Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 5


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BIBBIA RICCIOTTIBIBBIA VOLGARE
1 - Nel medesimo tempo, Antioco preparava una seconda spedizione in Egitto.1 In quel tempo preparò Antioco di andar la seconda volta in Egitto.
2 Accadde allora che per quaranta giorni, in tutta la città di Gerusalemme, si videro correre in aria cavalieri con mantelli dorati, armati d’aste come le coorti ;2 E addivenne che si vidde per tutta la città di Ierusalem, per ispazio di XL giorni, nell' aria cavalieri discorrendo, i quali aveano stole deaurate e aste, quasi come squadre armate.
3 ed incursioni di cavalli schierati a fila, scontri a corpo a corpo, cozzo di scudi, moltitudine d’uomini con elmi e spade sguainate, lancio di frecce, e splendore d’armi dorate e d’ogni genere di corazze.3 E corsi di cavagli, dirizzati per ordine, con propinquità andavano l' uno contro l' altro, e movimenti di scudi, e moltitudine di elmi con li coltelli stretti, e con gettar di dardi (saette e pietre) e con splendore di arme deaurate, e di ogni generazione di corazze (e panciere).
4 Laonde, tutti pregavano che quei portenti riuscissero a bene.4 Per la qual cosa tutti pregavano, che questo segno maraviglioso si convertisse in buona parte.
5 Ma essendosi sparsa falsamente la voce che Antocò fosse morto, Giasone, presi con sè non meno che mille uomini, assalì all'improvviso la città e sebbene i cittadini accorressero alle mura, in ultimo, presa la città, Menelao si rifugiò nella cittadella.5 Ed essendo uscito un falso rumore, quasi come Antioco fosse morto, radunò Iasone non meno di mille uomini, e sùbito assaltò la cittade; e correndo li cittadini alle mura (per difensione), all' ultimo fu presa la città, e Menelao se ne fuggì nella ròcca.
6 Giasone poi non risparmiò stragi a’ suoi concittadini, senza pensare che un successo riportato contro quelli della propria gente è il massimo male; e credendo di riportar un trioonfo su nemici e non su connazionali.6 E lasone non perdonava nella uccisione alli suoi cittadini, nè pensava prosperità verso li parenti essere uno gran male, pensando sè esser preso dalla fuga degl' inimici, e non delli cittadini.
7 Non però ottenne il principato e per fine del suo tradimento trovò il disonore; e di nuovo fuggiasco, riparò tra gli Ammoniti.7 Niente di meno non ottenne il principato, nella fine delle sue insidie prese confusione, e disperso se n' andò un'altra fiata nelle parti degli Ammaniti.
8 In ultimo, per sommo di sua sciagura, fatto prigioniero da Areta, tiranno degli Arabi, fuggi, e ramingo di città in città, odioso a tutti come esecrabile violator delle leggi, nemico delta patria e della nazione, fu cacciato in Egitto.8 Nell' ultimo, concluso nella morte sua di Areta, tiranno degli Arabi, fuggendo di città in città, era avuto in odio da tutti, come disprezzator delle leggi, e in abominazione come inimico della patria e de' cittadini; e fu cacciato in Egitto.
9 Ed egli, che tanti aveva scacciato dalla loro patria, mori fuggitivo in Lacedemone, dove s’era recato sperando di trovarvi un rifugio in nome della fratellanza.9 E quello che cacciò molti della patria, perì andato in Lacedemonia disperso, quasi per aver rifugio per lo parentado.
10 Ed egli, che molti aveva fatto gettare insepolti, fu gettato alla sua volta illacrimato ed insepolto, senza aver in sorte nè una sepoltura straniera né quella de' padri suoi.10 E quello che avea lasciati molti non sepulti, esso sanza querela è rimasto insepulto; e non ebbe sepultura aliena, nè anco fu partecipe dello sepolcro della patria.
11 Per queste cose, il re sospettò che i Giudei volessero romper l’alleanza con lui. Perciò partitosi dall' Egitto con l’animo inferocito, prese a forza la città.11 E fatte queste cose, suspicò il re i Giudei dovere abbandonar la compagnia; e per questo partito d'Egitto cogli animi depravati, prese coll' arme la città.
12 Ed ai soldati comandò che uccidessero senza misericordia quanti incontravano, e trucidassero quelli che salivano per le case.12 E comandò alli suoi cavalieri, che dovessono uccidere, e non perdonar alcuno che li venisse incontro, e ch' egli dovessero passando per le case tagliare e uccidere.
13 Fu dunque un macello di giovani e vecchi, uno sterminio di donne e bambini, una strage di fanciulli e ragazzi.13 Faceasi adunque una grande tagliata di giovani e antichi, di donne e putti grande esterminio, e di vergini e fanciulli gran morte.
14 Furono in quei tre giorni ottantamila gli uccisi, quarantamila i prigionieri, circa altrettanti i venduti schiavi.14 E furono in tre dì (morti) ottanta milia morti, quaranta milia prigioni, e non meno venduti.
15 Nè gli parve abbastanza, che osò entrare nel tempio più santo di tutta la terra, condottovi da quel Menelao che aveva tradito le leggi e la patria.15 Ma nè anco bastò a lui questo; e fu ardito anco di entrare nel templo più santo che fusse in tutta la terra, conducendolo Menelao il quale fu traditor delle leggi e della patria.
16 E presi con mani scellerate gli arredi santi che da altri re e città eran stati posti ad ornamento ed onore del tempio, indegnamente li maneggiava e contaminava.16 E pigliando li vasi santi con le loro mani sceleste, li quali erano stati posti dalli re e dalle cittadi in ornamento e gloria del luogo, insieme trattavano indegnamente e contaminavano.
17 Cosi Antioco, perso il bene dell' intelletto, non considerava che Dio s’era per un poco sdegnato a causa de' peccati de' cittadini, e che per questo avveniva quella profanazione del tempio.17 E così alienato della mente, Antioco non considerava che per li peccati di quelli che abitavano era stato un poco irato il Signore contro alla città; per la qual cagione anco addivenne al luogo questo disprezzo.
18 Che se non fosse stato che quelli eran macchiati di molti peccati, anch’egli Antioco, come già Eliodoro mandato dal re Seleuco a saccheggiare l’erario, subito al suo arrivo sarebbe stato flagellato, ed Impedito di consumare la sua audacia.18 Altramente, se non fosse stato che gl' incontrò loro essere involuti in molti peccati, sì come Eliodoro il quale fu mandato da Seleuco re a ispogliare lo erario, anco così costui sùbito venendo saria stato scacciato e flagellato per l'audacia sua.
19 Iddio infatti non s’ è scolto un popolo per amor del tempio, ma un tempio per amore del popolo.19 Ma egli è il vero, che il Signore non elesse la gente per lo luogo, ma lo luogo per la gente.
20 Perciò, anche il tempio è divenuto partecipe del mali del popolo; ma in seguito, diverrà compartecipe del beni, e dopo essere stato abbandonato per lo sdegno dell’onnipotente Dio, sarà di nuovo con gran gloria esaltato: quando il Signore grande si riconcilierà.20 E però il luogo fu fatto partecipe delli mali del popolo; e dopo sì sarà compagno anco delli beni; e quello ch' è stato abbandonato nell' ira di Dio onnipotente, un'altra volta nella grande reconciliazione di Dio sarà esaltato con somma gloria.
21 Antioco dunque, rapiti al tempio milleottocento talenti, tornò prestamente in Antiochia, pensandosi nella sua superbia di poter ridurre la terra ad esser navigabile, ed il mare a potervi camminare, tanto s’era gonfiato d’orgoglio.21 Adunque Antioco, avendo tolto del tempio mille ottocento talenti, tornossene sùbito in Antiochia, pensando per la superbia sua, la terra (certamente) di condurre a navigare, e lo mare passar a piedi per l'altezza della mente.
22 E lasciò dei ministri a vessazione del popolo: in Gerusalemme, Filippo, Frigio di stirpe, d’animo più crudele di quel medesimo che ve lo deputò;22 E lasciò soprastanti che affligessero la gente; in Ierusalem lasciò Filippo, il qual era di Frigia, e per costumi più crudele di colui dallo quale era stato constituto;
23 in Garizlm poi, Andronico e Menelao, più accaniti degli altri contro i loro cittadini.23 e in Garizim Andronico e Menelao, li quali più gravemente soprastavano ai cittadini, che gli altri.
24 Ed essendo pieno di odio contro i Giudei, mandò l'iniquo generale Apollonio con un esercito di ventiduemila soldati, ingiungendogli di uccider tutti gli adulti, e di vender le donne e i ragazzi.24 Ed essendosi opposto contro alli Giudei, mandò Apollonio principe odioso con uno esercito di ventiduemilia uomini, e comandolli ch' egli uccidesse tutti quelli di perfetta età, e le donne e li giovani vendesse.
25 Quegli, venuto a Gerusalemme, simulando pace, non si mosse fino al giorno santo del sabato; allora, essendo i Giudei in riposo, comandò ai suol di prender le armi,25 Il quale venendo in Ierusalem, simulando pace, stette cheto per sino al di santo del sabbato; e allora cessando i Giudei da tutte l' opere, comandò a' suoi che pigliassero l' arme.
26 trucidò tutti quelli che eran usciti allo spettacolo, e scorrendo con gli armati la città, uccise gran moltitudine.26 E tutti quelli i quali erano venuti allo spettacolo, uccise; e discorrendo la città con gli armati, uccise una grande moltitudine.
27 Ma Giuda Maccabeo, che era il decimo, ritiratosi in luogo deserto, ivi coi suoi conduceva la vita tra le fiere, pei monti; e continuava a nutrirsi d’erbe, per non partecipare all’altrui contaminazione.27 E Giuda Maccabeo, il quale fu il decimo, se n' andò nel deserto, nel qual luogo vivea in suso i monti con le bestie, insieme con li suoi; e abitavano ivi, mangiando dell' erba, per non esser partecipi di tanta scelerità.