Scrutatio

Lunedi, 3 giugno 2024 - San Carlo Lwanga ( Letture di oggi)

Lettera ai Romani 1


font
DIODATIBIBBIA VOLGARE
1 PAOLO, servo di Gesù Cristo, chiamato ad essere apostolo,1 Paulo, servo di Cristo, chiamato apostolo, segregato per (predicare) l' evangelio di Dio,
2 appartato per l’Evangelo di Dio, il quale egli avea innanzi promesso, per li suoi profeti, nelle scritture sante,2 il quale egli inanzi aveva promesso per li suoi profeti nelle sante scritture,
3 intorno al suo Figliuolo, Gesù Cristo, nostro Signore;3 (che parlano) del suo figliuolo, il qual è fatto a lui del seme di David secondo la carne;
4 fatto del seme di Davide, secondo la carne; dichiarato Figliuol di Dio in potenza, secondo lo Spirito della santità, per la risurrezione da’ morti;4 egli fu predestinato Figliuolo di Dio nella virtù secondo il spirito di santificazione, della risurrezione de' morti, di Iesù Cristo nostro Signore;
5 per lo quale noi abbiam ricevuta grazia ed apostolato, all’ubbidienza di fede fra tutte le genti, per lo suo nome;5 per il qual noi ricevemmo grazia e apostolato, a obbedire alla fede in tutte le genti per il suo nome;
6 fra le quali siete ancora voi, chiamati da Gesù Cristo;6 tra i quali voi siete chiamati di Iesù Cristo (nostro Signore);
7 a voi tutti che siete in Roma, amati da Dio, santi chiamati: grazia, e pace da Dio, nostro Padre, e dal Signor Gesù Cristo7 (e questo dico) a tutti voi, che siete a Roma, amici di Dio, e chiamati santi; a voi sia grazia e pace da Dio padre, e dal Signor nostro Iesù Cristo.
8 IMPRIMA io rendo grazie all’Iddio mio per Gesù Cristo, per tutti voi, che la vostra fede è pubblicata per tutto il mondo.8 Ma certo in prima referisco grazie a Dio per tutti voi, imperò che la vostra fede sia annunciata per tutto il mondo.
9 Perciocchè Iddio, al quale io servo nello spirito mio, nell’evangelo del suo Figliuolo, mi è testimonio, ch’io non resto mai di far menzione di voi;9 E Dio ne sia mio testimonio, al qual io servo nel mio spirito nell' evangelio del suo Figliuolo, che io sempre faccio memoria di voi
10 pregando del continuo nelle mie orazioni di poter venire a voi; se pure, per la volontà di Dio, in fine una volta mi sarà porta la comodità di fare il viaggio.10 nelle mie orazioni, pregando che se per niuna guisa io alla fine potessi avere dritto viaggio, a venire a voi nella volontà di Dio.
11 Perciocchè io desidero sommamente di vedervi, per comunicarvi alcun dono spirituale, acciocchè siate confermati.11 Certo desidero di vedervi, per partecipare a voi alcuna cosa della grazia spirituale per confermarvi;
12 E questo è, per esser congiuntamente consolato in voi, per la fede comune fra noi, vostra e mia.12 cioè ch' io con voi insieme mi possa consolare per quella fede, ch' è tra voi, insieme mia. e vostra.
13 Ora, fratelli, io non voglio che ignoriate che molte volte io ho proposto di venire a voi, acciocchè io abbia alcun frutto fra voi, come ancora fra le altre genti; ma sono stato impedito infino ad ora.13 E voglio che voi sappiate, fratelli, che spesse volte mi ho proposto di venire a voi; e fummi vietato insino a qui; per avere alcuno frutto in voi secondo che nelle altre genti.
14 Io son debitore a’ Greci, ed ai Barbari; a’ savi, ed a’ pazzi.14 Imperò che alli greci e barbari, ai savii e alli insipienti, son (fatto) debitore.
15 Così, quant’è a me, io son pronto ad evangelizzare eziandio a voi che siete in Roma15 E così [a] voi, che sete a Roma, prontamente desidero annunziarvi la parola di Dio.
16 PERCIOCCHÈ io non mi vergogno dell’evangelo di Cristo; poichè esso è la potenza di Dio in salute ad ogni credente; al Giudeo imprima, poi anche al Greco.16 Chè io non ho vergogna di predicare l' evangelio, per la virtù di Dio, e con salute, a ognuno che crede, al iudeo in prima e al greco.
17 Perciocchè la giustizia di Dio è rivelata in esso, di fede in fede; secondo ch’egli è scritto: E il giusto viverà per fede.17 E per quello certamente è manifesta la giustizia di Dio di fede in fede, secondo ch' è scritto; ma il giusto vive per la fede.
18 POICHÈ l’ira di Dio si palesa dal cielo sopra ogni empietà, ed ingiustizia degli uomini, i quali ritengono la verità in ingiustizia18 Certo l' ira di Dio manifestasi dal cielo sopra ogni empietà e ingiustizia delli uomini di coloro che tengono la verità di Dio nella ingiustizia.
19 Imperocchè, ciò che si può conoscer dì Dio è manifesto in loro, perciocchè Iddio l’ha manifestato loro.19 Imperò che quel ch' è cognoscibile di Dio, è manifesto in loro. Perchè Dio a quelli ha manifestato.
20 Poichè le cose invisibili d’esso, la sua eterna potenza, e deità, essendo fin dalla creazion del mondo intese per le opere sue, si veggono chiaramente, talchè sono inescusabili.20 Perchè le cose invisibili di Dio si cognoscono esser intese per quelle che son fatte nella creatura del mondo; etiam la virtù e la divinità sempiterna di Dio è sì manifesta, che non si possono escusare.
21 Perciocchè, avendo conosciuto Iddio, non però l’hanno glorificato, nè ringraziato, come Dio; anzi sono invaniti nei lor ragionamenti, e l’insensato lor cuore è stato intenebrato.21 Chè (gli antichi vostri pagani) conciosia che eglino (non) cognoscero Dio, nollo glorificarono secondo che Dio, e non gli rendetteno grazie; anzi andarono vanamente secondo li loro pensieri, e il lor cuore diventò matto e oscuro.
22 Dicendosi esser savi, son divenuti pazzi.22 E dicendo d'essere savii, sì diventarono pazzi.
23 Ed hanno mutata la gloria dell’incorruttibile Iddio nella simiglianza dell’immagine dell’uomo corruttibile, e degli uccelli, e delle bestie a quattro piedi, e de’ rettili.23 E mutarono la gloria dell' incorruttibile Dio nella similitudine e imagine dell' uomo corruttibile, e (simiglianza) d' uccelli e di bestie e di serpenti.
24 Perciò ancora Iddio li ha abbandonati a bruttura, nelle concupiscenze de’ lor cuori, da vituperare i corpi loro gli uni con gli altri.24 Per la qual cosa dètteli Dio ne' desiderii de' lor cuori e nella sozzura, acciò che con vituperii in sè stessi sì tormentino li lor corpi.
25 Essi, che hanno mutata la verità di Dio in menzogna, ed hanno adorata e servita la creatura, lasciato il Creatore, che è benedetto in eterno. Amen.25 Li quali mutarono la verità di Dio in bugia; e maggiormente venerarono e servettero alla creatura, che non fecero al creatore, il quale è (Dio) benedetto IN SECULA, AMEN.
26 Perciò, Iddio li ha abbandonati ad affetti infami; poichè anche le lor femmine hanno mutato l’uso naturale in quello che è contro a natura.26 Per la qual cosa Dio li lasciò cadere ne' desiderii della vergogna; onde le loro femine mutarono i naturale uso in quello uso ch' è contra natura.
27 E simigliantemente i maschi, lasciato l’uso natural della femmina, si sono accesi nella lor libidine gli uni inverso gli altri, commettendo maschi con maschi la disonestà, ricevendo in loro stessi il pagamento del loro errore qual si conveniva.27 Simigliantemente e li loro maschi, abbandonato il naturale uso della femina, andarono nei loro desiderii, maschi con maschi insieme, operando la sozzura; e ricevettero in sè medesimi la mercede del suo errore.
28 E, siccome non hanno fatta stima di riconoscere Iddio, così li ha Iddio abbandonati ad una mente reproba, da far le cose che non si convengono;28 E secondo ch' egli non provarono d' avere Dio in conoscimento, Dio li lasciò cadere in senso malvagio, acciò facciano quelle cose che non si convengono.
29 essendo ripieni d’ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, d’omicidio, di contesa, di frode, di malignità;29 I quali son pieni d'ogni iniquità, di malizia e di fornicazione, d'avarizia e di iniquità; sono pieni d' invidia e di omicidio, di contenzione e d'inganno e di malizia; sono ancora mormoratori,
30 cavillatori, maldicenti, nemici di Dio, ingiuriosi, superbi, vanagloriosi, inventori di mali, disubbidienti a padri ed a madri;30 (portatori di parole) detrattori; sono da Dio odiati, invidiosi, pieni d'altezza; son trovatori di mali, e non sono obbedienti al padre e alla madre.
31 insensati, senza fede ne’ patti, senza affezion naturale, implacabili, spietati.31 Son senza senno, uomini sconci, senza amore, senza patto, senza misericordia.
32 I quali, avendo riconosciuto il diritto di Dio, che coloro che fanno cotali cose son degni di morte, non solo le fanno, ma ancora acconsentono a coloro che le commettono32 I quali, conciosia che conoscessero la giustizia [di Dio], non intesero che quelli che fanno queste cotali cose, son degni di morte; e non solamente coloro che le fanno, ma etiam coloro che vi consentono.