SCRUTATIO

Sabato, 21 giugno 2025 - San Luigi Gonzaga ( Letture di oggi)

Ecclesiastico 10


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BIBBIA VOLGAREBIBBIA MARTINI
1 Lo giudice savio giudicherà il popolo suo, il principato del savio sarà stabile.1 Il saggio re renderà la giustizia alsuo popolo, e il principato dell'uomo sensato sarà stabile.
2 Secondo il giudice del populo, così fieno li ministri suoi; e quale è il rettore della cittade, tali sono gli abitanti in quella.2 Quale è il giudice del popolo, tali i suoi ministri; e qual è il governatore della città, tali sono i suoi abitanti.
3 Lo sciocco re perderà il suo popolo; e le cittadi saranno abitate per lo senno de' savi.3 Un re imprudente rovinerà il suo popolo: la prudenza de' grandi popolerà le cittadi.
4 La signoria della terra sì è nella mano di Dio, (e scomunicabile è ogni iniquità delle genti); e utile rettore al tempo suo susciterà Iddio sopra di quella.4 Il dominio della terra è nella mano di Dio, ed egli lo darà a suo tempo a chi la governi utilmente.
5 Nella mano d' Iddio è la potenza dell' uomo, e sopra la faccia dello scrivano (Iddio) porrà l'onore suo.5 La felicità dell'uomo è nelle mani di Dio, ed egli alla persona del dottor della legge fa parte della sua gloria.
6 Non tenere a memoria ogni ingiuria la quale t'ha fatto il prossimo; e nulla farai nell' opere della ingiuria.6 Non aver memoria di alcuna delle ingiurie ricevute dal prossimo: e non far cosa veruna per nuocere altrui.
7 La superbia è odiosa dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini; e ogni iniquità delle genti è biastemievole.7 E odiata da Dio, e dagli uomini la superbia, ed è avuta in esecrazione tutta l'iniquità delle genti.
8 Il regno si trasporta di gente in gente per le ingiustizie e per le ingiurie e per le contumelie e per diversi inganni.8 Il regno è trasportato da' una ad altra nazione a causa delle ingiustizie,e delle violenze, e degli oltraggi, e delle fraudi di molte maniere.
9 Niuna cosa è più scellerata che lo avaro. Per che sei superba, o terra e cenere?9 Nulla v'ha di più scellerato dell'avaro. Come mai la terra, e la cenere si leva in superbia.
10 Niuna cosa è più iniqua che amare la pecunia; per che costui che l'ama, ha l'anima sua venale, però che nella vita sua sì gittoe le sue intime cose.10 Nulla v'ha di più iniquo, che colui, che ama il denaro; perocché questi mette in vendita anche l'anima sua; perocché egli ancor vivo si cava le proprie sue viscere.
11 Ogni signoria è breve per vita. La lunga infermità sì annoia il medico.11 Ogni potentato di corta vita. La lunga malattìa stanca il medico;
12 Rimove il medico la breve malattia; e così è il re oggi, e domani si muore.12 E fa breve la malattia il medico col troncarla; cosi anche il re, oggi è, e domani morrà.
13 Quando muore l'uomo, fia erede delli serpenti e bestie e vermini.13 Or l'uomo alla sua morte avrà per suo retaggio de' sergenti, e delle bestie, e de' vermi.
14 Il principio della superbia dell' uomo sì è fuggirsi da Dio.14 La prima superbia dell'uomo è di apostatare da Dio:
15 Però che il cuore suo si partì da colui che il fece; e perciò che la superbia è principio d'ogni peccato, colui che lei terrae sarà ripieno dalla maledizione, e infine lo stravolgerae.15 Mentre il cuor di lui si allontana da colui, che lò creò; onde il primo di tutti i peccati ell'è la superbia: e chi è governato da lei, sarà ricolmo di abbominazioni, ed ella alla fine lo manderà in rovina.
16 Perciò il Signore levò gli ornamenti al convento de' rei, e distrussegli insino alla fine.16 Per questo il Signore caricò di ignominie la razza dei malvagi, e li distrasse fino all'esterminio.
17 Iddio distrusse le sedie delli superbi dogi, e fa sedere gli umili per coloro.17 Dio gettò a terra i troni de' principi superbi, e in luogo di essi fece sedere i mansueti.
18 Iddio inaridì le radici delle superbe genti, e di quelle genti piantoe li umili.18 Dio fe' seccar le radici delle superbe nazioni: e piantò quelli, che tra le genti medesime erano abbietti.
19 Iddio stravolse le terre delli cupidi, e disfecele insino al fondamento.19 Il Signore distrusse le terre delle nazioni, e rovinolle dai fondamenti;
20 Inaridì quelli, e distrusse quelli, e fece cessare la memoria loro da terra.20 Alcune di esse egli le desolò, e né sperse gli abitanti, e fece sparire dal mondo la loro memoria.
21 Iddio disfece la memoria de' superbi, e lascioe la memoria delli umili sempre.21 Dio annichilò la memoria de' superbi, e conservò la memoria degli umili di spirito.
22 Superbia non è creata agli uomini, nè iracondia alla nazione delle femine.22 Non è ingenita agli uomini la superbia, né l'iracondia ai figliuoli delle donne.
23 Il seme degli uomini, il quale teme Iddio, sarà onorato; ma quello seme degli uomini sarà disonorato, il quale passa il comandamento del Signore.23 Quella stirpe di uomini, che teme Dio, sarà onorata; e disonorata sarà quella stirpe, che trasgredisce i comandamenti del Signore.
24 Nel mezzo de' fratelli lo rettore di quelli sia in onore; e coloro che temono Iddio, saranno nel conspetto suo.24 Trai fratelli quegli, che governa è in onore; cosi dinanzi al Signore sarà di quelli, che lo temono.
25 Il timore di Dio sì è gloria degli onorati ricchi e delli poveri.25 La gloria de' ricchi, e degli uomini in dignità, e de' poveri è il timor del Signore.
26 Non dispregiare l'uomo povero e giusto; e non magnificare l' uomo peccatore ricco.26 Guardati dal disprezzare il giusto, perché povero: guardati dal far grande stima del peccatore, perché ricco.
27 Grande è il giudice, e potente in onore; e non è egli maggiore di colui che teme Iddio.27 I grandi, i magistrati, i potenti sono onorati; ma nissuno è da più dì quello, che teme Dio.
28 Li liberi sono servi del savio servo; e l' uomo savio e disciplinato non mormorarae quando è castigato, e chi non sae non sarà onorato.28 Al servo sapiente serviranno uomini liberi, e l'uom prudente, e disciplinato non mormorerà quando sia ripreso; ma l'imprudente non otterrà gli onori.
29 Non ti esaltare in fare l' opera tua, e non dimorare nel tempo dell' angoscia.29 Non vantar tua grandezza quando hai da fare il fatto tuo, e non istare a vedere nel tempo di necessità;
30 Meglio è colui che adopera, e abbonda in tutte le cose, che colui che si gloria, e non ha del pane.30 Perocché è più stimabile colui, che lavora, e abbonda dì tutto, che il glorioso, il quale manca di pane.
31 Figliuolo, salva l'anima tua nella mansuetudine, e dàlli onore secondo il merito suo.31 Figliuolo custodisci colla mansuetudine l'anima tua, e onorala, secondo che ella merita.
32 Or chi giustificherae colui che pecca nell'anima sua? chi onorerà colui che disonora l'anima sua?32 Chi giustificherà colui, che pecca contro l'anima sua? e chi onorerà colui, che disonora l'anima propria?
33 Il povero si gloria per la disciplina e il timor suo; ed è alcuno che è onorato per la ricchezza sua.33 Il povero arrida alla gloria per mezzo de' buoni costumi, e del timore di Dio; ed havvi chi è rispettato a motivo di sue ricchezze.
34 Colui che si vanagloria nella povertade, quanto maggiormente nella ricchezza? E colui che si gloria nelle ricchezze, tema la povertade.34 Ma colui, che è glorioso nella povertà, quanto più il sarebbe colle ricchezze? Ma colui, che fonda sua gloria: nelle ricchezze ha da temere là povertà.