Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 15


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BIBBIA RICCIOTTIBIBBIA VOLGARE
1 - Quando Nicanore seppe che Giuda era nelle regioni della Samaria, pensò d’attaccarlo impetuosamente in giorno di sabato.1 Sapendo Nicanore essere Giuda nè luoghi di Samaria, imaginossi di moverli guerra con grande impeto nel dì del sabbato.
2 Quei Giudei che erano stati costretti a seguirlo, gli dicevano: « Non far cosa tanto barbara e feroce; rendi onore al giorno santo, e rispetta colui che vede ogni cosa ».2 Oude dicendoli li Giudei, li quali come sforzati il seguitavano, ch' egli non dovesse fare così feroce e barbaramente, ma dovesse dare l'onore al dì della santificazione, e onorare quello che risguarda tutte cose;
3 Ma quello sciagurato domandò se v’ è in cielo qualcuno che abbia comandato d’osservare il sabato.3 (ma) egli infelice addimandè, s' egli è in cielo alcuno potente, che comandi esser osservato il dì del sabbato.
4 Risposero: «V’è in cielo, vivo e potente, il Signore medesimo che comandò di celebrare il giorno settimo ».4 Ma quelli rispondendo, ch' egli è il Signore vivente, egli è potente in cielo ha comandato solennizzare il dì del sabbato.
5 Ma quegli disse: « Ed io sono potente in terra, e comando di prender le armi, e di condurre a termine gli affari del re ». Tuttavia non giunse ad eseguire il suo disegno.5 Alli quali quello disse: e io sono potente sopra la terra, il quale comando sia tolte l'arme, e adempiuto le faccende del re. Niente di meno non conseguitò ad (adempiere e) perficere il consiglio.
6 Nicanore dunque, al colmo della superbia, già pensava d’erigere per le sue vittorie su Giuda un pubblico trofeo.6 Onde Nicanore, elevato di somma superbia, avea imaginato di ordinare uno comune spettacolo di Giuda.
7 Il Maccabeo invece sempre con tutta speranza fidava che Dio gli verrebbe in aiuto;7 Ma confidavasi Maccabeo con ogni speranza, sempre esserli presente l'aiuto di Dio.
8 ed esortava i suoi a non temere la mossa delle nazioni, ma tener a mente gli aiuti già ricevuti dal cielo; sperassero quindi anche ora, che dall' Onnipotente verrebbe a loro la vittoria.8 E confortava li suoi, che non si spaventasseno per il venire delle nazioni, ma che loro avessero nella mente li aiuti fatti a loro dal cielo, e al presente sperassero conseguire la vittoria dall' Onnipotente.
9 E parlando loro della legge e dei profeti, e ricordando le prove già prima superate, li rese più arditi.9 E parloli della legge e de' profeti; movendo etiam li esèrciti, li quali prima avea fatti, feceli più pronti.
10 Sollevati così gli animi loro, anche ricordava la mala fede de' Gentili, e le infrazioni ai fatti giuramenti.10 Di che raddrizzati i loro animi, mostravali insieme le fallacie delle genti, e la prevaricazione de' giuramenti.
11 Li armò dunque ad uno ad uno, non munendoli di scudi e di lancia ma di eccellenti discorsi ed esortazioni, e raccontò loro un sogno degno di tutta fede, col quale li rallegrò tutti.11 Ed egli armò ciascuno di quelli, non con forza di scuto e di lancia, ma con ottimi parlari e conforti, esponendoli il sogno degno di fede, per la cui narrazione rallegrò tutti.
12 La visione era questa: Onia, ch’era stato sommo sacerdote, uomo giusto e benigno, di venerabile aspetto, dolce nel tratto, ornato nella parola, esercitato fin da fanciullo nelle virtù, levava le mani pregando per tutto il popolo dei Giudei.12 Ora il sogno era a tal modo: parevali vedere (per insogno, uno chiamato) Onia, il quale era stato sommo sacerdote, uomo buono e benigno, nel viso verecondo, modesto ne' costumi, ne' parlari ordinato, il quale esercitato da puerizia nelle virtù, raddrizzante le mani al cielo, e che egli orava per tutto il popolo de' Giudei.
13 Quindi era apparso un altro personaggio, venerando per età e gloria, ed intorno a lui una magnifica maestà.13 Dopo questo appargli vedere un altro uomo, di età e gloria mirabile, adornato di magno ornamento;
14 Ed Onia, presa la parola, aveva detto: « Questi è l’amico de’fratelli e del popolo di Israele; questi è colui che molto prega per il popolo c per tutta la città santa: Geremia, profeta di Dio».14 che rispondea a Onia, dicendo: questo è amatore delli fratelli e del popolo d' Israel; questo è quello che molto prega per il popolo e per tutta la città santa; egli è Ieremia profeta.
15 Allora Geremia aveva stesa la destra, e data a Giuda una spada d’oro, dicendo:15 Parevali etiam vedere Ieremia estendere la mano destra, e dare a Giuda uno coltello d'oro, dicendo:
16 « Ricevi la spada santa dono di Dio, con la quale abbatterai i nemici d’Israele mio popolo ».16 Togli il coltello santo, dono da Dio, nel quale scaccerai li inimici del popolo mio d' Israel.
17 Cosi esortati dagli eccellenti discorsi di Giuda, atti ad accrescer vigore ed a infervorare gli animi dei giovani, risolsero di assalire e combattere da valorosi, di modo che il valore decidesse gli eventi, trattandosi della città santa e del tempio che erano in pericolo.17 Di che loro, molto confortati per li buoni parlari di Giuda, per li quali potesse commovere l'impeto, ed essere confortati li animi de' giovani, deliberorono di combattere e fortemente confligere, per giudicare la virtù delli officii; conciosia che ruinavansi la città santa e il tempio.
18 Era infatti minore il pensiero che si davano per le mogli ed i figli, pei fratelli e parenti; il primo e più grande timore era per la santità del tempio.18 Certo eravi minore sollicitudine per le mogliere e figliuoli, ed etiam per li fratelli e parenti; ma massimo e il primo (pensiero) era il timore per la santità del tempio.
19 Ma anche quelli che erano rimasti in città non stavano in piccola pena per coloro che dovevan combattere.19 Ed etiam non era piccola sollicitudine per coloro ch' erano per assaltare [a] quelli ch' erano nella città.
20 Stando dunque, tutti in attesa della decisione, i nemici in vista, l’esercito loro schierato, gli elefanti ed i cavalieri ordinati ai luoghi convenienti ;20 E già sperando tutti il giudicio che dovea essere, ed essendovi oste presente, era ordinato lo esercito; etiam composti e ordinati al luogo opportuno le bestie e li cavalieri.
21 considerando il Maccabeo il numero di quelli che si avanzavano, l’apparato delle varie armi, e la ferocia degli animali, levando le mani al cielo invocò il Signore che fa i prodigi, e che, non secondo la forza delle armi ma secondo che a lui piace, dà la vittoria ai più degni.21 La quale cosa considerando Maccabeo, e vedendo il venire della moita gente con apparato di varie arme, ed etiam la ferocità delle bestie, alzando le mani al cielo, invocò il Signore facente le maraviglie, il quale dona la vittoria alli meriti, non secondo la potenza delle arme, [ma] come gli piace.
22 Pregando, disse così: « Tu, Signore, che a tempo d’ Ezechia re di Giuda mandasti il tuo angelo, e del campo di Sennacherib ne uccidesti centottantacinquemila,22 Onde egli, invocando, disse a tal modo: tu Signore, il quale mandasti l'angelo tuo sotto Ezechia, re di Giuda, e uccidesti cento e ottantacinque milia dell' esercito di Sennacherib;
23 manda anche ora, o re del cielo, l’angelo tuo buono innanzi a noi, ad incuter timore e tremor della potenza del tuo braccio,23 e ora, dominatore de' cieli, manda l'angiolo tuo buono, nel timore e tremore della magnitudine del tuo braccio,
24 sicché n’abbiano paura quelli che bestemmiando vengono contro al santo popolo tuo ». Così dunque finì di pregare.24 acciò che temano quelli che vengono con la blasfemia contra il tuo santo popolo. Onde egli a questo modo (frequentemente) orò.
25 Nicanore allora ed i suoi si avanzarono a suon di trombe e di canti.25 Ma Nicanore, e quelli ch' erano con lui, moveano (l'esercito) con le tube e canti.
26 Giuda ed i suoi, invocato Dio, attaccaron battaglia pregando.26 Ed etiam Giuda, e quelli ch' erano con lui, invocato Iddio, per le orazioni si accostorno con la parte avversa.
27 E combattendo sì con la mano, ma col cuore pregando il Signore, abbatterono non meno di trentacinquemila nemici, magnificamente rallegrati dalla presenza di Dio.27 Pugnando certo (e combattendo) con la mano, ma etiam con cuore orando al Signore, gittorono a terra non meno di trentacinque milia, rallegrati magnificamente per la presenza di Dio.
28 Quando poi ebber finito, e giubilanti se ne ritornavano, conobbero che Nicanore era caduto colla sua armatura.28 Onde cessando, e ritornando adrieto con sommo gaudio, intesero essere perito Nicanore con l'arme sue.
29 Allora alzato un grido, e rumore nella patria lingua benedicevano l’onnipotente Signore.29 Di che, fatto il clamore e suscitata la turbazione, benedicevano con patria voce l'onnipotente Dio.
30 Giuda allora, che in tutto era sempre stato pronto a dare pei suoi connazionali il corpo e l’animo, comandò che si portasse a Gerusalemme il capo di Nicanore, e la mano tagliata insieme col braccio.30 Poscia Giuda, il quale per ogni parte e con l' animo era apparecchiato di morire per li cittadini, comandò che fusse portato il capo, e la mano tagliata colla spalla di Nicanore, in Ierosolima.
31 Ivi giunto, convocati i cittadini ed i sacerdoti innanzi all’altare, chiamò anche quelli che erano nella rocca.31 [Al]la quale cosa poscia che furono pervenuti, convocati li suoi della tribù e li sacerdoti all' altare, chiamò etiam quelli ch' erano nella ròcca.
32 E mostrò il capo di Nicanore, e l’empia mano che quegli aveva stesa contro la casa santa dell’onnipotente Dio gloriandosi con tanta insolenza.32 E dimostrato il capo di Nicanore, e la scelerata mano la quale avea istesa contra la casa santa dell' onnipotente Dio, rallegrossi magnificamente.
33 Comandò poi che tagliata dello scellerato Nicanore la lingua fosse data a pezzi agli uccelli, e il capo di quell’ insano fosse sospeso di faccia al tempio.33 Comandò egli etiam, essere tagliata la lingua dell' empio Nicanore, e a parte essere data alli uccelli; e la mano dell' impazzito essere appiccata dincontra al tempio.
34 Tutti dunque benedissero il Signore del cielo, dicendo: «Benedetto Colui che ha salvato dalla contaminazione la sua dimora! ».34 Tutti adunque benedicettero il Signore del cielo, dicendo: sia egli benedetto, il quale ha servato il luogo suo incontaminato.
35 Fu dunque il capo di Nicanore appeso in cima alla rocca, acciò fosse manifesto ed evidente segno dell’aiuto di Dio.35 Onde egli etiam appiccò il capo di Nicanore nell' alta parte della ròcca, acciò che fosse eminente e manifesto segno dell' aiuto di Dio.
36 Tutti poi di comune accordo decretarono che in nessun modo passasse senza solennità un tal giorno,36 Di che tutti di comune consiglio deliberorono, che questo giorno per nullo modo passasse senza celebrazione;
37 e che si celebrasse la festa ai tredici del mese detto di Adar in lingua siriaca, il giorno avanti al giorno di Mardocheo.37 e che si facesse la solennità nel terzo decimo dì del mese Adar, che dicesi in lingua Siriaca, l'altro die di Mardocheo.
38 Compiutisi rispetto a Nicanore questi eventi, essendo da allora in poi la città rimasta in possesso degli Ebrei, anch'io finirò qui il mio discorso.38 Adunque fatte queste cose dicontra Nicanore, e (fu) da quelli tempi posseduta la città [dagli Ebrei], etiam io ponerò fine in questi parlari.
39 Il quale se procede bene, e come si conviene ad una storia, è quello che anch’ io vorrei; se invece è riuscito meno conveniente, mi si perdoni.39 E se certo egli è stato detto bene, e come conviensi all' istoria, questo etiam io vorrei; ma se egli è stato men degno, egli è da imputare a me.
40 Come infatti bere sempre vino o sempre acqua non giova, mentre usarne a vicenda è piacevole ; così a chi legge, se il dire è sempre studiato, non riesce gradito. Qui dunque porrò fine.40 Come a bevere sempre vino, ovvero acqua, egli è contrario, ma a usar l'uno e l'altro egli è delettabile; così non sarà grato il parlare alli lettori, se il sarà ingiustamente domandato. Quivi adunque sarà egli consumato.