SCRUTATIO

Lunedi, 23 giugno 2025 - San Tommaso Moro ( Letture di oggi)

Secondo libro de' Maccabei 8


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1 Giuda Maccabeo veramente, e quegli che con lui erano, nascosamente entravano nelle castella; convocando gli parenti e amici, e coloro ch' erano rimasi fermi nella legge (e fede) giudaica, congregandogli, li trassono a sè, e furono sei milia uomini (forti).1 Ora Giuda Maccabeo e i suoi compagni, introducendosi segretamente nei villaggi, chiamavano a sé i parenti e, raccolti quanti erano restati fermi nel giudaismo, formarono un gruppo di circa seimila persone.
2 E invocavano il Signore, pregandolo che riguardasse il suo popolo il quale veniva conculcato dagli uomini, e ch' egli avesse misericordia al templo (suo santo), contaminato (e violato) dalli malvagi.2 Supplicavano il Signore di riguardare il popolo da tutti calpestato, di aver pietà del tempio profanato dagli uomini empi,
3 Avesse anche misericordia del grande esterminio della città, la qual sùbito era per esser spianata (e ruinata), e udisse (anche) la voce del sangue (cioè degli uccisi) i quali gridavano a lui;3 d'aver compassione anche della città in rovina e prossima ad essere spianata, d'ascoltare il sangue che gridava verso di lui,
4 esorandolo etiam ch' egli si ricordasse della iniquissima morte degl' innocenti piccolini, e delle blasfemie fatte al suo (glorioso) nome, e che sopra tutte queste cose lo eccitasse il suo furore.4 di ricordarsi del massacro iniquo degli innocenti bambini e di far vendetta delle bestemmie lanciate contro il suo nome.
5 Ma il Maccabeo, per la moltitudine ch' egli avea congregata, era fatto spaventoso e orribile alle genti; per che la ira del Signore era mutata in misericordia.5 Organizzato il gruppo, Giuda era ormai irresistibile per i gentili, poiché l'ira di Dio si era cambiata in misericordia.
6 E sopravenendo lui alli castelli e cittadi, infiammava li animi loro; e occupando li luoghi opportuni, faceva grande isconfitta nelli inimici.6 Giungendo all'improvviso, incendiava città e villaggi, occupava posizioni favorevoli e metteva in fuga non pochi nemici.
7 Specialmente faceva questi discorsi la notte; e la grande fama del suo potere e virtute per tutto era divulgata.7 Per queste incursioni egli sceglieva soprattutto la complicità della notte. La fama della sua bravura, intanto, si diffondeva dappertutto.
8 La qual cosa vedendo Filippo, e (che) a poco a poco l'uomo (cioè Giuda) far profitto, e con prestezza le sue cose andare prospere, scrisse a Tolomeo duca di Celesiria e Fenicia, che dèsse sussidio alle faccende del re.8 Filippo, vedendo che quest'uomo a poco a poco andava progredendo e che riportava successi sempre più frequenti, scrisse a Tolomeo, stratega della Celesiria e della Fenicia, di venirgli in aiuto per gli affari del re.
9 Il qual Tolomeo velocemente mandò Nicanore, figliuolo di Patroclo, il quale era de' principali ed era amico, dandoli gente mescolata a piedi e a cavallo, ben armati (e mal armati), non meno di venti milia, acciò che ispegnesse tutta la generazione giudea, aggiuntoli Gorgia cavaliere, uomo nelli fatti dell' arme e di battaglie molto esperto (e ammaestrato).9 Costui scelse subito Nicànore, figlio di Patroclo e uno dei primi amici del re, e postolo al comando di non meno di ventimila uomini di ogni nazione, lo inviò a sterminare tutta la razza dei Giudei. A lui associò pure Gorgia, stratega di professione, che aveva esperienza di cose di guerra.
10 E Nicanore ordinò al re, che supplisse il tributo ai Romani, il quale era (solo) di duo migliaia di talenti, della presa de' Giudei.10 Nicànore si era proposto di ricavare dalla vendita dei Giudei fatti schiavi la somma di duemila talenti per il tributo che il re doveva ai Romani.
11 E sùbito mandò alle città marittime, convocando acciò che venissono a comprarsi de' Giudei per servi, promettendo egli di darli nonanta Giudei per uno talento, non avendo rispetto alla vendetta la qual lui dovea conseguitare dallo onnipotente Iddio.11 Perciò inviò subito nelle città del litorale l'invito a comprare schiavi giudei, promettendo di cederne novanta per un talento, non aspettandosi che la giustizia dell'Onnipotente stesse per raggiungerlo.
12 E Giuda, dove si trovò, manifestò a quelli ch' erano con lui lo avvenimento di Nicanore.12 La notizia della spedizione di Nicànore pervenne a Giuda; ma quando questi comunicò ai suoi compagni l'avvicinarsi dell'esercito,
13 Dei quali alcuni dubitando, e non credendo alla giustizia di Dio, si fuggirono.13 quelli che avevano paura e quelli che non confidavano nella giustizia di Dio cercarono scampo altrove e si allontanarono;
14 E gli altri, che rimasero di quelli, sì venivano pregando Iddio insieme, che li liberasse dall'empio Nicanore, il qual gli avea venduti prima che li fosse venuto appresso.14 gli altri, invece, vendevano quanto era loro rimasto e al medesimo tempo pregavano il Signore di liberare quelli che dall'empio Nicànore erano stati venduti già prima dello scontro:
15 E se non per cagione di loro li volesse liberare, che Iddio lo facesse per amor del suo testamento lo qual fu dato alli padri loro, e per la invocazione del suo santo e magnifico nome sopra di loro.15 se non per loro stessi, almeno per le alleanze con i loro padri e per l'invocazione del suo augusto e magnifico nome sopra di essi.
16 E (chiamati e) radunati ch' ebbe il Maccabeo insieme sette milia uomini i quali erano con lui, pregava che non si riconciliassero cogl' inimici, che nè anco temessero la (iniqua) moltitudine degli inimici, che venìa contro a loro, ma che combattesseno fortemente,16 Il Maccabeo, allora, radunati i suoi in numero di seimila, li esortava a non spaventarsi davanti ai nemici e a non temere la moltitudine dei gentili che ingiustamente li aggredivano, ma a combattere eroicamente,
17 avendo dinanzi alli occhi suoi la ingiuria la qual era stata fatta dalli nimici ingiustamente al luogo santo, e anco la ingiuria della città (che presono) posta in tanta derisione, e anco la distruzione delle leggi degli antichi (nostri).17 tenendo davanti agli occhi l'oltraggio da essi compiuto ingiustamente contro il santo luogo, l'ingiuria della città vilipesa e l'abolizione dell'ordinamento politico degli antenati.
18 Però che loro certamente si confidano nell'arme insieme con l'audacia loro; ma noi sì confidiamo nello onnipotente Iddio, il qual puote disfare e quelli che vengono contro a noi, e tutto il mondo, in uno cenno (e ad una sua deliberazione).18 Disse: "Quelli confidano nelle armi e nella loro audacia, noi invece confidiamo in Dio onnipotente, che può abbattere con un solo cenno quelli che marciano contro di noi e il mondo intero".
19 E ridusseli a memoria delli adiutorii di Dio, li quali furono fatti alli suoi antecessori, e quello che fu fatto sotto Sennacherib, che cento e ottantacinque milia ne perirono;19 Ricordò loro i soccorsi ricevuti dai loro antenati, soprattutto quello contro Sennàcherib, quando perirono centottantacinquemila uomini,
20 e della battaglia la qual ebbero con quelli di Galata in Babilonia, dove tutti, quando vennero al fatto, dubitando quelli di Macedonia loro compagni, essi soli sei milia uomini ne uccisero cento venti milia, per le adiutorio loro dato del cielo, e per questo hanno conseguitato molti beneficii.20 e la battaglia che ebbe luogo in Babilonia contro i Galati, quando ottomila Giudei con quattromila Macedoni si gettarono tutti nel combattimento, ma essendosi poi i Macedoni trovati in difficoltà, gli ottomila annientarono centoventimila nemici, con l'aiuto loro venuto dal cielo, riportandone un grande vantaggio.
21 Per queste parole rimasero tutti costanti, e preparati di morire per difensione delle leggi e della patria.21 Resili in questo modo audaci e pronti a morire per le leggi e per la patria, divise in qualche modo l'esercito in quattro parti,
22 Fatto questo, ordinò li suoi fratelli principi a ciascun ordine, Simone, Iosefo e Ionata, dando a ciascuno per condutta mille e cinquecento uomini.22 ponendo a capo di ciascun corpo i suoi fratelli Simone, Giuseppe e Gionata, affidando a ciascuno di essi millecinquecento uomini.
23 Anco letto il libro santo da Esdra, e dato il segno dello adiutorio di Dio, nella prima schiera esso Giuda fu alle mani con Nicanore.23 Vi aggiunse ancora Eleazaro e quindi, letto il libro sacro e data la parola d'ordine "Aiuto di Dio", si mise egli stesso a capo del primo gruppo e si lanciò contro Nicànore.
24 E fatto lo adiutorio di Dio onnipotente, uccisero sopra nove milia uomini; e fatta debile la maggiore parte dello esèrcito di Nicanore per le ferite ch' ebbero, furono costretti di fuggire.24 Fattosi l'Onnipotente loro alleato, uccisero più di novemila nemici, ferirono e mutilarono nelle membra la maggior parte dei soldati di Nicànore e costrinsero tutti alla fuga.
25 Pigliarono anco le pecunie di coloro che erano venuti per comperare li Giudei per ischiavi, e perseguitorono loro per ogni parte.25 S'impadronirono del denaro di coloro che erano venuti per comperarli; li inseguirono a lungo, ma poi, pressati dall'ora, tornarono indietro.
26 Ma loro fuggiti si tornarono colle bocche chiuse; e questo fatto fu dinanzi il sabbato; per la qual cagione non perseverorono di perseguitarli.26 Si era, infatti, alla vigilia del sabato, e per questa ragione non si attardarono ad inseguirli.
27 Congregorono dopo questo tutte le loro arme e tutta la loro roba, e celebrorono il sabbato, benedicendo Iddio il quale li liberò in questo dì, dando a loro il principio della sua misericordia.27 Raccolte le armi e prese le spoglie dei nemici, passarono il sabato benedicendo e lodando più che mai il Signore che li aveva salvati in tale giorno e aveva iniziato a usare misericordia con essi.
28 Dopo il sabbato divisero parte delle robe prese agli infermi, orfani e vedove; e il resto divisero fra loro.28 Passato il sabato, distribuirono parte del bottino ai danneggiati, alle vedove e agli orfani, mentre essi e i loro figli si divisero il resto.
29 Terminate adunque queste cose (per questo modo), e insieme da tutti universalmente fatta la invocazione della misericordia, dimandorono al Signore, che nella fine si reconciliasse con li servi suoi.29 Compiute queste cose, fecero una supplica in comune pregando il Signore misericordioso di riconciliarsi interamente con i suoi servi.
30 E anco di quelli i quali erano con Timoteo e Bacchide, che combatteano contra di loro, ne uccisero sopra venti milia; ed ebbero una grande munizione; e molta roba della preda divisero egualmente agli infermi, pupilli e vedove, e dando anco alli antichi.30 In seguito, scontratisi con gli uomini di Timoteo e di Bàcchide, ne uccisero più di ventimila, s'impadronirono saldamente di alte fortezze e divisero l'abbondante bottino in parti uguali tra se stessi, i danneggiati, gli orfani, le vedove e anche i vecchi.
31 E dopo ch' ebbero con diligenza radunate tutte l'arme, le posero nelli luoghi dove era bisogno; lo residuo della preda portarono in Ierusalem.31 Poi, raccolte le armi e riposto diligentemente tutto in luoghi sicuri, trasportarono il resto del bottino a Gerusalemme.
32 E Filarco uomo scelesto, che avea afflitto in molte cose i Giudei, il qual era con Timoteo, uccisero.32 Uccisero pure il filarca degli uomini di Timoteo, uomo scelleratissimo che aveva molto afflitto i Giudei;
33 E conciosia cosa che si celebrasse il dì della vittoria in Ierusalem, colui che avea abbruciate le porte sacre, cioè Callistene, essendo lui fuggito in una casa piccola, lo abbruciorono, rendendogli la condegna mercede per le sue empietadi.33 e mentre in patria celebravano la vittoria, diedero fuoco a quelli che avevano incendiato le porte sacre, compreso Callìstene che si era rifugiato in una casa e che così ricevette la giusta mercede della sua empietà.
34 Ma Nicanore, uomo operator di molti mali, il quale avea condotto mille mercatanti per comperar i Giudei,34 Lo scelleratissimo Nicànore, che aveva condotto mille mercanti per la vendita dei Giudei,
35 fu molto umiliato da coloro i quali lui esistimava per nulla, mediante lo adiutorio del Signore; e deposta la vestimenta della gloria sua, fuggendo per lo mezzo delle terre, solo se ne venne in Antiochia, avendo conseguitato una grande infelicità per la distruzione del suo esèrcito.35 umiliato, con l'aiuto del Signore, da coloro che da lui erano reputati un nulla, deposta la sua splendida veste e reso il suo aspetto selvaggio come quello di un fuggitivo, attraverso i campi giunse ad Antiochia, straordinariamente felice per la distruzione dell'esercito.
36 E lui il quale avea promesso di restituire il tributo alli Romani della presa di quelli di Ierusalem, ora predicava che li Giudei aveano Iddio per suo protettore; e per quello sono inespugnabili, (e non è persona nè esèrcito che li possi vincere), però che sèguitano le leggi (ordinate e) constituite da esso Iddio.36 Intanto colui che si era impegnato a pagare il tributo ai Romani con la vendita dei prigionieri di Gerusalemme, andava dicendo che i Giudei avevano un difensore e che gli stessi Giudei erano invulnerabili perché seguivano le leggi da lui stabilite.