1 מִשְׁלֵי שְׁלֹמֹה פ בֵּן חָכָם יְשַׂמַּח־אָב וּבֵן כְּסִיל תּוּגַת אִמֹּו | 1 Nell’anno centosessanta Alessandro Epìfane, figlio di Antioco, s’imbarcò e occupò Tolemàide, dove fu ben accolto e cominciò a regnare. |
2 לֹא־יֹועִילוּ אֹוצְרֹות רֶשַׁע וּצְדָקָה תַּצִּיל מִמָּוֶת | 2 Quando lo seppe, il re Demetrio radunò un esercito molto grande e gli mosse contro per fargli guerra. |
3 לֹא־יַרְעִיב יְהוָה נֶפֶשׁ צַדִּיק וְהַוַּת רְשָׁעִים יֶהְדֹּף | 3 Demetrio mandò anche lettere a Giònata, con espressioni di amicizia per esaltarlo. |
4 רָאשׁ עֹשֶׂה כַף־רְמִיָּה וְיַד חָרוּצִים תַּעֲשִׁיר | 4 Diceva infatti tra sé: «Affrettiamoci a far pace con Giònata, prima che lui la faccia con Alessandro contro di noi. |
5 אֹגֵר בַּקַּיִץ בֵּן מַשְׂכִּיל נִרְדָּם בַּקָּצִיר בֵּן מֵבִישׁ | 5 Si ricorderà certo di tutti i mali che abbiamo causato a lui, ai suoi fratelli e al suo popolo». |
6 בְּרָכֹות לְרֹאשׁ צַדִּיק וּפִי רְשָׁעִים יְכַסֶּה חָמָס | 6 Gli concesse facoltà di raccogliere milizie, di preparare armi e considerarsi suo alleato, e gli fece restituire gli ostaggi che erano nella Cittadella. |
7 זֵכֶר צַדִּיק לִבְרָכָה וְשֵׁם רְשָׁעִים יִרְקָב | 7 Giònata venne a Gerusalemme e lesse le lettere davanti a tutto il popolo e a quelli della Cittadella, |
8 חֲכַם־לֵב יִקַּח מִצְוֹת וֶאֱוִיל פָתַיִם יִלָּבֵט | 8 i quali ebbero grande timore quando sentirono che il re gli aveva concesso facoltà di arruolare milizie. |
9 הֹולֵךְ בַּתֹּם יֵלֶךְ בֶּטַח וּמְעַקֵּשׁ דְּרָכָיו יִוָּדֵעַ | 9 Quelli della Cittadella perciò restituirono gli ostaggi a Giònata, che li rese ai loro genitori. |
10 קֹרֵץ עַיִן יִתֵּן עַצָּבֶת וֶאֱוִיל פָתַיִם יִלָּבֵט | 10 Giònata allora pose la residenza a Gerusalemme e incominciò a ricostruire e rinnovare la città. |
11 מְקֹור חַיִּים פִּי צַדִּיק וּפִי רְשָׁעִים יְכַסֶּה חָמָס | 11 Ordinò ai costruttori di edificare le mura e la cinta muraria del monte Sion con pietre quadrate per fortificazione, e così fecero. |
12 נְאָה תְּעֹורֵר מְדָנִים וְעַל כָּל־פְּשָׁעִים תְּכַסֶּה אַהֲבָה | 12 Gli stranieri che stavano nelle fortezze edificate da Bàcchide fuggirono, |
13 בְּשִׂפְתֵי נָבֹון תִּמָּצֵא חָכְמָה וְשֵׁבֶט לְגֵו חֲסַר־לֵב | 13 abbandonando ciascuno la sua posizione e tornando alla propria terra; |
14 חֲכָמִים יִצְפְּנוּ־דָעַת וּפִי־אֱוִיל מְחִתָּה קְרֹבָה | 14 solo a Bet-Sur rimasero alcuni traditori della legge e dei comandamenti, e fu quello il loro rifugio.
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15 הֹון עָשִׁיר קִרְיַת עֻזֹּו מְחִתַּת דַּלִּים רֵישָׁם | 15 Il re Alessandro seppe dell’ambasciata che Demetrio aveva mandato a Giònata; gli narrarono anche le battaglie e gli atti di valore che egli e i suoi fratelli avevano compiuto e le fatiche sopportate. |
16 פְּעֻלַּת צַדִּיק לְחַיִּים תְּבוּאַת רָשָׁע לְחַטָּאת | 16 Allora disse: «Troveremo un altro come lui? Facciamocelo amico e nostro alleato». |
17 אֹרַח לְחַיִּים שֹׁומֵר מוּסָר וְעֹוזֵב תֹּוכַחַת מַתְעֶה | 17 Scrisse e spedì a lui questa lettera:
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18 מְכַסֶּה נְאָה שִׂפְתֵי־שָׁקֶר וּמֹוצִא דִבָּה הוּא כְסִיל | 18 «Il re Alessandro al fratello Giònata, salute! |
19 בְּרֹב דְּבָרִים לֹא יֶחְדַּל־פָּשַׁע וְחֹשֵׂךְ שְׂפָתָיו מַשְׂכִּיל | 19 Abbiamo sentito dire di te che sei uomo forte e potente e disposto a essere nostro amico. |
20 כֶּסֶף נִבְחָר לְשֹׁון צַדִּיק לֵב רְשָׁעִים כִּמְעָט | 20 Noi dunque ti nominiamo oggi sommo sacerdote del tuo popolo e amico del re – gli aveva inviato anche la porpora e la corona d’oro – perché tu favorisca la nostra causa e mantenga amicizia con noi». |
21 שִׂפְתֵי צַדִּיק יִרְעוּ רַבִּים וֶאֱוִילִים בַּחֲסַר־לֵב יָמוּתוּ | 21 Giònata indossò le vesti sacre nel settimo mese dell’anno centosessanta, nella festa delle Capanne, arruolò soldati e fece preparare molte armi.
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22 בִּרְכַּת יְהוָה הִיא תַעֲשִׁיר וְלֹא־יֹוסִף עֶצֶב עִמָּהּ | 22 Demetrio venne a sapere queste cose e rattristato disse: |
23 כִּשְׂחֹוק לִכְסִיל עֲשֹׂות זִמָּה וְחָכְמָה לְאִישׁ תְּבוּנָה | 23 «Perché abbiamo lasciato che Alessandro ci prevenisse nell’accaparrarsi l’amicizia dei Giudei a suo sostegno? |
24 מְגֹורַת רָשָׁע הִיא תְבֹואֶנּוּ וְתַאֲוַת צַדִּיקִים יִתֵּן | 24 Scriverò anch’io parole d’invito con proposte di onori e di doni, perché mi siano di aiuto». |
25 כַּעֲבֹור סוּפָה וְאֵין רָשָׁע וְצַדִּיק יְסֹוד עֹולָם | 25 Scrisse loro in questi termini: «Il re Demetrio alla nazione dei Giudei, salute! |
26 כַּחֹמֶץ ׀ לַשִּׁנַּיִם וְכֶעָשָׁן לָעֵינָיִם כֵּן הֶעָצֵל לְשֹׁלְחָיו | 26 Avete osservato le nostre alleanze, siete rimasti nella nostra amicizia e non siete passati ai nostri nemici: l’abbiamo saputo e ce ne siamo rallegrati. |
27 יִרְאַת יְהוָה תֹּוסִיף יָמִים וּשְׁנֹות רְשָׁעִים תִּקְצֹרְנָה | 27 Continuate dunque a mantenerci la vostra fedeltà e ricambieremo con favori quello che farete per noi. |
28 תֹּוחֶלֶת צַדִּיקִים שִׂמְחָה וְתִקְוַת רְשָׁעִים תֹּאבֵד | 28 Vi concederemo ampie immunità e vi invieremo doni. |
29 מָעֹוז לַתֹּם דֶּרֶךְ יְהוָה וּמְחִתָּה לְפֹעֲלֵי אָוֶן | 29 Fin da ora dispenso voi ed esonero tutti i Giudei dal tributo e dalla tassa del sale e dalle corone. |
30 צַדִּיק לְעֹולָם בַּל־יִמֹּוט וּרְשָׁעִים לֹא יִשְׁכְּנוּ־אָרֶץ | 30 Rinuncio anche da oggi in poi a riscuotere dalla Giudea e dai tre distretti che le sono annessi, dalla Samaria e dalla Galilea, la terza parte del grano e la metà dei frutti degli alberi che mi spetta, da oggi per sempre. |
31 פִּי־צַדִּיק יָנוּב חָכְמָה וּלְשֹׁון תַּהְפֻּכֹות תִּכָּרֵת | 31 Gerusalemme con il suo distretto sia santa ed esente dalle decime e dai tributi. |
32 שִׂפְתֵי צַדִּיק יֵדְעוּן רָצֹון וּפִי רְשָׁעִים תַּהְפֻּכֹות | 32 Rinuncio al potere sulla Cittadella di Gerusalemme e la cedo al sommo sacerdote, perché vi stabilisca uomini da lui scelti a presidiarla. |
| 33 Rimetto in libertà senza compenso ogni persona giudea, fatta prigioniera fuori del paese di Giuda in tutti i miei domìni; tutti siano esonerati dai tributi, anche da quelli del bestiame. |
| 34 Tutte le feste, i sabati, i noviluni, i giorni stabiliti, il triduo prima e il triduo dopo la festa, siano tutti giorni di esenzione e di immunità per tutti i Giudei che sono nel mio regno; |
| 35 nessuno avrà il potere di intentare causa contro di loro o di disturbarli per alcun motivo. |
| 36 Si arruoleranno nell’esercito del re fino a trentamila uomini e sarà dato loro il soldo, come spetta a tutte le forze del re. |
| 37 Sarà posto di stanza qualcuno di loro nelle più grandi fortezze del re e alcuni di loro saranno preposti agli affari di fiducia del regno; i loro superiori e i comandanti saranno scelti tra di loro e potranno regolarsi secondo le loro leggi, come ha prescritto il re anche per la Giudea. |
| 38 I tre distretti assegnati alla Giudea, detraendoli dalla regione della Samaria, saranno riconosciuti alla Giudea e considerati come sottoposti a uno solo e non dipendenti da altra autorità che non sia quella del sommo sacerdote. |
| 39 Assegno Tolemàide e le sue dipendenze come dono al tempio di Gerusalemme, per le spese necessarie al santuario. |
| 40 Dai diritti del re sulle località di mia spettanza, io ogni anno assegno quindicimila sicli d’argento. |
| 41 Gli ulteriori contributi, che non sono stati versati dagli incaricati come negli anni precedenti, d’ora in poi saranno corrisposti per le opere del tempio. |
| 42 Oltre a ciò, i cinquemila sicli che venivano prelevati dall’ammontare delle entrate annuali del tempio, sono condonati anch’essi, perché appartengono ai sacerdoti che vi prestano servizio. |
| 43 Chiunque si rifugerà nel tempio di Gerusalemme e nella sua zona, con debiti da rendere al re o per qualunque motivo, sarà dichiarato libero con quanto gli appartiene nel mio regno. |
| 44 Per le costruzioni e i restauri nel tempio le spese saranno sostenute dalla cassa del re. |
| 45 Anche per la costruzione delle mura e delle fortificazioni intorno a Gerusalemme le spese saranno sostenute dall’erario del re e così per la costruzione di mura nella Giudea».
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| 46 Quando Giònata e il popolo intesero simili espressioni, non vi prestarono fede e non le accettarono, ricordando le grandi iniquità da lui compiute contro Israele e quanto li avesse fatti soffrire. |
| 47 Invece preferirono Alessandro, perché questi era stato il primo ad avviare trattative di pace, e gli furono sempre alleati.
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| 48 Il re Alessandro raccolse grandi forze e uscì in campo contro Demetrio. |
| 49 I due re attaccarono battaglia e l’esercito di Demetrio fu messo in fuga; Alessandro lo inseguì ed ebbe la meglio sulle sue truppe. |
| 50 La battaglia infuriò fino al tramonto del sole e Demetrio cadde ucciso in quel giorno. |
| 51 Alessandro mandò allora ambasciatori a Tolomeo, re d’Egitto, con questo messaggio: |
| 52 «Ecco, sono rientrato nel mio regno e mi sono seduto sul trono dei miei padri; ho ripreso il comando e ho sconfitto Demetrio e mi sono impadronito della nostra regione. |
| 53 Infatti gli ho mosso guerra ed egli e il suo esercito sono stati sconfitti da noi, sicché ci siamo seduti sul trono del suo regno. |
| 54 Ora, perciò, concludiamo tra noi un patto di amicizia; tu concedimi in sposa tua figlia, io sarò tuo genero e offrirò a te e a lei doni degni di te».
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| 55 Il re Tolomeo rispose: «Felice il giorno in cui sei tornato nella terra dei tuoi padri e ti sei seduto sul trono del loro regno. |
| 56 Io farò quanto hai proposto, ma tu vienimi incontro fino a Tolemàide, perché possiamo vederci l’un l’altro, e io diventerò tuo suocero, come hai chiesto».
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| 57 Tolomeo partì dall’Egitto con la figlia Cleopatra e si recò a Tolemàide nell’anno centosessantadue. |
| 58 Gli andò incontro il re Alessandro: Tolomeo gli diede sua figlia Cleopatra e celebrò le sue nozze a Tolemàide, secondo lo stile dei re, in grande sfarzo.
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| 59 Il re Alessandro scrisse a Giònata di venirgli incontro. |
| 60 Egli andò con grande sfarzo a Tolemàide e s’incontrò con i due re; offrì a loro e ai loro amici oro e argento e molti doni, e si guadagnò il loro favore. |
| 61 Si accordarono però contro di lui uomini pestiferi d’Israele, traditori della legge, per deporre contro di lui, ma il re non prestò loro ascolto. |
| 62 Il re invece diede ordine di far deporre a Giònata le sue vesti e di rivestirlo della porpora, e l’ordine fu eseguito. |
| 63 Il re lo fece sedere accanto a sé e disse ai suoi ufficiali: «Attraversate con lui la città e proclamate che nessuno porti accuse contro di lui, per qualunque motivo, e nessuno gli rechi molestia in alcun modo». |
| 64 Ora, quando i suoi accusatori videro gli onori che riceveva, come proclamava il banditore, e che era stato rivestito di porpora, si dileguarono tutti. |
| 65 Il re gli conferì onori e lo ascrisse tra i suoi primi amici e lo costituì stratega e governatore della provincia. |
| 66 Così Giònata tornò a Gerusalemme in pace e gioia.
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| 67 Nell’anno centosessantacinque Demetrio, figlio di Demetrio, venne da Creta nella terra dei suoi padri. |
| 68 Il re Alessandro, quando lo seppe, ne fu assai preoccupato e tornò ad Antiòchia. |
| 69 Demetrio affidò il governo della Celesiria ad Apollònio, il quale, radunato un grande esercito, si accampò presso Iàmnia e inviò al sommo sacerdote Giònata questo messaggio:
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| 70 «Soltanto tu ti sei alzato contro di noi e io sono diventato oggetto di derisione e di scherno a causa tua. Perché ti fai forte contro di noi stando sui monti? |
| 71 Ora, se sei tanto sicuro delle tue forze, scendi contro di noi nella pianura e qui misuriamoci, perché con me c’è la forza delle città. |
| 72 Infórmati e sappi chi sono io e chi sono gli altri che ci aiutano. Ti diranno: “Non potete tenere saldo il piede davanti a noi, perché già due volte sono stati da noi respinti i tuoi padri nella loro terra”. |
| 73 Così ora non potrai resistere alla cavalleria e a un esercito come il nostro in pianura, ove non c’è roccia né scoglio né luogo in cui rifugiarsi». |
| 74 Quando Giònata intese le parole di Apollònio, ne ebbe l’animo irritato; scelse diecimila uomini e uscì da Gerusalemme. Suo fratello Simone gli venne incontro per aiutarlo. |
| 75 Si accampò presso Giaffa, ma gli abitanti avevano chiuso la città, perché a Giaffa c’era un presidio di Apollònio. Le diedero l’assalto |
| 76 e i cittadini, spaventati, aprirono. Così Giònata divenne padrone di Giaffa. |
| 77 Apollònio lo seppe e mise in campo tremila cavalieri e molte truppe e si mosse verso Azoto, come se intendesse fare quel percorso; ma subito si spinse nella pianura, poiché aveva una cavalleria numerosa, sulla quale contava. |
| 78 Giònata lo inseguì alle spalle in direzione di Azoto e gli eserciti attaccarono battaglia. |
| 79 Apollònio aveva lasciato un migliaio di cavalieri nascosti dietro di loro; |
| 80 Giònata però si era accorto che c’era un appostamento dietro di lui. Quelli circondarono il suo schieramento e lanciarono frecce contro le truppe dal mattino alla sera. |
| 81 Ma le truppe tennero fermo, come aveva ordinato Giònata, mentre i cavalli di quelli si stancarono. |
| 82 Allora Simone fece uscire le sue riserve e attaccò la falange e, poiché la cavalleria ormai era esausta, quelli furono da lui travolti e si diedero alla fuga; |
| 83 i cavalieri si dispersero nella pianura: fuggirono verso Azoto ed entrarono in Bet-Dagon, il tempio del loro idolo, in cerca di scampo. |
| 84 Giònata allora incendiò Azoto e le città dei dintorni, prese le loro spoglie e diede alle fiamme anche il tempio di Dagon con quanti vi si erano rifugiati. |
| 85 Gli uccisi di spada e i morti tra le fiamme assommarono a circa ottomila uomini. |
| 86 Poi Giònata tolse il campo di là e si accampò di fronte ad Àscalon, e i cittadini gli vennero incontro con grandi onori. |
| 87 Così Giònata tornò a Gerusalemme con i suoi uomini carichi di bottino. |
| 88 Il re Alessandro, udendo queste notizie, aumentò gli onori a Giònata; |
| 89 gli inviò la fibbia d’oro, che si usa donare ai parenti del re, e gli diede in possesso Ekron e tutto il suo territorio. |