Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 6


font
BIBBIA MARTINIBIBBIA VOLGARE
1 Ma di li a poco mandò il re un certo senatore Antiocheno a costringere i Giudei ad abbandonare le leggi della patria, e di Dio:1 Ma non dopo molto tempo mandò il re uno uomo antico di Antiochia, il quale constrignesse i Giudei, che si rimovessono dalle leggi di Dio e della patria;
2 E a profanare eziandio il tempio di Gerusalemme, e dargli il nome di Giove Olimpio, e a quello di Garizim il nome di Giove straniero, quali erano gli abitanti di quel luogo.2 e che contaminasse anco il tempio il quale era in Ierusalem, e farlo chiamare tempio di Giove Olimpio; e [in] Garizim, secondo ch' erano quelli i quali abitavano nel luogo, di Giove ospitale.
3 Orrenda, e terribile per tutti era l'inondazione di tanti mali.3 Ed era uno pessimo e grave contracorso di mali a tutti.
4 Perocché il tempio era pieno di lascivie, e di crapule de' Gentili, e di gente, che peccava colle meretrici, e le donne entravano sfacciatamente ne' luoghi sacrati, portandovi cose, che non eran permesse.4 Però che anco il tempio era pieno di lussuria, e di conviti e mangiari disordinati, e di persone che usavano con meretrici; e le femine s' intromettevano dei vasi sacri più di quello era conveniente, mettendovi dentro cose che non erano lecite.
5 E l'altare stesso era pieno di cose illecite, e vietate dalle leggi.5 Anco l'altare era pieno di molte cose illecite, le quali erano proibite per la legge.
6 Non si osservavano più i sabati, né si celebravano i dì solenni secondo il costume, e nissuno ardiva di confessare ingenuamente di esser Giudeo.6 E non si servava li sabbati, nè li dì solenni (delli padri, ovver) della patria erano servati; e non era alcuno, che confessasse che fusse Giudeo.
7 Ed eran condotti per dura necessità, ai sacrifizj nel dì natalizio del re, e quando si celebrava la festa di Bacco eran costretti d'andare attorno coronati di ellera in onore di lui.7 Ed erano menati, con amara necessità, nel dì della natività del re alli sacrificii; e celebrandosi le cose sacre di (dio) Bacco (lo quale è iddio del vino), erano costretti di circuire il tempio di (dio) Bacco, coronati di ellera.
8 E a suggestione di quelli di Tolemaide fu pubblicato nelle vicine città dei Gentili un editto, affinchè anche in quei luoghi fosser costretti nella stessa forma, i Giudei a sacrificare:8 E oltre questo fu fatto uno comandamento nelle prossime città de' Gentili, incitando i Tolomei, che anco per questo medesimo modo facessino contro alli Giudei, [acciò] che sacrificassino;
9 E quelli, che non volessero accomodarsi agli usi de' Gentili fossero uccisi. Era pertanto uno spettacolo degno di compassione.9 e quelli che non vogliano transferirsi agl' instituti de' Gentili, uccidessono; ed era una miseria veder queste cose.
10 Imperocché furono accusate due donne per aver circoncisi i loro figliuoli, e condottele in pubblica mostra per la città coi bambini attaccati alle mammelle, le precipitarono poi dalle mura.10 E furono accusate due donne, che aveano circonciso i suoi figliuoli; le quali, avendo i figliuoli appiccati alle poppe, essendo menate pubblicamente per la città, le precipitarono per le mura.
11 Altri poi, che si erano adunati nelle vicine caverne per celebrar di nascosto il giorno del sabato, essendo stati denunziati a Filippo furon brugiati vivi, perché ebbero scrupolo di aiutarsi colle loro forze per riguardo alla religione, e alla santità di quel giorno.11 Alcuni altri nascosamente nelle spelonche celebravano il sabbato; ed essendo manifestati a Filippo, furono arsi, però che aveano riverenza, per la religione e l'osservanza, di farsi alcuno adiutorio pur con le mani.
12 Or io prego quelli, che leggeranno questo libro, che non prendano scandalo per tali sinistri avvenimenti, ma riflettano, che le cose che avvennero furon destinate all'ammenda, e non per lo sterminio di nostra nazione.12 Io veramente priego voi li quali leggerete questo libro, che non vi maravigliate per queste cose avverse, ma reputate (che) queste cose che avvennero, non esser a distruzione della nostra gente, ma a correzione.
13 Perocché indizio di gran benevolenza egli è il non permettere ai peccatori di seguire per lungo tempo i loro capricci, ma dar prontamente di mano al castigo.13 Però che non permettere che i peccatori molto tempo òperino male, ma sùbito castigarli, indicio di uno grande beneficio.
14 Perocché non fa egli come colle altre nazioni, le quali il Signore aspetta pazientemente a punirle venuto che sia il dì del Giudizio, colmata già la in misura de' lor peccati;14 Non certo così, come nelle altre nazioni, il Signore aspetta pazientemente, acciò che quando verrà il dì del giudicio li punisca nella moltitudine de' loro peccati.
15 Non cosi ha egli disposto riguardo a noi, né a punirci aspetta che siano riuniti al loro termine i nostri peccati:15 E così anco in noi ordinò, ch' essendo divenuti i nostri peccati nella fine, così anco dopo soprainduca la vendetta.
16 Cosi egli non allontana giammai la sua misericordia da noi, e correggendoci colle avversità non abbandona il suo popolo.16 Per la qual cosa (certamente) già mai non rimove la sua misericordia da noi; però che correggendo nelle avversità, il suo popolo non abbandona.
17 Ma bastino queste poche parole per avvertimento dei leggitori: venghiamo oramai alla narrazione.17 E queste poche cose, che noi abbiamo qui interposte, sia ammaestramento di quelli che leggeranno. E ora è tempo di venire alla narrazione.
18 Eleazaro adunque uno de' primi dottori della legge, uomo di età avanzata, e di bell'aspetto, voleano quelli costringere a mangiar della carne di porco aprendogli a forza la bocca.18 Eleazaro adunque, uno delli maggiori scribi, uomo di età provetta e bello di volto, con la bocca aperta gemendo, era isforzato che mangiasse la carne del porco.
19 Ma egli preferendo una gloriosissima morte ad una odiosa vita, volontariamente s'incamminava al supplizio.19 E lui desiderando più tosto la gloriosa morte, che la vita odiosa, volontariamente andava inanzi al supplicio.
20 E mirando, a quel che gli convenisse di fare, serbando stabile la pazienza, determinò di non far cosa illecita per amor della vita.20 E considerando lui a che modo si debba vivendo operare, sostenendo pazientemente, deliberò di non consentire ad alcuna cosa illecita per amore della vita.
21 Or quelli, che eran presenti, per una ingiusta compassione, e per l'amore che a lui portavano da lungo tempo, prendendolo a parte lo pregavano a permettere, che si portassero delle carni, di quelle ch'ei potea mangiare, per fingere ch'egli avesse mangiato, secondo l'ordine del re, delle carni del sacrificio;21 Ma coloro i quali erano circostanti, commossi da una iniqua miserazione per cagione della antica amicizia che loro aveano con lui, traendolo da canto lo pregavano secretamente che fussero condutte carni le quali fosse lecito a lui di mangiarle, acciò che simulasse di aver mangiato, sì come il re avea comandato, delle carni del sacrificio,
22 Affinchè per tal mezzo si liberasse dalla morte: e questa umanità usavan con lui per l'antico affetto, che gli portavano.22 acciò che, finto questo, fusse liberato dalla morte; e (anco) per amore dell' antica sua amicizia. facevano con lui questa umanità.
23 Ma egli investitosi di alti sentimenti degni di sua età, e vecchiezza, e dell'antica natia nobiltà, e dell'ottima maniera di vita osservata fin da fanciullo, secondo i dettami della legge santa data da Dio, rispose subito, e disse, che avrebbe voluto esser prima gettato nell'inferno.23 Ma lui cominciò a pensare la degna e prestante sua antichità, e la canizie della sua strenua nobilità, ed esser stato da fanciullo in su di ottima conversazione, e sempre esser vivuto secondo la osservanza della legge instituita da Dio; rispose sùbito dicendo voler anteponer più tosto esser nell' inferno.
24 Imperocché, disse egli, non è cosa conveniente alla nostra età il fingere; e di ciò n'avverrebbe, che molti giovani imaginandosi, che Eleazaro sui novant' anni abbia fatto passaggio alla maniera di vivere dell'altre genti,24 Non (era e non) è degno alla condizion nostra, disse lui, di fingere; come molti giovani, pensando Eleazaro di nonanta anni doversi transferire alla vita della gente (forestiera e) aliena,
25 Eglino pure per la mia finzione, e per questo poco di vita corruttibile cadrebbeno in errore, ed io alla mia vecchiezza procaccerei infamia, ed esecrazione.25 e loro per cagione della mia simulazione, e amore di un poco di vita corruttibile, siano ingannati; e per questo acquisti alla mia vecchiezza macula, e cosa aliena dalle cose sacre.
26 Perocché quand'anche io potessi adesso sottrarmi ai supplizj degli uomini, non potrei però né vivo, né morto, fuggir di mano all'Onnipotente.26 Però che se [bene] nel tempo presente io sia liberato dalli supplicii umani, niente di meno nè vivo nè morto potrò fuggire la mano dello Onnipotente Iddio.
27 Per la qual cosa morendo con fortezza darommi a conoscere degno della vecchiezza:27 Per la qual cagione fortemente superando questa vita, apparirò degno di antichitade.
28 E un grand'esempio lascerò alla gioventù sopportando con animo volonteroso, e costante una onorevol morte per le gravissime, e santissime nostre leggi. Detto questo fu strascinato al supplizio.28 E alli giovani lascerò (buono e) forte esempio, se con l'animo pronto e costante per osservazione delle nostre santissime e verissime leggi passerò da questa vita con una onesta morte. E dette queste cose, sùbito era menato al supplicio.
29 E quelli, che lo conducevano, e so gli eran mostrati più amorevoli si acceser di sdegno per le parole dette da lui, le quali credevan procedere da arroganza.29 E quelli che il menavano, e poco inanzi dimostrarono qualche misericordia (volendolo liberare), si voltorono in ira (contro a lui) per le parole che lui avea dette, le quali loro pensavano che per arroganza le avesse dette.
30 Ma nel tempo, che lo martoriavano colle percosse gettò egli un sospiro e disse: Signore, che hai la scienza santa, tu sai certamente come potendo io liberarmi dalla morte sostengo atroci dolori nel corpo, ma secondo lo spirito volentieri patisco tali cose pel tuo timore.30 E conciosia cosa che con gravi piaghe lo percotessero (per ucciderlo), cominciò a lacrimare e disse: Signore, il quale conosci per manifesta scienza, tu sai che possendo esser liberato dalla morte, io sostengo durissimi dolori corporali; ma secondo l' anima, per lo tuo timore, volontieri sostengo queste cose.
31 Or questi in tal modo finì di vivere, lasciando non solo ai giovani, ma anche a tutta la nazione la memoria della sua morte per esempio di virtù, e di fortezza.31 Ed Eleazaro a questo modo si morì, lasciando memoria della morte sua ad esempio di virtù e di fortezza, non solo alli giovani, ma anco a tutta la gente.