Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Iob 30


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1Ma ora fanno beffe di me li più giovani di tempo, i padri de' quali io non degnava di porre colli cani della mia gregge;2de' quali la virtù delle loro mani era a me per nulla, e di quella vita pensavano essere non degni;3sterili per povertade e per fame, i quali rodevano nella solitudine, straziati per la sozzezza e per miseria;4e mangiavano l' erbe e le corteccie degli arbori; e le radici delli ginepri erano loro cibo.5I quali delle valli tagliavano queste cose: e conciosia cosa che [le] avessono trovate, a quelle con rumore correvano.6Nelli deserti abitavano delli torrenti, e nelle caverne della terra, ovvero sopra le spine.7I quali a questa medesima cosa si dilettavano, e così si computavano d' essere assai delicati;8(Mali) figliuoli delli sciocchi e delli non nobili, i quali non erano arditi di apparire nella terra.9Ora nello loro canto sono vôlto, e fatto sono a loro in proverbio.10Abbòminano me, e fuggonsi da lunga da me, e non si vergognano di sputarmi nella mia faccia.11Lo carcasso suo aperse, e afflissemi; e lo freno pose nella mia bocca.12Certo alla dritta parte dell' oriente le mie miserie si dirizzarono; li miei piedi sovvertirono e oppressono, quasi come onde di mare, colle sue vie.13Dissiparono gli andamenti miei, e hannomi insidiato; soprastetteno, e non fu chi mi desse aiuto.14Quasi come rotto lo muro e aperta la porta, rovinarono sopra me, e rivolti sono alle mie miserie.15Ritornato sono in nulla; portonne come vento lo mio desiderio; e sì come nuvola trapassò la mia salute.16Ma ora in me medesimo marcisce l'anima mia, e possiede me lo dì della afflizione.17Nella notte la bocca mia è forata colli dolori; e coloro che mangiano me, non dormono.18Nella moltitudine loro si consuma lo mio vestimento, e quasi come lo cappuccio della tunica (che s'intornia al collo), così cinsono me.19Assomigliato sono al fango, e alla favilla e alla cenere.20Chiamo a te, e non esaudisci me; io sto, e non mi ragguardi.21E mutato se' a me in crudele, e avversasti me nella durezza della tua mano.22Levasti me, e sì come ponente sopra lo vento gettasti a terra me molto.23E (sopra ciò) io so che tu mi darai la morte, dove ordinata è la casa a ciascheduno vivente.24Ma pertanto alla consumazione loro [non] metterai la tua mano; se elli scorreranno, tu medesimo li salverai.25Di qui adietro io piagnea già sopra colui ch' era tormentato, e avea compassione l'anima mia al povero.26Aspettava li beni, e vennero a me li mali; aspettava la luce, e scorsono le tenebre.27Le mie cose dentro bollirono senza riposo alcuno; sopravennero a me li dì dell' afflizioue.28Piangendo andava, senza furore; levandomi, nella turba chiamai.29Fui io fratello delli dragoni, e compagno delle distruzioni.30La mia cotica annegrita è sopra me; l'ossa mie si seccano per caldo.31Tornata è in pianto la mia cetera, e l' organo mio nella voce delli piagnenti.