Scrutatio

Mercoledi, 29 maggio 2024 - Sant'Alessandro ( Letture di oggi)

Jó 14


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VULGATABIBBIA VOLGARE
1 Homo natus de muliere, brevi vivens tempore,
repletur multis miseriis.
1 L'uomo nato della femina, vivente breve tempo, è ripieno di molte miserie.
2 Qui quasi flos egreditur et conteritur,
et fugit velut umbra, et numquam in eodem statu permanet.
2 Il quale come fiore viene, e conculcato è; fugge sì come ombra, e non rimane mai in uno medesimo stato.
3 Et dignum ducis super hujuscemodi aperire oculos tuos,
et adducere eum tecum in judicium ?
3 E pensi esser cosa degna di aprire sopra cotal cosa gli occhii tuoi, e menarlo teco nel giudicio?
4 Quis potest facere mundum de immundo conceptum semine ?
nonne tu qui solus es ?
4 Chi puote fare la cosa monda, concetta del non mondo seme? Or non sei tu quello solo?
5 Breves dies hominis sunt :
numerus mensium ejus apud te est :
constituisti terminos ejus, qui præteriri non poterunt.
5 Brevi sono li di dell' uomo; lo numero delli mesi suoi è appresso te; e ordinasti li termini suoi, li quali non si poteranno trapassare.
6 Recede paululum ab eo, ut quiescat,
donec optata veniat, sicut mercenarii, dies ejus.
6 Pàrtiti uno poco da lui, acciò ch' elli istia in riposo, insino che venghi il dì desiderato, e sì come del mercenaio siano li dì suoi.
7 Lignum habet spem :
si præcisum fuerit, rursum virescit,
et rami ejus pullulant.
7 Lo legno ha speranza; se tagliato e' sarà, da capo si fa verde, e li rami suoi mettono li rampolli.
8 Si senuerit in terra radix ejus,
et in pulvere emortuus fuerit truncus illius,
8 Se invecchierà nella terra la sua radice, e nella polvere morto sarà lo suo broccone,
9 ad odorem aquæ germinabit,
et faciet comam, quasi cum primum plantatum est.
9 all' odore dell' acque germinerae, e farae la moltitudine de' rami, quasi come di prima piantato era.
10 Homo vero cum mortuus fuerit, et nudatus,
atque consumptus, ubi, quæso, est ?
10 Ma l' uomo, quando è morto, e sarae spogliato e consumato, domandatene, vi priego: dove lui è?
11 Quomodo si recedant aquæ de mari,
et fluvius vacuefactus arescat :
11 E come se si partissono l'acque del mare, e lo fiume fatto vôto si secca,
12 sic homo, cum dormierit, non resurget :
donec atteratur cælum, non evigilabit,
nec consurget de somno suo.
12 così l'uomo, quando morrà, non risusciterà; insino che il cielo sia attrito, non si sveglierae, nè non si leverae dal suo sonno.
13 Quis mihi hoc tribuat, ut in inferno protegas me,
et abscondas me donec pertranseat furor tuus,
et constituas mihi tempus in quo recorderis mei ?
13 Chi mi darà questo, che in inferno tu mi difendi e nascondimi, infino che trapassi lo tuo furore, e òrdinimi il tempo nel quale tu ti ricordi di me?
14 Putasne mortuus homo rursum vivat ?
cunctis diebus quibus nunc milito, expecto
donec veniat immutatio mea.
14 E pensi tu, che morto l'uomo, un' altra volta viva? tutti i dì, ne' quali io ora cavalco, aspetto insino a tanto che venga la mia immutazione.
15 Vocabis me, et ego respondebo tibi :
operi manuum tuarum porriges dexteram.
15 Chiamerae me, e io risponderò a te; allo lavorio delle tue mani porgerai la tua mano diritta.
16 Tu quidem gressus meos dinumerasti :
sed parce peccatis meis.
16 In veritade li andamenti miei annumerasti, ma perdona alli peccati miei.
17 Signasti quasi in sacculo delicta mea,
sed curasti iniquitatem meam.
17 Segnasti quasi come nel sacculo li peccati miei, ma curasti la mia iniquitade.
18 Mons cadens defluit,
et saxum transfertur de loco suo :
18 Lo monte cadente scorrerà, e lo sasso sarà trasportato del suo luogo.
19 lapides excavant aquæ,
et alluvione paulatim terra consumitur :
et hominem ergo similiter perdes.
19 Le acque cavano le pietre, e per la innondanza dell' acque a poco a poco la terra è consumata; e adunque li uomini similmente perderai.
20 Roborasti eum paululum, ut in perpetuum transiret :
immutabis faciem ejus, et emittes eum.
20 Fortificastilo uno poco, acciò che in perpetuo trapassasse; e immuterai la faccia sua, e manderai lui.
21 Sive nobiles fuerint filii ejus,
sive ignobiles, non intelliget.
21 Ovvero se saranno nobili i suoi figliuoli, ovvero non nobili, non intenderà.
22 Attamen caro ejus, dum vivet, dolebit,
et anima illius super semetipso lugebit.
22 Ma pure la carne sua, insino che viverà, sì dorrà; e l'anima sua sopra sè medesimo piangerà (sempre).