Scrutatio

Martedi, 28 maggio 2024 - Santi Emilio, Felice, Priamo e Feliciano ( Letture di oggi)

Seconda Epistola di Santo Paulo alli Corinti 7


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1Adunque avendo noi queste promissioni, carissimi, nettiamoci di ogni sozzura della carne e del spirito, e compiamo il santificamento nel timore del Signore.2Pigliate noi, che a niuno di voi facemino nocimento, e niuno corrompemmo, e niuno ingannammo.3E questo non dico a vostra dannazione; chè io vi dissi dinanzi, che siete nelli nostri cuori a morire insieme e a vivere.4Grande fidanza abbio in voi, molta allegrezza abbio per voi; ripieno son di consolazione, abbondo in gaudio in ogni nostra tribulazione.5Certamente quando fussimo venuti in Macedonia, niuna requie ebbe la nostra carne, anzi avemo sofferta molta tribulazione; di fuori battaglia, di dentro paura.6Ma quello che consola li umiii, cioè Dio, sì ha consolati noi nell' avvenimento di Tito.7E non solamente nel suo avvenimento, ma etiam per solazzo, nel quale consolò me in voi, ridicendo a noi e renunziando il vostro pianto, il vostro desiderio, il vostro seguitamento d' amore per me, sì che più m' allegro (che non mi contristo del nostro fatto).8E [non] mi pento, se io vi contristai per altra epistola; eziandio se io me ne fossi pentito, vedendo io che questa epistola vi contristò a tempo,9honne allegrezza di quello contristamento; imperò che siete contristati a penitenza, e secondo Dio, e perchè nullo dannaggio n' aveste certamente.10La tristizia, ch' è secondo Dio, adopera penitenza in salute stabile; ma la tristizia del secolo adopera morte.11Ecco quanto bene adoperò in voi quello contristamento secondo Dio; (chè egli adoperò in voi) sollecitudine, difensione e isdegno (contro a' malvagi); (e ancora adoperò in voi) timore e desiderio e amore e vendetta (di mali); e in tutte cose dèste voi medesimi a essere puri e netti alla faccenda.12E questo scrissi a voi, non (solamente) per colui che peccò e che sostenne il male, ma (eziandio) per manifestare la nostra sollecitudine, la quale avemo per voi13dinanzi al Signore; e però siamo consolati. E nella nostra consolazione maggiormente semo allegrati per la allegrezza d? Tito; imperò che il suo spirito fu pasciuto da tutti voi.14E non ne posso ricevere vergogna da lui, se io mi gloriava di voi in alcuna cosa; ma sì come noi tutte le cose parlammo a voi con verità, così il nostro gloriamento, che io feci a Tito di voi, si trovò verità (il mio lodamento).15E (imperò) il suo amore è più abbondevole inverso di voi, ricordandosi della obbedienza di tutti voi, come voi il riceveste con timore.16Allegromi, che in tutte le cose mi posso confidare di voi.