Scrutatio

Venerdi, 10 maggio 2024 - San Giobbe ( Letture di oggi)

Cantico 4


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DIODATIVULGATA
1 Eccoti bella, amica mia, eccoti bella; I tuoi occhi, per entro la tua chioma, Somigliano que’ de’ colombi; I tuoi capelli son come una mandra di capre lisce, Del monte di Galaad.1 (Sponsus)Quam pulchra es, amica mea ! quam pulchra es !
Oculi tui columbarum,
absque eo quod intrinsecus latet.
Capilli tui sicut greges caprarum
quæ ascenderunt de monte Galaad.
2 I tuoi denti son come una mandra di pecore tutte uguali, Che salgono fuor del lavatoio, Ed hanno tutte due gemelli, Senza che ve ne sia alcuna senza figlio.2 Dentes tui sicut greges tonsarum
quæ ascenderunt de lavacro ;
omnes gemellis fœtibus,
et sterilis non est inter eas.
3 Le tue labbra somigliano un filo tinto in iscarlatto, E il tuo parlare è grazioso; La tua tempia, per entro la tua chioma, Pare un pezzo di melagrana.3 Sicut vitta coccinea labia tua,
et eloquium tuum dulce.
Sicut fragmen mali punici, ita genæ tuæ,
absque eo quod intrinsecus latet.
4 Il tuo collo somiglia la torre di Davide, Edificata per gli esercizii dell’armi, Alla quale sono appiccati mille scudi, Tutte le targhe de’ prodi.4 Sicut turris David collum tuum,
quæ ædificata est cum propugnaculis ;
mille clypei pendent ex ea,
omnis armatura fortium.
5 I tuoi due seni Son come due cavrioletti gemelli, Che pasturano fra i gigli.5 Duo ubera tua sicut duo hinnuli,
capreæ gemelli, qui pascuntur in liliis.
6 Finchè spiri l’aura del giorno, E che le ombre se ne fuggano, Io me ne andrò al monte della mirra, Ed al colle dell’incenso.6 Donec aspiret dies, et inclinentur umbræ,
vadam ad montem myrrhæ, et ad collem thuris.
7 Tu sei tutta bella, amica mia, E non vi è difetto alcuno in te7 Tota pulchra es, amica mea,
et macula non est in te.
8 Vieni meco dal Libano, o Sposa, Vieni meco dal Libano; Riguarda dalla sommità di Amana, Dalla sommità di Senir, e di Hermon, Da’ ricetti de’ leoni, Da’ monti de’ pardi.8 Veni de Libano, sponsa mea :
veni de Libano, veni, coronaberis :
de capite Amana, de vertice Sanir et Hermon,
de cubilibus leonum, de montibus pardorum.
9 Tu mi hai involato il cuore, o Sposa, sorella mia; Tu mi hai involato il cuore con uno de’ tuoi occhi, Con uno de’ monili del tuo collo.9 Vulnerasti cor meum, soror mea, sponsa ;
vulnerasti cor meum in uno oculorum tuorum,
et in uno crine colli tui.
10 Quanto son belli i tuoi amori, o Sposa, sorella mia! Quanto son migliori i tuoi amori che il vino! E l’odor de’ tuoi olii odoriferi più eccellenti che tutti gli aromati!10 Quam pulchræ sunt mammæ tuæ, soror mea sponsa !
pulchriora sunt ubera tua vino,
et odor unguentorum tuorum super omnia aromata.
11 O Sposa, le tue labbra stillano favi di miele; Miele e latte è sotto alla tua lingua; E l’odor de’ tuoi vestimenti è come l’odor del Libano.11 Favus distillans labia tua, sponsa ;
mel et lac sub lingua tua :
et odor vestimentorum tuorum sicut odor thuris.
12 O Sposa, sorella mia, tu sei un orto serrato, Una fonte chiusa, una fontana suggellata.12 Hortus conclusus soror mea, sponsa,
hortus conclusus, fons signatus.
13 Le tue piante novelle sono un giardino di melagrani, E d’altri alberi di frutti deliziosi; Di piante di cipro e di nardo;13 Emissiones tuæ paradisus malorum punicorum,
cum pomorum fructibus, cypri cum nardo.
14 Di nardo e di gruogo; di canna odorosa, e di cinnamomo, E d’ogni albero d’incenso; Di mirra, e d’aloe, E d’ogni più eccellente aromato14 Nardus et crocus, fistula et cinnamomum,
cum universis lignis Libani ;
myrrha et aloë, cum omnibus primis unguentis.
15 O fonte degli orti, O pozzo d’acque vive, O ruscelli correnti giù dal Libano!15 Fons hortorum, puteus aquarum viventium,
quæ fluunt impetu de Libano.
16 Levati, Aquilone, e vieni, Austro; Spira per l’orto mio, e fa’ che i suoi aromati stillino. Venga l’amico mio nel suo orto, E mangi il frutto delle sue delizie16 (Sponsa)Surge, aquilo, et veni, auster :
perfla hortum meum, et fluant aromata illius.