Scrutatio

Venerdi, 16 maggio 2025 - San Simone Stock ( Letture di oggi)

Atti degli Apostoli 23


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1 Riguardando Paulo (tutti quelli ch' erano congregati contra a lui) in quello concilio, sì disse: (signori e) fratelli, con ogni buona conscienzia sono conversato dinanzi a Dio insino al dì d'oggi.1 E mirato fissamente il sinedrio, disse Paolo: uomini fratelli, io con tutta buona coscienza mi son portato dinanzi a Dio fino a questo giorno.
2 Dalla quale parola il principe delli sacerdoti, che aveva nome Anania, sdegnato comandò a quelli che li stavano dintorno, che li dessero nella bocca.2 Ma il principe de' sacerdoti Anania ordinò a' circostanti, che lo percuotessero nella bocca.
3 E (così quelli facendo) Paulo disse al principe delli sacerdoti: Dio ti percoterà, parete sbianchizzata; però che sedendo tu come giudice secondo la legge, mi fai ingiustamente percuotere3 Allora Paolo gli disse; percuoterà te Iddio, muraglia imbiancata. E tu siedi a giudicarmi secondo la legge, e contro la legge ordini, che io sia percosso?
4 E (riprendendolo) quelli che stavano dintorno (al principe delli sacerdoti) dicevano: or come? maledici il sommo sacerdote di Dio?4 Ma i circostanti dissero: tu oltraggi il sommo sacerdote di Dio?
5 Paulo rispose: io non sapeva, fratelli miei, ch' fusse principe de' sacerdoti; per ciò ( ch' io so) ch' è scritto, (e comandamento è che dice): non maledicere il principe del popolo.5 E Paolo disse: fratelli, io non sapeva che egli è il Principe de' sacerdoti. Imperocché sta scritto: non oltraggiare il principe del popolo tuo.
6 E poi (avendosi escusato, e) considerando Paulo, che di quelli ch' erano quivi raunati, parte erano Farisei (li quali credevano la resurrezione), e parte Saducei (li quali non la credevano, volendo mettere tra loro discordia), gridò nel concilio e disse: sappiate, (padri e) fratelli miei, che io sono Fariseo e figliuolo di Fariseo; e perchè io predico la resurrezione di morte (e la speranza dell' altra vita), sono così giudicato.6 E sapendo Paolo, come una parte erano Sadducei, e l'altra Farisei, disse ad alta voce nel sinedrio: uomini fratelli, io son Fariseo, figliuolo di Farisei, sono chiamato in giudizio a cagione della speranza della risurrezione de' morti.
7 Per la quale parola incontanente fu discordia fra Saducei e Farisei; e così si partì il concilio (in discordia).7 E detto ch'egli ebbe questo nacque disparere tra i Farisei, e i Sadducei, e la moltitudine fu divisa.
8 Per che li Saducei dicevano che non era resurrezione, nè angelo nè spirito; e li Farisei (dicevano e tengono tutto il contrario, cioè) confessano l'uno e l'altro.8 Imperocché i Sadducei dicono non esservi risurrezione, né Angelo, né Spirito: i Farisei poi confessano ambedue queste cose.
9 Onde levandosi tra loro grande rumore, alcuni de' Farisei si levarono per difender Paulo, e dissero: noi non troviamo contra questo uomo nissuna colpa; e che appartiene a noi, se il spirito gli parlò, o alcuno angelo?9 E vi furon de' clamori grandi. E alzatisi alcuni de' Farisei contendevano, dicendo: non troviamo male alcuno in quest'uomo: Chi sa, se uno spirito, o un Angelo gli abbia parlato?
10 E vedendo il tribuno questa discordia (e sentendo questo rumore), fece trarre Paulo di mezzo di loro, temendo che non lo tollessero, e fecelo mettere in certa guardia da' suoi masnadieri.10 E suscitatasi una gran dissensione, temendo il tribuno, che Paolo non fosse da essi fatto in pezzi, ordinò, che scendesser i soldati, e lo traesser di mezzo a coloro, e lo conducessero agli alloggiamenti.
11 E (stando così Paulo in questa custodia) il Signore gli apparve la seguente notte (e confortollo) e disse: si costante (e fermo, e sappi) che sì come hai renduta testimonianza di me in Ierusalem così è bisogno che facci in Roma.11 E la notte seguente gli apparve il Signore, e disse: fatti animo: imperocché siccome hai renduto per me testimonianza in Gerusalemme, cosi fa d'uopo, che tu la renda anche in Roma.
12 E come fu giorno (temendo) certi iudei (che il tribuno non il liberasse) imaginaronsi pur d' ucciderlo, e fecero voto di non mangiare nè bere insino a tanto che non l' uccidessero.12 E fattosi giorno si unirono alcuni de' Giudei, e anatematizzarono se stessi, dicendo: che non avrebber mangiato, nè bevuto, finché non avessero ucciso Paolo.
13 E furono ben quaranta.13 Ed erano più di quaranta quelli, che aveano fatta questa congiura:
14 Li quali andorono al principe delli sacerdoti e a' seniori, e dissono loro come s' aveano votati e avevano (promesso e) fermato di non mangiare e non bere, insine che non uccidessero Paulo.14 I quali andaron dai principi de' sacerdoti, e dai seniori, e dissero: ci siam obbligati con anatema a non prender cibo, finché non ammazziamo Paolo.
15 E (poi li consigliorono e) dissero: mandate al tribuno, che nel mandi sotto specie d' avere a ragionare con lui, e di terminare certe questioni, e nci staremo apparecchiati nella via, e uccideremolo.15 Ora dunque voi col sinedrio fate sapere al tribuno, che lo conduca alla vostra presenza, come se foste per iscoprir il qualche cosa di più sicuro intorno a lui. E noi prima che egli vi si accosti, siamo pronti a ucciderlo.
16 Le quali parole udendo uno figliuolo d' una sorella di Paulo, incontanente gli venne ad annunziare.16 Ma avendo un figliuolo della sorella di Paolo avuta notizia di queste insidie, andò, ed entrò negli alloggiamenti, e ne diede parte a Paolo.
17 Onde Paulo chiamando a sè uno Centurione, (di quelli che il guardavano), pregollo ch' egli menasse quello suo nepote al tribuno, perciò che gli voleva parlare in secreto.17 E Paolo chiamalo a se uno de' centurioni, disse: conduci questo giovinetto al tribuno, perché ha qualche cosa a fargli sapere.
18 E quello così fece; e giungendo con lui al tribuno, e dicendo come Paulo l' avea pregato che li menasse quello giovine, per ch' egli avea a parlarli in secreto,18 E quegli lo prese, e lo condusse al tribuno, e disse: quel Paolo, che è in catene, mi ha pregato di condurre a te questo giovinetto, il quale ha da dirti qualche cosa.
19 il tribuno prese incontanente quello giovine, e trasselo in disparte, e domandò di quello che dire voleva.19 Allora il tribuno presolo per mano, si tirò con esso in disparte, e lo interrogò: che è quello, che tu hai a farmi sapere?
20 E quello allora gli disse: sappi che certi iudei (hanno fatto consiglio d' uccidere Paulo, e) domani ti verranno a pregare che tu il mandi a loro, sotto specie d' avere a ragionare e determinare con lui certe questioni.20 E quegli disse: i Giudei si sono accordati a pregarti, che domane tu conduca Paolo al sinedrio, come per esaminarlo più diligentemente;
21 (Onde sii savio, e) non il concedere a loro; per ciò che ben quaranta uomini stanno apparecchiati nella via per ucciderlo, e hanno fatto voto di non mangiare nè bere insino a tanto che non l'uccidano; e aspettano pure che tu il mandi.21 Ma tu non fare a modo loro: imperocché tendono insidie a lui più di quaranta uomini dei loro, i quali hanno anatematizzato se stessi, che non mangieranno, né berranno, sino a tanto che non l'abbiano ucciso: e adesso stanno preparati, aspettandosi, che tu loro il prometta.
22 Allora il tribuno mandò via quello giovinetto, e comandogli che ad altrui non dicesse che a lui sopra ciò parlato avesse.22 Il tribuno adunque rimandò il giovinetto, ordinandogli di non dire ad alcuno di avergli notificato tali cose.
23 E (incontanente) chiamando due Centurioni, comandò loro e disse: apparecchiate (e fate armare) LXX uomini a cavallo, e ducento a piedi, e altrettanti a lancie, e in su la terza ora della notte23 E chiamati due centurioni, disse loro: mettete all'ordine dugento soldati, che vadano fino a Cesarea, e settanta cavalli, e dugento uomini armati di lancia per la terza ora della notte:
24 prendete Paulo, e mettetelo a cavallo, sì che sano e salvo il meniate (e presentiate in Cesarea) a Felice preside.24 E preparate le cavalcature sulle quali salvo conducessero Paolo al preside Felice:
25 E questo disse, per che temeva che Paulo da' giudei non li fosse tolto e morto, onde egli poi n' avesse alcuno pregiudicio dall' imperatore.25 (Imperocché ebbe timore, che forse i Giudei non lo involassero, e lo uccidessero, ed egli poi fosse calunniato, quasi avesse tirato al denaro),
26 E (mandandolo per lo predetto modo) scrisse una lettera (al predetto Felice sopra la detta materia) in tale forma: Claudio Lisia all'ottimo preside Felice salute.26 E scrisse lettera di tal tenore Claudio Lisia a Felice ottimo preside, salute.
27 Mando a te questo uomo, il quale li iudei avevano preso, e volevanlo uccidere; onde io sopravenendo con li miei armati, il trassi loro di mano, (massimamente) perchè (egli dice ch' ) egli è romano.27 Quest'uomo preso da' Giudei, e vicino ad essere ucciso da essi, sopraggiunto io co' soldati lo liberai, avendo inteso com'egli è Romano:
28 E volendo sapere la cagione per che li iudei l'avevano così preso (e volevanlo uccidere a furore),28 E volendo sapere di qual delitto lo accusassero, lo condussi al loro sinedrio.
29 non trovai se non ch' elli fa contra a certe loro leggi; ma io per me non gli trovo colpa, per la quale sia degno di morte, nè pur di pregione.29 Ma trovai, die egli era accusato per conto di questioni della loro legge, senza però avere delitto alcuno degno di morte, o di catene.
30 Onde essendomi detto, che li iudei intendevano di tormelo e ucciderlo, e sapendo che a ciò avevano poste le insidie, io l'ho (con buona guardia) mandato a te, e ho pronunziato a' suoi accusatori, che a te vengano se vogliono accusare.30 Ed essendo io stato avvertito delle insidie ordite contro di lui, lo ho mandato a te, intimando anche agli accusatori, che la discorrano innanzi a te. Stà sano.
31 E prendendo la masnada la predetta lettera, occultamente di notte si partirono.31 I soldati adunque secondo l'ordine dato ad essi, preser seco Paolo, e lo condusser la notte ad Antipatride.
32 E poi il seguente dì.32 E il dì seguente lasciando i cavalieri, che andasser con lui, ritornarono agli alloggiamenti.
33 vennero in Cesarea, e presentaronlo dinanzi a Felice preside, e presentarongli la predetta lettera.33 E quegli entrati in Cesarea, e data la lettera al preside, gli presentarono eziandio Paolo.
34 La quale egli leggendo, dimandò Paulo di quale provincia (e contrada) fusse; e rispondendo Paulo, ch' elli era (nato di Tarso) di Cilicia,34 E lettala il preside, e interrogatolo, di qual paese egli fosse, e sentito, che era di Cilicia,
35 Felice li disse: io ti darò audienza, quando saranno venuti li tuoi accusatori. E poi in questo mezzo il fece guardare in quello palazzo che fu di Erode.35 Ti ascolterò, disse, arrivati, che siano i tuoi accusatori. E ordinò, che fosse custodito nel pretorio di Erode.