Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Lucas 16


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Dicebat autem et ad discipulos suos : Homo quidam erat dives, qui habebat villicum : et hic diffamatus est apud illum quasi dissipasset bona ipsius.1 Etiam diceva alli suoi discepoli: egli era uno uomo ch' era ricco, il quale avea uno gubernatore; ed egli fu infamato appresso il signore suo, come avea dissipati li suoi beni.
2 Et vocavit illum, et ait illi : Quid hoc audio de te ? redde rationem villicationis tuæ : jam enim non poteris villicare.2 Ed egli il chiamò, e dissegli: che è questo ch' io odo di te? rendimi ragione della tua ministrazione, imperò che ormai non potrai più gubernare.
3 Ait autem villicus intra se : Quid faciam, quia dominus meus aufert a me villicationem ? Fodere non valeo, mendicare erubesco.3 E il gubernatore disse fra sè stesso: che farò io, che il mio signore priverammi della ministrazione? io non posso (zappare nè) fare fossati; mi vergogno a mendicare.
4 Scio quid faciam, ut, cum amotus fuero a villicatione, recipiant me in domos suas.4 So che farò, che quando sarò privato della gubernazione, loro mi accetteranno nelle sue case.
5 Convocatis itaque singulis debitoribus domini sui, dicebat primo : Quantum debes domino meo ?5 Chiamati adunque tutti gli debitori del suo signore, diceva al primo: quanto sei obbligato al mio signore?
6 At ille dixit : Centum cados olei. Dixitque illi : Accipe cautionem tuam : et sede cito, scribe quinquaginta.6 E quello disse: cento misure d' olio. Ed egli disse: togli la tua carta; e tosto siedi, e scrivi cinquanta.
7 Deinde alii dixit : Tu vero quantum debes ? Qui ait : Centum coros tritici. Ait illi : Accipe litteras tuas, et scribe octoginta.7 Etiam disse a uno altro: e tu quanto sei tenuto? Il quale disse: cento cori di frumento. Al quale disse: togli le tue scritture, e scrivi ottanta.
8 Et laudavit dominus villicum iniquitatis, quia prudenter fecisset : quia filii hujus sæculi prudentiores filiis lucis in generatione sua sunt.8 (Udendo questo), il suo signore lodò il (suo) fattore di iniquità, chè egli avea fatto prudentemente; conciosia che gli figliuoli di questo mondo sono più prudenti delli figliuoli della luce nella sua generazione.
9 Et ego vobis dico : facite vobis amicos de mammona iniquitatis : ut, cum defeceritis, recipiant vos in æterna tabernacula.9 E io vi dico: fatevi amici di mammona della iniquità (cioè delle ricchezze, a dispensarle alli poveri servi di Dio); acciò che, quando verrete a meno, quelli vi ricevino nelli eterni tabernacoli.
10 Qui fidelis est in minimo, et in majori fidelis est : et qui in modico iniquus est, et in majori iniquus est.10 Chi è fedele nella minima cosa, etiam nella maggiore egli è fedele; e chi è iniquo nel poco, etiam egli è iniquo nel maggiore.
11 Si ergo in iniquo mammona fideles non fuistis quod verum est, quis credet vobis ?11 Se adunque non sete stati fedeli nell' iniquo mammona, chi vi crederà quel ch' è vero?
12 Et si in alieno fideles non fuistis, quod vestrum est, quis dabit vobis ?12 E se non siete stati fedeli nell' altrui cosa, chi vi darà quel ch' è vostro?
13 Nemo servus potest duobus dominis servire : aut enim unum odiet, et alterum diliget : aut uni adhærebit, et alterum contemnet. Non potestis Deo servire et mammonæ.
13 Nullo servo può servire a due siguori; imperò che ovvero avrà uno in odio, e amerà l'altro; ovvero accosterassi a uno, e disprezzerà l' altro; voi non potete servire a Dio e alla mammona.
14 Audiebant autem omnia hæc pharisæi, qui erant avari : et deridebant illum.14 Di che li Farisei, ch' erano avari, udivano tutte queste cose, e schernivanlo
15 Et ait illis : Vos estis qui justificatis vos coram hominibus : Deus autem novit corda vestra : quia quod hominibus altum est, abominatio est ante Deum.15 Egli adunque gli disse: voi siete che in presenza degli uomini vi giustificate; ma Iddio ha conosciuto li cuori vostri; imperò che quel ch' è (superbo e) alto alli uomini, a Dio egli è abominazione.
16 Lex et prophetæ usque ad Joannem : ex eo regnum Dei evangelizatur, et omnis in illud vim facit.16 La legge e i profeti furono insino a Ioanne; da lui è (predicato ed) evangelizzato il regno di Dio, e ogni uomo in quello fue forza.
17 Facilius est autem cælum et terram præterire, quam de lege unum apicem cadere.17 Di che egli è più facile venire a meno il cielo e la terra, che cadere uno punto della legge.
18 Omnis qui dimittit uxorem suam et alteram ducit, mœchatur : et qui dimissam a viro ducit, mœchatur.
18 Ogni uomo che lascia la mogliere sua, e togliene un' altra, commette adulterio; e chi mena quella ch' è stata lassata dal marito, fa fornicazione.
19 Homo quidam erat dives, qui induebatur purpura et bysso, et epulabatur quotidie splendide.19 Egli era uno uomo ricco, il quale vestiva di porpora e di bisso ( ch' è tela sottilissima), e ogni giorno faceva conviti splendidamente.
20 Et erat quidam mendicus, nomine Lazarus, qui jacebat ad januam ejus, ulceribus plenus,20 Ed eravi uno mendicante, chiamato Lazzaro, il quale giaceva in terra alla porta sua, tutto impiagato,
21 cupiens saturari de micis quæ cadebant de mensa divitis, et nemo illi dabat : sed et canes veniebant, et lingebant ulcera ejus.21 desiderando di saturarsi delle minute particelle che cadevano dalla mensa del ricco; al quale nullo davali alcuna cosa; ma etiam li cani venivano, e lingevano le sue piaghe.
22 Factum est autem ut moreretur mendicus, et portaretur ab angelis in sinum Abrahæ. Mortuus est autem et dives, et sepultus est in inferno.22 Di che avvenne che il mendico (povero) moritte, e dagli angioli fu portato nel seno di Abraam. Similmente moritte il ricco, e fu sepolto nell' inferno.
23 Elevans autem oculos suos, cum esset in tormentis, vidit Abraham a longe, et Lazarum in sinu ejus :23 Ed egli essendo nelli tormenti, e levando in alto gli suoi occhi, vide dalla lunga Abraam, e Lazzaro nel suo seno.
24 et ipse clamans dixit : Pater Abraham, miserere mei, et mitte Lazarum ut intingat extremum digiti sui in aquam, ut refrigeret linguam meam, quia crucior in hac flamma.24 Ed egli gridando disse: padre Abraam, abbi misericordia di me, e manda Lazzaro, ch' egli sì intinga la estremità del dito nell' acqua, acciò che egli rifreschi la mia lingua, imperò ch' io mi tormento in questa fiamma.
25 Et dixit illi Abraham : Fili, recordare quia recepisti bona in vita tua, et Lazarus similiter mala : nunc autem hic consolatur, tu vero cruciaris :25 Al quale disse Abraam: figliuolo, arricòrdati che ricevesti li beni nella vita tua, e Lazzaro similmente ricevette gli mali; ma ora egli è consolato, e tu sei tormentato.
26 et in his omnibus inter nos et vos chaos magnum firmatum est : ut hi qui volunt hinc transire ad vos, non possint, neque inde huc transmeare.26 E tra tutte queste cose egli è fondato tra voi e noi uno grande caos (che vuol dire confusione, e quivi ponesi per impossibilità di mutare il stato, ovvero gli meriti), per modo che quelli che vogliono di quindi venire a voi, non possono, nè d' indi venire qui da noi.
27 Et ait : Rogo ergo te, pater, ut mittas eum in domum patris mei :27 Onde egli disse: priego te adunque, padre, che il mandi in casa del mio padre.
28 habeo enim quinque fratres : ut testetur illis, ne et ipsi veniant in hunc locum tormentorum.28 Imperò ch' io ho cinque fratelli, acciò egli dichiari a loro, che non vengano in questo luogo di tormenti.
29 Et ait illi Abraham : Habent Moysen et prophetas : audiant illos.29 Al quale disse Abraam: loro hanno Moisè e gli profeti; odino quelli.
30 At ille dixit : Non, pater Abraham : sed si quis ex mortuis ierit ad eos, pœnitentiam agent.30 Ed egli disse: non è così, padre Abraam; ma se alcuno de' morti andaranno a loro, faranno penitenza.
31 Ait autem illi : Si Moysen et prophetas non audiunt, neque si quis ex mortuis resurrexerit, credent.31 Ed egli li disse: se loro non odono Moisè e li profeti, non crederanno etiam se alcuno resuscitarà da morte.