Scrutatio

Mercoledi, 22 maggio 2024 - Santa Rita da Cascia ( Letture di oggi)

Sapienza 13


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BIBBIA MARTINIBIBBIA RICCIOTTI
1 Or vani sono tutti gli uomini, i quali non hanno cognizione di Dio; e dalle buone cose, che veggonsi non sono giunti a conoscere colui, che è, né dalla considerazione delle opere conobber chi fosse l'artefice:1 - Vani [per natura] son tutti gli uomini, cui manca la conoscenza di Dio, e che dal beni visibili non sepper conoscere Colui che è, nè dalla considerazione delle opere riconobbero l'artefice.
2 Ma dei, e rettori del mondo credettero essere o il fuoco, o il vento, o il mobil aere, o il coro delle stelle, o la massa delle acque, o il sole, o la luna.2 Ma o il fuoco o il vento o l’aer mobile o il cielo delle stelle o la gran massa delle acque o il sole e la luna credetter dèi, governatori del mondo,
3 Che se rapiti dalla bellezza di tali cose ne fecero dei, comprender debbono quanto più bello di esse sia il loro Signore, mentre tutte queste cose dall'autore della bellezza furono fatte.3 Se dilettati dalla bellezza di tali cose le supposero dèi, sappiano quanto più bello di esse è il loro Signore; giacché l'autore della bellezza creò tutte quelle cose.
4 Se poi la virtù ammirarono, e gli effetti delle medesime cose, da queste debbon intendere, che colui, il qual le creò, in virtù le sorpassa:4 Se furon colpiti invece dalla loro potenza ed energia, intendano da esse, che più potente di loro è colui che le produsse.
5 Imperocché dalla grandezza, e bellezza della creatura potrà intelligibilmente vedersi il lor Creatore:5 Dalla grandezza invero e dalla bellezza delle creature si può conoscere, per analogia, il loro creatore.
6 Eppure meno è da dolersi di questi. Perocché errano forse in cercando Dio, e bramando di ritrovarlo.6 Tuttavia un minor biasimo grava su costoro; perchè erran forse, cercando Dio e bramando trovarlo.
7 Conciossiaché lui cercano, investigando le opere sue, e ne rimangono presi, perché buone sono le cose, che veggonsi.7 Occupandosi infatti delle sue opere essi fanno ricerche, e si lascian persuadere [dall’apparenza], poiché son belle le cose visibili.
8 Contuttociò neppur a questi si dee perdonare;8 D'altra parte neppure essi non son da perdonare.
9 Imperocché se poteron saperne tanto da penetrare le cose del mondo, come mai il Signore di esso non iscopersero più agevolmente?9 Perchè se tanta scienza riuscirono ad avere, da poter scrutare il mondo, come mal, non trovaron più prontamente il Signore di esso?
10 Ma sgraziatissimi sono, e la loro speranza hanno in cose morte coloro, che danno il nome di dei alle opere delle mani degli uomini, all'oro, all'argento lavorato con arte, e alle immagini di animali, o ad un vil sasso, opera di antica mano.10 Ma infelici sono e su cose morte fondan le loro speranze, quel che chiaman dèi le opere delle mani degli uomini, l'oro e l’argento lavorati con arte e raffiguranti animali, o un inutile sasso, opera di mano antica.
11 Come quando un legnaiuolo perito tronca una diritta pianta dal bosco, e con buon modo tutta ne rade la corteccia, e dell'arte sua ne forma un mobile atto a servire per le bisogne della vita,11 Così, un mastro legnaiuolo, tagliato un albero ritto, ne rade intorno abilmente tutta la corteccia, e usando acconciamente dell’arte sua, un utile mobile ne forma per il servizio della vita;
12 E degli avanzi di tal lavoro ne fa uso per farsi da mangiare;12 gli avanzi poi del lavoro adopera a preparare il cibo [e sfamarsi];
13 E un pezzo di questi non buono a farne nulla, bischenco, e pieno di nodi, a tempo avanzato lo lavora diligente mente collo scalpello, e secondo le regole dell'arte sua gli da figura, e lo fa simile all'immagine di un uomo,13 ma l’ultimo resto di essi, buono a nulla, un pezzo di legno torto e tutto nodi, [lo piglia e] lo scolpisce con cura nelle ore d’ozio, e con intelligenza d'arte gli dà figure, e lo fa rappresentare un uomo
14 Ovver gli di somiglianzà ad alcuno animale; e lo liscia col minio, e gli da color rosso col belletto, e lo pulisce da tutte le sue macchie,14 o rassomigliare a qualche [vile] animale, dandogli una mano di minio e arrossando con belletto la sua pelle, e facendo scomparir con la tinta ogni macchia;
15 E degna stanza a lui prepara, e lo colloca alla muraglia, dove lo assicura col ferro,15 e preparatagli una degna dimora, lo affigge alla parete, assicurandolo con ferro.
16 Affinchè non vada per terra, usando per esso tal diligenza, perché sa, ch'ei non può da se aitarsi, perché è un simolacro, ed ha bisogno di aiuto:16 Perchè [cioè] non cada si dà cura di lui, ben sapendo che non può aiutarsi da sè, poiché altro non è che un'immagine e ha bisogno d’aiuto.
17 E a lui porge voti, e lo consulta intorno alle sue facoltà, e intorno a' figliuoli, e intorno ad un matrimonio; e non si vergogna di parlare con uno, che è senz'anima:17 Ma pregando per le sue sostanze, per i suoi figliuoli, per i suoi matrimoni, non si vergogna di rivolger la parola a quella cosa senz’anima.
18 E da un invalido chiede con suppliche la sanità, e da un morto la vita, e in suo aiuto invoca un impotente:18 E per [ottener] la sanità invoca ciò ch'è privo di forza, e per la vita Implora un morto; e per aiuto supplica un impotente,
19 E per fare un viaggio si raccomanda a chi nop può muoversi, e per far degli acquisti, o qualche lavoro, e pel felice evento di qualsisia cosa, fa preghiere a chi non è buono a nulla.19 e per un viaggio si raccomanda a ciò che neppur può servirsi de, piedi; e per il guadagno, le imprese, il buon successo d’ogni cosa, chiede [capacità] a quanto v’ha di più inerte.