Qoelet 7
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BIBBIA CEI 2008 | BIBBIA VOLGARE |
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1 Un buon nome è preferibile all’unguento profumato e il giorno della morte al giorno della nascita. | 1 Che mestiero fa all' uomo andare cercando maggiori cose, con ciò sia cosa ch' egli non sa che a lui si debbia incontrare nel tempo della sua vita, nella quale egli è sì come peregrino, il quale tempo trapassa come ombra? or chi gli potrà indovinare quello che gl' interverrà dopo la morte sua sotto il sole? |
2 È meglio visitare una casa dove c’è lutto che visitare una casa dove si banchetta, perché quella è la fine d’ogni uomo e chi vive ci deve riflettere. | 2 Onde è meglio avere buona nominanza (e buona fama), che none avere (buone cose e odorifere, e) unguenti degnissimi; e meglio è il dì della morte, che lo dì che [si] nasce. |
3 È preferibile la mestizia al riso, perché con un volto triste il cuore diventa migliore. | 3 Meglio è andare alla casa del pianto, che al convito del maggiore; per ciò che [nel] la casa dove si piagne (il morto) si ricorda l'uomo della morte (dell' uomo), e infino ch' elli vive sì puote ripensare quello che li puote avvenire. |
4 Il cuore dei saggi è in una casa in lutto e il cuore degli stolti in una casa in festa. | 4 Così meglio è ira che riso; imperò che l'ira sì è tristizia della faccia, e castiga l'animo di colui il quale ha mancato (e fatto follia). |
5 Meglio ascoltare il rimprovero di un saggio che ascoltare la lode degli stolti: | 5 Dove sono li savi, sì sta il cuore tristo; e dove sono li stolti, sì è grande (ghignare e) letizia. |
6 perché quale il crepitìo dei pruni sotto la pentola tale è il riso degli stolti. Ma anche questo è vanità. | 6 Meglio è essere castigato per savio uomo, che essere ingannato da lusinghe del stolto. |
7 L’estorsione rende stolto il saggio e i regali corrompono il cuore. | 7 Imperò come scoppiano e' pruni (e le spine) che ardono sotto i laveggi, così è il riso dello stolto; ancora questo si è vanitade. |
8 Meglio la fine di una cosa che il suo principio; è meglio un uomo paziente che uno presuntuoso. | 8 Il dispregio fa adirare il savio, e fagli perdere il vigore del cuore suo. |
9 Non essere facile a irritarti in cuor tuo, perché la collera dimora in seno agli stolti. | 9 Meglio è lo fine della orazione, che il principio. Migliore è lo paziente dello presontuoso. |
10 Non dire: «Come mai i tempi antichi erano migliori del presente?», perché una domanda simile non è ispirata a saggezza. | 10 Non essere agevole a crucciarti; imperò che l'ira sta (troppo) nel seno delli stolti. |
11 Buona cosa è la saggezza unita a un patrimonio ed è utile per coloro che vedono il sole. | 11 Non dire: o per che cagione fue il temporale antico migliore che questo d' ora? imperò che questa sì è stolta questione (e matta). |
12 Perché si sta all’ombra della saggezza come si sta all’ombra del denaro; ma vale di più il sapere, perché la saggezza fa vivere chi la possiede. | 12 Utile cosa è la sapienza colle ricchezze (e buona); e più fa pro' a coloro che veggiono il sole. |
13 Osserva l’opera di Dio: chi può raddrizzare ciò che egli ha fatto curvo? | 13 Sì come per senno (e per sapere) si difende l'uomo, così per danari; e questo vantaggia lo ammaestramento e sapienza, però ch' ella dà vita a chi l' hae. |
14 Nel giorno lieto sta’ allegro e nel giorno triste rifletti: Dio ha fatto tanto l’uno quanto l’altro, cosicché l’uomo non riesce a scoprire ciò che verrà dopo di lui. | 14 Or ti ripensa delle opere (del giudicio) di Dio; e vedrai che non è niuno uomo il quale possa castigare colui il quale Iddio (non aiuta, anzi lo) dispregia. |
15 Nei miei giorni vani ho visto di tutto: un giusto che va in rovina nonostante la sua giustizia, un malvagio che vive a lungo nonostante la sua iniquità. | 15 Nel buono tempo (nel tempo prospero) godi i beni tuoi, e guàrdati dal tempo delle avversitadi; così fece Iddio il die buono, come fece il die reo, acciò che l'uomo non abbia donde si rammaricare. |
16 Non essere troppo giusto e non mostrarti saggio oltre misura: perché vuoi rovinarti? | 16 Tutte queste cose vidi nel tempo della vanità mia; l'uomo giusto si lascia uccidere per amore di giustizia; ma chi è empio (e malvagio) vive molto tempo per la sua empietade. |
17 Non essere troppo malvagio e non essere stolto. Perché vuoi morire prima del tempo? | 17 Non volere essere troppo giusto; e non volere sapere più che ti sia richiesto, acciò che non ti spaventi. |
18 È bene che tu prenda una cosa senza lasciare l’altra: in verità chi teme Dio riesce bene in tutto. | 18 Non fare troppe rie cose; e non essere stolto, per non morire inanzi il tempo. |
19 La sapienza rende il saggio più forte di dieci potenti che sono nella città. | 19 Bene è a te, se aiuti sostenere lo giusto, e farai a lui bene del tuo; imperò che chi ha timore di Dio non sarà niquitoso, (ma fa quello che ha a fare). |
20 Non c’è infatti sulla terra un uomo così giusto che faccia solo il bene e non sbagli mai. | 20 La sapienza conforta il savio più che X signori di cittadi. |
21 Ancora: non fare attenzione a tutte le dicerie che si fanno, così non sentirai che il tuo servo ha detto male di te; | 21 Non è alcuno uomo sopra terra, il quale faccia (sì e) tanto bene, ch' elli non pecchi. |
22 infatti il tuo cuore sa che anche tu tante volte hai detto male degli altri. | 22 Non porre orecchie ad ogni parola che si dice, acciò che non odi il servo tuo, quando ti biastema. |
23 Tutto questo io ho esaminato con sapienza e ho detto: «Voglio diventare saggio!», ma la sapienza resta lontana da me! | 23 Però che tu sai bene, che tu biastemi (lui e) altrui spesse volte. |
24 Rimane lontano ciò che accade: profondo, profondo! Chi può comprenderlo? | 24 (Or sappi che) io ho provato nella sapienza (e tentato) ogni cosa, e dissi: diventerò saccente; ma (bene mi è venuto fallito, però che) la sapienza sì fnggì da lungi, |
25 Mi sono applicato a conoscere e indagare e cercare la sapienza e giungere a una conclusione, e a riconoscere che la malvagità è stoltezza e la stoltezza è follia. | 25 più che non era dinanzi : or chi la potrebbe cercare, la quale è così profonda? |
26 Trovo che amara più della morte è la donna: essa è tutta lacci, una rete il suo cuore, catene le sue braccia. Chi è gradito a Dio la sfugge, ma chi fallisce ne resta preso. | 26 Io sguardai tutte le cose nel mio animo per sapere sapienza e ragione, acciò ch' io conoscessi la empietade dello stolto e lo errore dello insipido. |
27 Vedi, questo ho scoperto, dice Qoèlet, confrontando a una a una le cose, per arrivare a una conclusione certa. | 27 E poi trovai ch' era femina, e più agresta che la morte; però che ella ha lacciuolo e rete da cacciatori, (e pigliano gli uomini), e le mani sue sono ritorte (e giunchi) per legare. Chi piace a Dio, fuggirà da lei; chi è peccatore, sì starà presso (a loro). |
28 Quello che io ancora sto cercando e non ho trovato è questo: un uomo fra mille l’ho trovato, ma una donna fra tutte non l’ho trovata. | 28 Ecco queste cose ho trovato, dice il savio Ecclesiaste (cioè questionatore), l' uno e l'altro, per trovare ragione, |
29 Vedi, solo questo ho trovato: Dio ha creato gli esseri umani retti, ma essi vanno in cerca di infinite complicazioni. | 29 la quale domanda l'anima mia, e non la trovai. Uno uomo tra mille trova uno buono; ma tra tutte le femine non ne trovai una buona. |
30 Ma solo questo hoe trovato (vero), che Iddio fece l'uomo diritto (e sanza briga); ma elli stesso s'è mescolato in tante questioni, ch' elli non sa donde se n' esca. |