Scrutatio

Sabato, 1 giugno 2024 - San Giustino ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 5


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BIBBIA TINTORIBIBBIA VOLGARE
1 In quel medesimo tempo Antioco preparava la sua seconda, spedizione contro l'Egitto.1 In quel tempo preparò Antioco di andar la seconda volta in Egitto.
2 Or avvenne che per quaranta giorni in tutta la città di Gerusalemme si videro dei cavalieri che scorrevano per l'aria, coperti di vestiti d'oro, armati di lance, come coorti;2 E addivenne che si vidde per tutta la città di Ierusalem, per ispazio di XL giorni, nell' aria cavalieri discorrendo, i quali aveano stole deaurate e aste, quasi come squadre armate.
3 e uno scorrazzar di cavalli ordinati a squadroni, e assalti da una parte e dall'altra, e un agitar di scudi, ed eserciti coll'elmo in testa e la spada sguainata, e un lanciar di dardi, e splendore d'armi d'oro e d'ogni sorta di corazze.3 E corsi di cavagli, dirizzati per ordine, con propinquità andavano l' uno contro l' altro, e movimenti di scudi, e moltitudine di elmi con li coltelli stretti, e con gettar di dardi (saette e pietre) e con splendore di arme deaurate, e di ogni generazione di corazze (e panciere).
4 Tutti pregavano che tali apparizioni tornassero in bene.4 Per la qual cosa tutti pregavano, che questo segno maraviglioso si convertisse in buona parte.
5 Or divulgatasi la falsa notizia della morte di Antioco, Giasone, presi non meno di mille uomini, all'improvviso attaccò la città, e sebbene i cittadini volassero alle mura, alla fine la città fu presa, e Menelao se ne fuggì nella cittadella.5 Ed essendo uscito un falso rumore, quasi come Antioco fosse morto, radunò Iasone non meno di mille uomini, e sùbito assaltò la cittade; e correndo li cittadini alle mura (per difensione), all' ultimo fu presa la città, e Menelao se ne fuggì nella ròcca.
6 Ma Giasone non risparmiò le stragi ai suoi cittadini, non riflettendo che la vittoria contro il proprio sangue è la più grande sventura, e credeva che i suoi trofei fossero di nemici e non di cittadini.6 E lasone non perdonava nella uccisione alli suoi cittadini, nè pensava prosperità verso li parenti essere uno gran male, pensando sè esser preso dalla fuga degl' inimici, e non delli cittadini.
7 Egli però non ottenne il principato: ebbe invece per fine dei suoi tradimenti la confusione, e di nuovo andò fuggiasco nel paese degli Ammoniti,7 Niente di meno non ottenne il principato, nella fine delle sue insidie prese confusione, e disperso se n' andò un'altra fiata nelle parti degli Ammaniti.
8 finalmente, per sua rovina, fu messo in prigione da Areta tiranno degli Arabi, e, fuggendo di città in città, odiato da tutti come violatore delle leggi, esecrabile come nemico della patria e dei cittadini, fu cacciato nell'Egitto.8 Nell' ultimo, concluso nella morte sua di Areta, tiranno degli Arabi, fuggendo di città in città, era avuto in odio da tutti, come disprezzator delle leggi, e in abominazione come inimico della patria e de' cittadini; e fu cacciato in Egitto.
9 Egli, che aveva cacciati tanti dalla loro patria, morì in terra straniera, essendo andato a Sparta colla speranza di avervi rifugio in vista della parentela.9 E quello che cacciò molti della patria, perì andato in Lacedemonia disperso, quasi per aver rifugio per lo parentado.
10 Ma egli che aveva gettata tanta gente senza sepoltura, senza pianti, fu lasciato insepolto: non ebbe nemmeno il sepolcro degli stranieri, e non potè aver posto nel sepolcro dei padri.10 E quello che avea lasciati molti non sepulti, esso sanza querela è rimasto insepulto; e non ebbe sepultura aliena, nè anco fu partecipe dello sepolcro della patria.
11 Dopo tali avvenimenti, il re, sospettando che i Giudei abbandonassero la sua alleanza, parti dall'Egitto coll'animo inferocito, e prese la città colle armi.11 E fatte queste cose, suspicò il re i Giudei dovere abbandonar la compagnia; e per questo partito d'Egitto cogli animi depravati, prese coll' arme la città.
12 E comandò ai soldati di uccidere senza pietà tutti quelli che incontravano, di trucidare quelli che salivan sopra le case.12 E comandò alli suoi cavalieri, che dovessono uccidere, e non perdonar alcuno che li venisse incontro, e ch' egli dovessero passando per le case tagliare e uccidere.
13 Così fu fatta strage di giovani e di vecchi, di donne e di ragazzi, di fanciulle e di pargoletti.13 Faceasi adunque una grande tagliata di giovani e antichi, di donne e putti grande esterminio, e di vergini e fanciulli gran morte.
14 In tutti quei tre giorni ci furono ottanta mila uccisi, quaranta mila furono incatenati, e altrettanti furono venduti.14 E furono in tre dì (morti) ottanta milia morti, quaranta milia prigioni, e non meno venduti.
15 Non sazio di questo, ardì entrare nel tempio più santo di tutta la terra, condotto da Menelao, traditore delle leggi e della patria.15 Ma nè anco bastò a lui questo; e fu ardito anco di entrare nel templo più santo che fusse in tutta la terra, conducendolo Menelao il quale fu traditor delle leggi e della patria.
16 E, prendendo con mani scellerate i vasi sacri che da altri re e dalle città erano stati posti ad ornamento e splendore del luogo, li brancicava indegnamente e li contaminava.16 E pigliando li vasi santi con le loro mani sceleste, li quali erano stati posti dalli re e dalle cittadi in ornamento e gloria del luogo, insieme trattavano indegnamente e contaminavano.
17 Antioco era così fuori di senno da non considerare che per i peccati degli abitanti della città, Dio era per un po' di tempo adirato. Per questo avvenne che fosse mancato di rispetto a quel luogo,17 E così alienato della mente, Antioco non considerava che per li peccati di quelli che abitavano era stato un poco irato il Signore contro alla città; per la qual cagione anco addivenne al luogo questo disprezzo.
18 infatti se essi non si fossero trovati involti in molti peccati, come già avvenne a Eliodoro, mandato dal re Seleuco a spogliare l'erario, così lui pure, percosso dal flagello appena entrato, sarebbe stato certamente impedito nella sua audacia.18 Altramente, se non fosse stato che gl' incontrò loro essere involuti in molti peccati, sì come Eliodoro il quale fu mandato da Seleuco re a ispogliare lo erario, anco così costui sùbito venendo saria stato scacciato e flagellato per l'audacia sua.
19 Ma Dio non ha scelto il popolo per amore del luogo, ma il luogo per amore della nazione.19 Ma egli è il vero, che il Signore non elesse la gente per lo luogo, ma lo luogo per la gente.
20 Quindi lo stesso luogo ebbe parte alle sventure del popolo, come poi avrà parte ai beni, e dopo essere stato in abbandono a causa dell'ira di Dio onnipotente, di nuovo, placato che sia il Signore, sarà innalzato a somma gloria.20 E però il luogo fu fatto partecipe delli mali del popolo; e dopo sì sarà compagno anco delli beni; e quello ch' è stato abbandonato nell' ira di Dio onnipotente, un'altra volta nella grande reconciliazione di Dio sarà esaltato con somma gloria.
21 Antioco, tolti al tempio mille e ottocento talenti, se ne tornò in fretta ad Antiochia, immaginando nel suo orgoglio di mente esaltata di poter rendere navigabile la terra e pieno di vie da farsi a piedi il mare.21 Adunque Antioco, avendo tolto del tempio mille ottocento talenti, tornossene sùbito in Antiochia, pensando per la superbia sua, la terra (certamente) di condurre a navigare, e lo mare passar a piedi per l'altezza della mente.
22 Ma lasciò dei governatori a straziare la nazione: in Gerusalemme, Filippo, nativo della Frigia, di costumi più crudele del suo stesso signore;22 E lasciò soprastanti che affligessero la gente; in Ierusalem lasciò Filippo, il qual era di Frigia, e per costumi più crudele di colui dallo quale era stato constituto;
23 in Garizim, Andronico, e Menelao poi, il quale peggio di tutti gli altri, stava addosso ai cittadini.23 e in Garizim Andronico e Menelao, li quali più gravemente soprastavano ai cittadini, che gli altri.
24 Essendo arrabbiato contro i Giudei, mandò l'odiato principe Apollonio con un esercito di ventidue mila uomini, comandandogli di uccidere tutti gli adulti e di vendere le donne e i giovani.24 Ed essendosi opposto contro alli Giudei, mandò Apollonio principe odioso con uno esercito di ventiduemilia uomini, e comandolli ch' egli uccidesse tutti quelli di perfetta età, e le donne e li giovani vendesse.
25 (Apollonio) giunto a Gerusalemme, fingendo pace, stette in riposo fino al santo giorno del sabato, e allora, essendo i Giudei nel riposo della festa, ordinò alla sua gente di prendere le armi.25 Il quale venendo in Ierusalem, simulando pace, stette cheto per sino al di santo del sabbato; e allora cessando i Giudei da tutte l' opere, comandò a' suoi che pigliassero l' arme.
26 E tutti quelli che eran venuti fuori allo spettacolo li fece trucidare, poi, scorrendo la città cogli armati, uccise gran moltitudine.26 E tutti quelli i quali erano venuti allo spettacolo, uccise; e discorrendo la città con gli armati, uccise una grande moltitudine.
27 Or Giuda Maccabeo con nove altri si era ritirato in luogo deserto, ed ivi, sulle montagne, viveva coi suoi tra le fiere, e vi dimoravano nutrendosi delle erbe dei campi, per non aver parto alle contaminazioni.27 E Giuda Maccabeo, il quale fu il decimo, se n' andò nel deserto, nel qual luogo vivea in suso i monti con le bestie, insieme con li suoi; e abitavano ivi, mangiando dell' erba, per non esser partecipi di tanta scelerità.