SCRUTATIO

Sabato, 21 giugno 2025 - San Luigi Gonzaga ( Letture di oggi)

Sapienza 17


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1 Grandi sono li giudicii tuoi, Signore, e le parole the sono inenarrabili; per questo le anime non addottrinate errarono.1 Grandi e imperscrutabili sono i tuoi giudizi: per questo le anime senza istruzione furono tratte in errore.
2 Quando egli è mostrato per falsi argomenti alli iniqui, che possono signoreggiare la gente santa, poi legati con legami di tenebre, e rinchiusi sotto i tetti, i fuggitivi delle perpetuali providenze giacerono.2 Persuasi di poter opprimere il popolo santo, gli iniqui giacevano inerti, prigionieri delle tenebre, avvolti da una lunga notte, rinchiusi dentro le case, lungi dalla provvidenza eterna.
3 E mentre ch' elli si pensavano nascondere nelli oscuri peccati, sono dispersi per lo velamento della dimenticanza, spaventati orribilmente, e turbati con soperchia ammirazione.3 Mentre pensavano di restare nascosti con gli occulti peccati sotto l'oscuro velo dell'oblio, furono dispersi, colti da orribile spavento e sconvolti da fantasmi.
4 Nè la spelonca, nella quale elli erano, li conservava sanza paura; però che il suono che discendeva turbava coloro, e persone tristi, che apparivano a coloro, facevano loro paura.4 Neppure il nascondiglio che li accoglieva poté preservarli dalla paura, ma rumori sconvolgenti risuonavano intorno a loro e apparivano spettri minacciosi dai volti tristi.
5 Il fuoco per nessuna potenza sua dare potea loro lume; nè le fiamme delle stelle potevano alluminare quella spaventevole notte.5 Nessun fuoco, per quanto potente, aveva la forza di far luce, né le luci fulgide degli astri potevano illuminare quella orribile notte.
6 Appariva loro uno subito fuoco, pieno di paura; e percossi per la paura, temeano più quelle cose che non vedeano, che quelle che vedevano.6 Appariva loro soltanto un fuoco spontaneo, pieno di timore; atterriti da quello spettacolo non conosciuto stimavano ancora peggiori le cose che vedevano.
7 E li schernimenti dell' arte magica vi erano apposti; e lo castigamento della gloriosa sapienza era contumelia.7 Le risorse dell'arte magica giacevano a terra e vergognosa era la confutazione della scienza dell'arrogante.
8 Però che coloro, li quali promettevano di scacciare le paure e le tribulazioni dell' anima languente, questi medesimi languivano con ischernimento, pieni di paura.8 Quanti promettevano di cacciare i timori e i turbamenti dell'anima abbattuta, gli stessi erano malati di paura ridicola.
9 Però che eziandio se nulla delle cose, che mostravano contra natura, perturbavano loro, nientemeno per li trapassamenti delli animali, e per lo soffio delli serpenti commossi, tremanti morivano; e diceano ch' elli non vedeano l' aere, il quale niuno puote schifare per alcuno modo.9 Anche se niente di spaventoso li intimoriva, spaventati dal passaggio delle bestie e dal sibilo dei serpenti,
10 (Frequentemente le cose pessime, che debbono venire, spaventano li malvagi uomini, riprendendoli la coscienza per le loro cose malfatte). Conciosia cosa che la malvagità sia piena di paura, dà testimonianza della condannagione (di ciascuno); la crudele coscienza, turbata, sempre presume.10 morivano di paura e si rifiutavano di guardare l'aria, che in nessun modo si può evitare.
11 La paura non è altro, se none (uno adiutorio di) presunzione di pensiere d'aiutorii.11 La malvagità, quando è condannata, si rivela particolarmente vile; oppressa dalla coscienza, suppone sempre il peggio.
12 E infino che dentro è il minore aspettamento, si computa maggiore potenza di quella cagione, della quale presta tormento.12 Il timore infatti non è altro che l'abbandono degli aiuti del ragionamento:
13 E coloro li quali vennero dalli profondi e infimi lochi (sopravegnente), e dormendo sopravenente la impotente notte,13 quanto minore è internamente l'attesa degli aiuti, tanto più si valuta l'ignoranza della causa che procura il tormento.
14 alcuna volta erano battuti dalla paura della visione spaventevole, alcuna volta l'anime loro venivano meno per ismarrimento; però che la improvisa e insperata paura era sopravenuta loro.14 Ma essi, durante quella notte veramente impotente e uscita dai recessi degli impotenti inferi, addormentati di un medesimo sonno,
15 Appresso, se alcuno di quelli cadeva, era guardato in carcere, rinchiuso senza ferri.15 ora erano agitati da spettri mostruosi, ora erano paralizzati per l'abbandono dell'anima, poiché li colse un improvviso e inaspettato timore.
16 E se alcuno di villa o pastore o lavoratore di terra fosse preso, si sosteneano nella necessitade di non potere fuggire.16 E così chiunque, cadendo là dov'era, si trovava rinchiuso in un carcere senza catenaccio:
17 Tutti erano legati insieme d' una medesima catena di tenebre. O fosse spirito soffiante, o tra li spessi rami il suave suono delli uccelli, o vero di fiume molto corrente acqua,17 chiunque fosse, agricoltore o pastore o operaio che si affatica nella solitudine, sorpreso dalle tenebre, subiva l'ineluttabile destino,
18 o fortissimo suono di rovinanti pietre, o corrimento invisibile di animali scherzanti, o fortissima voce di mugghianti bestie, o fusse resonante suono delli altissimi monti, facevano tramortire per paura coloro.18 perché tutti furono legati all'unica catena delle tenebre. Il sibilo del vento, o il melodioso canto di uccelli tra i rami degli alberi frondosi, o il mormorio dell'acqua che scorre con forza,
19 Tutto il mondo era illuminato di chiarissimo lume, e da non impedite opere era contenuto.19 o il forte fragore di massi cadenti, o la corsa invisibile di animali saltellanti, o la voce di selvagge fiere ruggenti, o l'eco ripercossa dalle cavità dei monti, li paralizzava per lo spavento.
20 A coloro soli era posta la grave notte, imagine di tenebra che dovea venire sopra coloro. Elli medesimi erano adunque a sè gravi tenebre..20 Tutto il mondo era illuminato da una splendida luce e si dedicava senza impedimento ai lavori;
21 solo su di essi si stendeva una notte profonda, immagine delle tenebre che stavano per avvolgerli. Ma essi erano a se stessi più pesanti delle tenebre.