Scrutatio

Giovedi, 23 maggio 2024 - San Giovanni Battista de Rossi ( Letture di oggi)

Baruc 6


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DIODATIBIBBIA VOLGARE
1 Per li peccati, che voi commetteste inanzi a Dio, sarete menati in prigione in Babilonia da Nabucodonosor, re di Babilonia.
2 Ed entrati in Babilonia, starete ivi molti anni, e per lungo tempo, infino a VII generazioni; e dopo questo vi menerò indi con pace.
3 Ma ora vederete in Babilonia li iddii d'oro e d'argento e di pietra e di legno nelli omeri esser portati, dimostranti paura (e maraviglia) alle genti.
4 Adunque vedete acciò che voi non siate fatti simili a quelli fatti d'altrui, e pieni di paura, e la paura vi pigli in loro.
5 E veduta la turba di dietro e dinanzi, adoranti dite nelli vostri cuori: o Signore, conviene che tu sii adorato.
6 E lo mio angelo si è con voi; e io medesimo richiederò le vostre anime.
7 Però che la loro lingua sì è pulita dal fabbro, e anco è inorata e inargentata; e sono falsi, e non possono parlare.
8 E sì come alla vergine amante piacciono li belli vestimenti, così si toglie l'oro, e sonne fabbricati.
9 E hanno certamente corone d'oro sopra i loro capelli, loro iddii; onde sottraono li sacerdoti da loro oro e argento, e quello si tolgono per loro medesimi.
10 E dànno di quello a quelle tengono mala vita, e ornano le meretrici; e quando ancora ricevono quello dalle meretrici, adornano i loro iddii.
11 Ma questi non sono liberati dalla ruggine e dalla tignuola.
12 E coperti quelli di veste di porpora, forbono le loro faccie per la polvere della casa, la quale polvere v'è molto grande tra loro.
13 E hanno la verga regale (in mano nella casa) come uno uomo, come lo giudice della contrada, il quale non uccide quello che pecca contro a loro.
14 E anche hanno in mano lo coltello e la scure; ma sè della battaglia e dalli ladroni non lìberano; per la qual cosa vi sia manifesto, che non sono iddii.
15 Adunque non li abbiate in riverenza; però che come lo vaso dell' uomo, rotto, si fa sanza utilità, così sono fatti i loro iddii.
16 E posti quelli e ordinati nella casa, li loro occhi sono pieni di polvere dai piedi di quelli che v' entrano.
17 E come sono chiuse le porte a colui il quale offende lo re, ovvero come lo morto portato al sepolcro, così guardano li sacerdoti li usci con chiusure e con istanghe, acciò che non siano spogliati da' ladroni.
18 E accendono le lucerne a loro, e molte, delle quali non possono vedere niuna, (cioè quelli iddii non le possono vedere); ma sono come le travi nelle case.
19 E i loro cuori dicono che leccano li serpenti, li quali sono di terra, quando li mangiano e le loro vestimenta, e nulla sentono.
20 Le loro faccie sono nere per lo fumo lo quale si fa nella casa.
21 E le nottole volano sopra [il loro corpo e] il loro capo, e le rondini e li uccelli, e simigliantemente li gatti (e barbagianni).
22 Per la quale cosa sappiate che non sono iddii. Adunque non li temete.
23 E anche l' oro, ch' elli hanno, è ad ornamento; e se non che alcuno forbe la ruggine loro, non risplenderebbono; e quando ci era soffiato (trombe), non sentivano nulla.
24 E sono comperati d'ogni prezzo, nelli quali non è lo spirito.
25 E sono portati sanza piedi in su le spalle, dimostranti la sua vergogna alli uomini. E siano anche confusi quegli che li adorano.
26 Però (che) se caderanno in terra, non [si] leveranno da sè medesimi; e anche se niuno lo leverà suso, non starà fermo per sè; ma istarà, come morto, appiccato alli omeri di colui che lo tiene.
27 I loro sacerdoti vendono le loro ostie, e usano in mala parte; somigliantemente le femmine loro, divellendo, non fanno parte nè ad infermo nè a mendicante.
28 E del loro sacrificio ne toccano feccia e altra bruttura. Sappiendo certo per questo che non sono iddii, non li temete.
29 E onde sono chiamati iddii? Però che le femine pongono ostie alli iddii dello oro e dello argento e dello legno;
30 e li sacerdoti seggono nelle case loro, e hanno le gonnelle istracciate, e lo capo e la barba rasa, e li loro capi sono ignudi.
31 E ruggono gridanti [con]tra li loro iddii, sì come li morti nella cena.
32 Li sacerdoti tolgono loro le vestimenta, e vestonne le loro mogli e li loro figliuoli.
33 Se sostengono alcuno male da alcuno, ovver alcuno bene, non possono retribuire male ovver bene; non possono constituire re, nè lo possono torre.
34 Somigliantemente non possono dare ricchezze, nè rendere altrui male. E se alcuno faceva loro voto (ad alcuno), e non compia lo voto, non gliele richieggiono.
35 Non liberano l'uomo da morte, e non liberano quello che puote manco da colui ch' è più potente (di loro).
36 E a uomo cieco non renderanno lume; e non possono liberare l'uomo dalla necessitade.
37 Non hanno misericordia della vedova, e non fanno bene alli orfani.
38 Sono simili alle pietre della montagna li loro iddii; sono di pietra e di legno, e d'oro e d'argento. Chiunque li adora, sarà confuso.
39 Adunque come si puote dire o pensare che siano iddii?
40 Chè ancora li Caldei non adorano quelli; i quali Caldei, quando odono (così) uno muto che non parla, offeriscono quello a Bel (cioè quello idolo), addomandando da lui, che lo faccia parlare;
41 quasi che li possan sentire quelli che non hanno movimento; ed egli, quando li averanno conosciuti, abbandoneranno quelli; però che quelli loro iddii non hanno niuno senso.
42 Le femine attorniate di funi seggono nelle vie, ardendo li nocciuoli dell' olive.
43 E conciosia cosa che alcuna di quelle sia attratta per alcuno che passi per la via, e dorma con lui, quella allora (viene e) dispregia la sua vicina, e dispregiando dice ch' è più degna di lei, però che la sua fune non è rotta. (Queste parole s' intendono così: che le donne venivano e incatenavano li iddii, e stavano legate e attorniate con una fune, e questo faceano per commettere lussuria; e poi venìano li uomini lo giorno, e pigliavano quella che gli piaceva, e rompevano la fune e usavano con lei; e allora quella si teneva più degna, e dicea ch' era esaudita; sì che, per potere commettere lussuria, si adduceano a fare malie e le idolatrie, sì come fanno ancora oggi; per la qual cosa si prova ed è manifesto che la lussuria è richiedimento, e fassi idolatria).
44 Ma tutto quello che si fae a quelli iddii, sono cose false. Or dunque come si puote pensare e dire che siano iddii?
45 I quali sono fatti dalli fabbri e dalli orefici. Di niuna altra cosa saranno, se non di quello che vogliono li sacerdoti.
46 E li orefici (e quelli) che li fanno, non sono di molto tempo. Or dunque possono quelli, che sono fatti da loro, essere iddii?
47 Abbandonarono le cose false e vituperio a quelli che poi debbono venire.
48 Però che quando sopraverrà loro battaglia e male, si pensano li sacerdoti, dov' egli si nascondano con essi.
49 Adunque come si debbono sentire che siano iddii, i quali non si possono liberare nè di battaglia nè di male?
50 Però che, conciosia cosa che siano di legno (e di pietra), d'oro o d'argento, saprassi poi che sono falsi da tutte le genti e dalli re; le quali cose sono manifeste, però che non sono iddii, ma sono opera di mano d' uomini, e non sono operazione di Dio (i loro iddii).
51 ...
52 Non suscitano re a' reami, e non dànno pluvia alli uomini.
53 E non sanno discernere a neuno giudicio, e non liberano la contrada dalla ingiuria; però che non possono nulla, sì come le cornacchielle tra lo cielo e la terra; (cioè, quando volano, non toccano nè cielo nè terra).
54 E quando avvenisse che lo fuoco appigliasse nelle case di questi iddii di legno e di oro e di ariento, li loro sacerdoti fuggiranno, e liberaranno sè medesimi (s' elli potranno); ed egli arderanno nel mezzo (della terra), sì come fussono travi.
55 Non faranno resistenza nò alli re nè a battaglia. Adunque come si puote dire o comprendere nell' animo, che siano iddii?
56 Non si poteran liberare da' rubatori nè dai ladroni, però ch' egli sono o di legno o di pietra, o d'oro o d'argento; quelli (iniqui e malvagi, cioè li) ladroni sono più forti.
57 E torranno loro da dosso l'oro e l'argento e lo vestimento con che saranno coperti, e anderànnosene; e non si puonno aiutare.
58 E anche è meglio esser re, dimostrante la virtù sua, ovver uno vaso utile nella casa, nel quale si glorierà chi lo possiede, ovver porta nella casa, la qual custodisce le cose che vi sono, che gli falsi iddii.
59 Lo sole e la luna e le stelle, quando sono splendide e mandate ad utilitade, (non) odono.
60 E simigliantemente la saetta e fulgore, quando apparisce, sì è molto chiara; e quello medesimo spirito spira in ogni regione.
61 E li nuvoli, quando èlli comandato loro da Dio, che vadano per tutto il mondo, incontinente fanno quello che è loro comandato.
62 E anche lo fuoco, mandato di sopra, sì consuma li monti e le selve, e fa quello che gli è comandato. Ma queste cose non [sono] simili d' uno di loro nè per bellezza nè per virtù.
63 Per la qual cosa non si deve dire nè pensare, che siano iddii; poi che non possono giudicare, nè giudicio dare, nè farlo agli uomini.
64 Sappiendo voi adunque che non sono iddii, però non li temete.
65 Egli non benediceranno li re, e non li malediceranno.
66 Però che non mostrano segni in cielo alle genti; e non luceranno come lo sole, e non daranno lume come la luna.
67 Le bestie sono migliori di loro, però che almeno possono fuggire sotto li tetti, acciò che faccia loro prode.
68 Per niuna cosa dunque v'è manifesto che siano iddii; per la qual cosa non li temete.
69 Però che come la paura (cioè lo spaventacchio) non è cagione che nel cucumerario si custodisca alcuna cosa, così sono i loro iddii di legno e d'oro e d'ariento.
70 In quello modo [è] la spina bianca nell' orto, sopra la quale ogni uccello si posa. Simigliantemente sono simili allo morto, lo quale è gittato alle tenebre, (così sono) i loro iddii che sono [di legno e] d'oro e d'argento.
71 Dalla porpora e dal marmoro, che tengono sopra, saprete che non sono iddii. Egli alla fine saranno mangiati, e saranno vituperio alla contrada, (cioè che si venderanno, e li denari si spenderanno in mangiari).
72 E (ancora) migliore è uno uomo giusto, il quale non hae queste idolatrie; però che egli sarà di lungi (dalla vergogna, e ancora) dalli vituperii.