Scrutatio

Lunedi, 20 maggio 2024 - San Bernardino da Siena ( Letture di oggi)

Secondo libro dei Maccabei 5


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LA SACRA BIBBIABIBBIA MARTINI
1 Verso questo tempo, mentre Antioco preparava la seconda spedizione contro l'Egitto,1 Nello stesso tempo Antioco si preparava alla seconda spedizione d'Egitto.
2 accadde che per tutta la città, quasi per quaranta giorni, si videro correre per l'aria cavalieri dalle vesti dorate, armati di lance e disposti a coorte, spade sguainate,2 Ora avvenne che per quaranta giorni in tutta la città di Gerusalemme si videro dei cavalieri, che scorrevan per l'aria vestiti di tela d'oro, e armati di lancia come i soldati a cavallo,
3 squadroni schierati di cavalleria, assalti ed incursioni sferrati da una e dall'altra parte, movimenti di scudi, foreste di aste, lanci di dardi, bagliori di armature d'oro e corazze d'ogni genere.3 E cavalli disposti a file attaccarsi gli uni gli altri, e agitazione di scudi, e una turba di gente con celate in testa, e un lanciare di dardi, e uno splendore di armi d'oro, e corazze di ogni maniera.
4 Tutti, perciò, pregavano perché l'apparizione fosse di buon augurio.4 Laonde tutti pregavano, che tali prodigj tornassero in bene.
5 Sparsasi poi la falsa notizia che Antioco era passato all'altra vita, Giasone, presi con sé non meno di mille uomini, all'improvviso compì un attacco contro la città. Battuti gli uomini che erano sulle mura, la città era ormai già occupata, quando Menelao si rifugiò nell'acropoli.5 Ma divulgatasi la falsa voce della morte di Antioco, Giasone messi insieme mille uomini repentinamente assalì la città, e benché volassero i cittadini alle mura, alla fine restò padrone della città, e Menelao si fuggì nella cittadella:
6 Giasone allora incominciò a far strage senza pietà dei propri concittadini, non considerando che un successo contro la propria gente è un grandissimo insuccesso, ma credendo invece di riportare trionfi su nemici e non su connazionali.6 Ma Giasone faceva strage de' cittadini senza riguardo, e non pensava che grandissimo male ell'è la vittoria sopra quelli del proprio sangue; considerando che i suoi trofei fossero di nemici, e non di cittadini.
7 Tuttavia egli non riuscì ad impadronirsi del potere; anzi, alla fine, raccolta la vergogna della sua cospirazione, fuggì di nuovo nell'Ammanìtide.7 Egli però non rimase in possesso del principato, ma ebbe per fine de' suoi tradimenti la confusione, e se n'andò nuovamente fuggiasco nel paese degli Ammoniti.
8 Gli toccò, dunque, una brutta fine. Accusato presso Areta, capo degli Arabi, fuggendo di città in città e perseguitato da tutti, detestato come traditore delle leggi ed esecrato come carnefice della patria e dei cittadini, fu spinto in Egitto.8 E finalmente per istrana catastrofe imprigionato da Areta tiranno degli Arabi, e fuggitosi andava di città in città odioso a tutti, e come violator delle leggi, ed esecrabile, e nemico della patria, e de'cittadini fu, cacciato nell'Egitto:
9 Così, colui che aveva mandato esuli molti della sua patria, perì esule tra gli Spartani, presso i quali si era recato per trovarvi un riparo in nome della comune origine.9 Ed egli, che molti avea discacciati dalla lor patria, mori sbandito, essendosi portato a Sparta come se a titolo di consanguinità fosse per trovarvi rifugio:
10 Lui, che aveva fatto gettar via tanta gente senza sepoltura, finì senza rimpianto; non ebbe un funerale qualsiasi né un posto nel sepolcro dei padri.10 Ma egli, che avea di molte persone gettati i corpi senza sepoltura, fu gettato insepolto senza esser pianto, non avendo né fuori, né nella patria trovato un sepolcro.
11 Quando questi avvenimenti raggiunsero il re, egli pensò che la Giudea si fosse ribellata. Perciò, ritiratosi dall'Egitto, con animo inferocito occupò la città con le armi11 Dopo tali avvenimenti venne il re in sospetto che i Giudei fossero per ritirarsi dalla confederazione, onde irritato in cuor suo partito d'Egitto prese armata mano la città.
12 e ordinò ai soldati di abbattere senza pietà quanti incontravano e di trucidare quelli che si rifugiavano nelle case.12 E comandò a' soldati, che uccidessero senza pietà tutti quelli, che incontravano, e che entrando per le case trucidasser la gente.
13 Vi fu uno sterminio di giovani e vecchi, un massacro di uomini, donne e ragazzi, una strage di fanciulle e bambini.13 Si fece pertanto un macello di giovani, e di vecchi, di donne, e ragazzi, e fanciulle, e bambini.
14 In soli tre giorni perirono ottantamila persone: quarantamila nella mischia e non meno degli uccisi furono quelli venduti schiavi.14 E in tutti que' tre giorni furono ottanta mila i morti, quaranta mila gli schiavi, e altrettanti i venduti.
15 Non contento di questo, osò entrare nel tempio più santo di tutta la terra, avendo come guida Menelao, fattosi traditore delle leggi e della patria.15 Né questo bastandogli ebbe anche ardimento di entrare nel tempio più santo di tutta la terra, condottovi da Menelao traditore della patria, e delle leggi:
16 Con le sue mani impure prese i vasi sacri e con le sue mani sacrileghe spazzò via i doni degli altri re, depositativi ad incremento, gloria e onore di quel luogo.16 E prendendo con mani scellerate i vasi santi messi da altri re, e dalle città per ornato, e splendor di quel luogo, li maneggiava indegnamente, e li profanava.
17 Antioco si esaltò nel suo pensiero, non considerando che il Signore si era irritato per breve tempo, a causa dei peccati degli abitanti della città. Da questo proveniva la sua noncuranza per il luogo.17 Cosi Antioco, perduta la luce dell'intelletto, non considerava, che a motivo dei peccati de' cittadini era Dio adirato per qualche tempo, e che per questo era avvenuto che fosse mancato di rispetto a quel luogo:
18 Se, infatti, non fosse accaduto loro di cadere in molti peccati, come Eliodoro che era stato inviato dal re Selèuco per l'ispezione del tesoro, così anch'egli, appena arrivato, sarebbe stato subito flagellato e distolto dalla sua temerarietà.18 Imperocché se quelli non si fosser trovati involti in molti peccati, come già avvenne ad Eliodoro mandato dal re Seleuco a spogliare l'erario, cosi egli pure al primo ingresso sarebbe stato rispinto, e avrebbe deposto l'ardire.
19 Ma il Signore ha eletto non il popolo per il luogo, ma il luogo per il popolo.19 Ma Dio non la nazione elesse per amore del luogo, ma il luogo per amore della nazione.
20 Per questo appunto il luogo stesso, dopo aver partecipato alle disgrazie accadute al popolo, ne condivise poi i benefici; abbandonato già per l'ira dell'Onnipotente, di nuovo, per la riconciliazione del grande Sovrano, è stato ricostituito in tutta la sua gloria.20 Quindi il luogo stesso ebbe parte ai mali del popolo, e avrà dipoi parte ai beni; e dopo essere stato in abbandono per l'effetto dell'ira di Dio onnipotente, placato che sia il gran Signore, a somma gloria sarà innalzato.
21 Antioco, dunque, sottratti milleottocento talenti dal tempio, in fretta tornò ad Antiochia, credendo nella sua superbia, a causa dell'esaltazione del suo cuore, di aver reso la terra navigabile e il mare transitabile a piedi.21 Ma Antioco levati dal tempio mille ottocento talenti tornò in fretta ad Antiochia invasato a tal segno dalla superbia, e presunzione di niente, che si credeva di poter navigare sulla terra, e camminare a piedi sopra del mare.
22 Lasciò anche dei soprintendenti per maltrattare la gente: a Gerusalemme Filippo, frigio di origine ma di carattere più barbaro di colui che l'aveva investito della carica;22 Lasciò per altro de' ministri, che vessassero la nazione, in Gerusalemme Filippo nativo della Frigia, di costumi più crudeli del suo signore:
23 sul Garizim invece Andronico; oltre ad essi, Menelao, che più ignobilmente degli altri dominava sui cittadini. Pieno di odio contro i Giudei,23 In Garizim Andronico, e Menelao, il quale era peggiore degli altri contro i suoi concittadini.
24 il re inviò il misarca Apollonio con un esercito di ventiduemila uomini, con l'ordine di trucidare tutti gli adulti e di vendere le donne e i più giovani.24 Ma essendo arrabbiato contro i Giudei, mandò l'odiato principe Apollonio con un esercito di vcntidue mila uomini, dandogli ordine di trucidare tutti gli adulti, e di vendere le donne, e i giovanetti.
25 Costui, giunto a Gerusalemme, simulò un contegno pacifico, attendendo fino al giorno del sabato. Poi, sorprendendo i Giudei nel riposo, ordinò ai suoi una parata militare;25 E quegli giunto che fu a Gerusalemme fingendo pace stette in riposo fino al santo giorno del sabato, e allora essendo i Giudei in riposo ordinò alla sua gente di prender l'armi.
26 fece trafiggere così tutti coloro che erano usciti per lo spettacolo e quindi, fatta irruzione con le armi nella città, ne uccise una grande moltitudine.26 E tutti quelli, che si erano raunati a quello spettacolo li trucidò, e correndo la città colle schiere in arme, uccise una gran moltitudine.
27 Ma Giuda, detto anche Maccabeo, con una decina di uomini, si ritirò nel deserto, dove viveva al modo delle fiere, sui monti, insieme ai compagni. Nutrendosi di erbe, resistevano per non aver parte nella contaminazione.27 Ma Giuda Maccabeo con nove persone si era ritirato in luogo deserto, e ivi vivea co' suoi tralle fiere nelle montagne cibandosi di erbe per non entrare a parte alle profanazioni.