Scrutatio

Domenica, 26 maggio 2024 - San Filippo Neri ( Letture di oggi)

Cantico 5


font
BIBBIA TINTORINOVA VULGATA
1 Venga il mio diletto nel suo giardino, e mangi il frutto dei suoi pomi. — Son venuto nel mio giardino, sorella mia sposa, ho colta la mia mirra coi miei aromi, ho mangiato il favo col mio miele, ho bevuto il mio vino col mio latte. Mangiate, amici, bevete, inebriatevi, carissimi.1 Veniat dilectus meus in hortum suum
et comedat fructus eius optimos.
Veni in hortum meum, soror mea, sponsa;
messui myrrham meam cum aromatibus meis,
comedi favum cum melle,
bibi vinum cum lacte meo.
Comedite, amici, et bibite
et inebriamini, carissimi.
2 Io dormo, ma il mio cuore veglia. La voce del diletto che picchia! — Aprimi, mia sorella, mia diletta, mia colomba, mia immacolata; perchè il mio capo è pieno di rugiada e i miei riccioli son pieni di gocce della notte. —2 Ego dormio, et cor meum vigilat.
Vox dilecti mei pulsantis:
“ Aperi mihi, soror mea, amica mea,
columba mea, immaculata mea,
quia caput meum plenum est rore, et cincinni mei guttis noctium ”.
3 Mi son levata la tunica, come rimettermela? Mi son lavata i piedi, perchè rinsudiciarli?3 “Exspoliavi me tunica mea,
quomodo induar illa?
Lavi pedes meos,
quomodo inquinabo illos?”.
4 Il mio diletto passò la mano per l'apertura dell'uscio, e mentre lo toccava, le mie viscere si commossero.4 Dilectus meus misit manum suam per foramen,
et venter meus ilico intremuit.
5 Mi alzai per aprire al mio diletto: le mie mani stillarono mirra, e i miei diti furon pieni di mirra squisitissima.5 Surrexi, ut aperirem dilecto meo;
manus meae stillaverunt myrrham,
et digiti mei pleni myrrha probatissima
super ansam pessuli.
6 (Tolto) il chiavistello del mio uscio, aprii al mio diletto. Ma egli se n'era andato, era scomparso. L'anima mia era venuta meno mentre egli parlava. Lo cercai senza trovarlo, lo chiamai, e non rispose.6 Aperui dilecto meo;
at ille declinaverat atque transierat.
Anima mea liquefacta est, quia discesserat.
Quaesivi et non inveni illum;
vocavi, et non respondit mihi.
7 Mi trovarono le guardie di ronda per la città, mi picchiarono, mi ferirono, mi tolsero di dosso il mio mantello le guardie delle mura.7 Invenerunt me custodes,
qui circumeunt civitatem;
percusserunt me et vulneraverunt me,
tulerunt pallium meum mihi
custodes murorum.
8 O figlie di Gerusalemme, io vi scongiuro, se trovate il mio diletto, a dirgli che io languisco d'amore. —8 Adiuro vos, filiae Ierusalem:
si inveneritis dilectum meum,
quid nuntietis ei?
“ Quia amore langueo ”.
9 Qual'è la cosa che distingue il tuo diletto fra i diletti, o bellissima fra le donne? Che cos'è che distingue il tuo diletto fra i diletti, chè in tal maniera ci hai scongiurate? —9 Quid est dilecto tuo prae ceteris,
o pulcherrima mulierum?
Quid est dilecto tuo prae ceteris,
quia sic adiurasti nos?
10 Il mio diletto è candido e rubicondo, distinto fra mille.10 Dilectus meus candidus et rubicundus
dignoscitur ex milibus.
11 Il suo capo è oro finissimo, le sue chiome come i germogli della palma e nere come il corvo.11 Caput eius aurum optimum,
cincinni eius sicut racemi palmarum,
nigri quasi corvus.
12 Gli occhi suoi sono come colombe lungo ruscelli d'acqua, lavate nel latte e posate lungo copiose correnti.12 Oculi eius sicut columbae
super rivulos aquarum,
quae lacte sunt lotae
et resident iuxta fluenta plenissima.
13 Le sue gote sono come aiòle d'aromi piantate da profumieri. Le sue labbra son gigli e stillano mirra vergine.13 Genae illius sicut areolae aromatum,
turriculae unguentorum;
labia eius lilia
distillantia myrrham primam.
14 Le sue mani, fatte al tornio, son d'oro e piene di giacinti. Il suo corpo è avorio smaltato di zaffiri.14 Manus illius tornatiles aureae,
plenae hyacinthis;
venter eius opus eburneum
distinctum sapphiris.
15 Le sue gambe son colonne di marmo posate sopra basi d'oro. Ha l'aspetto del Libano, è distinto come il cedro.15 Crura illius columnae marmoreae,
quae fundatae sunt super bases aureas;
species eius ut Libani,
electus ut cedri.
16 La sua gola è soavissima, egli è tutto una delizia. Tale è il mio diletto, tale il mio amico, o figlie di Gerusalemme. —16 Guttur illius suavissimum,
et totus desiderabilis.
Talis est dilectus meus, et ipse est amicus meus,
filiae Ierusalem.
17 Dov'è andato il tuo diletto, o bellissima fra le donne? Da che parte ha preso il tuo diletto, per cercarlo con te?