Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Seconda lettera ai Corinzi 12


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DIODATIBIBBIA VOLGARE
1 CERTO, il gloriarmi non mi è spediente; nondimeno io verrò alle visioni e rivelazioni del Signore.1 Se bisogno è di lodare; veramente non è utile; ma verrò alle visioni e rivelazioni del Signore.
2 Io conosco un uomo in Cristo, il quale, son già passati quattordici anni, fu rapito se fu col corpo, o senza il corpo, io nol so, Iddio il sa fino al terzo cielo.2 Io so uno uomo in Cristo, che dinanzi quattordici anni passati; se in corpo, o fuori di corpo fu, non so, Dio il sa; questo tale uomo fu rapito insino al terzo cielo.
3 E so che quel tal uomo se fu col corpo, o senza il corpo, io nol so, Iddio il sa3 E so questo tal uomo; s' egli fu in corpo, o fuori di corpo, io non so, Dio il sa;
4 fu rapito in paradiso, e udì parole ineffabili, le quali non è lecito ad uomo alcuno di proferire.4 che portato fu nel Paradiso, e udì (e intese) parole secrete, le quali non son licite di parlare ad alcuno uomo.
5 Io mi glorierò di quel tale; ma non mi glorierò di me stesso, se non nelle mie debolezze.5 Per queste cose mi voglio rallegrare e magnificare; ma per me in niuna cosa mi voglio gloriare, se non nelle mie infirmità.
6 Perciocchè, benchè io volessi gloriarmi, non però sarei pazzo; poichè direi verità; ma io me ne rimango, acciocchè niuno stimi di me sopra ciò ch’egli mi vede essere, ovvero ode da me.6 E se io mi vorrò gloriare, non sarò meno che savio; perchè dirò la verità; ma vogliomi temperare (di non dire troppo), perchè alcuno non pensi che io dica troppo oltra quello ch' egli può pensare di me.
7 Ed anche, acciocchè io non m’innalzi sopra modo per l’eccellenza delle rivelazioni, mi è stato dato uno stecco nella carne, un angelo di Satana, per darmi delle guanciate; acciocchè io non m’innalzi sopra modo.7 E perchè la (moltitudine e la) grandezza delle revelazioni (le quali io abbio avuto) non mi levino in superbia, sì m' è dato il stimolo della carne mia, l'angelo di Satana, che mi affliga.
8 Per la qual cosa ho pregato tre volte il Signore, che quello si dipartisse da me.8 Per la qual cosa io ne pregai il Signore tre volte, che (questo stimolo) si partisse da me.
9 Ma egli mi ha detto: La mia grazia ti basta; perciocchè la mia virtù si adempie in debolezza. Perciò molto volentieri mi glorierò più tosto nelle mie debolezze, acciocchè la virtù di Cristo mi ripari.9 Il Signore disse a me: bàstati (Paulo) la grazia mia; chè la virtù si compie e affina nella infirmità (e nella provazione). Adunque volentieri mi rallegro nelle mie infirmità, perchè la virtù di Cristo dimori in me.
10 Perciò, io mi diletto in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in distrette per Cristo; perciocchè, quando io sono debole, allora son forte10 Per la quale cosa piaccio a me nelle infirmità, nel disonore, nelle necessità, nelle persecuzioni e nelle angustie (di sostenere parimente) per amore di Iesù Cristo; e quando io son infermo, allora son (più forte e più) potente
11 IO son divenuto pazzo, gloriandomi; voi mi ci avete costretto; poichè da voi doveva io essere commendato; perciocchè io non sono stato da nulla meno di cotesti apostoli sommi, benchè io non sia niente.11 Son fatto pazzo, voi mi avete forzato; chè io dovea essere (lodato e) commendato da voi; chè io non ho fatto niente meno di coloro che sopra misura son apostoli; e benchè io sia niente,
12 Certo i segni dell’apostolo sono stati messi in opera fra voi, in ogni sofferenza; in segni, e prodigi, e potenti operazioni.12 niente di meno li segni dello apostolato mio son fatti sopra di voi, in ogni pazienza, in miracoli, in dimostramenti e virtù.
13 Perciocchè, in che siete voi stati da meno delle altre chiese, se non ch’io non vi sono stato grave? perdonatemi questo torto.13 E che aveste meno voi che l'altre Chiese, se non che io non vi gravai in alcuna cosa? Donatemi questa cosa.
14 Ecco, questa è la terza volta ch’io son pronto a venire a voi, e non vi sarò grave; perchè io non cerco i vostri beni, ma voi; perciocchè i figliuoli non debbono far tesoro a’ padri ed alle madri, ma i padri e le madri ai figliuoli.14 Ed ecco che son apparecchiato di venire da voi la terza volta; e non (so se) sarò grave in alcuna cosa; chè io non cerco le vostre cose, ma voi; chè certo li figliuoli non guadagnano li tesauri per li parenti, ma il padre per li figliuoli.
15 E quant’è a me, molto volentieri spenderò, anzi sarò speso per le anime vostre; quantunque, amandovi io sommamente, sia meno amato.15 E io molto volentieri mi voglio dare, e volentieri me voglio essere dato, a utilità delle vostre anime, avvenga ch' io, molto amando voi, sia meno amato da voi.
16 Ora, sia pur così ch’io non vi abbia gravati; ma forse, essendo astuto, vi ho presi per frode.16 E poniamo che io non vi gravassi; essendo ingegnoso, con inganno pigliai voi.
17 Ho io, per alcun di coloro che ho mandati a voi, fatto profitto di voi?17 Or ingannai io voi per alcuni di coloro li quali io mandai a voi?
18 Io ho pregato Tito, ed ho con lui mandato questo fratello. Tito ha egli fatto profitto di voi? non siamo noi camminati d’un medesimo spirito, per medesime pedate?18 Vero è che io pregai Tito, e mandai con lui (Luca) il vostro fratello. Or ingannovvi Tito? E non andassimo noi in uno medesimo spirito e per quelli medesimi vestigii?
19 PENSATE voi di nuovo, che noi ci giustifichiamo presso a voi? noi parliamo davanti a Dio, in Cristo; e tutto ciò, diletti, per la vostra edificazione.19 Ma voi credevate che noi ci s' escusassimo appresso voi? Ma parliamo noi in Cristo dinanzi a Dio; in tutte le cose, carissimi, per vostra edificazione.
20 Perciocchè io temo che talora, quando io verrò, io non vi trovi quali io vorrei; e ch’io altresì sia da voi ritrovato quale voi non vorreste; che talora, non vi sieno contese, gelosie, ire, risse, detrazioni, bisbigli, gonfiamenti, tumulti.20 Io temo che forse, quando io venerò, non vi ritrovi tali quali io voglio trovare, e io sia trovato da voi, quale voi non volete; che per la ventura non siano tra voi contenzioni, o invidie, ovver animosità (di odio), dissensioni ovver susurrazioni, detrazioni o sedizioni.
21 E che, essendo di nuovo venuto, l’Iddio mio non m’umilii presso voi; e ch’io non pianga molti di coloro che innanzi hanno peccato, e non si son ravveduti dell’immondizia, e della fornicazione, e della dissoluzione che hanno commessa21 Chè temo ancora, che Iddio non mi faccia umile fra voi, quando io verrò, che non mi convenga piangere molti di coloro, li quali hanno peccato, e non hanno fatto penitenza della immondizia e della fornicazione, e delle altre sozze cose che feceno.