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Domenica, 19 maggio 2024 - San Celestino V - Pietro di Morrone ( Letture di oggi)

27-32 Gennaio 30, 1930 Come si svolse la Redenzione, così si svolgerà il regno della Divina Volontà. Analogia tra l’una e l’altra. Sussulto di gioia e di dolore di Gesù.

La Divina Volontà - Libro 27°

27-32 Gennaio 30, 1930 Come si svolse la Redenzione, così si svolgerà il regno della Divina Volontà. Analogia tra l’una e l’altra. Sussulto di gioia e di dolore di Gesù.
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(1) Stavo pensando come poteva venire il regno della Divina Volontà sulla terra, ed in che modo si potrà svolgere, chi saranno i primi fortunati che avranno un tanto bene. Ed il mio dolce Gesù, facendosi vedere mi ha stretto tutta a Sé, e dandomi tre baci mi ha detto:

(2) “Figlia mia, nel medesimo modo che si svolse il regno della Redenzione, così si svolgerà il regno della mia Volontà. Si può dire che la Redenzione va facendo il giro per tutto il mondo, giro che ancora del tutto non ha compiuto, perché non tutti i popoli conoscono la mia venuta sulla terra, e perciò sono privi dei suoi beni. Essa va preparando e disponendo i popoli al gran regno della mia Divina Volontà.

(3) Onde, come la mia Redenzione ebbe il suo principio non in tutto il mondo, ma nel centro della Giudea, perché in questa nazione vi era il piccolo nucleo di quelli che mi aspettavano, vi era Colei che mi aveva scelto per Madre, san Giuseppe che doveva essere il mio padre putativo; in questa nazione mi aveva manifestato ai profeti col farli conoscere che sarei venuto sulla terra. Era giusto che dove si conosceva fossero i primi ad avermi in mezzo a loro; e sebbene furono ingrati e molti non mi vollero conoscere, ma chi può negare che la mia Mamma Celeste, gli apostoli, i discepoli, furono della nazione ebrea? E che furono loro i primi banditori che esposero la loro vita, per far conoscere alle altre nazioni la mia venuta sulla terra ed i beni che ci sono nella mia Redenzione? Così sarà del regno del mio Fiat Divino; i paesi, le province, il regno, che saranno stati i primi a conoscere le conoscenze della mia Divina Volontà, e la sua espressa Volontà che vuol venire a regnare in mezzo alle creature, saranno i primi a ricevere i beni che porterà il suo regno. E poi, facendosi strada con le sue conoscenze farà il suo giro in mezzo alle umane generazioni. Figlia mia, c’è molta analogia del modo come si svolse la Redenzione e del come si svolgerà il regno della mia Divina Volontà. Vedi, nella mia Redenzione vi scelsi una Vergine, apparentemente non aveva nessuna importanza secondo il mondo, né di ricchezza, né di altezza di dignità o di posti che la indicavano, la stessa città di Nazaret non era importante, una piccola casetta era tutta la sua abitazione, ma ad onta che la scelsi da Nazaret, volli che appartenessi alla città capitale di Gerusalemme, in cui aveva il corpo dei pontefici e sacerdoti che allora mi rappresentavano ed annunziavano le mie leggi. Per il regno della mia Divina Volontà ho scelto un’altra vergine, che apparentemente non ha nessuna importanza, né di grandi ricchezze, né di altezza di dignità, la stessa città di Corato non è città importante, ma appartiene a Roma, dove risiede il mio rappresentante in terra, il romano Pontefice, da cui partono le mie leggi divine; il quale, come si fa un dovere di far conoscere ai popoli la mia Redenzione, così si farà un dovere di far conoscere il regno della mia Divina Volontà. Si può dire che l’una e l’altro andranno pari passi del modo e del come, come si deve svolgere il regno del mio Fiat Supremo”.

(4) Dopo ciò seguivo il mio giro nel Voler Divino e giunta nell’eden pregavo Gesù che subito ripristinasse lo scopo della creazione dell’uomo, come uscì dalle sue mani creatrici; ma mentre ciò facevo, il mio amato Gesù facendosi sentire nel mio interno, faceva sentire che il suo cuore divino le sussultava forte, forte, e tutto tenerezza mi ha detto:

(5) “Figlia mia, ogni qualvolta si fa nome dell’eden, il mio cuore sussulta di gioia e di dolore. Nel ricordare il modo, il come fu creato l’uomo, il suo stato felice, la sua bellezza rapitrice, la sua sovranità, le nostre e le sue gioie innocenti con cui ci dilettavamo insieme, com’era bello il figlio nostro, parto degno delle nostre mani creatrici; ora, nel ricordare ciò, è tanto dolce e gradito al mio cuore, che non posso fare a meno di sussultare di gioia e d’amore; ma poi, nel vederlo cambiato nella sua sorte e sceso dalla sua felicità nei mali della sua volontà umana, perché la nostra Divina Volontà era il preservativo a tutti i suoi mali e la conservatrice del come uscì dalle nostre mani creatrici, che mettendolo a gara col suo Creatore lo metteva in condizione di poter dare il suo amore, le sue gioie innocenti a Colui che lo aveva creato. Onde nel vederlo infelice, il mio sussulto di gioia è seguito subito dal sussulto di forte dolore. E se tu sapessi come mi è gradito il tuo ritornare in questo eden per mettermi avanti ciò che di bello, di santo, di grande si fece nella creazione dell’uomo, mi dai il contento, la gioia di farmi ripetere il mio sussulto di gioia, e di mettere un lenitivo al mio sussulto di dolore, che se non fosse seguito dalla speranza certa che il mio figlio, in virtù del mi Fiat, deve ritornarmi felice, col darmi le sue gioie innocenti come fu stabilito da Noi nel crearlo, il mio sussulto di dolore non avrebbe tregua, ed emetterei gridi tanto forti da far piangere gli stessi Cieli. E perciò nel sentire il tuo continuo ritornello: “Voglio il regno del tuo Volere Divino”, il mio cuore divino si sente arrestato il sussulto di dolore, e sussultando di gioia dico: “La piccola figlia del mio Volere vuole e chiede il mio regno”. Ma perché lo vuole? Perché lo conosce, lo ama e lo possiede, ecco perciò prega che lo posseggano le altre creature. Perché essendo la mia Divina Volontà principio di vita della creazione dell’uomo, Essa sola le dà la capacità di poter ricevere tutto dal suo Creatore, e di potergli ridare tutto ciò che vuole, che Egli vuole. Il mio Fiat tiene virtù di far cambiare le condizioni dell’uomo, la sua fortuna, con Esso tutto le sorride, tutti lo amano, tutti lo vogliono servire, e si stimano fortunati di servire il mio Volere Divino in lui, cioè nella creatura dove regna la mia Divina Volontà”.