Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Secondo libro de' Maccabei 7


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1E avvenne che furono pigliati sette fratelli colla madre sua insieme, ed erano costretti dal re contro alla legge di toccar le carni del porco, con percosse e battiture di corregge (di pelle) di cuoio di bue.2E uno di loro, il quale era il primo, disse così che cerchi tu, e che vuoi tu imparare da noi? Noi siamo apparecchiati più tosto di morire, che prevaricare le leggi paterne, e quelle di Dio.3E corrucciato il re, comandò che fusse accese le padelle e vasi di bronzo; le quali sùbito accese,4comandò che a colui, che prima parlò, li fusse tratta la lingua; e anco, levata la coteca del capo, comandò li fusse tagliate (tutte) le mani e li piedi, tutti gli altri fratelli e la madre vedendolo.5Ed essendo così fatto inutile per tutto, comandò che fusse posto al fuoco, e anco così spirando ardesse nella padella; nella quale lungamente cruciandosi, li altri insieme con la madre si confortavano di morire fortemente,6dicendo: lo Signore Iddio vedrà la verità, e consolerassi in noi, sì come nella protestazione del cantico dichiarò Moise: E CONSOLERASSI NELLI SERVI SUOI.7E morto il primo a questo modo, menavano lo seguente a disprezzarlo; e levata che li fu la coteca del capo con li capelli, dimandoro s' egli mangerebbe inanzi che fusse punito per i membri di tutto il corpo.8E lui, rispondendo con la voce paterna, disse: non farò. E per questo nel luogo del primo fu tormentato.9Ed essendo nell' ultimo del spirito, disse; tu certamente, scelestissimo, ne perdi in questa vita; ma il re del mondo, poi che noi saremo morti per le sue leggi, ci risusciterà nella resurrezione della eterna vita.10Dopo questo il terzo è dileggiato, e dimandatoli la lingua, sùbito la mise fuori, e constantemente stese le mani.11E disse con fiducia: io possiedo queste cose dal cielo, ma per amor delle leggi di Dio disprezzo tutte queste cose, però ch' io spero di ricever tutte queste cose da lui.12Si che (dicendo a questo modo) si maravigliò il re, e quelli ch' erano con lui, (della costanza e) dell' animo del giovane, che come nulla esistima i cruciati.13E morto che fu questo, similmente cruciavano il quarto.14Ed essendo già propinquo alla morte, disse così coloro i quali sono dati alla morte dagli uomini più tosto debbono aspettare con speranza da Dio, un' altra volta esser resuscitati da lui; ma a te non sarà resurrezione a vita.15E avendo pigliato il quinto, lo cruciavano anco lui. E lui riguardando al re, disse:16Tu hai autorità fra gli uomini, avvenga che tu sii corruttibile; tu fai quello che vuoi; ma non voler pensare che la nostra gente sia abbandonata da Dio.17Ma tu abbi un poco pazienza, e vederai la grande sua podestà, a che modo te e la progenie tua sarà tormentata.18Dopo questo menarono anco il sesto, e questo cominciando a morire disse così: non volere errare invano; però che noi sosteniamo queste cose per cagion di noi istessi, però che abbiamo peccato contro al Dio nostro; e per degna ammirazione sono fatte queste cose in noi.19Ma tu non pensar di scampare sanza punizione, il qual hai tentato di combattere contro a Dio.20E la madre loro, mirabile e degna di memoria delli buoni, con l'animo costante sostenea, vedendosi dinanzi agli occhi suoi esser uccisi sette figliuoli in uno dì, per la speranza la qual avea in Dio.21E confortava ciascuno di loro, ripiena di sapienza, fortemente colla paterna voce; e avendo inserto l'animo virile nelli pensieri feminili,22disse a loro: io non so a che modo voi appariste nel mio ventre, e anco io non diedi a voi lo spirito e l'anima e la vita, e non formai li membri di ciascuno di voi.23Ma egli è il Creatore del mondo, il quale formò la natività dell' uomo; colui che trovò la origine delli uomini vi renderà un' altra fiata la vita con misericordia, così come voi disprezzate voi stessi per amore delle sue leggi.24E Antioco, vedendosi disprezzato, e insieme disprezzata la voce di chi lo vituperava, essendo anco rimasto il più giovane, non solamente lo confortava con parole, ma anco con giuramento affermava che lo farebbe ricco e beato; e se lui si rimovesse delle leggi paterne, sarebbe sempre suo amico, e arebbe tutto quello li fosse bisogno.25E conciosia cosa che il giovane per alcuno modo non si potesse inclinare, chiamò la madre, e sì la persuadeva ch' ella volesse confortar il figliuolo alla salute sua.26E avendola confortata con molte parole, promiseli di persuadere al suo figliuolo.27Inclinata dunque al suo figliuolo, facendosi beffe del crudele tiranno, disse colla voce paternale: figliuolo mio, abbi misericordia di me, la quale ti portai nove mesi nel ventre, e per tre anni diediti lo latte, e sì ti nutricai, e a questa età io ti condussi.28Dimandoti, figliuolo mio, che tu guardi in cielo, e alla terra e a tutte quelle cose che sono in loro; e intendi che tutte queste cose fece Iddio di niente, e anco la generazione degli uomini;29e così nell' animo tuo sì fermi, che tu non temi questo omicidiale; ma essendo fatto degno delli tuoi fratelli, ricevi la morte, acciò che in quella miserazione ti riceva con li tuoi fratelli.30E parlando la madre anco queste cose, disse il giovane: che aspettate voi? non voglio ubedire al comandamento del re, ma al comandamento della legge la qual fu data a noi per Moisè.31Ma tu il qual sei fatto inventor di ogni malizia contro agli ebrei, non fuggirai le mani di Dio.32Però che noi patimo per i peccati nostri.33E se il Signore nostro è un poco irato con noi per riprension e correzion nostra, (ma voglio tu sappi che) lui si riconcilierà con i servi suoi.34Ma tu, o scelestissimo e viziosissimo di tutti gli uomini, non ti voler (gloriare ed) esaltare con vane speranze infiammato contro alli suoi servi.35Però che tu non sei anco fuggito lo giudicio dello onnipotente Dio, il qual conosce ogni cosa.36Li miei fratelli, ben che abbino sostenuto un poco di dolore, sono fatti partecipi della eterna vita; ma tu collo giudicio di Dio satisfarai con li tormenti giusti la tua ambizione.37Io veramente, sì come hanno fatto li miei fratelli, do l'anima e il corpo mio per le (nostre) leggi paterne, invocando Iddio, più maturamente si facci propizio alla gente nostra, e facciti confessare con tormenti e percosse, ch' esso è solo Iddio.38E in me e in li miei fratelli termini l'ira dello onnipetente Iddio, la qual è sopravenuta giustamente sopra tutta la nostra gente.39Allora il re, acceso d' ira contro a questo giovane, sopra tutti gli altri più crudelmente lo tormentò, sostenendo con indignazione di esser dileggiato.40E costui anco mondo (e puro) se ne morì, confidandosi in Dio per tutte queste cose.41Ultimamente dopo i (suoi) figliuoli anco la madre fu consumata (e morta).42Delli sacrificii adunque e delle grandi crudelità assai è detto.