Scrutatio

Giovedi, 13 giugno 2024 - Sant´Antonio da Padova ( Letture di oggi)

Giobbe 31


font
BIBBIA TINTORIBIBBIA VOLGARE
1 « Feci patto coi miei occhi di non pensare neppure ad una vergine.1 Feci io patto cogli occhi miei, acciò ch' io in verità non pensassi della vergine.
2 Che parte allora avrebbe di lassù Dio per me, e qual eredità avrebbe l'Onnipotente dall'alto?2 Adunque che parte avrebbe Iddio di sopra a me, e la ereditade all' Onnipotente di cose eccelse?
3 Non è forse stabilita la perdizione pel malvagio e la diseredazione per chi opera l'iniquità?3 Or non è perdizione al malvagio, e alienazione a coloro che òperano la ingiustizia?
4 Non vede Egli la mia condotta, e non conta tutti i miei passi?4 Or non considera elli le mie vie, e tutti li andamenti miei annumera?
5 Se camminai nella menzogna, se il mio piede corse alla frode,5 Se io andai nella vanitade, e affrettossi lo piede mio in inganno;
6 (mi pesi Dio su giusta bilancia e riconosca la mia integrità);6 pona me nella giusta statera, e sappia Iddio la mia simplicitade.
7 se il mio piede ha fuorviato, se dietro ai miei occhi andò il mio cuore, se alle mie mani s'attaccò qualche macchia,7 Se si partì l'andamento mio della via, se seguitò l'occhio mio il cuore, e nelle mie mani s'appiccò macchia;
8 io semini ed un altro mangi, e la mia progenie sia sradicata.8 seminarò, e uno altro mangerà; e la mia schiatta sarà deradicata.
9 Se il mio cuore è stato sedotto per una donna, se ho insidiato alla porta del mio amico,9 Se ingannato è lo cuore mio sopra la femina, e se io assediai l'uscio dell' amico mio;
10 sia abbandonata ad un altro la mia moglie e serva all'altrui libidine.10 meretrice sia di un altro la moglie mia, e sopra quella si distendano gli. altri.
11 Ciò però è delitto nefando e grandissima iniquità,11 Certo questo è fellonia, e massima iniquitade.
12 è fuoco che divora fino alla perdizione e distrugge ogni rampollo.12 Fuoco è, devorante insino alla perdizione, e deradicante ogni generazione (mia).
13 Se sdegnai andare in giudizio col mio servo e colla mia serva quando erano in lite con me,13 Se disprezzai di sottoporre me allo giudicio col servo mio e l' ancilla mia, quando contendevano contro a me;
14 che dovrei fare quando Dio si leverà a giudicare? Quando mi interrogherà, che potrei rispondere?14 che adunque faroe, quando si leverae Iddio a giudicare? e quando addomanderae, che responderò a lui?
15 Egli che fece me nel seno materno non fece forse anche lui? Non ci ha formati nel seno della madre il medesimo Dio?15 Or non fece me nel ventre, il quale e quello fece, e formò me uno nella vulva?
16 Se negai ai poveri quanto chiedevano, se feci aspettare gli occhi della vedova;16 Se io negai alli poveri quello che vole ano, e feci aspettare l'occhio della vedova;
17 se mangiai da solo il mio pezzo di pane, e non ne feci parte all'orfano,17 se io mangiai la mia fetta solo, e non mangioe lo pupillo di quella;
18 (chè la misericordia crebbe meco dalla mia infanzia e con me uscì dal seno di mia madre);18 perciò che dalla mia fanciullezza crescè meco la miserazione, e del ventre della madre mia venne meco;
19 e non guardai pietoso colui che periva per mancanza di vesti e il povero che non aveva da coprirsi,19 se disprezzai colui che passava, per ch' elli non avea il vestire, e lo povero sanza coprimento;
20 se i suoi fianchi non mi han benedetto, se egli non si è riscaldato colla lana delle mie pecore;20 se non benedissero me li lati suoi, e della lana delle pecore mie s'è riscaldato;
21 se alzai la mano contro l'orfano, anche quando mi vedevo superiore alla porta,21 s' io levai sopra lo pupillo la mia mano, eziandio quando vedeva[mi] superiore nella porta;
22 il mio omero si stacchi dalla sua giuntura, il mio braccio vada in frantumi colle sue ossa.22 l'omero mio delle sue giunture caggia, e lo mio braccio colle sue ossa sieno contrite.
23 io però ebbi sempre timore di Dio come di flutti sopra me sospesi, e non ne avrei potuto sopportare il peso.23 Certo sempre, sì come onde di mare gonfiate sopra me, temetti Iddio, e lo suo carico non potei portare.
24 Se ho riposta nell'oro la mia forza, se dissi all'oro fino: Tu sei la mia speranza;24 S' io pensai che l'oro fosse mia fortezza, e all' oro ottimo e risplendente dissi: tu sei la fidanza mia;
25 se mi son rallegrato per le mie molte ricchezze, e perchè la mia mano ha accumulati molti beni;25 s' io mi rallegrai sopra le molte mie ricchezze, e perciò che più cose trovò la mia mano;
26 se guardai il sole nel suo splendore e la luna che si avanzava nella sua chiarezza,26 s' io vidi lo sole quando risplendea, e la luna andante chiaramente;
27 e il mio cuore si rallegrò segretamente e io baciai la mia mano colla mia bocca,27 e rallegrato è in ascoso lo mio cuore, e basciai la mia mano colla mia bocca;
28 (il che è una grandissima iniquità e negazione dell'Altissimo Dio),28 la quale è massima iniquitade, e negazione contro a Dio altissimo;
29 se mi rallegrai della rovina di chi ini odiava ed esultai quando lo raggiunse la sventura,29 S' io mi rallegrai della rovina di colui che mi odiava, e rallegra'mi di colui, che li fosse venuto male;
30 (io non permisi alla mia bocca di peccare, col mandare imprecazioni contro la vita di lui);30 in veritade io non diedi al peccare la mia gola, acciò ch' io addomandassi maledicente l' anima sua;
31 se gli uomini della mia tenda non dissero: Chi ci darà delle sue carni affinchè ci saziamo?31 se non dissero gli uomini del mio tabernacolo chi ci darae della carne sua acciò che noi ci saziamo?
32 (il pellegrino non stette allo scoperto, la mia porta fu aperta al viaggiatore);32 di fuori non stette lo peregrino; l'uscio mio si manifestò allo viandante;
33 se, come fa l'uomo, nascosi il mio peccato e celai nel mio seno la mia iniquità;33 s'io nascosi, quasi come uomo, lo mio peccato, e celai nello seno mio la mia iniquitade;
34 se ebbi paura della gran moltitudine e mi spaventò il disprezzo dei miei vicini, e non sono stato piuttosto in silenzio, senza passare la porta.34 se io mi spaventai alla troppo moltitudine, e lo disprezzo delli più prossimi spaurì me; e non maggiormente tacetti, e non uscii fuori dell' uscio;
35 Chi mi darà uno che mi ascolti e che l'Onnipotente esaudisca il mio desiderio e colui che giudica scriva egli stesso il libello?35 chi darà a me auditore, acciò che l' Onnipotente oda il mio desiderio; e lo libro scriva colui che giudica;
36 Affinchè io lo porti sulle mie spalle e me lo avvolga alla testa qual diadema?36 acciò che collo mio omero lo porti, e poni intorno a quello, sì come corona a me?
37 Ad ogni mio passo ne ripeterei le parole, e glielo presenterei come ad un principe.37 Per tutti li miei gradi pronunzierò quello, e sì come a principe io offerirò lui.
38 Se la mia terra grida contro di me e se con lei piangono i suoi solchi,38 Se contro a me la mia terra grida, e con lei gli solchi suoi piangono;
39 se ho mangiato i suoi frutti senza pagare ed ho afflitto l'anima dei suoi agricoltori,39 se li frutti suoi mangiai sanza pecunia, l'anima delli lavoratori tormentai;
40 invece di grano mi nascano triboli, invece dell'orzo spine ». (Sono finite le parole di Giobbe).40 per lo grano naschi a me lo tribolo, e per l'orzo la spina.