Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Proverbia 30


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Verba Congregantis, filii Vomentis. Visio quam locutus est vir cum quo est Deus, et qui Deo secum morante confortatus, ait :1 (Qui mostra Salomone, che niuno non si deve arigogliare per senno o per ricchezza ch' egli abbia; chè [Iddio] gli può tosto torre l'una e l'altra, quando gli piace. Comincia in tale maniera :) Queste sono le parole del figliuolo che raguna. (E poi appresso il mostra in aperto; e perciò che niuno uomo non ardisse ch' egli per sua sapienza si glorificasse, sì comincia, e dice così:) Questa visione ha detto l'uomo che è con Dio, e che è confortato perciò che Iddio è stato con lui, e dice:
2 Stultissimus sum virorum,
et sapientia hominum non est mecum.
2 Io sono il più folle di tutti gli uomini che sono nel mondo, e la sapienza degli uomini (di questo secolo) non è già con meco; (e ben dice: chè coloro che donano largamente per Dio, il mondo lasceranno e coloro che non vogliono avere ammaestrare nè acquistare; e perciò ello gli chiama i più folli del mondo, e dice che l'assai sapienza degli uomini di questo mondo non è già con lui; ma la sapienza è di lasciare invidia e arigoglio e altri peccati, e brievemente di quanto il secolo; ei serve di cuore colui che Iddio formò a sua imagine).
3 Non didici sapientiam,
et non novi scientiam sanctorum.
3 (E poi dice): niuno uomo terreno non m' insegnò, e io [non] conosco già la vita de' santi uomini, e loro scienza.
4 Quis ascendit in cælum, atque descendit ?
quis continuit spiritum in manibus suis ?
quis colligavit aquas quasi in vestimento ?
quis suscitavit omnes terminos terræ ?
quod nomen est ejus, et quod nomen filii ejus, si nosti ?
4 Chi fu mai di sì grande scienza o potere, che salisse in cielo e scendesse? (se non solamente nostro Signore; e appresso la resurrezione vi salie apertamente, e scenderanne il dì del giudicio per giudicare tutti; ed elli medesimo nostro Signore creoe li angeli, e formò Adamo primo uomo, e tutto nella sua forma e' stabilì il mare, e formò le acque e la terra, il cielo e l'erbe e l'altre cose che sono nel mondo; e al grande dì del giudicio risusciterà tutte le genti che furono da Adamo per infino all'ultimo uomo del mondo; e se tu che ciò intendi il credi, dunque conosci anco tutta la sapienza del mondo e tutte le ricchezze, mentre che colui che grande pena ha messa a raccoglierle è passato in così poco tempo; e di ciò non si puote difendere, chè quanto egli ha fatto nel secolo non gli vale niente, anzi gli grava troppo, se none solamente lasciare il peccato e fare il bene; e ciò non puote fare colui che ama l'avere del mondo, anzi lascia tutto apertamente ciò ch' elli doverebbe fare, e fa ciò che doverebbe lasciare; e bene mostrano cotali genti, che non fanno bene; chè loro, e tutte le creature che sono in questo mondo, sono nelle mani di Dio, per farne del tutto secondo il suo comandamento). Or chi sostiene il vento nelle mani sue? or chi legoe i fiumi, come si lega la cosa nel gherone della camiscia? or chi fece i confini del mondo? or che nome ha egli? or che nome è quello del figliuolo, se tu 'l sai?
5 Omnis sermo Dei ignitus :
clypeus est sperantibus in se.
5 Tutte le parole di Dio sono così come uno scudo ardente a difendere coloro che bene fanno (contro alle tentazioni e alli assalti del demonio; e ciò devono avere coloro fidanza in loro sicurtà, che sanno, e hanno veduto, almeno per sembiante e per esempio, che ciò che l' uomo possa fare non lo può difendere dalla distretta della morte; poi s' ello non è stato presto nella verace penitenza di cuore, sì va diritto allo inferno).
6 Ne addas quidquam verbis illius,
et arguaris, inveniarisque mendax.
6 Intendi bene e saviamente le parole di Dio; non vi mettere, nè non vi trarre, chè tu non sia tenuto bugiardo.
7 Duo rogavi te :
ne deneges mihi antequam moriar :
7 (Ideo dice Salomone:) io ti domando due cose, e nolle negare (anzi le mi dona) innanzi ch' io muora.
8 vanitatem et verba mendacia longe fac a me ;
mendicitatem et divitias ne dederis mihi :
tribue tantum victui meo necessaria,
8 Tutta vanità (con tutto arigoglio) nè parola di bugia non mi lasciare avere (nè dire malvagità di me lamenti ). E non mi dare già troppo grande povertà, nè ricchezza troppo grande; ma solamente mi dà ciò che bisogna per mia vita sostenere;
9 ne forte satiatus illiciar ad negandum,
et dicam : Quis est Dominus ?
aut egestate compulsus, furer,
et perjurem nomen Dei mei.
9 però che se io fossi troppo ricco, io temerei di venire in rigoglio (e pensieri in me medesimo, ch' io per mio senno avere' acquistate tali ricchezze) e così dimenticherei Iddio (per lo grande diletto); e se io fossi troppo povero, io temerei di non cadere. in peccato (di desiderare altrui cose, e) di volere torre per forza o d'involare, e così (peccherei leggermente, e) misfarei contro a Dio.
10 Ne accuses servum ad dominum suum,
ne forte maledicat tibi, et corruas.
10 Non avere già volontà d'accusare servente a suo signore, chè tu ne potresti avere malgrado dall' uno o dall' altro.
11 Generatio quæ patri suo maledicit,
et quæ matri suæ non benedicit ;
11 (Gli giudei che in Cristo non vogliono credere nè intendere, non dichiarano la Scrittura di loro legge). Egli è generazione, la quale il padre suo maladice, e la madre non benedice.
12 generatio quæ sibi munda videtur,
et tamen non est lota a sordibus suis ;
12 Ed ènne un' altra, che si tiene ben monda, e non si lavò anche dal fracidume. (E li disleali contro a natura, che favellano contro i comandamenti dell' evangelio, loro assembra che sieno prodi uomini e di buono stato).
13 generatio cujus excelsi sunt oculi,
et palpebræ ejus in alta surrectæ ;
13 Ed è generazione, della quale sono gli occhi superni, e li suoi nepitelli sono levati in alto.
14 generatio quæ pro dentibus gladios habet,
et commandit molaribus suis,
ut comedat inopes de terra,
et pauperes ex hominibus.
14 Ed è generazione, che hae per gli denti coltelli, e mastica con mascellari, acciò che roda i poveri di terra, ei mendichi nati degli uomini. (E i malvagi disleali, che sono in arigoglio, non degnano di temere i comandamenti della legge cristiana; e coloro che hanno potere sopra altrui, che distruggono le povere genti e cacciangli a dolore, saranno messi senza prolongamento a' dolori dello inferno).
15 Sanguisugæ duæ sunt filiæ,
dicentes : Affer, affer.
Tria sunt insaturabilia,
et quartum quod numquam dicit : Sufficit.
15 La sansuga ha due figliuole, che ciascuna dice reca, reca. (Il diavolo sì è sansuga; conventicule sono le due figliuole, che tuttavia vogliono avere, che ragione non dà loro; chè come più ha, il luogo più desidera d' avere, così gl' incresce tuttavia il desiderio ). Tre cose sono che (mai non averanno assai, e) già mai non saranno saziate; e la quarta cosa non dirà già e' mi basta.
16 Infernus, et os vulvæ,
et terra quæ non satiatur aqua :
ignis vero numquam dicit : Sufficit.
16 La prima cosa si è lo inferno, (che non sarà mai ripieno); la seconda cosa si è la (carne che è stata nutrita alla sua volontà; come averae tanti diletti, che non ne volesse avere più? e somiglia alla) folle femina che non può essere sazia di peccato di lussuria; la terza si è la terra, che già non pioverà tanto ch' ella nollo riceva; il quarto si è il fuoco che mai non dirà: basta, (il fuoco dello inferno che mai non sarà sazio, e somiglia all' uomo avaro che già non averà assai, anzi il suo cuore è volontà tuttavia d'avere ammassare; e in ciò somiglia il demonio, che già non si stancherà per trarre l'uomo a peccato).
17 Oculum qui subsannat patrem,
et qui despicit partum matris suæ,
effodiant eum corvi de torrentibus,
et comedant eum filii aquilæ !
17 Colui che si fa beffe del suo padre e (dispregia la dottrina di Santa Chiesa) sua madre, gli corvi del deserto gli trarranno gli occhi; (quando i predicatori e li prelati di Santa Chiesa, che alcuna volta furono neri per lo peccato, ripigliono arditamente i miscredenti di loro credenza); e tali genti le aguglie se le manicheranno; (quando coloro che sono battezzati, li giùdicano i malvagi; e quelli sono chiamati figliuoli d'aquile, per Gesù Cristo che per tutta la carne umana volò all'altezza del cielo ).
18 Tria sunt difficilia mihi,
et quartum penitus ignoro :
18 Tre cose vi sono molte gravi a sapere; e la quarta non posso sapere in alcuna maniera.
19 viam aquilæ in cælo,
viam colubri super petram,
viam navis in medio mari,
et viam viri in adolescentia.
19 La prima si è la via dell' aquila in aria. (Significa la sottilità del demonio, che in molte maniere di tentazioni assalisce il prode uomo anzi che il metta in peccato, e molto ha invidia s' egli vede lo prode uomo in sottilitade). La seconda si è il serpente, della sua via ch' elli fae sopra la pietra. (E tutto così è il demonio; per grande ingegno inganna e concupa coloro che sono in buono stato e fermi nello insegnamento di Santa Chiesa, per sua grande sottilità). La terza si è la via della nave; (e significa l'allegrezza di coloro che in tutte maniere di vita s' abbandonano anco, come la nave abbandonata da tutte genti; e bene significa l'aquila anco, come vive di preda. Tutto così è il demonio; non ha intenzione di torre, se none a Dio, colui per cui venne a morire in terra. Il serpente è bene assomigliato al demonio, ch' egli ingannò il primo uomo in sembianza di serpente). La quarta cosa si è la via dell' uomo in sua giovinezza; (chè molto è grave cosa di sapere la via dell' uomo, che lascia la via di veritade e mettesi a fare male; e massimamente quando l'uomo vede uno fanciullo, che niuno non puote sapere che fine averà).
20 Talis est et via mulieris adulteræ,
quæ comedit, et tergens os suum
dicit : Non sum operata malum.
20 Molto è maravigliosa cosa la via della folle femina, che quando ella ha fatto suo peccato, se altri non se ne avvede, sì dice: io non ho fatto niuno (peccato nè niuno) male.
21 Per tria movetur terra,
et quartum non potest sustinere :
21 Per tre cose è smossa la terra, e la quarta non può sostenere.
22 per servum, cum regnaverit ;
per stultum, cum saturatus fuerit cibo ;
22 La prima è quando malvagio uomo ha potere sopra le buone genti; (che ciò è una signoria che fa molto male a settanta). È la seconda, quando il folle uomo è salito in altezza (e in potere; chè elli vuole che sua volontà sia fatta, cui ne gravi; è maniera di tali genti, che già non faranno niente per consiglio, ma tutto a loro piacere, donde male avviene ).
23 per odiosam mulierem, cum in matrimonio fuerit assumpta ;
et per ancillam, cum fuerit hæres dominæ suæ.
23 La terza, quando femina disleale ha terra a tenere, e genti a giustiziare: (chè non è cuore che sia sanza piatà, come cuore di mala femina). La quarta si è quando la femina serva è donna, (e ha signoria appresso la sua diritta donna. E tutto ciò somiglia colui che tutte fa le volontà del corpo, e mette l'anima che doverebbe essere buona, in soggezione della carne; e ciò perchè la terra è smossa e al di drieto, nè lo puote ragione sostenere, anzi conviene che quello che così fa sia traboccato alla piazza dello inferno; ch' elli ha sua terra troppo male mantenuta, e troppo male guardata per suo corpo).
24 Quatuor sunt minima terræ,
et ipsa sunt sapientiora sapientibus :
24 Quattro cose (che) sono picciole, e sono più savie che cosa che sia.
25 formicæ, populus infirmus,
qui præparat in messe cibum sibi ;
25 La prima si è la formica, che è di picciolo potere, e per tanto ella s' apparecchia dond' ella deve vivere, quando è stagione; (e significa il popolo e il Comune che si tiene per ferma credenza; elli apparecchiano in questo secolo, ond' elli saranno in grande altezza).
26 lepusculus, plebs invalida,
qui collocat in petra cubile suum ;
26 La seconda è la lepore, che è di picciolo potere, e impertanto si fa sua casa nella pietra; (e ciò significa una maniera di genti, che sono in poco potere, e non si vogliono vendicare di fellonie nè di malizie che fatte sono loro, anzi del tutto hanno messo loro speranza in Dio, e da lui s' attendono la vendetta di tutti i mali che ha l'uomo a loro fatti; e perciò hanno fatta loro casa nella pietra, cioè nella sicurtà di Cristo).
27 regem locusta non habet,
et egreditur universa per turmas suas ;
27 La terza cosa si è la locusta, che non ha di re nè di signore, ella e tutte le sue compagne; (e significa le genti che di loro buono cuore sanza castigamento sempre hanno menata buona vita, e fanno guerra al demonio per penitenza).
28 stellio manibus nititur,
et moratur in ædibus regis.
28 La quarta cosa è lo cicalone, che non ha niuna ala, nè può volare, (anzi si va appiccando co' piedi,) e sta alle case de' re.
29 Tria sunt quæ bene gradiuntur,
et quartum quod incedit feliciter :
29 Tre cose sono che bene vanno, e la quarta va bene avventurosa.
30 leo, fortissimus bestiarum,
ad nullius pavebit occursum ;
30 La prima si è il lione, che ha signoria sopra tutte le bestie, e non teme cosa ch' egli incontri (e non ha paura per natura. Egli significa Cristo, che secondo la natura è chiamato lione, che è signore di tutto il mondo, e che in sè ha morto il demonio che credeva tutto il mondo avere acquistato).
31 gallus succinctus lumbos ;
et aries ; nec est rex, qui resistat ei.
31 La seconda cosa si è il gallo, che canta succinto nel mezzo del fianco; (e significa gli antichi profeti che al tempo innanzi che la legge fusse data e appresso annunziano l' avvenimento di Cristo, anco come il gallo canta per notti, come per die è venuto; e bene significa l' avvenimento di Cristo la chiarità del dì, e il tempo dinanzi significa la notte; chè tutti coloro che di questo secolo trapassoro dinanzi alla resurrezione di Cristo, già non sarebbono stati uomini; andavano sanza rilascio nello inferno; e perciò significa il gallo li profeti, che annunziarono l'avvenimento di Cristo; e come appresso il dì tanto canta il gallo più tosto). La terza cosa si è il montone, che non è chi li vada incontro; (e significa li santi vescovi, che solamente per li buoni esempli e per la loro buona vita debbono mettere le genti in buono stato; e se sono prodi uomini, come debbono essere, non troveranno già) nè re nè principe che di loro buona intenzione si possa sturbare.
32 Est qui stultus apparuit postquam elevatus est in sublime ;
si enim intellexisset, ori suo imposuisset manum.
32 La quarta cosa è così quando il folle (verrà e) sarà inalzato in alto; chè s'elli avesse saputo ciò che gli dovea avvenire, ello non avrebbe già fatto ciò che fece; (il folle significante Cristo, ch' è sì grande signore, e sì grande altezza mosterrà, che farà intendere a suo potere ch' egli è Iddio, e distruggerà e farà morire di mala morte, veggente tutti; e ciò dice la Scrittura. Se sapesse che non dovesse essere liberato dalla morte dello inferno e da tali tormenti, non intenderebbe elli ciò ch' elli farà. Quello che saviamente prende la Scrittura, elli non vi trova altro che dolcezza; e quello altrimenti la intende, non vi trova se non gravezza; e colui che non chiede se none male, muove spesso discordia, ed è in mala pace).
33 Qui autem fortiter premit ubera ad eliciendum lac exprimit butyrum ;
et qui vehementer emungit elicit sanguinem ;
et qui provocat iras producit discordias.
33 Da che le poppe son premute istrettamente, si n'esce fuori il grasso: secondo che quegli lo quale mugne troppo le poppe, sì ne fa uscire lo sangue, così fa chi cruccia altrui; fanne nascere discordie.