Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Jeremiæ 18


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Verbum quod factum est ad Jeremiam a Domino, dicens :1 La parola la quale disse Iddio a Ieremia, dicente:
2 Surge, et descende in domum figuli, et ibi audies verba mea.2 Lèvati suso, e discendi in quella casa di quello artefice......
3 Et descendi in domum figuli, et ecce ipse faciebat opus super rotam.3 [E discesi in quella casa di quello artefice], ed ecco, egli faceva una opera sopra la rota.
4 Et dissipatum est vas quod ipse faciebat e luto manibus suis : conversusque fecit illud vas alterum, sicut placuerat in oculis ejus ut faceret.4 E lo vaso, ch' egli faceva, tutto si (ruppe e) dissipoe, lo quale egli faceva di loto con le sue mani; e rivolto fece di quello vaso uno altro, sì come piaceva alli occhii suoi di fare.
5 Et factum est verbum Domini ad me, dicens :5 E parlommi Iddio, e disse:
6 Numquid sicut figulus iste,
non potero vobis facere, domus Israël ? ait Dominus :
ecce sicut lutum in manu figuli,
sic vos in manu mea, domus Israël.
6 Or non potrò io fare, come fa questo artefice, a voi, casa d' Israel?
7 Repente loquar adversum gentem et adversus regnum,
ut eradicem, et destruam, et disperdam illud :
7 E subitamente io parlerò incontro alla gente e incontro allo regno, acciò che lo divella dalle radici e distruggalo e faccialo disperso.
8 si pœnitentiam egerit gens illa a malo suo
quod locutus sum adversus eam,
agam et ego pœnitentiam super malo
quod cogitavi ut facerem ei.
8 Ma se quella gente averà fatta penitenza del suo male, il quale io ho parlato contro a lei, e io anche farò penitenza sopra lo male lo quale io penIsai di fare a lei.
9 Et subito loquar de gente et de regno,
ut ædificem et plantem illud.
9 E subitamente parlerò della gente e del regno, acciò ch' io edifichi e pianti quello.
10 Si fecerit malum in oculis meis,
ut non audiat vocem meam,
pœnitentiam agam super bono quod locutus sum ut facerem ei.
10 Se averà fatto male, nelli occhi miei, che non oda la voce mia, farò penitenza sopra lo bene lo quale io parlai di fare a lei.
11 Nunc ergo dic viro Juda, et habitatoribus Jerusalem, dicens :
Hæc dicit Dominus :
Ecce ego fingo contra vos malum,
et cogito contra vos cogitationem :
revertatur unusquisque a via sua mala,
et dirigite vias vestras et studia vestra.
11 Or dunque di' allo uomo di Giuda e allo abitatore di Ierusalem, dicente: questo dice Iddio: ecco io infingo male tra voi, ritorni ciascuno dalla sua via rea, e dirizzate le vostre vie e li vostri studii.
12 Qui dixerunt : Desperavimus :
post cogitationes enim nostras ibimus,
et unusquisque pravitatem cordis sui mali faciemus.
12 Li quali dissono: noi ci siamo disperati; noi andaremo secondo le nostre cogitazioni, e ciascuno farà la reità del suo cuore.
13 Ideo hæc dicit Dominus :
Interrogate gentes :
Quis audivit talia horribilia,
quæ fecit nimis virgo Israël ?
13 Però (che) questo dice Iddio: domandate la gente: chi udì cotali cose orribili, le quali ha fatte troppo la vergine Israel?
14 Numquid deficiet de petra agri nix Libani ?
aut evelli possunt aquæ erumpentes frigidæ, et defluentes ?
14 O verrà in difetto della pietra del campo la luce del Libano? o possonsi divellere le acque erompenti, fredde e discorrenti?
15 Quia oblitus est mei populus meus,
frustra libantes,
et impingentes in viis suis,
in semitis sæculi,
ut ambularent per eas in itinere non trito,
15 Però che lo mio populo m' ha dimenticato, sacrificanti indarno e impingenti nelle loro [vie] e nelle loro sommitadi (cioè andamenti) del secolo, acciò che andassono per quello (comandamento e) con andamento non diritto;
16 ut fieret terra eorum in desolationem,
et in sibilum sempiternum :
omnis qui præterierit per eam obstupescet,
et movebit caput suum.
16 acciò che la loro terra fosse fatta (e venisse) in desolazione e in sufolamento sempiterno; ogni uomo, il quale preterirà per quella, sarà stupefatto, e moverà lo suo capo.
17 Sicut ventus urens dispergam eos coram inimico :
dorsum, et non faciem, ostendam eis in die perditionis eorum.
17 Sì come vento ardente, così farò loro dispersi innanzi a' loro inimici; non mostrerò loro la faccia, ma le reni, nel dì della loro perdizione.
18 Et dixerunt : Venite, et cogitemus contra Jeremiam cogitationes :
non enim peribit lex a sacerdote,
neque consilium a sapiente,
nec sermo a propheta :
venite, et percutiamus eum lingua,
et non attendamus ad universos sermones ejus.
18 E dissono venite, e pensiamo contro a Ieremia cogitazioni; e non perirà la legge dallo sa cerdote, nè il consiglio dal savio, nè il sermone dal profeta; venite e percotiamlo colla lingua, e non intendiamo alli universi suoi sermoni.
19 Attende, Domine, ad me,
et audi vocem adversariorum meorum.
19 O Signore, attendi a me, e odi la voce delli miei avversarii.
20 Numquid redditur pro bono malum,
quia foderunt foveam animæ meæ ?
Recordare quod steterim in conspectu tuo
ut loquerer pro eis bonum,
et averterem indignationem tuam ab eis.
20 O rendesi per bene male? e perche hanno cavata la fossa all' anima mia? Ricòrdati ch' io sono stato nel tuo conspetto, acciò ch' io parlassi bene per loro, e rivolgessigli la tua indignazione.
21 Propterea da filios eorum in famem,
et deduc eos in manus gladii :
fiant uxores eorum absque liberis, et viduæ :
et viri earum interficiantur morte :
juvenes eorum confodiantur gladio in prælio :
21 Perciò poni li suoi figliuoli in fame, e menali in mano di coltello; e siano fatte le loro mogli senza figliuoli e vedove; li uomini siano morti di morte; li loro giovani siano sbudellati col coltello. nella battaglia.
22 audiatur clamor de domibus eorum :
adduces enim super eos latronem repente,
quia foderunt foveam ut caperent me,
et laqueos absconderunt pedibus meis.
22 Sia udito lo rumore delle case loro. Adducerai sopra loro subitamente lo ladrone, però che cavarono la fossa acciò che pigliassono me, e nascosono li lacciuoli alli miei piedi.
23 Tu autem, Domine, scis omne consilium eorum
adversum me in mortem :
ne propitieris iniquitati eorum,
et peccatum eorum a facie tua non deleatur :
fiant corruentes in conspectu tuo ;
in tempore furoris tui abutere eis.
23 E tu, Signore, sai tutto lo consiglio loro contra di me nella morte; or non consentire alla loro iniquitade, e lo peccato loro dalla faccia tua non sia ispento; siano fatti cadenti nel tuo conspetto, e nel tempo del tuo furore usa di loro in mala parte.