1 E nelli CLX anni (del regno de' Greci) si levò suso Alessandro, figliuolo di Antioco, il quale fu chiamato Il nobile, e prese (la città di) Tolemaide; e riceveronlo (quelli della terra), e quivi regnava. | 1 L'anno centosessanta, Alessandro, figlio di Antioco, soprannominato l'illustre, andò ad occupar Tolemaide, e vi fu ben accolto e vi cominciò a regnare, |
2 E quando lo re Demetrio il seppe, radunò grande oste, e vennegli incontro a battaglia. | 2 il re Demetrio, saputa la cosa, radunò numerosissimo esercito, e s'avanzò contro di lui per combatterlo. |
3 E poi il detto Demetrio mandò lettera a Ionata con parole di pace, per magnificarlo, | 3 In quella circostanza Demetrio mandò a Gionata lettere con parole di amicizia, da accrescerne la dignità. |
4 dicendo (egli colli suoi): facciamo con lui pace (e rechiamlo dalla nostra parte), inanzi ch' egli s'acconci (e appacifichi) con Alessandro, e sia contro a noi; | 4 « Affrettiamoci — diceva — a far pace con lui, prima che egli la faccia con Alessandro contro di noi. |
5 e ch' egli non si ricordi delle ingiurie, che inverso lui e in verso li suoi fratelli e sua gente fatto aviamo. | 5 Certo si ricorderà dei mali che abbiamo fatti a lui, al suo fratello e alla sua nazione ». |
6 E diedegli autorità di radunare gente (e grande oste), e di far fare armadure, e ch' egli fusse suo compagno; e comandò che gli fussono renduti gli ostaggi ch' erano nella rocca. | 6 E lo autorizzava a mettere insieme un esercito e a fabbricare armi, lo faceva suo confederato, e comandava che gli fossero consegnati gli ostaggi che erano nella cittadella. |
7 Allora venne Ionata in Ierusalem, e lesse le lettere del re dinanzi a tutto il popolo, e dinanzi a tutti quegli ch' erano nella rocca. | 7 E Gionata andò a Gerusalemme, e lesse le lettere alla presenza di tutto il popolo e di quelli che erano nella cittadella. |
8 Ed ebbono grande paura, udendo la grande signoria che lo re gli avea data di radunare oste. | 8 E questi ne ebbero grande paura, quando sentirono che il re gli dava il potere di mettere insieme un esercito. |
9 E renderono gli ostaggi, e Ionata gli donò agli loro padri e madri. | 9 E gli ostaggi furon consegnati a Gionata, il quale li rese ai loro parenti. |
10 E così abitò Ionata in Ierusalem, e cominciò a rinnovare e a riedificare Ierusalem. | 10 E Gionata fissò la sua dimora in Gerusalemme, e cominciò a rifabbricare e a restaurare la città. |
11 E comandò agli maestri, che facessono le mura intorno al monte di Sion di pietre quadrate a fortezza; e così fu fatto. | 11 E ordinò agli operai di fare una muraglia di pietre quadrate intorno al monte Sion, per fortificarlo, e così fu fatto. |
12 E fuggironsi li forestieri, li quali v' erano dentro per le fortezze, le quali avea fatto (fare ed) edificare Bacchide. | 12 Allora gli stranieri che stavano nelle fortezze fabbricate da Bacchide fuggirono, |
13 E ciascuno lasciò il suo luogo, e andossene a casa. | 13 e, abbandonati i loro posti, se ne andarono, ciascuno al suo paese. |
14 E solamente in Betsura rimasono alquanti di quelli che aveano abbandonato la legge e li comandamenti di Dio; però che (solamente) questa fortezza era il loro rifugio. | 14 Alcuni solamente di quelli che avevano abbandonata la legge e i precetti di Dio restarono in Betsura, che era diventata il loro rifugio. |
15 E quando lo re Alessandro ebbe intese le promissioni, le quali promise lo re Demetrio a Ionata, e furongli dette le grandi battaglie (che avea fatte Ionata) e le belle virtudi ch' egli avea adoperate, e anche li suoi fratelli, e le grandi fatiche che avea sostenute; | 15 E il re Alessandro, avendo sapute le promesse che Demetrio aveva fatte a Gionata e avendo sentito raccontare le battaglie, le prodezze di lui e dei suoi fratelli, e gli affanni in cui s'erari trovati, |
16 allora disse: or dove troveremo noi un cotale uomo? adunque facciamolo nostro amico compagno. | 16 disse: « Potremo trovare un uomo simile a questo? Facciamocelo dunque amico e confederato ». |
17 E così gli scrisse una lettera, e mandogliela, la quale così conteneva, dicendo: | 17 E scrisse e mandò a lui una lettera in cui gli diceva queste parole: |
18 Lo re Alessandro al suo fratello Ionata salute. | 18 « Il re Alessandro al fratello Gionata, salute. |
19 Noi abbiamo inteso di te, che tu se' uomo potente e di grande forza; e piacciati che ti disponghi d' essere amico nostro. | 19 Abbiamo sentito parlare di te, e dire che sei un uomo di gran valore e degno d'essere nostro amico. |
20 E però sappi che noi oggi t' ordiniamo che tu sii sommo sacerdote della tua gente, e che tu sii amico dello re; e mandato ti ho lo panno di rosato, e la corona dell' oro, acciò che tu senti delle cose nostre, e conservi con noi l'amicizia. | 20 Or dunque noi ti costituiamo sommo sacerdote della tua nazione, e vogliamo che tu abbia il titolo di amico del re — e gli mandò la porpora e la corona d'oro — e prenda parte con noi ai nostri affari, e ci conservi l'amicizia ». |
21 E (allora) Ionata si vestì la santa stola nelli solenni dì di quella pasqua di scenofegia, nel settimo mese degli anni CLX (del regno de' Greci); e radunò l'oste, e fece moltitudine d' arme. | 21 E Gionata si vestì della stola santa, l'anno centosessanta, il settimo mese, nella festa dei Tabernacoli; e radunò l'esercito, e fece fabbricare gran quantità di armi. |
22 Onde molto s' attristò Demetrio, quando intese le parole di quello che lo re Alessandro avea fatto, dicendo: | 22 Sapute queste cose, Demetrio ne restò moltissimo afflitto, e disse: |
23 Che abbiamo noi fatto, che Alessandro ci hae avanzato in prendere l'amistà de' Giudei a sua fortezza? | 23 Che abbiam fatto? Alessandro ci ha prevenuti nell'acquistarsi l'amicizia dei Giudei, per rendersi più forte. |
24 Adunque io scriverò ancora loro parole di prieghi, e proferrò loro dignitadi e doni, acciò che siano meco in mio aiuto. | 24 Scriverò anch'io ad essi con parole di scongiuro, di dignità, di doni, perchè vengano con me ad aiutarmi ». |
25 E scrisse loro (lo re Demetrio) a questo modo; lo re Demetrio) alla gente Giudea salute. | 25 E scrisse loro in questi termini: « Il re Demetrio alla nazione dei Giudei, salute. |
26 Noi sì aviamo inteso (e veduto) che voi ci avete osservati i patti (avuti con voi), e siete stati fermi nella nostra amistade, e non vi siete congiunti con li nostri nimici; onde molto ne siamo allegri. | 26 Abbiamo sentito che avete mantenuta l'alleanza fatta con noi, che siete rimasti nella nostra amicizia, che non vi siete uniti coi nostri nemici, e ne abbiamo avuto piacere. |
27 E però piacciavi ancora (di perseverare e) di mantenere la fede, e renderemo a voi buone retribuzioni per quelle cose che fatto avete a noi. | 27 Or dunque continuate a restarci fedeli, e vi ricompenseremo, con benefizi, di quel che avete fatto per noi. |
28 E rimetteremo a voi molte prestanze, e daremovi donamenti. | 28 Vi libereremo da molte gravezze e vi concederemo dei favori. |
29 Infino a ora io vi delibero, e con voi tutti i Giudei, de' tributi; e perdonovi i prezzi del sale, e lasciovi le corone (dell' oro) e la terza parte del seme. | 29 Fin da ora esento voi e tutti i Giudei dai tributi, vi condono il prezzo del sale, vi rimetto le corone e la terza parte del seme; |
30 E la metà del frutto dello legno, il quale mi toccava in parte, (e questo) vi lascio oggi e da quinci inanzi, sì che non si tolga dalla terra de' Giudei e dalle tre cittadi, che vi sono congiunte, di Samaria e di Galilea, da oggi inanzi e per tutto il futuro tempo. | 30 e la metà dei frutti delle piante, che è di mia parte, la rilascio a voi per l'avvenire, fin da questo giorno, in modo che non si esiga più dalla terra di Giuda e dalle tre città a lei unite nella Samaria e dalla Galilea, da questo giorno per tutto il tempo avvenire. |
31 E Ierusalem sia franca e santa con tutti li suoi confini; e a lei torni le sue decime e tributi, e sieno suoi. | 31 E Gerusalemme sia santa, e libera col suo territorio, e siano sue le decime e i tributi. |
32 E ancora vi rilascio la signoria della ròcca di Ierusalem, e dolla al sommo sacerdote, ch' egli vi metta dentro quegli uomini che gli piaceranno, che la guardino. | 32 Rimetto pure nelle vostre mani la cittadella che è in Gerusalemme, e la consegno al sommo sacerdote, affinchè vi metta a costodirla uomini da lui scelti. |
33 E (che) ogni Giudeo, il quale è in prigione della terra di Giuda in tutto il mio reame, io lo delibero in tutto e dono, sì che sieno liberi da' loro tributi, e ancora di quegli del bestiame loro. | 33 E a tutti i Giudei menati schiavi dalla terra di Giuda, in qualunque parte si trovino del mio regno, rendo la libertà gratuitamente, esentandoli tutti dai tributi, anche dei loro bestiami. |
34 E tutti li dì solenni e gli sabbati e le nove lune e li decreti, e gli tre dì che sono inanzi allo di solenne, e tre dì poi, tutti sieno a franchigia, e di remissione a tutti li Giudei che sono nel mio reame. | 34 E tutte le solennità, e i sabati, e i noviluni, e i giorni di precetto, e i tre giorni che precedono e i tre giorni che seguono una festa solenne, siano giorni d'immunità e di franchigia per tutti i Giudei che sono nel mio regno. |
35 E alcuno non averae potenza di fare alcuna cosa, e di muovere di fatto incontro ad alcuno di loro in ciascuno piato. | 35 Allora nessuno potrà agire contro di essi, o chiamarli in giudizio, per qualsiasi causa. |
36 E (vogliamo che) siano scritti infino in XXX milia Giudei nell' oste del re, e sarà loro dato soldo e doni, sì come si conviene (come) a gente del re; e di loro si eleggeranno alquanti, acciò che sieno grandi, i quali guarderanno le fortezze del re. | 36 E saranno arruolati nell'esercito del re fino a trenta mila Giudei, e sarà dato loro il soldo, come si deve dare a tutti gli eserciti del re, e da essi si sceglieranno alcuni che staranno nelle fortezze del gran re. |
37 E ancora di loro si eleggeranno certi i quali sieno sopra li fatti del re, i quali si debbiano fare in fede; e di loro sieno fatti principi, e viveranno secondo le loro leggi, sì come comandò il re nella terra di Giudea. | 37 E tra questi si prenderanno delle persone da mettersi alla direzione degli affari del regno che esigono fedeltà. E i capi sian dei loro, e vivano secondo le loro leggi, come il re ha ordinato nella terra di Giuda. |
38 E le tre cittadi, le quali sono aggiunte alla (provincia di) Giudea del paese di Samaria, sieno riputate con Giudea; sì che siano pure sotto a uno signore, e non ubbidiscano se non la signoria del sommo sacerdote. | 38 E le tre città della provincia di Samaria annesse alla Giudea, sian contate come della Giudea, in modo che abbiano un sol capo, e non obbediscano ad altra autorità che quella del sommo sacerdote. |
39 Ancora Tolemaida, con tutti li suoi confini, i quali io diedi in dono a' santi che sono in Ierusalem, per le necessarie spese de' santi. | 39 Dono Tolemaide col suo territorio al santuario che è in Gerusalemme, pel mantenimento del santuario. |
40 E ancora ciascuno anno io donerò XV milia sicli d'ariento delle ragioni del re, li quali mi toccano in parte, | 40 Ed ogni anno dò quindici mila sicli d'argento sopra i diritti reali che mi appartengono. |
41 e ancora tutto l' altro avanzo, il quale loro non renderono quegli ch' erano sopra i fatti regali negli anni passati di prima; e questi si daranno nell'opere della casa di Dio. | 41 E tutto quello che è restato indietro, e che non è stato pagato dagli amministratori negli anni passati, da qui in poi sarà dato pel servizio della casa. |
42 E sopra questo, XV milia sicli d'ariento, i quali ricevevano della ragione de' santi ciascuno anno; queste cose s' appartengano a' sacerdoti i quali usano al servigio di Dio. | 42 Inoltre i cinque mila sicli d'argento che riscotevano ogni anno per conto del santuario, anche questi appartengono ai sacerdoti che esercitano le funzioni del ministero. |
43 E chiunque fuggirae nel tempio ch' è in Ierusalem, e tutti i suoi confini, pogniamo che siano colpevoli, ioro in ciascuno fatto siano liberati, e tutto quello che hanno nel regno mio sia suo liberamente. | 43 E tutti quelli che, debitori del re per qualsivoglia titolo, si rifugieranno nel tempio che è in Gerusalemme e dentro tutta la sua cinta, sian liberi e godano liberamente di tutti i loro beni che hanno nel mio regno. |
44 E ancora siano date le spese della ragione del re, per edificare e per fare l'opere de' santi, | 44 E per le costruzioni e i restauri del santuario saran dati i mezzi per conto del re. |
45 e per rifare le mura di Ierusalem, e per fortificarle d'intorno, e per rifare le mura in Giudea. | 45 E per ricostruire le mura di Gerusalemme, e per fortificarne la cinta saran dati i mezzi per conto del re, così pure per alzare le (altre) mura nella Giudea ». |
46 E avendo adunque Ionata e il popolo intese queste parole, non le credettono, e non ricevettono loro proferte; imperò che si ricordarono della grande malizia, che aveano operata nel popolo Giudeo, e com' egli gli aveano fortemente tormentati. | 46 Quando Gionata e il popolo ebbero sentite queste parole, non ci credettero e non le accettarono, perchè si ricordavano dei grandi mali che (Demetrio) aveva fatti a Israele, e come li aveva oltremodo straziati. |
47 E piacque loro di tenere con Alessandro, però che primo era istato porgitore di pace; e a lui da indi inanzi continuamente davano aiuto. | 47 Si decisero adunque in favore di Alessandro, perchè egli era per essi il primo (a mettere in pratica) le parole della pace; e gli dettero per sempre aiuto. |
48 Allora lo re Alessandro radunoe grande gente, e menò sua oste contro a Demetrio. | 48 Or il re Alessandro, radunato un grande esercito, mosse il campo contro Demetrio. |
49 E combatterono insieme i due re; ma la gente dell' oste del re Demetrio si fuggì, e Alessandro tenne loro dietro, e sopragiunsegli nel cammino. | 49 E i due re vennero a battaglia e l'esercito di Demetrio si diede alla fuga, inseguito da Alessandro, che gli diede addosso. |
50 Allora la battaglia induroe infino che il sole tramontò; e in quel dì fu morto Demetrio, (e sconfitta la gente sua, e lo re Alessandro ebbe vittoria). | 50 E la battaglia divenne sempre più fiera fino al tramonto del sole, e in quel giorno morì Demetrio. |
51 Dond' egli mandò ambasciatori a Tolomeo, re d'Egitto, dicendo in questo modo: | 51 E il re Alessandro, mandati ambasciatori a Tolomeo re d'Egitto, gli fece dire queste parole: |
52 Conciosia cosa ch' io sia tornato nel mio reame, e sono seduto nella sedia del mio padre, e hoe racquistato il nostro paese, e hoe isconfitto e morto Demetrio; | 52 « Io sono rientrato nel mio regno, seggo sul trono dei miei padri, ho conquistato lo stato, ho schiacciato Demetrio, ho preso il possesso dei miei dominii. |
53 e combattemmo insieme la mia gente colla sua, e fue vinto, e fue fuori della sedia del suo reame; | 53 Son venuto con lui a battaglia, ed egli è restato da me sconfitto con tutto il suo esercito, e mi sono assiso sul trono del suo regno. |
54 piacciati che facciamo insieme amistade; e dammi la tua figliuola per moglie, e io sarò tuo genero, e darotti doni e dignitadi. | 54 Or dunque facciamo amicizia tra noi, dammi in moglie la tua figliola, ed io sarò tuo genero, e farò a te e a lei doni degni di te ». |
55 E lo re Tolomeo rispuose in questa forma: beato fu quello giorno, che tu tornasti alla terra dei tuoi padri, e sedesti nella sedia del regno loro. | 55 Il re Tolomeo rispose in questi termini: « Felice quel giorno in cui sei tornato nella terra dei tuoi padri, e ti sei assiso sul trono del loro regno! |
56 Ond' io farò quello che tu hai addomandato; ma vienmi incontro infino a Tolemaida, si che noi ci convegniamo insieme, e darotti moglie sì come tu hai detto. | 56 Or io ti farò quello che hai scritto: però vieni a incontrarmi a Tolemaide, affinchè ci vediamo insieme, e ti dia la sposa, come hai detto ». |
57 Allora si partì d' Egitto lo re Tolomeo, e Cleopatra sua figliuola, e fu nel CLXII anno (del regno de' Greci), e venne a Tolemaida. | 57 Tolomeo, partito dall'Egitto, l'anno centosessantadue, con Cleopatra sua figlia, andò a Tolemaide. |
58 E lo re Alessandro anco quivi venne; e fece le sue nozze, sì come fanno li re, con grande gloria. | 58 Ed essendogli andato incontro il re Alessandro, gli diede la sua figlia Cleopatra, e a Tolemaide furono fatte le nozze, secondo il costume dei re, con grande magnificenza. |
59 Allora lo re Alessandro scrisse a Ionata, che gli venisse incontro (a Tolemaida). | 59 E il re Alessandro scrisse a Gionata che andasse a trovarlo. |
60 Ed egli v' andò (con grande gente e) con grande gloria, e scontrossi quivi cogli due re (coronati), e diede loro molto ariento e oro e altri doni; onde loro lo ricevettono graziosamente. | 60 E Gionata andò con pompa a Tolemaide, andò a trovare i due re, diede loro gran quantità d'oro, d'argento e di doni, e trovò grazia nel loro cospetto. |
61 E allora vi capitarono uomini rei e malvagi del popolo d' Israel, i quali (erano pieni di malizia` e d'odio, e) accusarono Ionata; ma lo re non gli volse intendere. | 61 Ma alcuni uomini pestilenziali d'Israele, iniqui, s'unirono contro di lui per accusarlo; ma il re non diede loro ascolto. |
62 Anzi comandò che Ionata fosse ispogliato delle sue vestimenta, e fosse rivestito di rosato; e così fu fatto. E lo re il puose a sedere seco. | 62 E ordinò che Gionata fosse spogliato delle sue vesti e rivestito di porpora. E così fu fatto. Il re lo fece sedere accanto a sè, |
63 E disse alli suoi principi, che andassono con lui per la terra, e fece bandire che alcuno non sia ardito d' accusarlo, nè di molestarlo d' alcuna cosa per alcuna cagione. | 63 e disse ai suoi grandi: « Andate con lui nel mezzo della città, e bandite che nessuno porti accuse contro di lui, per qualsivoglia causa, e che nessuno, per qualsiasi ragione, gli rechi molestia. |
64 E quando quegli che l' accusavano viddono magnificare la sua gloria, e viddono lui vestito di rosato, incontanente si fuggirono tutti. | 64 Quando gli accusatori videro come era onorato, quello che era bandito, e come era vestito di porpora, fuggirono tutti. |
65 E in questo modo lo fece grande il re, e fecelo iscrivere fra gli primi suoi amici, e fecelo duca e partefice della signoria. | 65 E il re lo innalzò a dignità, lo ascrisse fra i primi suoi amici, lo fece condottiero e partecipe del principato. |
66 E così tornò Ionata in Ierusalem con pace e con letizia. | 66 E Gionata con pace e allegrezza tornò a Gerusalemme. |
67 Nel centosessantacinquesimo anno (del regno de' Greci) Demetrio, figliuolo di Demetrio, venne da Creta nella terra del suo padre. | 67 L'anno centosessantacinque, Demetrio, figlio di Demetrio, venne da Creta nella terra dei suoi padri. |
68 E quando lo re Alessandro lo intese, si turboe molto, e tornoe ad Antiochia. | 68 A questa notizia il re Alessandro si rattristò oltremodo, e tornò ad Antiochia. |
69 Ma Demetrio fece suo principe Apollonio, il quale signoreggiava (a' confini della Soria) in una parte dello reame la quale si chiamava Celesiria; il quale radunoe grande (gente e fece grande) oste, e venne a Iamnia; e mandò dicendo a Ionata sommo sacerdote: | 69 E il re Demetrio fece suo generale Apollonio, governatore della Celesiria, il quale, raccolto un grande esercito, si accostò a Iamnia, e mandò dire a Gionata, sommo sacerdote: |
70 Tu solo ti se' ribellato da noi, e sì ti fai beffe di me, e sì m' hai in obbrobrio; e veggiamo che tu ci contrarii per li monti (e per gli altri luoghi nelli quali tu se' signore). | 70 « Tu solo ci resisti, ed io sono oggetto di derisioni e di scherni, perchè tu ti fai forte contro di noi sulle montagne. |
71 Ma se tu ti confidi nelle tue fortezze, iscendi a noi al piano campo, e proviamo quivi insieme; e allora vedrai come egli è meco la virtù delle battaglie. | 71 Or dunque, se tu hai fiducia nelle tue schiere, scendi verso di noi nel piano, e misuriamoci insieme, perchè io ho meco il fiore dei combattenti. |
72 (E imperò) impara e addomanda chi son io, e gli altri che sono nel mio aiuto, i quali dicono che il vostro piede non si puote fermare dinanzi dalla nostra faccia; imperciò che due volte i tuoi padri si sono fuggiti (da loro) nella loro terra medesima. | 72 Informati, e saprai chi sono io, e chi sono quelli che mi aiutano, i quali dicono che voi non potete reggervi in piedi dinanzi a noi, chè già due volte furon messi in fuga i tuoi padri nel loro paese. |
73 Ora adunque come credi tu potere sostenere tanta oste e tanta cavalleria nel campo ove non è pietra, nè sasso, nè luogo da fuggire? | 73 Ed ora come potrai sostenere l'urto della cavalleria e di sì grande esercito in una pianura, dove non c'è nè pietra, nè masso, nè luogo di rifugio? » |
74 E quando Ionata intese questi sermoni, incontamente fu mosso nell' animo suo, e disse che fossono apparecchiati XV milia uomini; e così elesse, e uscì fuori di Ierusalem, e Simone suo fratello gli' venne in aiuto. | 74 Gionata, udite le parole di Apollonio, ne restò punto, e, scelti dieci mila uomini, partì da Gerusalemme, e si unì a lui, per soccorrerlo, Simone, suo fratello. |
75 E puosono il campo a Ioppen; il popolo cacciò Ionata dalla città, però che la guardia di Apollonio era in Ioppen; e combatteronla (e vinserla). | 75 E andarono a porre il campo presso Ioppe; ma quelli della città gli chiusero le porte ( essendo Ioppe occupata da un presidio d'Apollonio): allora egli l'assediò. |
76 Ed essendo spaventati quelli ch' erano nella cittade, sì gli apersono le porte; e così acquistò Ionata Ioppen. | 76 Spaventati, quelli che si trovavano nella città gli aprirono le porte, e Gionata occupò Ioppe. |
77 E quando Apollonio questo intese, si mosse con tre milia cavalieri e con grande oste. | 77 Informato di ciò, Apollonio si mosse con tre mila, cavalli e numeroso esercito, e subito uscì in campo, perchè aveva molta cavalleria in cui fidava. |
78 E andossene pianamente ad Azoto, e quivi pose il campo, imperò ch' egli avea grande quantità (di gente a piè e) di cavalieri, e confidavasi in loro. Ma Ionata gli andò dietro in Azoto, e quivi combatterono insieme. | 78 Ma Gionata gli tenne dietro verso Azoto, e attaccarono battaglia. |
79 E aveva lasciato Apollonio (di loro) mille cavalieri in campo per agguato. | 79 Or Apollonio aveva lasciati nascosti dietro di lui nel campo mille cavalieri; |
80 E quando Ionata ebbe ispiato che agguato era posto dopo lui, attorniò il campo d' Apollonio; i quali saettarono al popolo di Ionata dalla mattina insino al vespero. | 80 ma Gionata ne fu informato che gli erano tese insidie alle spalle. E circondarono la sua gente e gettarono sopra di essa dardi dalla mattina fino alla sera; |
81 E il popolo stette per quel modo, sì come comandò Ionata; e li cavalieri delli nimici erano affaticati; e li loro cavalli stanchi. | 81 ma i suoi uomini stavan fermi, secondo il comando di Gionata, e i cavalli dei nemici si stancarono. |
82 Di che Simone incalzò l'oste suo, e commise battaglia incontro alla legione; e li cavalieri erano affaticati, e furono da lui sconfitti, e fuggirono. | 82 Allora Simone spinse avanti il suo esercito, e attaccò la fanteria, essendo spossata la cavalleria, e li ruppe e li mise in fuga. |
83 E gli altri ch' erano sparti per lo campo sì fuggirono in Azoto, ed entrarono nel tempio di Betdagon loro idolo, acciò che fossono salvi. | 83 E quelli che eran dispersi per la pianura fuggirono ad Azoto, ed entrarono nel tempio di Dagon, loro idolo, per avervi scampo. |
84 Ma Ionata arse Azoto, e le cittadi che v'erano dintorno, e prese le loro ricchezze; e arse il tempio di Betdagon, e quegli che quivi fuggirono dentro. | 84 Ma Gionata diede alle fiamme Azoto e le città circonvicine, e ne prese le spoglie, e bruciò il tempio di Dagon e tutti quelli che vi si erano rifugiati. |
85 E furono, tra gli morti e arsi, quasi nel torno di VIII milia. | 85 Quelli che caddero sotto la spada e quelli che furono bruciati arrivarono a circa otto mila. |
86 Poi si partì quindi Ionata con l'oste, e puose il campo ad Ascalona; ma loro gli vennono incontrol con grande gloria. | 86 Elevato il campo di lì, Gionata andò ad Ascalona, e quelli della città gli andarono incontro rendendogli grandi onori. |
87 E poi si (partì quindi, e) tornò Ionata con gli suoi in Ierusalem con molte ricchezze. | 87 Poi Gionata, con i suoi, carichi di spoglie, tornò a Gerusalemme. |
88 E quando lo re Alessandro udì queste cose, sì si puose in cuore di glorificare più Ionata. | 88 Quando il re Alessandro seppe queste cose, accordò ancora maggiori onori a Gionata: |
89 E mandogli la fibbia dell' oro, sì come era usanza di dare a' consorti dello re. E donogli Accaron e tutti i suoi termini in possessione. | 89 gli mandò la fibbia d'oro, che soleva darsi ai parenti del re, e gli diede la proprietà di Accaron e di tutto il suo territorio. |