SCRUTATIO

Lunedi, 30 giugno 2025 - SS. Primi Martiri della Chiesa di Roma ( Letture di oggi)

Evangelio di Santo Matteo 18


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BIBBIA VOLGARENOVA VULGATA
1 In quella ora andorono li discepoli a Iesù, e disseno Signore, chi pensi che sia maggiore nel regno del cielo?1 In illa hora accesserunt di scipuli ad Iesum dicentes: “ Quis putasmaior est in regno caelorum? ”.
2 E Iesù chiamò uno fanciullo, e poselo in mezzo di loro.2 Et advocans parvulum, statuit eum in medioeorum
3 E disse: in verità vi dico, che se voi non doventarete fatti come è questo fanciullo, non entrarete nel regno del cielo.3 et dixit: “ Amen dico vobis: Nisi conversi fueritis et efiiciaminisicut parvuli, non intrabitis in regnum caelorum.
4 Imperò che qualunque si umilierà come questo fanciullo, egli è maggiore nel regno del cielo.4 Quicumque ergo humiliaveritse sicut parvulus iste, hic est maior in regno caelorum.
5 E chiunque riceverà uno di questi parvoli nel nome mio, me riceverà.5 Et, qui susceperitunum parvulum talem in nomine meo, me suscipit.
6 E chiunque scandalizzerà uno di questi minimi che credono in me, meglio sarebbe che con una macina al collo fosse gittato nel profondo del6 Qui autem scandalizaverit unum de pusillis istis, qui in me credunt, expeditei, ut suspendatur mola asinaria in collo eius et demergatur in profundum maris.
7 Ma guai al mondo per li scandali! Necessario è (al mondo) che vengano li scandali; ma guai a colui per cui viene il scandalo.7 Vae mundo ab scandalis! Necesse est enim ut veniant scandala; verumtamen vaehomini, per quem scandalum venit!
8 Se la mano o lo piede ti scandalizza, taglialo e gittalo da te; imperò che meglio è a te andare alla vita debile e stroncato, che avere due mani e due piedi, ed essere posto nel fuoco eternale.8 Si autem manus tua vel pes tuus scandalizat te, abscide eum et proice abs te:bonum tibi est ad vitam ingredi debilem vel claudum, quam duas manus vel duospedes habentem mitti in ignem aeternum.
9 E se (il digito o) l'occhio ti scandalizza, trattelo fuori e gittalo da te; imperò che meglio a te è andare a vita eterna con uno occhio, che averne duo, ed esser messo nella fiamma in eterno.9 Et si oculus tuus scandalizat te, erueeum et proice abs te: bonum tibi est unoculum in vitam intrare, quam duos oculoshabentem mitti in gehennam ignis.
10 E imperò guardatevi che voi non dispregiate alcuno di questi minimi; imperò che vi dico che li angioli loro sempre vedono la faccia del Padre mio ch' è in cielo.10 Videte, ne contemnatis unum ex his pusillis; dico enim vobis quia angelieorum in caelis semper
vident faciem Patris mei, qui in caelis est.
11 Imperò ch' egli è venuto il Figliuolo dell' uomo a salvare quel ch' era perito.11
12 Che vi pare? Se a uno saranno cento pecore, e una di quelle sarà smarrita, non lascia egli le novantanove ne' monti, e va a cercare quella ch' è smarrita?12 Quid vobis videtur? Sifuerint alicui centum oves, et erraverit una ex eis, nonne relinquet nonagintanovem in montibus et vadit quaerere eam, quae erravit?
13 E se intravenerà ch' egli la trovi, in verità vi dico ch' egli si rallegra più sopra quella, che sopra le novantanove le quali non si smarrirono.13 Et si contigerit utinveniat eam, amen dico vobis quia gaudebit super eam magis quam super nonagintanovem, quae non erraverunt.
14 A tal modo il Padre vostro, il quale è in cielo, non vuole che perisca uno di questi piccolini.14 Sic non est voluntas ante Patrem vestrum, qui incaelis est, ut pereat unus de pusillis istis.
15 Ma se il tuo fratello peccherà contra di te, e tu sapendolo digli intra te e lni solo; e s'egli ti udirà, hai guadagnato il tuo fratello.15 Si autem peccaverit in te frater tuus, vade, corripe eum inter te et ipsumsolum. Si te audierit, lucratus es fratrem tuum;
16 Ma se ei non ti vuole udire, piglia con te uno o due; conciosia che nella bocca di due o tre sta ferma testimonianza di ogni parola.16 si autem non audierit,adhibe tecum adhuc unum vel duos, ut in ore duorum testium vel trium stet omneverbum;
17 E se egli non li vuole udire, dillo alla Chiesa; e se non vorrà udire la Chiesa, abbilo sì come grande peccatore ed escomunicato.17 quod si noluerit audire eos, dic ecclesiae; si autem et ecclesiamnoluerit audire, sit tibi sicut ethnicus et publicanus.
18 E anche dico a voi, che qualunque voi legherete sopra la terra, sarà legato in cielo; e chiunque voi scioglierete in terra, sarà sciolto in cielo.18 Amen dico vobis:Quaecumque alligaveritis super terram, erunt ligata in caelo; et, quaecumquesolveritis super terram, erunt soluta in caelo.
19 E anche vi dico che se duo di voi s'accorderanno sopra la terra, qualunque cosa domanderanno sarà fatta a loro dal Padre mio ch' è in cielo.19 Iterum dico vobis: Si duo ex vobis consenserint super terram de omni re,quamcumque petierint, fiet illis a Patre meo, qui in caelis est.
20 Imperò [che] dove sono duoi ovvero tre congregati nel nome mio, io sono in mezzo di loro.20 Ubi enimsunt duo vel tres congregati in nomine meo, ibi sum in medio eorum ”.
21 Allora disse Pietro: se il mio fratello peccarà sette volte, perdònogli io?21 Tunc accedens Petrus dixit ei: “ Domine, quotiens peccabit in me fratermeus, et dimittam ei? Usque septies? ”.
22 E Iesu li disse: non dico solamente sette volte, ma settanta volte sette.22 Dicit illi Iesus: “ Non dico tibiusque septies sed usque septuagies septies.
23 E però simile è il regno del cielo a uno re, il quale vuol vedere sua ragione con li suoi servi.23 Ideo assimilatum est regnum caelorum homini regi, qui voluit rationem ponerecum servis suis.
24 E cominciando a fare la ragione, fugli menato uno (servo) che li doveva dare dieci milia talenti.24 Et cum coepisset rationem ponere, oblatus est ei unus, quidebebat decem milia talenta.
25 E non avendo donde pagare, comandò il signore, ch' elli, la mogliere e' suoi figliuoli e ogni una cosa fosse venduta, acciò che (vendesse e) pagasse.25 Cum autem non haberet, unde redderet, iussit eumdominus venumdari et uxorem et filios et omnia, quae habebat, et reddi.
26 Allora quello servo gittossi in terra (con le ginocchia), e pregò questo signore, dicendo: abbi pazienza in me, e ogni cosa ti renderò.26 Procidens igitur servus ille adorabat eum dicens: “Patientiam habe in me, etomnia reddam tibi”.
27 Allora il signore ebbe misericordia di lui, e perdonògli tutto il debito, e lasciollo libero.27 Misertus autem dominus servi illius dimisit eum etdebitum dimisit ei.
28 E uscito che fu fuori, questo servo trovò uno de' suoi conservi, che gli doveva dare cento denari; presolo per lo collo, e affogavalo e diceva: pagami quel che mi debbi dare.28 Egressus autem servus ille invenit unum de conservissuis, qui debebat ei centum denarios, et tenens suffocabat eum dicens: “Redde,quod debes!”.
29 E quello se gli gittò a piedi (inginocchiato) dicendo: abbi misericordia di me, e ogni cosa ti renderò.29 Procidens igitur conservus eius rogabat eum dicens: “Patientiamhabe in me, et reddam tibi”.
30 E quello non volle (farli misericordia); e puoselo in pregione, per insino a tanto che (pagasse e) rendesse il debito.30 Ille autem noluit, sed abiit et misit eum incarcerem, donec redderet debitum.
31 E vedendo questo li altri servi, ebbero grande dolore; e andorono al signore loro, e tutte queste cose li dissero.31 Videntes autem conservi eius, quae fiebant, contristati sunt valde etvenerunt et narraverunt domino suo omnia, quae facta erant.
32 Allora il signore, chiamato questo tal servo, disseli: servo iniquo, tutto il debito ti lasciai, perchè me ne pregasti.32 Tunc vocavitillum dominus suus et ait illi: “Serve nequam, omne debitum illud dimisi tibi,quoniam rogasti me;
33 Perchè adunque non hai avuto misericordia del tuo conservo, come ho abuto misericordia di te?33 non oportuit et te misereri conservi tui, sicut et egotui misertus sum?”.
34 E adirossi il signore contra costui, e dettelo ai tormentatori (che il tormentassero) insino a tanto che rendesse tutto il debito.34 Et iratus dominus eius tradidit eum tortoribus,quoadusque redderet universum debitum.
35 E così il mio Padre celestiale farà di voi, se non perdonarete alli vostri fraielli di buono cuore.35 Sic et Pater meus caelestis facietvobis, si non remiseritis unusquisque fratri suo de cordibus vestris ”.