Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

1 Maccabees 10


font
CATHOLIC PUBLIC DOMAINBIBBIA VOLGARE
1 E nelli CLX anni (del regno de' Greci) si levò suso Alessandro, figliuolo di Antioco, il quale fu chiamato Il nobile, e prese (la città di) Tolemaide; e riceveronlo (quelli della terra), e quivi regnava.
2 E quando lo re Demetrio il seppe, radunò grande oste, e vennegli incontro a battaglia.
3 E poi il detto Demetrio mandò lettera a Ionata con parole di pace, per magnificarlo,
4 dicendo (egli colli suoi): facciamo con lui pace (e rechiamlo dalla nostra parte), inanzi ch' egli s'acconci (e appacifichi) con Alessandro, e sia contro a noi;
5 e ch' egli non si ricordi delle ingiurie, che inverso lui e in verso li suoi fratelli e sua gente fatto aviamo.
6 E diedegli autorità di radunare gente (e grande oste), e di far fare armadure, e ch' egli fusse suo compagno; e comandò che gli fussono renduti gli ostaggi ch' erano nella rocca.
7 Allora venne Ionata in Ierusalem, e lesse le lettere del re dinanzi a tutto il popolo, e dinanzi a tutti quegli ch' erano nella rocca.
8 Ed ebbono grande paura, udendo la grande signoria che lo re gli avea data di radunare oste.
9 E renderono gli ostaggi, e Ionata gli donò agli loro padri e madri.
10 E così abitò Ionata in Ierusalem, e cominciò a rinnovare e a riedificare Ierusalem.
11 E comandò agli maestri, che facessono le mura intorno al monte di Sion di pietre quadrate a fortezza; e così fu fatto.
12 E fuggironsi li forestieri, li quali v' erano dentro per le fortezze, le quali avea fatto (fare ed) edificare Bacchide.
13 E ciascuno lasciò il suo luogo, e andossene a casa.
14 E solamente in Betsura rimasono alquanti di quelli che aveano abbandonato la legge e li comandamenti di Dio; però che (solamente) questa fortezza era il loro rifugio.
15 E quando lo re Alessandro ebbe intese le promissioni, le quali promise lo re Demetrio a Ionata, e furongli dette le grandi battaglie (che avea fatte Ionata) e le belle virtudi ch' egli avea adoperate, e anche li suoi fratelli, e le grandi fatiche che avea sostenute;
16 allora disse: or dove troveremo noi un cotale uomo? adunque facciamolo nostro amico compagno.
17 E così gli scrisse una lettera, e mandogliela, la quale così conteneva, dicendo:
18 Lo re Alessandro al suo fratello Ionata salute.
19 Noi abbiamo inteso di te, che tu se' uomo potente e di grande forza; e piacciati che ti disponghi d' essere amico nostro.
20 E però sappi che noi oggi t' ordiniamo che tu sii sommo sacerdote della tua gente, e che tu sii amico dello re; e mandato ti ho lo panno di rosato, e la corona dell' oro, acciò che tu senti delle cose nostre, e conservi con noi l'amicizia.
21 E (allora) Ionata si vestì la santa stola nelli solenni dì di quella pasqua di scenofegia, nel settimo mese degli anni CLX (del regno de' Greci); e radunò l'oste, e fece moltitudine d' arme.
22 Onde molto s' attristò Demetrio, quando intese le parole di quello che lo re Alessandro avea fatto, dicendo:
23 Che abbiamo noi fatto, che Alessandro ci hae avanzato in prendere l'amistà de' Giudei a sua fortezza?
24 Adunque io scriverò ancora loro parole di prieghi, e proferrò loro dignitadi e doni, acciò che siano meco in mio aiuto.
25 E scrisse loro (lo re Demetrio) a questo modo; lo re Demetrio) alla gente Giudea salute.
26 Noi sì aviamo inteso (e veduto) che voi ci avete osservati i patti (avuti con voi), e siete stati fermi nella nostra amistade, e non vi siete congiunti con li nostri nimici; onde molto ne siamo allegri.
27 E però piacciavi ancora (di perseverare e) di mantenere la fede, e renderemo a voi buone retribuzioni per quelle cose che fatto avete a noi.
28 E rimetteremo a voi molte prestanze, e daremovi donamenti.
29 Infino a ora io vi delibero, e con voi tutti i Giudei, de' tributi; e perdonovi i prezzi del sale, e lasciovi le corone (dell' oro) e la terza parte del seme.
30 E la metà del frutto dello legno, il quale mi toccava in parte, (e questo) vi lascio oggi e da quinci inanzi, sì che non si tolga dalla terra de' Giudei e dalle tre cittadi, che vi sono congiunte, di Samaria e di Galilea, da oggi inanzi e per tutto il futuro tempo.
31 E Ierusalem sia franca e santa con tutti li suoi confini; e a lei torni le sue decime e tributi, e sieno suoi.
32 E ancora vi rilascio la signoria della ròcca di Ierusalem, e dolla al sommo sacerdote, ch' egli vi metta dentro quegli uomini che gli piaceranno, che la guardino.
33 E (che) ogni Giudeo, il quale è in prigione della terra di Giuda in tutto il mio reame, io lo delibero in tutto e dono, sì che sieno liberi da' loro tributi, e ancora di quegli del bestiame loro.
34 E tutti li dì solenni e gli sabbati e le nove lune e li decreti, e gli tre dì che sono inanzi allo di solenne, e tre dì poi, tutti sieno a franchigia, e di remissione a tutti li Giudei che sono nel mio reame.
35 E alcuno non averae potenza di fare alcuna cosa, e di muovere di fatto incontro ad alcuno di loro in ciascuno piato.
36 E (vogliamo che) siano scritti infino in XXX milia Giudei nell' oste del re, e sarà loro dato soldo e doni, sì come si conviene (come) a gente del re; e di loro si eleggeranno alquanti, acciò che sieno grandi, i quali guarderanno le fortezze del re.
37 E ancora di loro si eleggeranno certi i quali sieno sopra li fatti del re, i quali si debbiano fare in fede; e di loro sieno fatti principi, e viveranno secondo le loro leggi, sì come comandò il re nella terra di Giudea.
38 E le tre cittadi, le quali sono aggiunte alla (provincia di) Giudea del paese di Samaria, sieno riputate con Giudea; sì che siano pure sotto a uno signore, e non ubbidiscano se non la signoria del sommo sacerdote.
39 Ancora Tolemaida, con tutti li suoi confini, i quali io diedi in dono a' santi che sono in Ierusalem, per le necessarie spese de' santi.
40 E ancora ciascuno anno io donerò XV milia sicli d'ariento delle ragioni del re, li quali mi toccano in parte,
41 e ancora tutto l' altro avanzo, il quale loro non renderono quegli ch' erano sopra i fatti regali negli anni passati di prima; e questi si daranno nell'opere della casa di Dio.
42 E sopra questo, XV milia sicli d'ariento, i quali ricevevano della ragione de' santi ciascuno anno; queste cose s' appartengano a' sacerdoti i quali usano al servigio di Dio.
43 E chiunque fuggirae nel tempio ch' è in Ierusalem, e tutti i suoi confini, pogniamo che siano colpevoli, ioro in ciascuno fatto siano liberati, e tutto quello che hanno nel regno mio sia suo liberamente.
44 E ancora siano date le spese della ragione del re, per edificare e per fare l'opere de' santi,
45 e per rifare le mura di Ierusalem, e per fortificarle d'intorno, e per rifare le mura in Giudea.
46 E avendo adunque Ionata e il popolo intese queste parole, non le credettono, e non ricevettono loro proferte; imperò che si ricordarono della grande malizia, che aveano operata nel popolo Giudeo, e com' egli gli aveano fortemente tormentati.
47 E piacque loro di tenere con Alessandro, però che primo era istato porgitore di pace; e a lui da indi inanzi continuamente davano aiuto.
48 Allora lo re Alessandro radunoe grande gente, e menò sua oste contro a Demetrio.
49 E combatterono insieme i due re; ma la gente dell' oste del re Demetrio si fuggì, e Alessandro tenne loro dietro, e sopragiunsegli nel cammino.
50 Allora la battaglia induroe infino che il sole tramontò; e in quel dì fu morto Demetrio, (e sconfitta la gente sua, e lo re Alessandro ebbe vittoria).
51 Dond' egli mandò ambasciatori a Tolomeo, re d'Egitto, dicendo in questo modo:
52 Conciosia cosa ch' io sia tornato nel mio reame, e sono seduto nella sedia del mio padre, e hoe racquistato il nostro paese, e hoe isconfitto e morto Demetrio;
53 e combattemmo insieme la mia gente colla sua, e fue vinto, e fue fuori della sedia del suo reame;
54 piacciati che facciamo insieme amistade; e dammi la tua figliuola per moglie, e io sarò tuo genero, e darotti doni e dignitadi.
55 E lo re Tolomeo rispuose in questa forma: beato fu quello giorno, che tu tornasti alla terra dei tuoi padri, e sedesti nella sedia del regno loro.
56 Ond' io farò quello che tu hai addomandato; ma vienmi incontro infino a Tolemaida, si che noi ci convegniamo insieme, e darotti moglie sì come tu hai detto.
57 Allora si partì d' Egitto lo re Tolomeo, e Cleopatra sua figliuola, e fu nel CLXII anno (del regno de' Greci), e venne a Tolemaida.
58 E lo re Alessandro anco quivi venne; e fece le sue nozze, sì come fanno li re, con grande gloria.
59 Allora lo re Alessandro scrisse a Ionata, che gli venisse incontro (a Tolemaida).
60 Ed egli v' andò (con grande gente e) con grande gloria, e scontrossi quivi cogli due re (coronati), e diede loro molto ariento e oro e altri doni; onde loro lo ricevettono graziosamente.
61 E allora vi capitarono uomini rei e malvagi del popolo d' Israel, i quali (erano pieni di malizia` e d'odio, e) accusarono Ionata; ma lo re non gli volse intendere.
62 Anzi comandò che Ionata fosse ispogliato delle sue vestimenta, e fosse rivestito di rosato; e così fu fatto. E lo re il puose a sedere seco.
63 E disse alli suoi principi, che andassono con lui per la terra, e fece bandire che alcuno non sia ardito d' accusarlo, nè di molestarlo d' alcuna cosa per alcuna cagione.
64 E quando quegli che l' accusavano viddono magnificare la sua gloria, e viddono lui vestito di rosato, incontanente si fuggirono tutti.
65 E in questo modo lo fece grande il re, e fecelo iscrivere fra gli primi suoi amici, e fecelo duca e partefice della signoria.
66 E così tornò Ionata in Ierusalem con pace e con letizia.
67 Nel centosessantacinquesimo anno (del regno de' Greci) Demetrio, figliuolo di Demetrio, venne da Creta nella terra del suo padre.
68 E quando lo re Alessandro lo intese, si turboe molto, e tornoe ad Antiochia.
69 Ma Demetrio fece suo principe Apollonio, il quale signoreggiava (a' confini della Soria) in una parte dello reame la quale si chiamava Celesiria; il quale radunoe grande (gente e fece grande) oste, e venne a Iamnia; e mandò dicendo a Ionata sommo sacerdote:
70 Tu solo ti se' ribellato da noi, e sì ti fai beffe di me, e sì m' hai in obbrobrio; e veggiamo che tu ci contrarii per li monti (e per gli altri luoghi nelli quali tu se' signore).
71 Ma se tu ti confidi nelle tue fortezze, iscendi a noi al piano campo, e proviamo quivi insieme; e allora vedrai come egli è meco la virtù delle battaglie.
72 (E imperò) impara e addomanda chi son io, e gli altri che sono nel mio aiuto, i quali dicono che il vostro piede non si puote fermare dinanzi dalla nostra faccia; imperciò che due volte i tuoi padri si sono fuggiti (da loro) nella loro terra medesima.
73 Ora adunque come credi tu potere sostenere tanta oste e tanta cavalleria nel campo ove non è pietra, nè sasso, nè luogo da fuggire?
74 E quando Ionata intese questi sermoni, incontamente fu mosso nell' animo suo, e disse che fossono apparecchiati XV milia uomini; e così elesse, e uscì fuori di Ierusalem, e Simone suo fratello gli' venne in aiuto.
75 E puosono il campo a Ioppen; il popolo cacciò Ionata dalla città, però che la guardia di Apollonio era in Ioppen; e combatteronla (e vinserla).
76 Ed essendo spaventati quelli ch' erano nella cittade, sì gli apersono le porte; e così acquistò Ionata Ioppen.
77 E quando Apollonio questo intese, si mosse con tre milia cavalieri e con grande oste.
78 E andossene pianamente ad Azoto, e quivi pose il campo, imperò ch' egli avea grande quantità (di gente a piè e) di cavalieri, e confidavasi in loro. Ma Ionata gli andò dietro in Azoto, e quivi combatterono insieme.
79 E aveva lasciato Apollonio (di loro) mille cavalieri in campo per agguato.
80 E quando Ionata ebbe ispiato che agguato era posto dopo lui, attorniò il campo d' Apollonio; i quali saettarono al popolo di Ionata dalla mattina insino al vespero.
81 E il popolo stette per quel modo, sì come comandò Ionata; e li cavalieri delli nimici erano affaticati; e li loro cavalli stanchi.
82 Di che Simone incalzò l'oste suo, e commise battaglia incontro alla legione; e li cavalieri erano affaticati, e furono da lui sconfitti, e fuggirono.
83 E gli altri ch' erano sparti per lo campo sì fuggirono in Azoto, ed entrarono nel tempio di Betdagon loro idolo, acciò che fossono salvi.
84 Ma Ionata arse Azoto, e le cittadi che v'erano dintorno, e prese le loro ricchezze; e arse il tempio di Betdagon, e quegli che quivi fuggirono dentro.
85 E furono, tra gli morti e arsi, quasi nel torno di VIII milia.
86 Poi si partì quindi Ionata con l'oste, e puose il campo ad Ascalona; ma loro gli vennono incontrol con grande gloria.
87 E poi si (partì quindi, e) tornò Ionata con gli suoi in Ierusalem con molte ricchezze.
88 E quando lo re Alessandro udì queste cose, sì si puose in cuore di glorificare più Ionata.
89 E mandogli la fibbia dell' oro, sì come era usanza di dare a' consorti dello re. E donogli Accaron e tutti i suoi termini in possessione.