SCRUTATIO

Sabato, 21 giugno 2025 - San Luigi Gonzaga ( Letture di oggi)

Ecclesiaste 7


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BIBBIA VOLGARENOVA VULGATA
1 Che mestiero fa all' uomo andare cercando maggiori cose, con ciò sia cosa ch' egli non sa che a lui si debbia incontrare nel tempo della sua vita, nella quale egli è sì come peregrino, il quale tempo trapassa come ombra? or chi gli potrà indovinare quello che gl' interverrà dopo la morte sua sotto il sole?1 Melius est nomen bonum quam unguenta pretiosa,
et dies mortis die nativitatis.
2 Onde è meglio avere buona nominanza (e buona fama), che none avere (buone cose e odorifere, e) unguenti degnissimi; e meglio è il dì della morte, che lo dì che [si] nasce.2 Melius est ire ad domum luctus
quam ad domum convivii;
in illa enim finis cunctorum hominum,
et vivens hoc conferet in corde.
3 Meglio è andare alla casa del pianto, che al convito del maggiore; per ciò che [nel] la casa dove si piagne (il morto) si ricorda l'uomo della morte (dell' uomo), e infino ch' elli vive sì puote ripensare quello che li puote avvenire.3 Melior est tristitia risu,
quia per tristitiam vultus corrigitur animus.
4 Così meglio è ira che riso; imperò che l'ira sì è tristizia della faccia, e castiga l'animo di colui il quale ha mancato (e fatto follia).4 Cor sapientium in domo luctus,
et cor stultorum in domo laetitiae.
5 Dove sono li savi, sì sta il cuore tristo; e dove sono li stolti, sì è grande (ghignare e) letizia.5 Melius est a sapiente corripi
quam laetari stultorum canticis,
6 Meglio è essere castigato per savio uomo, che essere ingannato da lusinghe del stolto.6 quia sicut sonitus spinarum ardentium sub olla,
sic risus stulti.
Sed et hoc vanitas.
7 Imperò come scoppiano e' pruni (e le spine) che ardono sotto i laveggi, così è il riso dello stolto; ancora questo si è vanitade.7 Quia calumnia stultum facit sapientem,
et munus cor insanire facit.
8 Il dispregio fa adirare il savio, e fagli perdere il vigore del cuore suo.8 “ Melior est finis negotii quam principium,
melior est patiens arrogante ”.
9 Meglio è lo fine della orazione, che il principio. Migliore è lo paziente dello presontuoso.9 Ne sis velox in animo ad irascendum, quia ira in sinu stulti requiescit.
10 Non essere agevole a crucciarti; imperò che l'ira sta (troppo) nel seno delli stolti.10 Nedicas: “Quid, putas, causae est quod priora tempora meliora fuere quam nuncsunt? ”. Non enim ex sapientia interrogas de hoc.
11 Non dire: o per che cagione fue il temporale antico migliore che questo d' ora? imperò che questa sì è stolta questione (e matta).11 Bona est sapientia cumdivitiis et prodest videntibus solem.
12 Utile cosa è la sapienza colle ricchezze (e buona); e più fa pro' a coloro che veggiono il sole.12 Sicut enim protegit sapientia, sicprotegit pecunia; hoc autem plus habet eruditio, quod sapientia vitam tribuitpossessori suo.
13 Sì come per senno (e per sapere) si difende l'uomo, così per danari; e questo vantaggia lo ammaestramento e sapienza, però ch' ella dà vita a chi l' hae.13 Considera opera Dei: quod nemo possit corrigere, quod illecurvum fecerit.
14 Or ti ripensa delle opere (del giudicio) di Dio; e vedrai che non è niuno uomo il quale possa castigare colui il quale Iddio (non aiuta, anzi lo) dispregia.14 In die bona fruere bonis et in die mala considera: sicuthanc, sic et illam fecit Deus, ita ut non inveniat homo quidquam de futuro.
15 Nel buono tempo (nel tempo prospero) godi i beni tuoi, e guàrdati dal tempo delle avversitadi; così fece Iddio il die buono, come fece il die reo, acciò che l'uomo non abbia donde si rammaricare.15 Cuncta vidi in diebus vanitatis meae: est iustus, qui perit in iustitia sua,et impius, qui multo vivit tempore in malitia sua.
16 Tutte queste cose vidi nel tempo della vanità mia; l'uomo giusto si lascia uccidere per amore di giustizia; ma chi è empio (e malvagio) vive molto tempo per la sua empietade.16 Noli esse nimis iustus
neque sapiens supra modum!
Cur te perdere vis?
17 Non volere essere troppo giusto; e non volere sapere più che ti sia richiesto, acciò che non ti spaventi.17 Ne agas nimis impie
et noli esse stultus!
Cur mori debeas in tempore non tuo?
18 Non fare troppe rie cose; e non essere stolto, per non morire inanzi il tempo.18 Bonum est ut, quod habes, teneas, sed et ab illo ne subtrahas manum tuam,quia qui timet Deum, utrumque devitat.
19 Bene è a te, se aiuti sostenere lo giusto, e farai a lui bene del tuo; imperò che chi ha timore di Dio non sarà niquitoso, (ma fa quello che ha a fare).19 Sapientia confortabit sapientem superdecem principes civitatis.
20 La sapienza conforta il savio più che X signori di cittadi.20 Nullus enim homo iustus in terra, qui faciat bonumet non peccet.
21 Non è alcuno uomo sopra terra, il quale faccia (sì e) tanto bene, ch' elli non pecchi.21 Sed et cunctis sermonibus, qui dicuntur, ne accommodes cortuum, ne forte audias servum tuum maledicentem tibi;
22 Non porre orecchie ad ogni parola che si dice, acciò che non odi il servo tuo, quando ti biastema.22 scit enim conscientiatua, quia et tu crebro maledixisti aliis.
23 Però che tu sai bene, che tu biastemi (lui e) altrui spesse volte.23 Cuncta tentavi in sapientia, dixi: “ Sapiens efficiar ”.
24 (Or sappi che) io ho provato nella sapienza (e tentato) ogni cosa, e dissi: diventerò saccente; ma (bene mi è venuto fallito, però che) la sapienza sì fnggì da lungi,24 Et ipsalongius recessit a me. Longe est, quod fuit; et alta est profunditas. Quisinveniet eam?
25 più che non era dinanzi : or chi la potrebbe cercare, la quale è così profonda?25 Lustravi universa animo meo, ut scirem et considerarem et quaereremsapientiam et rationem et ut cognoscerem impietatem esse stultitiam et erroremimprudentiam.
26 Io sguardai tutte le cose nel mio animo per sapere sapienza e ragione, acciò ch' io conoscessi la empietade dello stolto e lo errore dello insipido.26 Et invenio amariorem morte mulierem, quae laqueus venatorumest, et sagena cor eius, vincula sunt manus illius. Qui placet Deo, effugieteam; qui autem peccator est, capietur ab illa.
27 E poi trovai ch' era femina, e più agresta che la morte; però che ella ha lacciuolo e rete da cacciatori, (e pigliano gli uomini), e le mani sue sono ritorte (e giunchi) per legare. Chi piace a Dio, fuggirà da lei; chi è peccatore, sì starà presso (a loro).27 Ecce hoc inveni, dixitEcclesiastes, unum et alterum, ut invenirem rationem,
28 Ecco queste cose ho trovato, dice il savio Ecclesiaste (cioè questionatore), l' uno e l'altro, per trovare ragione,28 quam adhuc quaeritanima mea, et non inveni:
Hominem de mille unum repperi,
mulierem ex omnibus non inveni.
29 la quale domanda l'anima mia, e non la trovai. Uno uomo tra mille trova uno buono; ma tra tutte le femine non ne trovai una buona.29 Ecce solummodo hoc inveni:
Quod fecerit Deus hominem rectum,
et ipsi quaesierint infinitas quaestiones.
30 Ma solo questo hoe trovato (vero), che Iddio fece l'uomo diritto (e sanza briga); ma elli stesso s'è mescolato in tante questioni, ch' elli non sa donde se n' esca.