Giobbe 30
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BIBBIA CEI 1974 | BIBBIA VOLGARE |
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1 Ora invece si ridono di me i più giovani di me in età, i cui padri non avrei degnato di mettere tra i cani del mio gregge. | 1 Ma ora fanno beffe di me li più giovani di tempo, i padri de' quali io non degnava di porre colli cani della mia gregge; |
2 Anche la forza delle loro mani a che mi giova? Hanno perduto ogni vigore; | 2 de' quali la virtù delle loro mani era a me per nulla, e di quella vita pensavano essere non degni; |
3 disfatti dalla indigenza e dalla fame, brucano per l'arido deserto, | 3 sterili per povertade e per fame, i quali rodevano nella solitudine, straziati per la sozzezza e per miseria; |
4 da lungo tempo regione desolata, raccogliendo l'erba salsa accanto ai cespugli e radici di ginestra per loro cibo. | 4 e mangiavano l' erbe e le corteccie degli arbori; e le radici delli ginepri erano loro cibo. |
5 Cacciati via dal consorzio umano, a loro si grida dietro come al ladro; | 5 I quali delle valli tagliavano queste cose: e conciosia cosa che [le] avessono trovate, a quelle con rumore correvano. |
6 sì che dimorano in valli orrende, nelle caverne della terra e nelle rupi. | 6 Nelli deserti abitavano delli torrenti, e nelle caverne della terra, ovvero sopra le spine. |
7 In mezzo alle macchie urlano e sotto i roveti si adunano; | 7 I quali a questa medesima cosa si dilettavano, e così si computavano d' essere assai delicati; |
8 razza ignobile, anzi razza senza nome, sono calpestati più della terra. | 8 (Mali) figliuoli delli sciocchi e delli non nobili, i quali non erano arditi di apparire nella terra. |
9 Ora io sono la loro canzone, sono diventato la loro favola! | 9 Ora nello loro canto sono vôlto, e fatto sono a loro in proverbio. |
10 Hanno orrore di me e mi schivano e non si astengono dallo sputarmi in faccia! | 10 Abbòminano me, e fuggonsi da lunga da me, e non si vergognano di sputarmi nella mia faccia. |
11 Poiché egli ha allentato il mio arco e mi ha abbattuto, essi han rigettato davanti a me ogni freno. | 11 Lo carcasso suo aperse, e afflissemi; e lo freno pose nella mia bocca. |
12 A destra insorge la ragazzaglia; smuovono i miei passi e appianano la strada contro di me per perdermi. | 12 Certo alla dritta parte dell' oriente le mie miserie si dirizzarono; li miei piedi sovvertirono e oppressono, quasi come onde di mare, colle sue vie. |
13 Hanno demolito il mio sentiero, cospirando per la mia disfatta e nessuno si oppone a loro. | 13 Dissiparono gli andamenti miei, e hannomi insidiato; soprastetteno, e non fu chi mi desse aiuto. |
14 Avanzano come attraverso una larga breccia, sbucano in mezzo alle macerie. | 14 Quasi come rotto lo muro e aperta la porta, rovinarono sopra me, e rivolti sono alle mie miserie. |
15 I terrori si sono volti contro di me; si è dileguata, come vento, la mia grandezza e come nube è passata la mia felicità. | 15 Ritornato sono in nulla; portonne come vento lo mio desiderio; e sì come nuvola trapassò la mia salute. |
16 Ora mi consumo e mi colgono giorni d'afflizione. | 16 Ma ora in me medesimo marcisce l'anima mia, e possiede me lo dì della afflizione. |
17 Di notte mi sento trafiggere le ossa e i dolori che mi rodono non mi danno riposo. | 17 Nella notte la bocca mia è forata colli dolori; e coloro che mangiano me, non dormono. |
18 A gran forza egli mi afferra per la veste, mi stringe per l'accollatura della mia tunica. | 18 Nella moltitudine loro si consuma lo mio vestimento, e quasi come lo cappuccio della tunica (che s'intornia al collo), così cinsono me. |
19 Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere. | 19 Assomigliato sono al fango, e alla favilla e alla cenere. |
20 Io grido a te, ma tu non mi rispondi, insisto, ma tu non mi dai retta. | 20 Chiamo a te, e non esaudisci me; io sto, e non mi ragguardi. |
21 Tu sei un duro avversario verso di me e con la forza delle tue mani mi perseguiti; | 21 E mutato se' a me in crudele, e avversasti me nella durezza della tua mano. |
22 mi sollevi e mi poni a cavallo del vento e mi fai sballottare dalla bufera. | 22 Levasti me, e sì come ponente sopra lo vento gettasti a terra me molto. |
23 So bene che mi conduci alla morte, alla casa dove si riunisce ogni vivente. | 23 E (sopra ciò) io so che tu mi darai la morte, dove ordinata è la casa a ciascheduno vivente. |
24 Ma qui nessuno tende la mano alla preghiera, né per la sua sventura invoca aiuto. | 24 Ma pertanto alla consumazione loro [non] metterai la tua mano; se elli scorreranno, tu medesimo li salverai. |
25 Non ho pianto io forse con chi aveva i giorni duri e non mi sono afflitto per l'indigente? | 25 Di qui adietro io piagnea già sopra colui ch' era tormentato, e avea compassione l'anima mia al povero. |
26 Eppure aspettavo il bene ed è venuto il male, aspettavo la luce ed è venuto il buio. | 26 Aspettava li beni, e vennero a me li mali; aspettava la luce, e scorsono le tenebre. |
27 Le mie viscere ribollono senza posa e giorni d'affanno mi assalgono. | 27 Le mie cose dentro bollirono senza riposo alcuno; sopravennero a me li dì dell' afflizioue. |
28 Avanzo con il volto scuro, senza conforto, nell'assemblea mi alzo per invocare aiuto. | 28 Piangendo andava, senza furore; levandomi, nella turba chiamai. |
29 Sono divenuto fratello degli sciacalli e compagno degli struzzi. | 29 Fui io fratello delli dragoni, e compagno delle distruzioni. |
30 La mia pelle si è annerita, mi si stacca e le mie ossa bruciano dall'arsura. | 30 La mia cotica annegrita è sopra me; l'ossa mie si seccano per caldo. |
31 La mia cetra serve per lamenti e il mio flauto per la voce di chi piange. | 31 Tornata è in pianto la mia cetera, e l' organo mio nella voce delli piagnenti. |