Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Giobbe 30


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BIBBIA CEI 1974BIBBIA VOLGARE
1 Ora invece si ridono di me
i più giovani di me in età,
i cui padri non avrei degnato
di mettere tra i cani del mio gregge.
1 Ma ora fanno beffe di me li più giovani di tempo, i padri de' quali io non degnava di porre colli cani della mia gregge;
2 Anche la forza delle loro mani a che mi giova?
Hanno perduto ogni vigore;
2 de' quali la virtù delle loro mani era a me per nulla, e di quella vita pensavano essere non degni;
3 disfatti dalla indigenza e dalla fame,
brucano per l'arido deserto,
3 sterili per povertade e per fame, i quali rodevano nella solitudine, straziati per la sozzezza e per miseria;
4 da lungo tempo regione desolata,
raccogliendo l'erba salsa accanto ai cespugli
e radici di ginestra per loro cibo.
4 e mangiavano l' erbe e le corteccie degli arbori; e le radici delli ginepri erano loro cibo.
5 Cacciati via dal consorzio umano,
a loro si grida dietro come al ladro;
5 I quali delle valli tagliavano queste cose: e conciosia cosa che [le] avessono trovate, a quelle con rumore correvano.
6 sì che dimorano in valli orrende,
nelle caverne della terra e nelle rupi.
6 Nelli deserti abitavano delli torrenti, e nelle caverne della terra, ovvero sopra le spine.
7 In mezzo alle macchie urlano
e sotto i roveti si adunano;
7 I quali a questa medesima cosa si dilettavano, e così si computavano d' essere assai delicati;
8 razza ignobile, anzi razza senza nome,
sono calpestati più della terra.
8 (Mali) figliuoli delli sciocchi e delli non nobili, i quali non erano arditi di apparire nella terra.
9 Ora io sono la loro canzone,
sono diventato la loro favola!
9 Ora nello loro canto sono vôlto, e fatto sono a loro in proverbio.
10 Hanno orrore di me e mi schivano
e non si astengono dallo sputarmi in faccia!
10 Abbòminano me, e fuggonsi da lunga da me, e non si vergognano di sputarmi nella mia faccia.
11 Poiché egli ha allentato il mio arco e mi ha
abbattuto,
essi han rigettato davanti a me ogni freno.
11 Lo carcasso suo aperse, e afflissemi; e lo freno pose nella mia bocca.
12 A destra insorge la ragazzaglia;
smuovono i miei passi
e appianano la strada contro di me per perdermi.
12 Certo alla dritta parte dell' oriente le mie miserie si dirizzarono; li miei piedi sovvertirono e oppressono, quasi come onde di mare, colle sue vie.
13 Hanno demolito il mio sentiero,
cospirando per la mia disfatta
e nessuno si oppone a loro.
13 Dissiparono gli andamenti miei, e hannomi insidiato; soprastetteno, e non fu chi mi desse aiuto.
14 Avanzano come attraverso una larga breccia,
sbucano in mezzo alle macerie.
14 Quasi come rotto lo muro e aperta la porta, rovinarono sopra me, e rivolti sono alle mie miserie.
15 I terrori si sono volti contro di me;
si è dileguata, come vento, la mia grandezza
e come nube è passata la mia felicità.
15 Ritornato sono in nulla; portonne come vento lo mio desiderio; e sì come nuvola trapassò la mia salute.
16 Ora mi consumo
e mi colgono giorni d'afflizione.
16 Ma ora in me medesimo marcisce l'anima mia, e possiede me lo dì della afflizione.
17 Di notte mi sento trafiggere le ossa
e i dolori che mi rodono non mi danno riposo.
17 Nella notte la bocca mia è forata colli dolori; e coloro che mangiano me, non dormono.
18 A gran forza egli mi afferra per la veste,
mi stringe per l'accollatura della mia tunica.
18 Nella moltitudine loro si consuma lo mio vestimento, e quasi come lo cappuccio della tunica (che s'intornia al collo), così cinsono me.
19 Mi ha gettato nel fango:
son diventato polvere e cenere.
19 Assomigliato sono al fango, e alla favilla e alla cenere.
20 Io grido a te, ma tu non mi rispondi,
insisto, ma tu non mi dai retta.
20 Chiamo a te, e non esaudisci me; io sto, e non mi ragguardi.
21 Tu sei un duro avversario verso di me
e con la forza delle tue mani mi perseguiti;
21 E mutato se' a me in crudele, e avversasti me nella durezza della tua mano.
22 mi sollevi e mi poni a cavallo del vento
e mi fai sballottare dalla bufera.
22 Levasti me, e sì come ponente sopra lo vento gettasti a terra me molto.
23 So bene che mi conduci alla morte,
alla casa dove si riunisce ogni vivente.
23 E (sopra ciò) io so che tu mi darai la morte, dove ordinata è la casa a ciascheduno vivente.
24 Ma qui nessuno tende la mano alla preghiera,
né per la sua sventura invoca aiuto.
24 Ma pertanto alla consumazione loro [non] metterai la tua mano; se elli scorreranno, tu medesimo li salverai.
25 Non ho pianto io forse con chi aveva i giorni duri
e non mi sono afflitto per l'indigente?
25 Di qui adietro io piagnea già sopra colui ch' era tormentato, e avea compassione l'anima mia al povero.
26 Eppure aspettavo il bene ed è venuto il male,
aspettavo la luce ed è venuto il buio.
26 Aspettava li beni, e vennero a me li mali; aspettava la luce, e scorsono le tenebre.
27 Le mie viscere ribollono senza posa
e giorni d'affanno mi assalgono.
27 Le mie cose dentro bollirono senza riposo alcuno; sopravennero a me li dì dell' afflizioue.
28 Avanzo con il volto scuro, senza conforto,
nell'assemblea mi alzo per invocare aiuto.
28 Piangendo andava, senza furore; levandomi, nella turba chiamai.
29 Sono divenuto fratello degli sciacalli
e compagno degli struzzi.
29 Fui io fratello delli dragoni, e compagno delle distruzioni.
30 La mia pelle si è annerita, mi si stacca
e le mie ossa bruciano dall'arsura.
30 La mia cotica annegrita è sopra me; l'ossa mie si seccano per caldo.
31 La mia cetra serve per lamenti
e il mio flauto per la voce di chi piange.
31 Tornata è in pianto la mia cetera, e l' organo mio nella voce delli piagnenti.