Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Sapientia 8


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Attingit ergo a fine usque ad finem fortiter,
et disponit omnia suaviter.

1 Ella dunque aggiugne dalla fine alla fine, e dispone soavemente (e fortemente) tutte le cose.
2 Hanc amavi, et exquisivi a juventute mea,
et quæsivi sponsam mihi eam assumere,
et amator factus sum formæ illius.
2 Io amai costei, e cercaine infino della giovinezza mia; e cercai di torla per mia sposa, e sono fatto amatore della sua bellezza.
3 Generositatem illius glorificat,
contubernium habens Dei ;
sed et omnium Dominus dilexit illam.
3 L'uso di Dio glorifica la sua nobiltade; e Iddio di tutte le opere amoe lei.
4 Doctrix enim est disciplinæ Dei,
et electrix operum illius.
4 Ella è (maestra e) dottrinante della scienza di Dio, e sì è eleggitrice delle opere di colui.
5 Et si divitiæ appetuntur in vita,
quid sapientia locupletius quæ operatur omnia ?
5 E se in la vita amate sono le ricchezze, qual cosa è più ricca che la sapienza, la quale opera tutte le cose?
6 Si autem sensus operatur,
quis horum quæ sunt magis quam illa est artifex ?
6 Se il senno adopera tutte le cose, qual è di queste cose, che sono, più artefice (di quelle) della sapienza?
7 Et si justitiam quis diligit,
labores hujus magnas habent virtutes :
sobrietatem enim et prudentiam docet,
et justitiam, et virtutem,
quibus utilius nihil est in vita hominibus.
7 E se alcuno ama la giustizia, le operazioni della sapienza hanno in ciò grande virtude; però che insegna temperanza e prudenza, e virtude e giustizia, delle quali nulla è meglio alli uomini nella loro vita.
8 Et si multitudinem scientiæ desiderat quis,
scit præterita, et de futuris æstimat ;
scit versutias sermonum, et dissolutiones argumentorum ;
signa et monstra scit antequam fiant,
et eventus temporum et sæculorum.
8 E se alcuno desidera grande moltitudine di scienza, sae le cose passate, ed estima di quelle che sono a venire; egli sae le malizie e ingegni delli uomini, e sae dissolvere li argomenti; e sae (gl' ingegni delli uomini e) le cose che debbono venire inanzi che sieno, e li avvenimenti delli tempi e delli secoli.
9 Proposui ergo hanc adducere mihi ad convivendum,
sciens quoniam mecum communicabit de bonis,
et erit allocutio cogitationis et tædii mei.
9 Io mi proposi di menare al mio convito la sapienza, sapiendo ch' ella comunicherae meco dei beni, e sarae uno alleggiamento e conforto del mio pensiero e del mio increscimento.
10 Habebo propter hanc claritatem ad turbas,
et honorem apud seniores juvenis ;
10 Io hoe per costei claritade appo li popoli, e onore appo li vecchii, giovane.
11 et acutus inveniar in judicio,
et in conspectu potentium admirabilis ero,
et facies principum mirabuntur me :
11 Acuto (e bene disposto) sarò trovato nel giudicio, e sarò mirabile nel conspetto de' potenti; e le faccie de' principi si maraviglieranno di me.
12 tacentem me sustinebunt,
et loquentem me respicient,
et sermocinante me plura, manus ori suo imponent.
12 Loro sosteneranno me tacente, e guarderanno me parlante; e porranno la sua mano in su la sua bocca, quando sermoneroe più cose.
13 Præterea habebo per hanc immortalitatem,
et memoriam æternam his qui post me futuri sunt relinquam.
13 Per costei avrò immortalitade, e a quelli che saranno dopo me eterna memoria.
14 Disponam populos,
et nationes mihi erunt subditæ :
14 (Io per lei) ordinerò li popoli; e le genti saranno sottoposte a me.
15 timebunt me audientes reges horrendi.
In multitudine videbor bonus,
et in bello fortis.
15 Li re che mi ascolteranno temeranno me, (e temeranno me) li re terribili; e appariroe nella moltitudine buono, e nella battaglia forte.
16 Intrans in domum meam, conquiescam cum illa :
non enim habet amaritudinem conversatio illius,
nec tædium convictus illius,
sed lætitiam et gaudium.
16 Ed entrando in casa mia, mi riposerò con lei; la sua conversazione non hae amaritudine; il suo convento non ha fastidio, ma letizia e gaudio.
17 Hæc cogitans apud me
et commemorans in corde meo,
quoniam immortalitas est in cognatione sapientiæ,
17 Pensando queste cose appo me, e commemorando nel cuore mio, che la sapienza è immortale in lo intelletto e conoscimento,
18 et in amicitia illius delectatio bona,
et in operibus manuum illius honestas sine defectione,
et in certamine loquelæ illius sapientia,
et præclaritas in communicatione sermonum ipsius :
circuibam quærens, ut mihi illam assumerem.
18 e che nella sua amistade è buona dilettazione, e che nell' opere delle mani sue sì è (amistade e) onestade sanza difetto, e che nel contendimento del suo parlare è sapienza, e molto grande chiarezza nella comunicazione de' suoi sermoni; io cercando andava d' intorno per tormela.
19 Puer autem eram ingeniosus,
et sortitus sum animam bonam.
19 Io era fanciullo ingegnoso, e hoe acquistata buona anima.
20 Et cum essem magis bonus,
veni ad corpus incoinquinatum.
20 E allora che io era più buono, venni allo corpo non corrotto.
21 Et ut scivi quoniam aliter non possem esse continens, nisi Deus det ;
et hoc ipsum erat sapientiæ, scire cujus esset hoc donum :
adii Dominum, et deprecatus sum illum,
et dixi ex totis præcordiis meis :
21 E quando seppi che io non poteva essere altrimenti continente, se Iddio non lo dà; e che questa medesima cosa era dalla sapienza, per sapere di cui era questo dono; andai a Dio, e pregai lui, e dissi con tutto il mio cuore: