SCRUTATIO

Giovedi, 19 giugno 2025 - San Romualdo ( Letture di oggi)

Iudici 16


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1 E andossene Sansone in Gaza, e videvi una femina peccatrice; e andando dentro, istette con lei.1 Sansone andò a Gaza e vedutavi una donna di cattiva vita andò da lei.
2 La quale cosa avendo udito i Filistei, e crescesse loro la voce (e il nome) cioè che fosse entrato Sansone nella cittade, sì lo attorniarono, ponendo le guardie nella porta della cittade, e quivi alla porta tutta notte aspettando ch' egli venisse, chetamente, acciò che fatta la mattina, vegnendo alla porta, sì l'uccidessono.2 Or quando i Filistei seppero la cosa e si propalò fra loro che Sansone era entrato nella città, lo circondarono, e poste guardie alla porta della città, ve lo aspettarono tutta la notte in silenzio, per ucciderlo la mattina, quando se ne andasse.
3 Ma Sansone sì dormì insino a mezza notte; e poi levandosi suso, (e vegnendo alla porta) sì pigliò amendue le porte con gli sogliari (e con i gangheri) e con li chiavistelli; e postele in su le spalle, portolle suso in su la cima del monte che è verso Ebron.3 Ma Sansone, svegliatosi a mezzanotte, si levò, e presi i due battenti della porta coi loro stipiti e la sbarra, se li mise sulle spalle e li portò sulla cima del monte che guarda Ebron. Le insidie di Dalila
4 E dopo questo, sì amò una femina, la quale abitava nella valle di Sorec, e avea nome Dalila.4 Prese poi ad amare una donna che abitava nella valle di Sorec e si chiamava Dalila.
5 E vennero a Dalila tutti i principi de' Filistei, e sì le dissero: fa che tu inganni Sansone e sappi da lui onde hae tanta fortezza, e come noi il potessimo vincere, e legato affligerlo; la quale cosa se tu la farai, ciascuno di noi daremo a te mille e cento grossi d'argento.5 I principi dei Filistei, andati da lei, le dissero: « Guarda se con inganno gli fai dire da che gli venga tanta forza e che sia necessario fare per impadronirsi di lui, legarlo e punirlo: se l'otterrai, ti daremo mille e cento monete d'argento per ciascuno ».
6 E favellò Dalila a Sansone, e disse: pregoti che tu mi dichi, dove e in che luogo stae questa tua grandissima fortezza, e che è quella cosa che, essendo tu legato con essa, tu non potresti rompere?6 Dalila disse a Sansone: « Mi faresti il piacere di dirmi in che consista la tua grandissima forza e con che dovrebbero legarti per non farti scappare? »
7 Alla quale respuose Sansone: se io sarò legato con sette funi di nervo, che non siano ancora secche, ma siano umide, sarò infermo (e debile), come gli altri uomini.7 Sansone le rispose: « Se io fossi legato con sette corde fatte di nervi freschi e ancora umidi, diventerei impotente come gli altri uomini ».
8 E recaronle li principi de' Filistei sette funi di nervo, sì come avea detto; con le quali funi (dormendo egli) sì lo legò Dalila,8 E avendole i principi dei Filistei portate sette corde come egli aveva detto, essa lo legò,
9 istando in casa dentro nascosti gli agguati degli uomini, e dentro dalla camera aspettando la fine (e quello che di ciò intervenisse). E, legato che l'ebbe, Dalila sì gridò (e disse): Sansone, Sansone, i Filistei ti sono adosso. Il quale (desedandosi) sì rompette questi legami, sì come romperebbe uno altro uomo uno filo di stoppa torto con lo sputo, quando sente la fiamma del fuoco (e il caldo); e non fu (saputo nè) conosciuto, in che istesse la sua grandissima fortezza.9 e, posta gente in agguato ad aspettare nella camera l'esito dell'affare, gli gridò: « Sansone, i Filistei ti sono addosso! » Ed egli ruppe le corde come un filo torto con avanzi di stoppa quando ha sentito il fuoco, e nessuno seppe in che consistesse la sua forza.
10 E disse Dalila un' altra volta a Sansone: ecco, tu mi hai dileggiata, e non mi hai detto il vero; almeno di' ora a me, che è quella cosa la quale, essendo tu legato con essa, tu non potresti rompere.10 Allora Dalila gli disse: « Ecco, ti prendi gioco di me e mi dici bugie, dimmelo almeno ora con che dovresti esser legato ».
11 Alla quale (disse e) respuose Sansone: se io sarò legato con nuove funi, le quali mai non fosseno state adoperate, io sarò infermo (e debile) e somigliante agli altri uomini.11 Sansone le rispose: « Se fossi legato con funi nuove, non mai adoperate, resterei impotente come gli altri uomini ».
12 Con le quali funi sì lo legò un' altra volta Dalila. E legato che l' ebbe, sì gridò, essendo gli agguati degli uomini dietro al letto (cioè di quella cosa ov' era Sansone), e dicendo Dalila: Sansone, Sansone, ecco i Filistei ti sono adosso. Il quale (distendendosi) sì ruppe tutti questi legami, siccome ei fossero fili di tela.12 E Dalila, dopo averlo legato con queste, ed aver preparate le insidie nella camera, gridò: « Sansone, i Filistei ti sono addosso! » Ma egli ruppe le corde come fili di tela.
13 E disse Dalila un' altra volta a Sansone: perchè pure m' inganni insino a qui, e sempre mai mi di' (bugia e) falso? Mostrami (pregoti) con che tu dèi essere legato. E disse Sansone: sette crini del [mio] capo legherai forte con uno legame di panno e uno grosso aguto (e sarò con esso forte legato intorno intorno), e poi sì conficcherai in terra; e sarò infermo (e debole come gli altri uomini).13 E Dalila gli disse: « Fino a quando m'ingannerai colle tue bugie? Dimmi con che dovresti esser legato ». E Sansone le rispose: « Se tessi le sette trecce della mia testa, e, avvoltele intorno ad un chiodo le fissi in terra, io sarò impotente ».
14 La quale cosà avendo fatta Dalila, sì disse: o Sansone, Sansone, i Filistei ti sono adosso. Il quale, levandosi suso dal sonno, sì trasse fuori l' aguto insieme co' capelli e con lo legame del panno.14 Dopo averlo fatto, Dalila gli disse: « Sansone, i Filistei ti sono addosso! » Ma egli, svegliatosi, sconficcò il chiodo coi capelli e col liccio.
15 E dissegli Dalila: come di' tu che m' ami, conciosia cosa che l'animo tuo non sia con meco? (cioè che non ti fidi tu di me) Bene tre volte m'hai mentito, e non m' hai voluto dire in che (istà o) sia la tua grandissima fortezza.15 Allora Dalila gli disse: « Come fai a dire di volermi bene, se il tuo cuore non è con me? Tre volte mi hai mentito, per non volermi dire in che consista la tua grandissima forza! »
16 Molestandolo molto spesso, e per ispazio di molti di continuamente dicendogli questo, e non lasciandolo istare punto (nè in pace nè) in riposo, vennegli meno l'anima, e fu affaticata quasi insino alla morte.16 E siccome, standogli sempre intorno, l'aveva tormentato per molti giorni, senza dargli pace, essendogli venuto meno l'animo, annoiato a morte,
17 E allora discoprendole (e dicendole) la verità del fatto, sì le disse: sappi che ferro non fu posto giammai in su il capo mio, imperò ch' io sono Nazareo, cioè sacrato a Dio, insino ch' io uscìo del ventre della madre mia: (onde sappi che) se il capo mio sarà raso, si partirà da me la mia fortezza, e verrò meno, e sarò come gli altri nomini.17 scoprì come stava la cosa e disse: « Il rasoio non è mai passato sulla mia testa: io son nazareo, consacrato a Dio dal seno di mia madre; tosato che fosse il mio capo, se ne andrebbe la mia forza, e diventerei impotente come tutti gli altri uomini ».
18 E veggendo Dalila che Sansone le avea (detto e) confessato tutto l'animo suo (e la verità), mandò a' principi de' Filistei, e comandò loro: venite suso ancora un' altra volta, imperciò che ora Sansone si m' ha (detto la verità e) aperto il cuore suo. I quali si andarono suso, portando i denari ch' aveano promesso a Dalila.18 Dalila, vedendo che le aveva aperto tutto il suo cuore, mandò a chiamare i principi dei Filistei, facendo dir loro: « Questa volta venite pure, perchè finalmente egli mi ha aperto il suo cuore ». Ed essi salirono, portando seco il danaro promesso.
19 E Dalila si 'I fece addormentare sopra (il grembo e) le ginocchia sue, e in sul petto riposare il suo capo (cioè di Sansone). E chiamò il barbiere, e sì gli rase sette crini (de' capegli del capo suo), e cominciollo a mandarlo via, e cacciollo da sè; e incontanente si partì da sè la sua fortezza (cioè lo Spirito santo).19 Dalila io fece addormentare sulle sue ginocchia col capo nel suo seno, e fe' chiamare un parrucchiere che gli tosò le sette trecce. Dopo averlo respinto e cacciato da sè, perchè la forza di lui se n'era subito andata,
20 E disse (Dalila a Sansone): Sansone, i Filistei ti sono adosso. Il quale levandosi suso, disse nell' animo suo io uscirò fuori come ho fatto l'altre volte, e sì mi difenderò, non sapendo che Iddio si fosse partito da lui.20 disse: « Sansone, i Filistei ti sono addosso ». Egli, svegliatosi, disse dentro di sè: « Ne uscirò come per l'addietro e mi distrigherò »; ma non sapeva che il Signore s'era ritirato da lui.
21 Il quale avendo preso i Filistei, incontanente sì gli cavarono gli occhii, e sì lo menarono in Gaza legato con le catene; e mettendolo in carcere, sì gli facevano (menare il molino e) macinare.21 Allora i Filistei lo presero, e cavatigli subito gli occhi, lo menarono incatenato a Gaza, ove lo chiusero in prigione e gli fecero girare la macina.
22 E dopo questo i capegli del capo suo avean già cominciato a crescere.22 Ma già cominciavano a rinascere i suoi capelli,
23 E tutti quanti i principi de' Filistei sì si raunarono insieme, acciò che facessono offerte magnifiche e sacrifizio a Dagon iddio loro, e mangiassero, dicendo: il dio nostro sì ha messo nelle nostre mani Sansone nostro nemico.23 quando i Filistei si radunarono per offrire sacrifizi solenni a Dagon loro dio, a banchettare e a dire: « Il nostro dio ha dato nello nostre mani il nostro nemico Sansone! »
24 La quale cosa vedendo ancora il popolo, sì lodava il dio suo, e quelle parole medesime dicea, cioè il dio nostro signore sì ha dato (e messo) nelle nostre mani l'avversario nostro, il quale guastò la terra nostra, e molti uccise di noi.24 E anche il popolo, avendolo visto, dava lodi al suo dio e ripeteva: « Il nostro dio ci ha dato nelle mani il nostro avversario che devastò il nostro paese e uccise tanta gente! »
25 E rallegrandosi per conviti, e avendo già mangiato, comandarono (i principi) che fosse chiamato (e menato a loro) Sansone, che giuocasse lì dinanzi a loro; e fecero stare lui tra due colonne.25 Or quando nell'allegro convito ebbero ben mangiato, ordinarono che fosse chiamato Sansone a divertirli. Sansone, fatto uscire dalla prigione, si mise a far giochi davanti a loro. Siccome lo facevan stare in piedi fra due colonne,
26 Il quale (cioè Sansone) sì disse al garzone che il menava: lasciami, e fa sì ch' io tocchi le colonne, alle quali tutte queste cose s' appoggiano, acciò ch' io mi possa uno poco appoggiare, e riposare sopra loro (appoggiandomi).26 egli disse al fanciullo che lo teneva per mano: « Lasciami toccare le colonne sulle quali poggia tutta la casa, che mi appoggi ad esse per riposarmi un tantino ».
27 E in quello punto sì era piena la casa di uomini e di femine, e sì v'erano tutti quanti i principi de' Filistei, e ancora in sul tetto e del solaio si aspettavano bene tre milia persone, tra maschii e femine, per vedere giuocare Sansone.27 La casa era piena di uomini e di donne: vi erano tutti i principi dei Filistei e circa tre mila persone dell'uno e dell'altro sesso, i quali dal tetto e dal terrazzo stavano a guardare Sansone che ballava.
28 E chiamato Iddio Signore, si disse Sansone: Signore Iddio, ricòrdati di me, e rendimi la mia fortezza di prima, Iddio mio, acciò ch' io mi vendichi de' miei nemici; e per due occhii, ch' io ho perduti, solamente mi dà una vendetta.28 Ma Sansone invocò il Signore e disse: « Signore Dio, ricordati di me, e rendimi in quest'ora la mia forza d'una volta; o mio Dio, che possa vendicarmi dei miei nemici, e possa prendere almeno una vendetta per i miei occhi perduti! »
29 E Sansone pigliando amendue le colonne, alle quali s' appoggiava la casa, e tenendo l' una con la mano ritta, e l' altra con la mano manca29 Prese poi le due colonne sulle quali poggiava la casa, e, tenendone una colla destra e l'altra colla sinistra,
30 sì disse: muoia l' anima mia insieme colli Filistei. E scorlando fortemente le colonne, cadde tutta la casa sopra tutti i principi e sopra tutta l'altra moltitudine che quivi era; e molto più ne uccise morendo, che non avea morti innanzi, vivo.30 esclamò: « Muoia Sansone coi Filistei! » Data una forte scossa alle colonne, fece rovinare la casa addosso a tutti i principi e a tutto il popolo che vi si trovava: così egli ne uccise più morendo che in tutta la vita.
31 E vegnendo giuso i fratelli suoi e tutto il suo parentado, tolsono il corpo suo, e sì lo sotterrarono tra Saraa ed Estaol nella spelonca di Manue suo padre. E giudicò (e resse) Israel venti anni.31 I suoi fratelli e tutta la sua parentela andarono a prendere il suo corpo e lo seppellirono tra Saraa ed Estaol, nel sepolcro di Manne, suo padre. Egli aveva giudicato Israele per vent'anni.