Dopo questo appargli vedere un altro uomo, di età e gloria mirabile, adornato di magno ornamento;
14 Onia, presa la parola, allora disse: « Questi è l'amico dei fratelli e del popolo d'Israele, questi è colui che prega molto pel popolo e per tutta la città santa, è Geremia, il profeta di Dio ».14 che rispondea a Onia, dicendo: questo è amatore delli fratelli e del popolo d' Israel; questo è quello che molto prega per il popolo e per tutta la città santa; egli è Ieremia profeta.
15 Allora Geremia, stesa la destra, diede a Giuda una spada di oro, dicendo:15 Parevali etiam vedere Ieremia estendere la mano destra, e dare a Giuda uno coltello d'oro, dicendo:
16 « Prendi questa spada santa; è un dono di Dio: con essa abbatterai i nemici del mio popolo d'Israele ».16 Togli il coltello santo, dono da Dio, nel quale scaccerai li inimici del popolo mio d' Israel.
17 Animati dunque dagli ottimi discorsi di Giuda, capaci di svegliare l'impeto e di render forti gli animi dei giovani, decisero di attaccare battaglia e di combattere da eroi, e di decidere la causa col valore, giacche la città santa e il tempio erano in pericolo.17 Di che loro, molto confortati per li buoni parlari di Giuda, per li quali potesse commovere l'impeto, ed essere confortati li animi de' giovani, deliberorono di combattere e fortemente confligere, per giudicare la virtù delli officii; conciosia che ruinavansi la città santa e il tempio.
18 Alle mogli, ai figli, ai fratelli, ai parenti ci pensavano meno; il loro massimo e principale timore era per la santità del tempio.18 Certo eravi minore sollicitudine per le mogliere e figliuoli, ed etiam per li fratelli e parenti; ma massimo e il primo (pensiero) era il timore per la santità del tempio.
19 Quelli restati in città erano non poco inquieti per la sorte di coloro che andavano alla battaglia.19 Ed etiam non era piccola sollicitudine per coloro ch' erano per assaltare [a] quelli ch' erano nella città.
20 E quando tutti aspettavano la decisione della contesa, e i nemici eran di faccia, coll'esercito schierato, colle bestie e i cavalieri messi in ordine nel luogo opportuno,20 E già sperando tutti il giudicio che dovea essere, ed essendovi oste presente, era ordinato lo esercito; etiam composti e ordinati al luogo opportuno le bestie e li cavalieri.
21 Maccabeo, vedendo l'avanzarsi di quella moltitudine, gli apparecchi delle varie armi, e la ferocia delle bestie, stendendo le mani al cielo, invocò il Signore che fa i prodigi, che non secondo la forza degli eserciti, ma secondo il suo beneplacito dà la vittoria a chi ne è degno.21 La quale cosa considerando Maccabeo, e vedendo il venire della moita gente con apparato di varie arme, ed etiam la ferocità delle bestie, alzando le mani al cielo, invocò il Signore facente le maraviglie, il quale dona la vittoria alli meriti, non secondo la potenza delle arme, [ma] come gli piace.
22 E lo invocò con queste parole: « Tu, o Signore, che, al tempo d'Ezechia re di Giuda, mandasti il tuo angelo, e sterminasti nel campo di Sennacherib centottantacinque mila uomini,22 Onde egli, invocando, disse a tal modo: tu Signore, il quale mandasti l'angelo tuo sotto Ezechia, re di Giuda, e uccidesti cento e ottantacinque milia dell' esercito di Sennacherib;
23 Ora, o Signore dei cieli, manda il tuo angelo buono davanti a noi, perchè temano e tremino per la grandezza del tuo braccio23 e ora, dominatore de' cieli, manda l'angiolo tuo buono, nel timore e tremore della magnitudine del tuo braccio,
24 e si spaventino quelli che bestemmiando vengono contro il tuo popolo santo ». Tale fu la sua preghiera.24 acciò che temano quelli che vengono con la blasfemia contra il tuo santo popolo. Onde egli a questo modo (frequentemente) orò.
25 Mentre Nicànore e la sua gente si avvicinavano con suon di trombe e canti guerreschi.25 Ma Nicanore, e quelli ch' erano con lui, moveano (l'esercito) con le tube e canti.
26 Giuda e i suoi attaccarono la battaglia dopo avere invocato Dio colle preghiere.26 Ed etiam Giuda, e quelli ch' erano con lui, invocato Iddio, per le orazioni si accostorno con la parte avversa.
27 Combattendo colle mani e pregando Dio coi cuori, stesero al suolo non meno di trentacinque mila uomini, magnificatamente rallegrati dalla presenza di Dio.27 Pugnando certo (e combattendo) con la mano, ma etiam con cuore orando al Signore, gittorono a terra non meno di trentacinque milia, rallegrati magnificamente per la presenza di Dio.
28 Finita la battaglia, quando pitali di gioia se no tornavano, seppero che Nicanore era caduto collo sue armi.28 Onde cessando, e ritornando adrieto con sommo gaudio, intesero essere perito Nicanore con l'arme sue.
29 Allora in mezzo a clamori e tumulto d'eccitazione, colla lingua della patria benedicevano il Signore onnipotente.29 Di che, fatto il clamore e suscitata la turbazione, benedicevano con patria voce l'onnipotente Dio.
30 Ma Giuda, che era stato sempre pronto nell'anima e nel corpo a morire per i concittadini, ordinò di tagliare il capo di Nicànore, e il braccio colla spalla e di portarli a Gerusalemme.30 Poscia Giuda, il quale per ogni parte e con l' animo era apparecchiato di morire per li cittadini, comandò che fusse portato il capo, e la mano tagliata colla spalla di Nicanore, in Ierosolima.
31 Quando vi fu arrivato, radunò i concittadini e i sacerdoti davanti all'altare, chiamò quelli che erano nella cittadella,31 [Al]la quale cosa poscia che furono pervenuti, convocati li suoi della tribù e li sacerdoti all' altare, chiamò etiam quelli ch' erano nella ròcca.
32 e mostrò loro il capo di Nicànore e la mano scellerata da lui stesa con superbi vanti contro la santa casa del Dio onnipotente.32 E dimostrato il capo di Nicanore, e la scelerata mano la quale avea istesa contra la casa santa dell' onnipotente Dio, rallegrossi magnificamente.
33 Poi comandò di tagliare in pezzetti la lingua dell'empio Nicànore e di darla agli uccelli, e di appendere la mano di quel folle di faccia al tempio.33 Comandò egli etiam, essere tagliata la lingua dell' empio Nicanore, e a parte essere data alli uccelli; e la mano dell' impazzito essere appiccata dincontra al tempio.
34 Allora tutti benedissero il Signore del cielo, dicendo: « Benedetto colui che ha conservata incontaminata la sua dimora ».34 Tutti adunque benedicettero il Signore del cielo, dicendo: sia egli benedetto, il quale ha servato il luogo suo incontaminato.
35 (Giuda) fece appendere il capo di Nicànore sulla cima della cittadella, perchè fosse evidente e manifesto segno dell'aiuto di Dio.35 Onde egli etiam appiccò il capo di Nicanore nell' alta parte della ròcca, acciò che fosse eminente e manifesto segno dell' aiuto di Dio.
36 Allora tutti di comune consenso decretarono che in nessuna maniera fosse passato quel giorno senza solennità36 Di che tutti di comune consiglio deliberorono, che questo giorno per nullo modo passasse senza celebrazione;
37 e che questa solennità fosse celebrata il tredici del mese, chiamato con voce siriaca Adar, la vigilia del giorno di Mardocheo.37 e che si facesse la solennità nel terzo decimo dì del mese Adar, che dicesi in lingua Siriaca, l'altro die di Mardocheo.
38 Così andarono le cose riguar­do a Nicànore; e siccome da quel tempo gli Ebrei restarono padroni della città, io pure con queste cose porrò fine al (mio) racconto.38 Adunque fatte queste cose dicontra Nicanore, e (fu) da quelli tempi posseduta la città [dagli Ebrei], etiam io ponerò fine in questi parlari.
39 Se questo va bene e come conviene alla storia, sarebbe il mio desiderio, se poi è meno degno, mi si deve perdonare;39 E se certo egli è stato detto bene, e come conviensi all' istoria, questo etiam io vorrei; ma se egli è stato men degno, egli è da imputare a me.
40 perchè, siccome il bere o sempre vino o sempre acqua fa male, e diletta invece usare alternativamente or l'uno or l'altra, così il racconto uniforme non riuscirà gradito a chi legge. Qui dunque porrò la fine.40 Come a bevere sempre vino, ovvero acqua, egli è contrario, ma a usar l'uno e l'altro egli è delettabile; così non sarà grato il parlare alli lettori, se il sarà ingiustamente domandato. Quivi adunque sarà egli consumato.