Secondo libro de' Maccabei 11
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BIBBIA VOLGARE | BIBBIA CEI 1974 |
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1 E dopo poco tempo Lisia, procuratore del re e suo propinquo, preposito de' mercatanti, (ebbe a male e) gravemente sostenea quelle cose ch' erano intervenute (a Timoteo e a' suoi). | 1 Dopo brevissimo tempo Lisia, tutore e parente del re e incaricato degli affari di stato, mal sopportando l'accaduto, |
2 E avendo congregato ottanta milia uomini, con tutto lo esèrcito delli cavalieri, se ne venìa contro alli Giudei, pensando (che) presa che sarà la città per lui, farla abitacolo di Gentili, | 2 raccolti circa ottantamila uomini e tutta la cavalleria, mosse contro i Giudei, calcolando di ridurre la città a dimora dei Greci, |
3 e poner il templo in questo di danari, come egli avea li altri templi de' Gentili, e ciascuno anno vender il sacerdozio, | 3 di imporre tasse al tempio come agli altri edifici di culto dei pagani e di mettere in vendita ogni anno il sommo sacerdozio. |
4 non pensando la potenza di Dio; ma con la mente sanza freno si confidava nella moltitudine dei pedoni, e nelle migliaia de' cavalli, e in ottanta elefanti ( ch' egli avea con se). | 4 Egli non considerava per niente la potenza di Dio, ma si appoggiava sulla potenza di migliaia di fanti, sulle migliaia di cavalli e sugli ottanta elefanti. |
5 Essendo lui veramente entrato in Giudea, e approssimato a Betsura la quale era in uno luogo stretto, distante da Ierusalem per spazio di cinque stadii, combattea quella fortezza. | 5 Entrato nella Giudea e avvicinatosi a Bet-Zur, che era una posizione fortificata distante da Gerusalemme circa venti miglia, la cinse d'assedio. |
6 Quando Maccabeo, e quelli ch' erano con lui, conobbero che la fortezza si combattea, con pianto e lacrime pregavano Iddio Signore, e anco tutto il popolo insieme, che lui mandasse l'angelo suo buono alla salute d' Israel. | 6 Quando gli uomini del Maccabeo vennero a sapere che quegli assediava le fortezze, tra gemiti e lacrime supplicarono con tutto il popolo il Signore che inviasse il suo angelo buono a salvare Israele. |
7 Dopo questo, esso Maccabeo, pigliando l' arme, confortò tutti gli altri, che dovessero insieme con lui sottomettersi al pericolo, e dar favore alli suoi fratelli. | 7 Lo stesso Maccabeo, cingendo per primo le armi, esortò gli altri ad esporsi con lui al pericolo per andare in aiuto dei loro fratelli: tutti insieme partirono con coraggio. |
8 E partendosi tutti con l'animo pronto di Ierusalem, apparve a loro uno a cavallo, vestito di bianco, che li andava dinanzi, con l'arme d'oro movendo l' asta, (come s' egli volesse percuoter gli inimici). | 8 Mentre si trovavano ancora vicino a Gerusalemme, apparve come condottiero davanti a loro un cavaliere in sella, vestito di bianco, in atto di agitare un'armatura d'oro. |
9 Allora tutti benedissero Iddio insieme, il quale li facea misericordia, e pigliorono grande animo; intanto che non solo erano preparati di trapassare gli uomini, ma le bestie ferocissime e li muri di ferro. | 9 Tutti insieme benedissero Dio misericordioso e si sentirono così rafforzati in cuore, che erano pronti ad assalire non solo gli uomini ma anche le bestie più feroci e mura di ferro. |
10 Andavano dunque apparecchiati, avendo il Signore del cielo, [per] misericordia di loro, in aiuto. | 10 Procedevano in ordine, con un alleato venuto dal cielo, per la misericordia che il Signore aveva avuto di loro. |
11 E con modo e impeto leonino corsero contro (e sopra) li nimici, intanto che uccisero XI milia pedoni, e mille secento cavalieri. | 11 Gettatisi come leoni sui nemici, ne stesero al suolo undicimila e milleseicento cavalieri, tutti gli altri li costrinsero a fuggire. |
12 E tutti gli altri erano posti in fuga; e molti di loro feriti e spogliati fuggirono. E anco esso Lisia se ne fuggì con gran vergogna. | 12 Costoro in gran parte riuscirono a salvarsi feriti e spogliati. Anche Lisia per salvarsi fu costretto a fuggire vergognosamente. |
13 E per che (Lisia) non era insensato, considerando appo sè la diminuzione che li era stata fatta, intendendo anco li Giudei non esser da poterli vincere, però che combatteano con lo aiuto dello onnipotente Iddio, mandò loro a dire, | 13 Ma, non privo di intelligenza, pensando alla sconfitta subìta e constatando che gli Ebrei erano invincibili, perché l'onnipotente Dio combatteva al loro fianco, |
14 che li volea consentire in tutto (quello che voleano), però che le loro dimande erano giuste; e promettea ai Giudei di pacificarli con lo re, e fare che lo re li sarìa amico. | 14 mandò a proporre un accordo su tutto ciò che fosse giusto, assicurando che a questo scopo avrebbe persuaso il re, facendo pressione su di lui perché diventasse loro amico. |
15 Condiscese Maccabeo alli preghi di Lisia, consigliandosi in ogni cosa che li fosse utile; e tutto quello che Maccabeo scrisse a Lisia delli Giudei, tutto concesse il re. | 15 Il Maccabeo, badando a ciò che più conveniva, acconsentì a tutto quanto Lisia chiedeva. Quanto infatti il Maccabeo aveva presentato a Lisia per iscritto a riguardo dei Giudei, fu accordato dal re. |
16 Però ch' era stato scritto alli Giudei per Lisia epistole, le quali contenea questa sentenza: Lisia al popolo de' Giudei salute. | 16 Il contenuto della lettera scritta da Lisia ai Giudei era del seguente tenore: |
17 Giovanni e Abesalom, li quali sono stati mandati da voi, portanto le scritture vostre, addimandavano che io terminassi quelle cose che per loro erano notificate (per vostro nome). | 17 "Lisia al popolo dei Giudei salute. Giovanni e Assalonne, inviati da voi, ci hanno consegnato la decisione qui sotto riportata e hanno chiesto la ratifica dei punti in essa dichiarati. |
18 Tutte quelle cose adunque che si potea espedire, io le esposi al re; ed evvi stato concesso tutto quello ch' era onesto di concedere. | 18 Quanto era necessario riferire al re, l'ho riferito ed egli ha accordato quanto era accettabile. |
19 Se dunque voi serverete la fede nelle cose che accaderanno, tenterò da mo in avanti di esser causa di farvi molti beni. | 19 Se dunque conserverete il vostro buon impegno per gli interessi del regno, procurerò anche in avvenire di esservi causa di favori. |
20 Del resto (che s'è a trattare insieme) di ogni cosa particularmente ho notificato a quelli che mi avete mandati, e anco a quelli che io vi mando, acciò che parlino con voi, (e insieme deliberate quello a voi parerà). | 20 Su questi punti e sui particolari ho dato ordine a questi due e ai miei incaricati di trattare con voi. |
21 Siate sani. Nell' anno centesimo quadragesimo ottavo, al vigesimo quarto dì di giugno. | 21 State bene. L'anno centoquarantotto, il ventiquattro del mese di Dioscorinzio". |
22 La epistola del re contenea questa sentenza: lo re Antioco a Lisia fratello salute. | 22 La lettera del re si esprimeva così: "Il re Antioco al fratello Lisia salute. |
23 Essendo nostro padre transferito tra li iddii, noi volendo governare tutti quelli i quali sono nel nostro regno sanza tumulto, e aver diligenza delle cose sue, | 23 Dopo che nostro padre è passato tra gli dèi, volendo noi che i cittadini del regno possano tranquillamente attendere ai loro interessi particolari |
24 abbiamo udito, li Giudei non aver consentito al padre [mio], che si transferiscano alli modi del vivere de' Greci, ma voler tenere le sue leggi; e per questo addimandano a noi, che li sia concesso le cose sue legittime. | 24 e, avendo sentito che i Giudei, non favorevoli al disegno di ellenizzazione di nostro padre, attaccati invece al loro sistema di vita, chiedono di potersi attenere alle proprie leggi, |
25 Volendo adunque che anco questa gente rimanga quieta, ordiniamo e giudichiamo che li sia restituito il loro templo, acciò che possino fare secondo la consuetudine de' loro padri antichi. | 25 desiderosi a nostra volta che anche questo popolo sia libero da turbamenti, decretiamo che il tempio sia loro restituito e si governino secondo le tradizioni dei loro antenati. |
26 Farai adunque bene, se tu manderai a loro, e dara'li la mano destra per fede, acciò che conosciuta la nostra volontade, rimangano di buono animo, e servino alle loro proprie utilità. | 26 Farai quindi cosa opportuna a inviare loro messaggeri e ad offrire loro la destra perché, conosciuta la nostra decisione, si sentano contenti e riprendano a loro agio la cura delle proprie cose". |
27 Questa era la epistola del re, mandata alli Giudei: il re Antioco al senato de' Giudei, e agli altri, salute. | 27 La lettera del re indirizzata al popolo era così concepita: "Il re Antioco al consiglio degli anziani dei Giudei e agli altri Giudei salute. |
28 Se voi siete in prosperità, così è come noi vogliamo; però che anco noi stiamo bene. | 28 Se state bene, è appunto come noi vogliamo: anche noi godiamo ottima salute. |
29 Venne a noi Menelao, dicendo che voi volete discendere alli vostri, li quali sono appresso di noi. | 29 Menelao ci ha rivelato che voi volete tornare a vivere nelle vostre sedi. |
30 A quelli adunque, che passino per sino al trigesimo di del mese d' aprile, diamo la mano destra per sicurtà, | 30 A quelli che si metteranno in viaggio entro i trenta giorni del mese di Xàntico, sarà garantita sicurezza e facoltà |
31 acciò che li Giudei possino usar li cibi e le leggi sue, come faceano prima; e niuno di loro per alcuno modo abbi molestia di quelle cose che per avanti sono state fatte per ignoranza. | 31 di usare, come Giudei, delle loro regole alimentari e delle loro leggi come prima e nessuno di loro potrà essere molestato da alcuno per le mancanze commesse per ignoranza. |
32 Abbiamo anco mandato Menelao, il quale vi debbi parlare, (e dichiararvi la nostra volontà). | 32 Ho anche mandato Menelao per rassicurarvi. |
33 Siate sani. Nell' anno centesimo quadragesimo ottavo, del mese di aprile al quinto decimo dì. | 33 State bene. L'anno centoquarantotto, il venticinque del mese di Xàntico". |
34 Mandorono anco i Romani una epistola di questo tenore: Quinto Memmio e Tito Manilio, ambasciatori de' Romani, al popolo de' Giudei salute. | 34 Anche i Romani inviarono loro questa lettera: "Quinto Memmio e Tito Manio, legati dei Romani, al popolo dei Giudei salute. |
35 Di quelle cose che Lisia, parente del re, vi ha concesso, etiam noi ve le concediamo. | 35 Riguardo a ciò che Lisia, parente del re, vi ha accordato, anche noi siamo d'accordo. |
36 Ma di queste cose ch' egli ha riferite al re, incontinente mandate con diligenza alcuno, conferendo fra voi, acciò conosciamo come a voi si conviene; imperò che noi andiamo in Antiochia. | 36 Riguardo invece a quei punti che egli ha giudicato dover riferire al re, mandate subito uno, dopo aver deliberato tra di voi, perché possiamo esporre le cose in modo conveniente per voi. Noi siamo in viaggio per Antiochia. |
37 Il che affrettatevi di scrivere, per che etiam noi sappiamo di cui volontà siete. | 37 Mandate dunque in fretta alcuni per farci conoscere di quale parere siete. |
38 Abbiate bene. Nel centesimo quadragesimo ottavo anno, nel quintodecimo dì di aprile. | 38 State bene. L'anno centoquarantotto, il venticinque del mese di Xàntico". |